Sul fiume africano Congo
E’ difficile sottrarsi al fascino di Conrad e avventure d’altri tempi lungo il grande fiume africano tra l’ immensità delle foreste e varietà di popoli fino ai territori dove sono sorti i grandi parchi africani, popolati dai nilocamiti ad est verso la via nilotica e le varie etnie tra il Congo orientale e l’ Uganda fino a quei Grandi Laghi e montagne di dove sgorga il Nilo ed ha inizio il bacino del maestoso fiume Congo.
Fiume Congo
In uno dei tanti percorsi in Africa , anche qui seguendo le vie delle esplorazioni, rammentavo le suggestioni di quel Cuore di Tenebra ambientato nelle profondità africane dell’ attraversate dal Congo, nei territori antichi e selvaggi di un mondo arcaico immersi nella foresta e affacciati su quello che fu il Regno del Congo Wene wa Kongo, poi divenuto personale dominio coloniale di Leopoldo con il brutale Stato Libero del Congo a cui esploratori e avventurieri avevano contribuito più o meno consapevolmente, ma le loro gesta rimangono scolpite nelle affascinanti e crudeli contraddizioni della storia.
Il grande fiume africano
L’immenso bacino del maestoso fiume africano Congo si stende per tre milioni e settecentomila chilometri quadrati e il fiume scorre per quattromilacinquecento chilometri dal cuore dell’ Africa centrale alla costa atlantica in un enorme arco alimentato da decine di altri fiumi, la controversa origine dovrebbe essere in Zambia dai monti Mitumba a sud del lago Tanganika , si forma quello che gli indigeni chiamano Chambeshi, entra nel lago Bangweulu e ne esce da sud, dove si chiama Luapula e scorre a nord precipitando in diverse cascata prima di immettersi nel lago Mweru.
Da qui come Luvua procede in quello che, quando ne ho percorso le vie delle esplorazioni si chiamava Zaire e adesso Repubblica Democratica del Congo, in un susseguirsi di cataratte e si unisce al Lualaba scorrendo fino al Katanga dove comincia il vero grande Congo quando riceve le acque del Lukuga proveniente dal lago Tanganika ed entra nell’immensa foresta centroafricana che attraversa verso nord fino a Kisangani dove precipita nelle sette cascate Boyoma che Henry Morton Stanley battezzò con il suo nome .
Scorre maestoso ricevendo le acque del fiume Aruwimi proveniente dalle Montagne Celesti vicino al lago Alberto sul confine dell’ Uganda e il territorio del Congo orientale con la foresta che si stende nell’ Ituri, all’ epoca del mio viaggio non ancora funestato dalla guerra e poi il conflitto che si strascica drammaticamente, poi vi affluiscono l’ Ubangi e il fiume Sangha dopo il centro di Mbandaka , aprendo enormi paludi in un dedalo d’acqua nella foresta.
Scorrendo a sud riceve le acque del grande Kasai e forma il vasto bacino di Malebo battezzato Stanley Pool, attraversa le città di Brazzaville e la vicina Kinshasa , precipita nelle trentadue cascate africane Livingstone per poi aprirsi nell’immenso estuario di centocinquanta chilometri nell’Atlantico e vi penetra per venti chilometri portando i detriti del suo lungo corso dal tenebroso cuore del continente.
Viaggio in Congo: attraverso lo “Zaire”
Nel XV secolo i portoghesi con l’ infante Enrico ou Navegador, furono i primi europei a sfidare l’Atlantico navigando lungo le coste africane per cercare un’altra rotta verso l’antica Via delle Spezie in oriente e nel 1482 re Giovanni II armò due caravelle per spingersi oltre il Golfo di Guinea, dopo due anni il comandante Diogo Cão trovò l’estuario di un grande fiume e lo esplorò. Gli indigeni, che non potevano concepire niente di più grande e maestoso, lo chiamavano semplicemente “fiume” Zaire, ma egli volle rendere gloria al suo re e alla sua fede erigendo una colonna sulla punta meridionale degli undici chilometri che si immettono nell’Atlantico e lo Zaire divenne il “Fiume della Colonna” Rio Pedrao, dove trovò il grande popolo dei Kongo su cui regnava il potente sovrano Manikongo Nzinga Nkuwu. Era convinto di aver raggiunto quasi l’estremità meridionale dell’Africa, tornò tre anni dopo risalendo il fiume fino alle imponenti cascate che secoli dopo furono battezzate Livingstone.
Nel 1489 il Manikongo inviò ambasciatori in Portogallo e iniziò un lungo periodo di relazioni, il sovrano Mani Sunda ribattezzato Afonso I si convertì inaugurando la dinastia cristiana nel Regno del Congo durato oltre due secoli, ma il corso del grande fiume rimaneva misterioso negli immensi territori inesplorati nel cuore africano.
Durante l’ evangelizzazione nel Regno del Congo, qualche missionario si dedicò allo studio di ambiente e popolazioni, gli italiani Giovanni Antonio Cavazzi da Montecuccolo e Giacinto Brugiotti da Vetralla furono i primi a relazionare, lasciando anche un dizionario della lingua kongo. Nel XVII secolo il regno cominciò a decadere e per tutto il XVIII la costa fino all’ Angola fu sconvolta da guerre tribali e i conflitti europei impedirono le esplorazioni sino al 1816, quando il britannico James Hingston Tuckey fu incaricato a risalire il fiume Congo con un gruppo di studiosi e incontrare un’altra spedizione inviata dall’ African Association di Londra sul Niger, nella convinzione che i due fiumi erano un unico grande corso d’acqua.
David Livingstone: l’esploratore
La spedizione di Tuckey superò per la prima volta il pedrao di Diogo Cão e risalì il Congo per quattrocento chilometri, ma rimasero quasi tutti uccisi dalle febbri tropicali, tortura tutti gli esploratori africani. Il grande cercatore di fiumi ed esploratore Livingstone durante la sua seconda spedizione sullo Zambesi seppe che a nord scorreva un grande fiume e nel 1854 egli arrivò al lago Bangweulu da dove esce il Luapula e si convinse che doveva essere il corso superiore del Congo che riteneva collegato al Nilo.
Nel 1869 l’altro appassionato esploratore tedesco Georg August Schweinfurth , lasciò il lago Alberto Nyanza e penetrò nel territorio delle tribù Zande detti Niam Niam e Mangbetu fino a scoprire il fiume Uele che è uno dei maggiori affluenti di destra del Congo, ma si dedicò alle sue ricerche antropologiche e non proseguì l’esplorazione geografica.
Mentre l’Europa trepidava per le sorti di David Livingstone del quale non si avevano più notizie, Vernet Lovett Cameron fu inviato alla sua ricerca dalla Royal Geographical Society e partì da Zanzibar nel 1873, ma poco dopo incontrò i servitori del grande esploratore scozzese che ne trasportavano il corpo sulla costa. Raggiunse il lago Tanganika e seguì le note di David Livingstone per entrare nel bacino del Congo, ma l’ostilità delle tribù locali e gli stenti in quei territori lo arrestarono, assieme al compagno affrontarono un viaggio avventuroso per tracciare le mappe del bacino meridionale, il compagno si suicidò impazzito per la febbre e raggiunse la costa atlantica angolana a Benguela , dopo aver compiuto per la prima volta la grande traversata dell’Africa dall’Oceano Indiano all’Atlantico, descritta nel suo Across Africa, mentre altri riuscivano ad esplorare il grande fiume che aveva dovuto abbandonare,lo “spezzatore di rocce”Bula Matari
Henry Morton Stanley e l’italiano al servizio della Francia Savorgnan di Brazzà.
©Paolo del Papa Viaggiatori ed esploratori. Vol. Africa:Congo
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