Cartografia dell’ Africa
L’ origine del termine che racchiude i territori dell’ Africa è controversa, la Terra degli Afri era limitata ai territori settentrionali dominati da Cartagine, probabilmente derivata dal termine afar che indicava terra sabbiosa usato dai Fenici, lo storico ebraico Yosef ben Matityahu noto come Flavio Giuseppe ne affermava l’ origine dai discendenti di Abramo o Figli di Eber dei quali una tribù si stabilì in Libia, mentre nel VII secolo Isidoro di Siviglia la chiama Apricum come terra sotto il sole nelle sue Etymologiae. I geografi e viaggiatori arabi nella loro letteratura chiamavano Ifriqiya le regioni settentrionali che andavano dall’Egitto attraverso la Tunisia per la vicina Libia e il territorio dell’ Algeria fino all’ occidentale Marocco ove ai limiti meridionali stava l’ immenso Sahara desertico che fin dall’ antichità era percorso per la via dei carri dal popolo dei Garamanti lontani antenati dei Tuareg ,in parte seguite dalle esplorazioni romane oltre l’ arido Sahel fino al fiume Niger di dove diramavano le piste per l’ Oceano.
La cartografia medioevale dell’ Asia, che all’ epoca era il mondo conosciuto oltre i confini europei, si fondò sulla conscenza di Tolomeo con la traduzione del suo Almagesto e l’ opera Geographike Hyphegesis nota come la Geografia, la summa dell’ astronomia greca che Tolomeo elaborò con il suo sistema geocentrico e l’ elaborata cartografia che produsse il Planisfero tolemaico. A metà del XII secolo la scuola di Chartres riprendeva la Geografia tolemaica in modo molto filosofico e scarsamente scientifico del mondo quale manifestazione divina, esponenti ne furono Guglielmo di Conches e la beatificata Ildegarda di Binged con raffigurazioni cosmologiche ancora fantastiche, così come nell’enciclopedico Liber Floridus del benedettino francese Lambert di Saint Bertin. Venne superata all’ inizio del secolo successivo dal britannico John Hiliwood noto come Giovanni Sacrobosco che studiò forma e dimensioni della terra con criteri matematici nel Tractatus de Sphaera ricco di illustrazioni e tavole con la rappresentazione della sfera Armillare. Nel 1234 ad Ebstorf venne realizzato Il grande mappamundi da qualcuno attribuito al maestro inglese Tilbury che raffigurava il mondo pieno di cartigli e disegni con personaggi dell’ antichità, contemporanei e fantastici come summa cosmologica e storica dell’ epoca, una cinquantina di anni dopo Restoro d’Arezzo scrisse in volgare la Composizione del Mondo ove riprendeva la geografia aristotelica e tolemaica oltre che degli arabi e del persiano Al-Farghani. Con le esplorazioni medioevali la cartografia dell’ epoca era uscita dalle rappresentazioni fantastiche, ma riguardava quasi interamente l’ Asia, poi dall’ impresa di Colombo nel Nuovo Mondo ne iniziò la cartografia che si perfezionava con le esplorazioni americane, mentre dei territori africani si sapeva bene poco e ancora bel lungi da iniziarne le esplorazioni nelle sue profondità ignote.
L’Africa di Al-Idrisi
Anche alle concezioni tolemaiche assieme conoscenze dei geografi e viaggiatori arabi si ispirò Muhammad al-Idrisi che nel XII secolo aveva viaggiato in alcuni paesi mediorientali dell’ Asia occidentale, nella Spagna moresca, dall’ Egitto millenario alla Libia, passando per la Tunisia e il territorio dell’ Algeria all’ occidentale Marocco, prima di recarsi alla corte normanna siciliana di Ruggero II divenendone Il più fido studioso. Qui il geografo si adoperò a sistemare tutti gli studi e cronache e letteratura degli altri geografi e viaggiatori arabi, per poi descrivere e disegnare quei paesi lontani, da tutto ciò Al-Idrisi redasse il vasto Libro dei piacevoli viaggi in terre lontane scritto in latino e arabo Kitāb nuzhat al-mushtāq fī ikhtirāq al-āfāq noto come il Libro di Ruggero o Kitāb Ruğārī con la grande Tabula Rogeriana originariamente incisa su un disco d’ argento nel mappamondo circolare dalla carta dettagliata, con attenta descrizione dei luoghi in altre settanta carte particolari. Considerata una delle più rilevanti opere geografiche e della cartografia medievale non solo dell’ Asia con la sua dettagliata mappa del mondo in settanta sezioni, sette zone climatiche orizzontali e dieci parti uguali di longitudine, planisfero originale è andato perduto, ma ne sono rimaste copie e il Libro Kitāb Ruğārī. Nella sezione dedicata ai territori dell’ Africa settentrionale all’ epoca conosciuti compare il corso del Nilo come due distinti fiumi, uno da nord a sud e l’ altro da est ad ovest che si legano ad angolo retto, oltre il Sahara e l’ arido Sahel verso il fiume Niger vengono menzionate le contemporanee città islamiche del Mali da poco fondate come Timbuctù e la più occidentale Takrur vagamente individuate, mentre è prodigo di dettagli e descrizioni sui paesi nordafricani tra la Tunisia, la vasta Libia il territorio algerino e l’ estremo al-Maghrib del Marocco.
Africae Nova di Ortelius
La cartografia medievale si è dedicata soprattutto all’ Asia, dalle sempre più dettagliate notizie dai viaggiatori europei ed arabi seguite dalle esplorazioni in quei secoli, le vaste descrizioni Marco Polo e del grande viaggiatore Ibn Battuta. L’ olandese Abraham Ortelius nel 1570 completò il suo atlante Orbis Terrarum con cinquantatrè carte dettagliate che fu tra i più completi mappaemundi dell’ epoca ove appare incisa su rame l’ Africae Tabula Nova che assume una forma più reale, il corso del Niger ancora incerto sfocia correttamente nell’ Atlantico, per il Nilo utilizza le fonti tolemaiche con le sorgenti collocate tra le Montagne della Luna in due grandi laghi, ma posti più a sud, si attiene a fonti persiane ed arabe collocando un’ indefinita costa di Zanzibar ad occidente, mentre la vera isola di Zanzibar è posta correttamente sulla costa orientale ove appaiono i toponimi dei centri e le città arabe sorte nel medievale periodo Shirazi, al largo appare il Madagascar più a sud verso l’ Africa Australis l’ interno ignoto è ancora raffigurato da ampi spazi vuoti nella tradizione dell’ hic sunt leones che determinava le terre incognite.
Totius Afriacae di Münster
L’evoluzione della cartografia africana iniziò con la scoperta delle rotte nell’ Atlantico e la circumnavigazione del continente di Vasco da Gama portando notizie certe delle coste, Sebastian Münster a Basilea nel 1554 pubblicò la sua Cosmographia ove compare la Totius Africae Africae tabula, e descriptio uniuersalis, etiam ultra Ptolemaei limites extensa che fu prima carta dell’ intero continente africano dalle consuete illustrazioni più o meno fantastiche con creature e leggende di retaggio medioevale. Il deserto del Sahara è raffigurato coperto da foreste come doveva essere nell’ antichità , il fiume Niger appare come una laguna, il fiume identificato nel territorio del Senegal a cui da nome, che dal Mali scorre fino al Golfo di Guinea mentre invece si tratta del Niger dal corso misterioso fino alle esplorazioni di quasi tre secoli dopo. Sulle coste occidentali è raffigurata una caravella portoghese che rappresentava le rotte lusitane nell’ Atlantico, poi torna fantasioso con un ciclope seduto sui territori del Camerun e la vicina Nigeria che raffigura il popolo dei Monoculi, tra la Nubia e il meridionale Sudan sono raffigurati i seplcri degli antichi sovrani meroitici, il Nilo dal corso incerto ha le sue sorgenti nelle mitiche Montagne della Luna dove poi sono state effettivamente cercate a lungo e poi svelate, tra i misteri d’Etiopia si trova il mitico regno del Prete Gianni e un leone sta al centro dell’ ignota Africa Australis.
Atlas Maior di Willem Blaeu
Basandosi anche sul Theatrum Orbis Terrarum di Ortelius , l’ esperto cartografo olandese Willem Blaeu, noto anche come Guljelmus Caesius nel 1630 realizzò un Atlas Maior completato e redatto dai figli Joan Blaeu e Cornelius che aggiunse altre carte. Nel formato carte à figure sono raffigurate varie città e porti con pannelli laterali che raffigurano gli abitanti dal Marocco alle coste occidentali per il Senegal scendendo sulla Costa d’Oro con la fortezza di Elmina ove terminava una delle vie degli schiavi, al largo appare la Gran Canaria , nei territori interni figure di animali africani. La costa orientale dall’ Egitto e il corso del Nilo che scorre dai laghi tra Montagne della Luna e il Congo orientale, nei mari fantastiche creature marine e pesci volanti si alternano a vascelli olandesi, sulle coste orientali appaiono quelli che all’ epoca erano gli ancora misteriosi territori interni dell’Etiopia e il meridionale Monomotapa che si protende verso l’Africa Australis.
L’ errore del Nilo di Kircher e Coronelli
In una mappa africana d Münster del 1544 mostra il Nilo venire da due laghi chiamati dalla costa dell’Africa orientale Zaire e Zaflan alimentati da acque provenienti dalle tolemaiche Montagne della Luna citando come fonti racconti di viaggiatori Il Gesuita tedesco Athanasius Kircher a metà del XVII secolo nel suo Subterraneus Mundus ha descritto e prodotto la mappaPrecipuum Hydrophilacium Africae, in Montibus Lunae Situm, lacus et flumina præcipua fundens, ubi et nova inventio originis Nili describitur, su notizie dei confratelli portoghesi contemporanei Pedro_Pàez e l’ altro missionario Jeronimo Lobo che furono tra i primi europei in terra etiopica, confondendo le sorgenti del Nilo con quelle dell’ affluente Azzurro collocate genericamente tra non identificate Montagne della Luna .
L’ erudito francescano italiano Vincenzo Maria Coronelli, oltre all’ enciclopedica Biblioteca universale sacro profana, come grande cartografo ha prodotto una gran varietà di mappe splendidamente incise, planisferi celesti e due famosi Globi come dettagliati mappamundi . Fondatore dell’ Accademia Cosmografica degli Argonauti veneziana nel 1680, ha pubblicato l’ Atlante Veneto come perfezionamento dell’ Atlas_Maior dell’ olandese Blaeu, ove compare una carta africana con la scritta Abissinia, Doue Sono le Fonti del Nilo, anche egli ingannato sulle reali sorgenti del Nilo identificate con quelle del corso superiore Azzurro. Stesso errore compiuto dal francese Nicolas de_Fer nel1720 con la mappa Le cours du Nil, suivant les auteurs modernes et les dernieres relations simile alla carta di Kircher.
La cartografia africana del XVII secolo
Il cartografo britannico Herman Moll è stato attivo nel perfezionare alcune zone della rinascimentale cartografia americana, mentre circa i territori dell’ Africa le sue mappe sono più vaghe della Descriptio Africae Nova redatta dall’ olandese Blaeu, il fiume Niger sembra nascere nel la parte occidentale del Bornu verso il Ciad e l’ omonimo lago, per il corso del Nilo è ben tracciato l’ an- Nil al-Āzraq noto come Azzurro nei pressi del lago Tana da dove esce con le cascate Tissat , ch’ era parte dei misteri etiopici inseguiti dagli europei fino all’ esplorazione di James Bruce, mentre non appare l’ an-Nil al-Ābyad detto Bianco dalle misteriose sorgenti a lungo cercate tra le montagne della Luna.
Tra le varie carte del tedesco Johann_Matthias_Hase prodotte dal 1730, nell’ Africa secundum legitimas projectionis stereographicae regulas et iuxta recentissimas Relationes et observationes in subsidium vocatis quoque veterum Leonis Africani , basata in parte sulle note dell’ esploratore berbero al-Wazzan del XVI secolo noto come Leone l’Africano, sono ben rappresentati territori e paesi nordafricani. La parte centrale del continente è segnata come incognita i due laghi raffigurati nella carta di Blaeu sono stati sostituiti da uno solo Marawi collocato più a sud nell’ Africa Australis dove le esplorazioni del XIX secolo e Livingstone trovarono poi il lago Niassa chiamato anche Malawi , nel territorio del Sudafrica fino alla penisola del Capo sono raffigurati animali africani e abitanti locali.
Agli inizi del settecento Guillaume Delisle sulla sua mappa L’Afrique dressée sur les osservazioni de l’Academie Royale des Sciences ha individuato correttamente nell’ etiopico lago Tana le sorgenti del Nilo Azzurro dalle informazioni dei primi viaggiatori e missonari europei, confermata il secolo dopo dalle esplorazioni di James Bruce. Tra i cartografi francesi del XVIII secolo si trova la Géographie moderne avec une introdution di Jean Baptiste Louis Clouet e le sue varie carte tra le quali Lacs, fleuves, Rivières et Principales montagnes de l’Afrique con pannelli laterali e testo sul foglio più grande ove dedica note al Nilo le cui sorgenti erano individuate con quelle del Nilo Azzurro che i primi europei pensavano essere nei monti dell’ Etiopia, come sostenevano i portoghesi Pedro Pàez e l’altro missionario Jerònimo Lobo, mentre nella sua carta si richiamava agli studi del geografo Jean Baptiste Bourguignon d’ Anville che ricollocava correttamente l’origine dell’ intero Nilo tra le montagne della Luna, osservando inoltre le variazioni annuali estive delle inondazioni che determinano la fertilità o la carestia della popolazione tra l’ Egitto e il meridionale Sudan.La catena montuosa dell’ Atlante nordafricana viene ritenuta la maggiore, non essendovi traccia del ben più alto Kilimanjaro e il vicino monte Kenya . Nel pannello di destra tra le descrizioni di altri fiumi, fa scorrere il Niger verso est alimentandone il mistero inseguito successivamente dalle esplorazioni dell’African Association e svelato per primo dallo scozzese Mungo Park che dimostrò scorrere da est a sud.
Il britannico John_Cary nel 1794 realizzò una mappa delle Britis islands dove tra i primi adoperò il meridiano di Greenwich come riferimento, nel suo New universal Atlas del 1808 riguardo al territorio africano presenta diversi errori geografci che influenzarono le esplorazioni africane per il resto del secolo a cominciare dall’ African Association che cercava di svelare mistero nel corso del fiume Niger e i successivi britannici. L’ origine del Nilo Azzurro eraa state individuata da James Bruce esploratore dei dei misteri etiopici e all’ epoca ben note, mentre le sorgenti del’ alto corso del Nilo Bianco sono collocate genericamente tra le leggendarie montagne della Luna che nella carta rappresenta come continuazione dei monti kong nella ben più settentrionale Costa d’ Avorio.
Cartografia ed esplorazioni nel XIX secolo
La cartografia dei territori africani nella sua evoluzione divenne sempre più precisa con le esplorazioni africane nel XIX secolo che ne tracciarono le mappe, a cominciare dai misteri dei territori interni etiopici percorsi dai primi europei e le sorgenti dell’ an -Nīl al-Azraq noto come Azzurro svelate da James Bruce, l’altrettanto misterioso corso del fiume Niger esplorato dagli inviati dell’African Association. Poi la ricerca delle sorgenti del maestoso Nilo fino alle scoperte di Burton e Speke e degli esploratori Italiani, le esplorazioni dei tedeschi e degli inviati dalla Società Geografica Italiana , il fiume Congo esplorato da Stanley e l’ italiano Brazzà, i territori sconosciuti dell’ Africa meridionale svelati da Livingstone.
Nel A Modern Atlas Realizzato nel 1815 dallo scozzese John Pinkerton, Il fiume Niger che cominciava a svelare il suo mistero con le esplorazioni dell’ Africa Association è raffigurato ispirandosi alle mappe del primo viaggio di Mungo_Park che all’ epoca si apprestava al secondo , gli ampi spazi indecisi della carta sarebbero stai completati nel ventennio successivo le esplorazioni del francese Renè Caille, il britannico Richard Lemon Lander e Il compatriota Hugh Clapperton, disegnando il all’ interno del Mali, Il territorio del Senegal e quello verso l’ Oceano ove giungevano ancora le vie degli schiavi.
Il cartografo francese Adrien Bruè nell’ Atlas universel de geographie pubblicato nel 1830 ha realizzato una
Carte de la Sénégambie, du Soudan et de la Guinée Septentrionale anch’ essa ispirata dalle prime relazioni dei viaggi di Clapperton, contemporaneo Lander e l’altro britannico Dixon Denham, indicando i progressi nella della conoscenza di quella parte del continente basate sulle osservazioni dirette di esploratori.
Sebbene vago in molte parti ed impreciso, l’ Atlas illustré realizzato da Victor Levasseur nel 1852, è considerato tra gli ultimi atlanti illustrati, nella carta Afrique geograficamente limitata il misterioso corso del fiume Niger era stato svelato da tempo ma non si attiene alle descrizioni con le mappe della britannica African Association e del compatriota Renè Cailliè, ma se la sua carta è limitata è però riccamente illustrata con berberi, arabi emilitari coloniali francesi, note sulla storia dell’ Egitto e la vicina Libia, mentre dell’ Algeria che era stata conquistata anni prima e divenuta colonia francese annota aver un futuro glorioso, la parte inferiore subsahariana è illustrata da flora, fauna e figure di popolazione africana.
Nel 1851 il britannico John Tallisnel produsse il grande The Illustrated Atlas and Modern History of the World,, uno degli atlanti più decorati del XIX secolo con le mappe disegnate e incise da John Rapkin, le tavole opera di vari artisti di rilievo, particolarmente le carte delle colonie britanniche ricche di illustrazioni. Circa il continente africano in una nota nella la mappa è scritto che più di cinque sesti della regione sono ancora sconosciuti ai geografi europei, delle presunte Montagne della Luna non si sa nulla e vaste aree verdi dovrebbero indicare essere abitate ma sconosciute. All’ epoca erano note agli europei le antiche vie e piste del Sahara, quelle dell’ ovest e dall’ arido Sahel fino alla costa sull’Oceano ove sfocia il fiume che attraversa Senegal da cui prende nome, così come il Niger non era più mistero dopo le esplorazioni dell’ African Association e l’ impresa di Mungo Park esplorando il Mali, l’ intera area è illustrata da accampamenti beduini, popolazioni berbere e figure tribali. Del Nilo è indicato il corso di quello Azzurro originato nei pressi del lago Tana esplorato da James Bruce, che attraversa poi la Nubia scendendo per Egitto fini al suo delta mediterraneo, mentre il corso dell’ alto Nilo appare incerto dal Sudan fino al meridionale Congo orientale e l’ Uganda dalle ignote sorgenti cercate dagli esploratori tra le Montagne della Luna. Appare incerto il corso del fiume Congo esplorato poi da Stanley e dal l’ italiano Brazzà, nella meridionale Africa Australis, dove erano iniziate le esplorazioni anche di Livingstone, sono raffigurati Ottentotti, nomadi Khoi e San Boscimani tra i territori del Botswana e il vasto Sudafrica.
Con la fine delle esplorazioni nel continente la cartografia terminò la sua evoluzione apprestandosi a delineare i nuovi territori del colonialismo che trasformarono confini e paesi dell’ Africa .
©Paolo del Papa da: Viaggiatori ed esploratori. Vol. Africa:Cartografia
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