Grònland la Terra Verde
Dall’
Islanda vi giunsero le rotte dei
Vikinghi nel secolo decimo, nel medievale manoscritto
Flateyjarbók si trova il
testo della saga
Groenlendinga che assieme a quella della
Eiríks rauða ne racconta la storia che così inizia: “
..Erik il Rosso è andato a colonizzare Groenlandia, trentacinque navi navigate da Breidafjord e Borgafjord, ma solo quattordici arrivarono… con Eirik hanno preso la terra in Groenlandia: Herjulf ha preso Herjulfsfjord,Ketil Ketilsfjord, Rafn Rafnsfjord, Sølve Sœlvedal, Helge Thorbrandsson Alptefjord, Thorbjornglora Siglefjord, Einar Einarsfjord, Hafgrim Hafgrimsfjord e Vatnahverf, Arnlaug Arnlaugsfjord, ma alcuni sono andati all’insediamento occidentale.”
Erìkr detto
il Rosso s’ avventurò in quei mari ignoti avvistando una costa arida e ghiacciata, proseguì a sud e e trovò una terra verde sgombra di ghiacci sullo sfociare di un grande fiordo che battezzò con il suo nome
Terra di Eirìkr. In tre anni con trentina di uomini
Eirìkr esplorò la isola tra fiordi ove affacciavano verdi praterie che chiamò Terra Verde
Grònland. Tornato in
Islanda decise di fondarvi una vera
colonia nella e quattrocentocinquanta vichinghi con venticinque navi
drakar sbarcarono sulla costa meridionale a
Brattahlid chiamando con il suo
nome il grande fiordo
Tunulliarfik di dove lì si stese l’
insediamento sul litorale attirando altri coloni fino a raggiungere tremila abitanti in un decennio. Però quella
Terra non era quel meraviglioso luogo raccontato per attrarre i coloni con i suoi lunghi e freddissimi inverni, esplorarono le coste della più grande isola del mondo, ma trovarono solo quelle immense distese ghiacciate che dopo un millennio rimangono magnifiche ed intatte come una delle terre più indomite e selvagge del mondo, così come l’ho trovata nei miei viaggi, dove solo le minuscole comunità del
popolo nordico degli
Inuit riescono a sopravvivere. Rimasero isolati per secoli fino a quando con il permesso del sovrano danese
Federico IV il missionario luterano novegese
Hans Egede sbarcò nel meridionale territorio del
Sermersooq fondando il centro di
Nuuk nel 1728 mentre convertiva al
Cristianesimo il popolo
Inuit traducendo i sacri testi nella loro lingua
inuktitut e dall’ epoca l’ isola fu sulla rotta per la
colonizzazione danese delle americane
Indie occidentali oltre ad alcune per la ricerca del
Passaggio a nord ovest, il resto è
storia recente di questo
paese e la sua
gente.
Il popolo Inuit
Si conosce come
eschimese il nordico
popolo che ha ancora le sue
comunità nella canadese
Terranova e vari
gruppi poco a nord nel
Nunavik, discendenti dell’ antica cultura nordamericana
Dorset articolata nella
Birnirk e quella di
Norton che ha lasciato i suoi resti nel sito di
Ipiutak. Dai locali
indiani delle tribù
Algonchini erano chiamati
popolo Wiyaskimowok mangiatori di carne cruda, un tempo diffusi da qui all’
Alaska dove sono noti come
Yupik fino alla
penisola siberiana dei
Ciukci. Loro si definiscono uomini
Inuit che nel XIII secolo migrarono in
Groenlandia , i resti più antichi si trovano a
Qaanaaq ove presero il nome di
Thule, accomunati dalla
lingua simile a quelle
eschimo diffuse tra le
popolazioni artiche.
Ho incontrato questo
Popolo del Lungo inverno nelle sperdute comunità groenlandesi ove sopravvive in parte una società che non ha il concetto della proprietà né termini per definirla, tradizionalmente basata su famiglie
esogamiche con grande libertà delle
donne, unite in piccoli villaggi dove baracche hanno sostituito le tradizionali capanne
karmak e per la caccia invernale i circolari
Iglù di neve ghiacciata, in estate tende di pelli. Essendo scarso il legname gli utensili sono ricavati da ossa o corna, il vestiario con pelli di caribù e altre prede, tradizionalmente l’ esistenza era basata sulla caccia estiva alle renne e altri mammiferi, gli anziani mi raccontavano battute alle
balene d’ un tempo, adesso alle
foche e navigando tra i ghiacci costieri su
Kayak con la tipica fiocina
arpone soprattutto del
narvalo, per spostarsi in mare sono adoperate barche
umiak e sulla terra le
slitte trainate da
cani, a piedi sulla neve le racchette.
Il mondo spirituale dei nordamericani
Yupik e dei groenlandesi
Inuit è una forma di
animismo basato sullo
sciamanesimo simile a quello
siberiano, di alcuni popoli
indigeni russi e i lapponi
Sami. Possiede una sua
Mitologia con varie divinità come la solare
Malina e quella lunare
Igaluk chiamata anche
Anningan, la divinità marina
Sedna che si accompagna a
Qailertetang, la dominatrice dell’ aria
Silap Inua, protettori della caccia sono il Signore delle renne e caribù
Tekkeitsertok e quello degli orsi
Nanook, mentre incombe lo spirito
Akhlut che assume aspetto di orca o di lupo. Mediatore tra il mondo sovrannaturale e quello umano è lo
sciamano chiamato
Angakkuq attraverso
cerimonie di vario tipo, accompagnate da tamburi
Qilautik e a volte dal canto gutturale
katajjaq che si trovano anche più profane danze
Iglulik e nell’ esecuzione di
musica tradizionale, giacchè non vi è confine tra i mondi degli
Inuit.
Terra dei ghiacci
La
Groenlandia è la più grande isola del mondo quasi interamente coperta dai ghiacci e neve gelata la sua
geografia appartiene geologicamente al continente
nordamericano con la placca
groenlandese situata tra la media
Dorsale atlantica a sud est e quella di
Gakkel a nord est. Nella più antica era
Archeozoica della formazione terrestre o
Precambriano apparteneva allo
Scudo canadese noto come
Laurenziano che costituisce la
placca nordamericana , nel corso della lunga
Deriva continentale si è formata in due fasi della separazione
Rift, nella seconda durante l’ ultimo periodo
Mesozoico corrispondente al
Cretacico è sorta prima la canadese baia di
Baffin e poi si è aperto il
mare che prende nome dalla penisola del
Labrador nel successivo periodo
Maastrichtiano in un continuo movimento geologico terminato nell’
Oligocene.
Larga un migliaio di chilometri si allunga per duemilaottocento dalla costa settentrionale sul
mare Artico alla punta meridionale del
Kujalleq, di fatto europea per la sua
storia, dopo essere stata a lungo colonia sulle
rotte vikinghe è divenuto territorio danese. L’ estremità settentrionale è a settecento chilometri dal
Polo nord e gran parte dell’isola è ricoperta dalla
Calotta artica dell’
Indlandis Grønlands chiamata anche
Sermersuaq che raggiunge lo spessore di tre chilometri nell’ interno in continuo lento movimento che spinge i ghiacci verso i
fiordi costieri da dove si staccano gli
iceberg alla deriva. Il
clima è rigido quasi
polare lungo le coste centro settentrionali del
Qaasuitsup e quelle della regione nord
nordorientale con temperature massime nella breve estate che non superano lo zero, più a sud è
subartico sulle coste del
Sermersooq e i più meridionali
Qeqqata fino al
Kujalleq con temperature che comunque non superano i 10 gradi n nei mesi più caldi, in queste condizioni la
popolazione di cinquantaseimila abitanti è concentrata nei vari piccoli centri della regione occidentale di
Kitaa.
Incrociata dai
Vikinghi che la colonizzarono e dalle successive rotte alla ricerca del
passaggio nel gelato
mare artico tra l’ europea
Islanda e le coste del
Canada, il territorio interno della
Groenlandia è coperto dalla
calotta glaciale
Inlandsis dal rigido
clima, all’ esterno si allungano le
piattaforme gelate verso il mare spesso coperto di
ghiaccio galleggiante. Le coste frastagliate da centinaia di
fiordi e altrettante
isole e isolotti ove sorgono piccoli
centri abitati e villaggi nelle zone dove il
clima è relativamente meno rigido, molti isolati e altri collegati per via aerea o per il mare gelido che è tra i più pescosi del mondo. Navigando tra gli
iceberg su quelle coste dove sopravvivono le comunità di
Inuit, la breve estate è illuminata dalla suggestione del
sole che spende a tutte le ore e dallo spettacolo dell’
aurora boreale in tutte le stagioni, soprattutto dal gelido inverno alla primavera. All’ interno
laghi sperduti e
montagne di ogni dimensione con le più alte nella
catena dei monti
Watkins verso la costa orientale del territorio
Christian IX, che culmina con le vette di 3693 o metri del
Gunnbjørn, i 682 del
Dome e di poco inferiore il
Cone. Un territorio grandioso e selvaggio che dà vita alla propria
flora e fauna con oltre seicento specie e sottospecie di
piante endemiche e importate, varie specie di
uccelli artici e marini, molte di
mammiferi con branchi di
renne allo stato brado,
bue muschiato,
lepre delle nevi,
volpe artica,
lupi del nord, i grandi
orsi polari, sulle coste
foche e poco al largo le maestose
balaene ed altri cetacei come i
narvali .
Viaggio in Groenlandia
In un vasto
territorio dominato da una natura grandiosa e inospitale dal
clima rigido è impegnativo
viaggiare e partendo dall’ estremo nord, su una delle rotte alla ricerca del
passaggio nord ovest lo stretto di
Nares separa la
Groenlandia dalla canadese
Ellesmere passando dal
mare artico alla baia di
Baffin, vi affaccia il territorio nord occidentale di
Avannaa con la base di
Thule nei pressi dell’ antico villaggio di
Pituffik e poco a sud si allunga regione di
Kitaa dallo stretto di
Davis che lo separa dalla canadese isola di
Baffin alla costa del mar di
Labrador. Lungo la costa nel fiordo
Inglefield vi è uno dei centri abitati più settentrionali del mondo a
Qaanaaq, scendendo per i piccoli insediamenti del
Qaasuitsup si trova
Upernavik prima della baia di
Disko e il vicino fiordo di
Kangia con il ghiacciaio
Jakobshavn in un suggestivo
territorio che si lascia esplorare dal centro di
Ilulissat sul golfo ove galleggiano enormi
iceberg alla deriva. Poco distante
Qasigiannguit e nel grande fiordo di
Søndre è sorta
Kangerlussuaq su una vecchia base militare americana con il piccolo aereoporto
dove arrivano i voli dell’ Air Greenland e da dove raggiungere le varie zone della Disko Bay, più a sud per il fiordo Kangerlua con al largo l’ isola Qeqertarsuaq si trova la capitale multicolore di Nuuk.
Nella regione
nordorientale oltre Capo
Jesup al largo del fiordo
Hyde si trova l’ isola
Kaffelklubben e poco più a nord quella di
Oodaaq che è la terra più settentrionale del mondo, l’ interno del vasto territorio è divenuto un
parco naturale dove si trovano varie specie di uccelli come la
gavia, anatra
eridone e la grande
somateria, i piccoli
piovanelli tridattili,
perinici bianche, l’
oca dal bernoccolo e
zamperose , all’ interno i
gufi delle nevi e il nordico
corvo corax. Numerosi mammiferi con mandrie di
bue muschiato,
ermellini dal manto bianco come le
lepri e le numerose
volpi artiche, i grandi
orsi polari predatori che si spingono sulle coste popolate da
foche del genere
Hispida, quelle dal cappuccio
Cystophora del genere
Cristata, le colonie di
foca barbuta della specie
Erignathus e la diffusa
Pagophilus nota come
groenlandese , mentre poco al largo incrociano la maestosa
balena bianca e altri cetacei come il
narvalo . Proseguendo per il
Sermersooq orientale si trova il
centro abitato di
Kulusuk dall’aeroporto che lo collega alla capitale islandese
Reykjavìk.
Ad occidente scendendo nella
Terra chiamata
Christian X in onore di un sovrano danese come la costa
Frederik VI ove affaccia dominata dal monte
Forel e il maestoso massiccio
Frederick, si giunge nel territorio
Sermersooq dove si trova il centro di
Kulusuk e il villaggio di
Tasiilaq sull’ isola
Ammassalik . Nell’ estremità meridionale del
Kujalleq si incontra il centro di
Narsaq , sul fiordo
Tunulliarfik si trova
Qassiarsuk e sull’ altra sponda
Narsarsuaq che con il suo
aeroporto è uno dei punti di accesso al sud che ha
Qaqortoq come centro più grande, davanti al fiordo
Tasermiut ai giunge a
Nanortalik su un’
isola chiamata in danese
Egger dove si erge il
Capo più meridionale di
Farewell.
Lungo quelle coste, inoltrandosi nei fiordi e l’ interno ammantato di neve e di ghiacci, cercando le ultime comunità di Inuit che cercano di mantenere le antiche tradizioni del
Lungo Inverno, laddove è indefinibile il confine tra il giorno e la notte, tra il mare e il cielo, tra l’ uomo e la natura.
© Paolo del Papa da “Itinerari europei: Groenlandia”
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