Lettonia
Dalla Lituania seguendo le antiche Vie dell’Ambra sulle penisole di Sambia e Neringa attraverso la laguna Curi,si va nella regione di Kurzeme dove il capo Kolka separa il Baltico lettone dal golfo di Riga e i flutti del mare aperto incontrano le onde del golfo nel fascino della costa baltica tra il suggestivo ambiente naturale della penisola curlandese. Il territorio ove sorse la Lettonia era popolato da tribù nomadi che parlavano livone, lingua ugrofinnica simile al finlandese, giunsero poi i Balti e Lettoni dalla lingua d’ origini indoeuropee simili agli altri popoli che abitavano il Baltico mantenendo miti e religione dell’antica tradizione pagana e nel medioevo entrarono in conflitto con i Teutonici che ne fecero Crociata. Mentre si scatenavano queste guerre in Livonia condotte dall’ Ordine Teutonico nel territorio di Lettonia proseguiva la conversione ad opera di Alberto Buxhövden che nel duecento fondò la sede vescovile e la città di Riga, poi dominio dello Stato Teutonico e quindi del Sacro Impero germanico rimanendovi fino al cinquecento. Entrata nella Confederazione Polacco Lituana venne divisa nel Ducato di Curlandia e a settentrione del fiume Daugava nelle provincie di Livonia e Latgallia, poi nel primo ventennio del seicento Il potente impero svedese prese la Livonia facendone provincia. Tale rimase per un secolo fino alla sconfitta nel conflitto russo svedese, entrando nei domini dell’Impero russo divisa nelle province di Reval e Livonia parte dei Governatorati baltici, operando la sua russificazione per tutto il settecento. A fine secolo con la spartizione della Polonia, la Russia imperiale di Caterina II ne prese tutto il territorio fino alla prima guerra mondiale quando fu occupata dall’ impero tedesco facendone OberOst. Al termine del conflitto conquistò l’indipendenza, ma dopo una quindicina d’anni di democrazia Il ministro Ulmanis ispirato dal fascismo sciolse il parlamento Saeima facendone un’altra dittatura europea. Dopo il il patto Molotov-Ribbentrop venne occupata dall’Armata rossa e come gli altri Stati baltici, divenne Repubblica Sovietica, ma l’anno dopo con l’occupazione nazista fu parte dell’Reichskommissariat Ostland che anche qui ha celebrato l’olocausto con l’asservimento delle SS lettoni negli orrori dal ghetto di Riga ai campi di sterminio di Salaspils e Kaiserwald, da Liepaja e Jungfernhof alla foresta Bikernieki, dal massacro di Rumbula ai lager di Skede e gli altri luoghi. Tragedia che ha recentemente visto una disgustosa riabilitazione della Waffen Division legione SS lettone asservita all’occupazione da parte del presidente in un osceno orgoglio nazista ratificato dal governo negli anni successivi fino al nuovo. Dopo la liberazione dall’occupazione nazista il paese tornò a lungo Repubblica Sovietica della quale fu base per la flotta russa seguendo la storia dell’Unione Sovietica fino alla sua dissoluzione come gli altri stati Baltici divenendo la moderna Lettonia indipendente. Dalla penisola curlandese la costa baltica si stende per la Vidzemes e la lunga spiaggia ove è sorta la cittadina russa Юрмала venuta su per le dacie dei burocrati sovietici e poi i nuovi ricchi del libero mercato che a volte sono gli stessi a sciamare d’estate per le vie e locali di Jurmala proseguendo sul litorale Kurzeme per Rīgas Jūras līcis, Il golfo di Riga disteso verso le estoni Kuressaare e Parnu fino all’isola Saaremaa. Questa costa del Kurzeme è popolata da gente che discende dagli antichi Latvji della vecchia Curlandia e Semigallia e di qui nel seicento cominciarono a partire come tanti europei per la colonizzazione delle Americhe. All’epoca v’era un piccolo villaggio sul fiume Venta ove nel medioevo i germanici cavalieri Teutonici dell’Ordine Livoniano edificarono un poderoso castello attorno cui sorse Ventspils che fiorì assieme a Daugavpils e Riga come porto della potente Leg Anseatica, quando nel cinquecento entrò nel Ducato di Curlandia fu grande cantiere navale e di qui partirono i vascelli per le Americhe. Devastata durante la guerra del nord, nel settecento passò all’ Impero russo seguendone la storia, nella Repubblica Sovietica fu a lungo inaccessibile base navale Karaosta e ne conserva il più pacifico ed animatissimo porto. Dal quartiere Karosta si va per le spiagge bianche del litorale, più addentro la cattedrale ortodossa San Nicola e tornando sul lungomare che s’allunga per la città del vento con Liepaja si passa per i resti del forte Tuvejie e Ziemelu dagli intricati labirinti sotterranei, poi le vie ove affacciano palazzi stile liberty che contrastano con il grigiore degli altri sovietici. Si staglia l’alto campanile della Cattedrale Trinità ove sta il più grande organo d’Europa, più oltre la chiesa San’Anna risplende in mattoni rossi mentre quella di San Giuseppe tra le piccole torri si tinge di giallo, a continuare la moderna San Meinardo donata dal Vaticano. Non rimane molto del vecchio Ducato di Curlandia e la sua avventura coloniale, molto dell’epoca Sovietica ma meglio tradotto altrove nella nuova città sul mare. Anche in questa dinamica città che si empie di villeggianti nella brezza estiva, s’è celebrato olocausto nella tragedia dei massacri nazisti di Liepaja segnandone altra tappa sanguinaria sulle vie nell’ Europa orientale. La storia di Riga con la sua cultura i vari luoghi e le attrazioni si percorre negli itinerari partendo dalla sua culla sul fiume Daugava ove a roccaforte di Livonia nel trecento sorse il Rīgas pils dei cavalieri teutonici Portaspada e ne rimane il poderoso Castello mutato nei secoli così come appare residenza del Presidente lettone, accanto la chiesa cattolica neoclassica, la Rīgas Sāpju Dievmātes baznīca e sulla Maza pils le tre facciate dei palazzi Tris Brali che paiono simili come Tre Fratelli ricordano il glorioso passato della città che fiorì di commerci nella Lega Anseatica. Di li si va per la Pils Iela trovando l’ottocentesca Anglikāņu baznīca luterana edificata per marcanti e marinai britannici e poco distante svetta l’alto campanile piramidale San Giacomo che sorse nel duecento come Romas katoļu katedrāle, tre secoli dopo per la riforma protestante fu convertita in Luterana. Riconquistata la città da Stefano I di Polonia fu affidata brevemente ai Gesuiti e di nuovo Luterana con la presa svedese di Gustavo II Adolfo e tale rimase fino agli anni venti del novecendo quando tornò cattolica come la vicina Marijas Magdalenas baznica dagli splendidi soffitti affrescati. Procedendo sulla Torna iela si trovano le antiche medioevali e l’ottocentesco Arsenāls russo con il Nacionālais mākslas muzejs e al fondo la trecentesca torre delle Polveri Pulvertornis rotonda poi nella Jekaba iela l’unica porta svedese seicentesca rimasta Zviedru vārti Vecrīgā e poco oltre la torre medievale Rāmera tornis. Nella Amatu iela si trovano I due neogotici palazzi Gilda il maggiore Lielā ģilde e il minore Mazā ģilde sorti nel quattrocento per la corporazione dei mercanti che ricordano il passato nella Lega Anseatica, per la Skarnu iela s’arriva alla luterana Cēsu Svētā Jāņa di San Giovanni iniziata nel duecento come monastero domenicano e di lunga costruzione dal medievale gotico al rinascimento fino al barocco e all’alto campanile ottocentesco. Poco oltre la gotica consacrata a San Pietro menzionata Rīgas Svētā Petera Baznica come chiesa per i mercanti fin dall’inizio del duecento, anch’essa divenuta Luterana con l’arrivo della riform protestante e della sua lunga storia se ne ammirano le splendide forme e gli interni decorati, dall’ alto del campanile di questa chiesa la vista spazia sulle immagini dell’affascinante città. Dall’altra parte della Skamu iela, ove si incontravano i cavalieri di Portaspada è sorta la sola chiesa romanica consacrata a San Giorgio dalle forme ed interni austeri che ospitano il moderno museo di Arti decorative. Nella piazza Doma Lakumus si trova il Rigas Doms, la grande Cattedrale Doma baznīca edificata dall’arcivescovo Alberto agli inizi del duecento si impone dal più antico romanico al gotico e il successivo barocco dai suggestivi interni decorati e carezzati da soffusi colori di luce dalle grandi vetrate, lo splendido organo e l’austero sepolcro di Meinardo evangelizzatore della Livonia. A fianco della Doma baznica s’accede al chiostro del monastero con il museo storico Rīgas vēstures un kuģniecības.Dalla Domalaukum tra le vie ove affacciano antichi palazzi, vecchi locali e cafè purtroppo alternati da moderni ritrovi rumorosi alla sera, s’arriva a Ratslaukums ove si apre la piazza omonima con il Rīgas Dome che ospita il Consiglio Comunale al centro la statua di Rolando simbolo della libertà anseatica, d’un lato la trecentesca Melngalvju nams suggestiva casa di mercanti blackheads della congregazione Teste Nere.Contrasta il geometrico squallore del museo dell’occupazione, il grigiore della Lettonia sovietica si poteva ricordare senza turbare l’armonia delle splendide immagini. Seguendo la mappa di questo patrimonio si va per l’ elegante quartiere residenziale sorto agli inizi del novecento è traversato dalla Alberta iela ove affacciano i palazzi Art Nouveau che qui si tradusse nel suggestivo Jugendstil superbamente realizzato da Mikhail Eisenstein padre del grande regista Sergej Ejzentejn. Continuando nella Elizabetes iela tra le facciate bianco ed azzurro ove si stagliano magnifici contrasti neoclassici, maschere e figure mitologiche, stucchi floreali, aquile e decorazioni. A proseguire sulla Strelnieku iela verso il resto della città da scoprire passa anche dall’imponente Monumento alla Libertà dello scultore Kalrlis Zale e poi cercarne ancora gli itinerari, ripeterne i percorsi tra le sue chiese e tutti i luoghi di Riga. Fuori dal centro sul Brivias gatve si trova la chiesa ortodossa lettone con l’ottocentesca Cattedrale della Natività, trasformata in epoca sovietica nella Casa della Conoscenza con planetario e poi riconsegnata al culto. In questa città degli ebrei di Lettonia nella Peitavas iela è sopravvissuta la sinagoga di Peitav Sul sorta all’inizio del novecento in Art Nouveau, le altre seguirono l’ordine delle sinagoghe incendiate con i fedeli che vi si trovavano e i restanti del ghetto di Riga andarono nel vicino campo di Kaiserwald a segnare altro capitolo dell’olocausto in Lettonia. Anche ciò è da scoprire negli itinerari della storia di Riga. Verso il nord lettone la regione di Vidzeme fu anch’ essa territorio dell’antica Livonia abitata fino al medioevo da popoli del Baltico ancora pagani quando giunsero i teutonici a convertirli con la spada nella crociata che fu detta del Nord facendone la cristiana Terra Mariana anch’essa dominio dell’ Ordine di Livonia. Entrata nella Confederazione,nel seicento fu in parte presa dal regno svedese e il secolo successivo con la guerra del nord passò all’Impero Russo come il resto della Lettonia. Attraversando il Vidzeme tra la sua storia e natura ove ne rimangono i castelli medievali, verso est si giunge nella città di Sigulda sorta sul fiume Gauja nel medioevo, dell’antica città rimangono le memorie e anche qui vi sono percorsi nella storia che attraversano Sigulda. Sull’ altra riva a Turaida giardino divino centro con due castelli, le rovine del medievale fondato dai Cavalieri Portaspada dell’ Ordine Teutonico e il nuovo che ancora s’ammira ottocentesco. Dell’antico rimane una delle cinque possenti torri a dominare lo spledido paesaggio, vicino la tomba ove riposa leggendaria la fanciulla immolata all’onore Rosa di Turaida, poco oltre il colle Dainu con fantastiche sculture che raccontano antiche tradizioni. Di qui si accede al Parco Gauja e il suggestivo ambiente della valle scavata dal fiume Gauja tra boschi e splendidi laghi in magnifico percorso nella natura. Passando per la vecchia chiesa si esce nella medievale Cesis che conserva l’antico centro tra stradine ove affacciano vecchi palazzi e case di pietra portando alla duecentesca chiesa di San Giovanni dominata dall’alto campanile, ne’ pressi il castello che la proteggeva e di lì l’ultimo lembo di Lettonia ove diramavano a settentrione le antiche Vie dell’Ambra.