Costarica
Costa Rica precolombiana
Come il resto dell’America centrale il popolamento del Costa Rica è molto antico con comunità seminomadi che sopravvivevano di caccia pesca e raccolta nella foresta, diventate bene preso sedentari prima con una semplice agricoltura di tuberi e poi più vasta ed intensiva di mais, fagioli ed ortaggi che gu il fondamento delle grandi culture degli Olmechi nel territorio sud orientale messicano, più a sud del raffinato mondo dei Maya ed infine dei Mexica che fondarono il vasto e potente impero Azteco che dominò i territori settentrionali prima di essere travolto dall’ arrivo dei conquistadores spagnoli. Mentre fiorivano quelle grandi civiltà del Mesoamerica nel territorio del Costa Rica sorse quella chiamata dagli indigeni Dí’Crí o della Grande acqua nota come la cultura di Díquis , discendente alla popolazione del sud est che fin dalla metà del II millennio a.C. aveva fondato una propria cultura e fiorita a lungo dall’ VIII secolo d.C. al XV secolo, una lunga storia che ha lasciato i resti più imponenti nel sito di Guayabo. Artisti nella ceramica ed oro, furono maestri nella scultura, con statue di pietra antropomorfe e opere monumentali legate alla loro mitologia come le grandi sfere megalitiche incise e decorate in oro, ne rimangono le maestose Bolas, come qui chiamano le suggestive sfere Diquis dalla simbologia mitologica e rappresentazione del potere. Da quella più antica cultura nella lunga storia precolombiana del Costa Rica ne seguirono altre e nella regione sud orientale fiorì il regno Cacicazgo di Nicoya fino al XVI secolo, si impose poi il domino del regno di Coctù o Coto, di stessa origine e tradizioni della più meridionale cultura Chibicha dei Muisca fiorita nel territorio colombiano settentrionale, e da quella popolazione del Coto discendono gli indigeni come i Boruca.
La Castilla de Oro coloniale
Il litorale atlantico del Costa Rica fu raggiunto per la prima volta da Colombo nel 1502 nel corso del suo quarto viaggio, ma l’ interno rimase inesplorato dagli spagnoli per decenni, nel frattempo da Santo Domingo , dove sorse la prima colonia nell’ isola di Hispaniola poi divisa con Haiti i conquistadores spagnoli iniziarono l’ espansione nella regione caraibica conquistando Portorico nel 1508 e per il decennio successivo stabilirono il loro dominio sulle altre isole dei Caraibi che divennero le basi per le spedizioni nei territori continentali dell’ America centrale. Mentre si completava la conquista del Messico guidata da Hernan Cortès e Pedro de Alvarado che travolse il vasto impero degli Aztechi, l’ incontenibile espansione nel Nuovo Mondo portò all’invasione degli altri territori continentali centroamericani e dopo la conquista del Nicaragua iniziò la penetrazione di quella che fin dalla scoperta di Cristoforo Colombo era chiamata Castilla de Oro. Dalla colonia nicaraguense nel 1523 la spedizione guidata da González Dávila ne attraversò il territorio fondando alcuni centri giungendo nella penisola di Nicoya, ma dopo la sottomissione delle popolazioni indigene la definitiva conquista della Castilla de Oro , che dall’ epoca fu chiamata Costa Rica come altro dominio coloniale, fu completata da Vázquez de Coronado che nel 1561 ne spostò la capitale dalla costa atlantica nella valle tra i fiumi Purires e Coris in un centro che divenne la città di Cartago con il governatorato che era sotto la giurisdizione della Capitanía general del Guatemala e tale rimase fino al 1823.
L’Indipendenza
L’ indipendenza del Messico ispirò tutti gli altri paesi centroamericani che nel 1821 proclamarono la loro riunendosi due anni dopo nella República Federal del Centroamèrica che quando venne sciolta nel 1839 provocò tre anni di guerra tra i paesi limitrofi, dopo un periodo si stabilità nel 1855 la regione fu invasa dai mercenari ed avventurieri statunitensi della The Falange guidati da William Walker che prese il Nicaragua proclamandosi presidente per poi aggredire i paesi limitrofi per creare un suo impero schiavista. Con vari scontri l’ invasione fu arginata prima nella battaglia di Santa Rosa nel Guanacaste in Costa Rica dove emerse la figura del celebrato eroe della resistenza Juan Santamarìa e definitivamente respinta nel territorio nicaraguense dopo un prima battaglia nella seconda vittoriosa a Rivas. Definitivamente unificato ed in dipendente nei successivi decenni del XIX secolo il Costa Rica è stato dominato dal potere dei grandi proprietari terrieri e delle piantagioni di caffè spesso in conflitto tra loro, mentre la popolazione agricola rimaneva in condizioni indigenti fino all’ organizzazione di movimenti democratici che portarono all’ istituzione di libere elezioni elevando il paese tra i primi e più solidi governati democraticamente in America Latina. Nella prima metà del XIX secolo ha visto una crescente immigrazione europea che ha contribuito all’ economia e la modernizzazione, con i grandi proprietari terrieri che avevano perso gran parte del loro potere e i conflitti tra gli schieramenti politici, nel 1948 esplose la guerra civile costaricana con sei settimane di sanguinosi scontri fino ad un accordo per riformare il paese e rifondare la seconda Repubblica con la presidenza di José Figueres Ferrer. L’anno dopo fu emanata la nuova Costituzione e sancita l’ abolizione dell’ esercito voluta dalle forze pacifiste e progressiste, sostenuta tra gli altri dal ministro Quirós, il nuovo governo ispirato dal riformismo del precendente presidente Rafael Ángel Calderón Guardia e noto come Calderonismo, provocò un tentativo di colpo di stato istaurando un breve governo golpista che venne chiamato Cardonazo dal nome del suo capo Figueres Edgar Cardona per favorire i proprietari terrieri e finito con la sua destituzione dall’ opposizione militare del fondatore della seconda Repubblica Figueres Ferrer. Per rovesciare il suo governo nel 1955 gli oppositori all’ estero guidati dal deposto Calderón Guardia, fu tentata un’ invasione calderonista con l’ appoggio statunitense e il sostegno di dittatori come Pérez Jiménez, Trujillo, il guatemalteco Castillo Armas e l’ intervento dell’esercito nicaraguense del dittatore Somoza, dopo violenti scontri il tentativo fu respinto. Il resto segue le vicende della contemporanea storia del Costa Rica , le riforme sociali e la modernizzazione dell’ Estado fino all’ elezione del presidente Óscar Arias Sánchez che, per il suo piano di pace centroamericano ha ricevuto il il Premio Nobel per la pace, dopo venti anni dal primo mandato Arias fu rieletto, unico presidente latinoamericano celebrato come difensore dei diritti umani, seguito da Laura Miranda nel 2010 che ne ha continuata la politica progressista come il successore Guillermo_Solìs che fu valido consigliere di Arias e l’ ultimo eletto nelle presidenziali del 2018 Carlos Quesada. Con l’ abolizione dell’ esercito e governata democraticamente la Costa Rica è divenuta simbolo di pacifismo ed emancipazione dei popoli, sede dell’ dell’Università per la Pace delle Nazioni Unite e della corte americana per i Diritti Umani, oltre ad essere uno dei paesi al mondo che più protegge il suo patrimonio naturale.
Il patrimonio naturale
Il territorio del Costarica si è modellato nei millenni per un’ antica storia geologica che ha avuto come protagonisti i suoi vulcani dalla la catena che estende da nordovest a sudest con gli ancora attivi Arenal e Rincón de la Vieja, nella Cordillera Central si inseguono il Poás, Irazú, Barva e Turrialba, in quella di di Guanacaste oltre ai minori e più antichi risalenti al neozoico si erge il Miravalles. Dalla natura grandiosa protetta dai migliori parchi nazionali, gran parte del Costa Rica è coperto da lussureggianti foreste solcate da fiumi che si aprono in lagune verso le coste affacciate sull’ Oceano Pacifico da un lato e sul mar caraibico dell’ Atlantico dall’ altro dove pulsa la vita e, sebbene vi siano specie animali che in Costa Rica considerano più rappresentative della tipica fauna di questo paese, tra le sue foreste, lungo le coste e nel mare moltissime altre d’ ogni genere e varietà ne sono patrimonio nella sua magnifica natura. Le lussureggianti foreste sono popolate da una gran varietà di insetti tropicali d’ ogni tipo, dimensioni e colori,numerose specie di farfalle e falene, tra le più diffuse qui e nel resto del continente la farfalla migratrice chiamata monarca dagli splendidi colori e quella per il suo intenso colore iridescente è detta morfo blu, oltre vari tipi di coleotteri, scarabei, ragni ed altre specie, alcune sono velenose come il piccolo ragno smeraldino della famiglia Oxyopidae chiamato per il suo colore lince verde, di dimensioni di poco superiori, ma dal morso altrettanto tossico quello che è definito vedova marrone, il grande ragno delle banane errante tra i più aggressivi e venosi al mondo noto anche come ragno errante diffuso in tutti i territori sudamericani, la più grande e velenosa scolopendra al mondo dalla puntura paralizzante. Anche se dal veleno non letale molto aggressiva zanzara tigre che può trasmettere malaria e virus letali, per la puntura molto dolorosa è detta formica proiettile la paraponera dalle lunghe antenne. diffusa anche nel resto del continente la velocissima ape tropicale per la puntura tossica detta ape assassina. Nelle acque dei fiumi e lagune sembrano immobili, ma pronti all’attacco come temibili predatori i rettili della specie del coccodrillo americano, come è noto il grande alligatore actus, tra gli altri rettili vari tipi di lucertole e la grande iguana verde dalla cresta, oltre centotrenta specie diverse di serpenti , molti velenosi e tra i più temibili quello che per l’aspetto è chiamato ferro di lancia, la vipera dalle ciglia della famiglia Crotalinae per il suo colore nota anche come vipera gialla che vive sugli alberi e di dimensioni minore delle altre , letale anche il serpente marino giallo e nero chiamato ventre giallo. Tra gli anfibi è chimata rara rana di vetro la kermit, altre rane dai colori sgargianti che avvertono i predatori della loro tossicità come la golfo dulce, anch’ essa con la pelle che ospita ghiandole velenifere la rana dorata dendrobate dalla varietà di colori vivaci, velenosa come la piccola rana arlecchino della famiglia Bufonidae o rana pagliaccio dalle striature nere e marroni, mentre i per le sue minuscole dimensioni è nota come rana pigmea quella della specie Oophaga pumilio, il rospo delle canne o Rhinella marina si trova lungo i fiumi e lagune noto anche come bufo. Anche nel mare si annidano specie velenose come il verme marino che al buio appare fluorescente detto verme di fuoco o vermocane che vive in fondali sabbiosi poco profondi, tra i coralli e le rocce il polpoide corallino noto come anemone coloniale o zoantari diffuso sulla barriera corallina, nei fondali sabbiosi si mimetizza con le sue spine velenose il pesce astronomo che viene pescato e mangiato dai locali. La foresta pluviale del Costa Rica è magnificamente animata da una gran quantità di uccelli di ogni dimensione e colore, regina ne è la maestosa aquila i nota come arpia il più grande che la popolano e gran predatrice degli altri, scimmie e bradipi, anch’ esso predatore notturno di piccoli animali è il raro gufo dagli occhiali molto difficile da avvistare. Tra le fronde degli alberi sono molti i pappagalli di varia specie come il diffusissimo ara dagli splendidi colori e quello del genere detto amazzone che convivono nella foresta con tre specie di tucano dal grande becco come il cosìdetto tucano carenato, il multicolore tucano arcobaleno e il più diffuso toco dal becco giallo. L’ elegante e dagli splendidi colori quetzal è entrato nelle tradizioni di varie popolazioni e considerato sacro nella mitologia dei Maya, altrettanto affascinante nel suo rapido svolazzare tra i fiori per cibarsi del nettare è il minuscolo e velocissimo colibrì. Tra le scimmie è nota come scimmia urlatrice per le sue grida di richiamo e allarme l’ alouatta che si muove in gruppi tra le fronde degli alberi come l’ acrobatica scimmia ragno o ateles dalla lunga coda prensile, diffusa anche la scimmia cappuccino come è chiamata la cebus e la minuscola scimmia scoiattolo o la molto docile samiri, mentre passa gran parte della vita dormendo sugli alberi più alti il lentissimo bradipo facile preda delle grandi aquile arpie. Tra gli alberi e le grotte sono frequenti pipistrelli di vario tipo e il piccolo azara che morde per nutrirsi di sangue e può trasmettere malattie, della stessa specie del vampiro amazzonico, mentre Il sottobosco è popolato da una gran quantità di altri mammiferi tropicali dalle varie specie. il tapiro nelle foreste del Costa Rica è il più grande della sua specie e dal nome di chi l’ha classificato è noto anche come tapiro di Baird, di solito notturno e dalle abitudini solitarie, oltre ad una gran varietà di roditori, tra le altre varie specie di mammiferisi trova il tayra dal muso lungo simile alla donnola, alcuni tipi di pecari simile ad un cinghiale, il curioso procione dal lungo naso usato come proboscide noto come coati, mentre oltre a due più grandi specie dell’ altrettanto curioso formichiere, quella qui più diffusa di è quella del cosìdetto formichiere nano per le sue dimensioni o tamandua dalla lunga coda semiprensile che vive tra gli alberi. Tra i felini il gattopardo americano noto come ocelot altrove perseguitato dalla caccia spietata per la sua pelliccia simile al margay, il più grande e schivo puma coguaro che caccia di notte difficile da avvistare come il più grande e possente predatore giaguaro che si muove maestoso nella foresta più fitta e ne è l’ indiscusso sovrano. Il Costa Rica al largo di entrambe le sue coste oceaniche ospita una gran varietà di fauna marina e ogni specie tropicale di pesci di tutte le dimensioni e colori, squali di vario tipo come pinna bianca, martello e balena, pesci spada e grandi marlyn, razze di differenti specie anche giganti, pesci tropicali di tutti i tipi come pesci farfalla, anguille, pesci angelo, ballerine, pesci palla, grugnoni, Jureles, pesci istrice, rane pescatrici, napoleoni, hojaranes, parghi, murene tra le rocce e grandi branchi di cavallucci marini nei fondali. Il paradiso marino delle i tartarughe, dalle più comuni testuggini marine di grandi dimensione del genere caretta caretta a quelle tra le più grandi al mondo che arrivano a pesare quintali del genere liuto che qui possono sopravvivere protette e riprodursi. Oltre alle tartarughe al largo di entrambe le coste pacifica ed atlantica il mare è animato dai grandi mammiferi marini con balene e delfini che nuotano indisturbati, nelle loro lunghe migrazioni qui incrociano e sostano a lungo le maestose balene del genere megattera che si avvistano agevolmente sulla costa pacifica poco al largo di Uvita nel parco marino di Ballena.
La via dei Vulcani
Nella regione settentrionale il parco Arenal si stende su un suggestivo territorio dominato dall’omonimo maestoso vulcano Arenal che a volte si risveglia per continuare la sua millenaria attività tra esplosioni e colate di lava che scendono in un indimenticabile spettacolo che rende l’ Arenal uno dei più affascinati vulcani del Costa Rica. Attraverso la vasta laguna artificiale circondata dalla vegetazione nel territorio dell’ Arenal, passando per la suggestiva zona con l’ omonimo centro e le cascate di La Fortuna verso la frontiera nicaraguense e il basso corso del Rio Frío, si trova Caño Negro dalla foresta popolata da animali divenuta anch’ essa protetta riserva faunistica con una grande varietà di uccelli, alligatori, iguana, tartarughe, scimmie e bradipi. Scendendo nel territorio centrale il parco Braulio Carrillo è il più esteso del paese con i vulcani estinti Cacho Negro Barva dai diversi crateri che affaccia sul lago omonimo, diviso nei tre territori di Barva, Zurquí, Quebrada e Gonzales, la riserva del Braulio Carrillo ospita oltre seimila diverse specie botaniche tra piante e fiori, varie di rettili ed anfibi, trecentocinquanta di uccelli oltre tucani, aquile, pappagalli e quetzal e centocinquanta di mammiferi tra scimmie, roditori, tapiri e giaguari. Procedendo a sud verso est Il parco Turrialba dominato dall’ omonimo vulcano attivo con tre crateri in un magnifico ambiente e dalla sommità la vista spazia sul territorio dove emergono gli altri maestosi vulcani Barva, Irazu e Poas, passando per l’ omonima città di Turrialba, poco distante si trovano i resti precolombiani nel sito di Guayabo. Continuando in questo affascinate territorio vulcanico si stende il parco del Poàs che prende nome dall’ altro maestoso vulcano attivo con uno dei più grandi crateri al mondo dalle eruzioni di lava, numerosi geyser e la sua laguna sulfurea dai magnifici cromatismi, nel maestoso Poás si apre un altro cratere anch’esso con una laguna di inteso verde in un suggestivo paesaggio, scendendo si trova Bajos del Toro dalla magnifica cascata alimentata da un corso d’ acqua proveniente dalla sua sorgente vulcanica del Poàs. La via dei vulcani in questa regione prosegue nel parco sorto attorno a quello che gli indigeni chiamavano monte del tuono o Istarú e noto come Irazu che si erge magnificamente per tremilaquattrocento metri, ha avuto spettacolari eruzioni fino agli anni sessanta modellando il paesaggio con geyser e fumarole , al centro il vasto cratere Diego de la Haya dalla laguna gialla per i minerali che vi si sciolgono. Continuando per i vulcani Tenorio e Miravalles, nei loro territori si trovano le rispettive riserve naturali, dominato dall’ omonimo vulcano sopito con più crateri e i due gemelli del vicino Montezuma, il parco del Tenorio è attraversato da fiumi con sorgenti termali e una laguna nella lussureggiante foresta che copre il territorio del Tenorio popolato da animali e dove scorrono le acque chiare dalle emanazioni sulfuree del Rio Celeste. Vicino si trova Il parco meno conosciuto e frequentato attorno all’ altro vulcano Miravalles anch’ esso sopito, ma dall’ intesa attività sismica sotto la caldera, coperto dalla foresta con una laguna, sorgenti calde, gyser e corsi d’ acqua.
Alajuela
La provincia nord occidentale di Alajuela è in gran parte attraversata dalla via dei vulcani, dominata dal maestoso vulcano Poás nel XVII venne fondato dai coloni spagnoli il centro di La Lajuela, rimasto un borgo rurale fino all’ inizio del XIX quando divenne Villa Hermosa , poco dopo San Juan Nepomuceno de Alajuela ed infine la città di Alajuela patria dell’ eroe nazionale che in quel secolo fu paladino per l’ indipendenza Juan Santamaría qui onorato con un museo dedicato nel Parque Central e celebrato ad aprile nel giorno di Juan Santamaria con una grande parata e un animatissimo carnevale popolare. Dalla città si può partire per gli itinerari nell’ omonima provincia di Alajuela, primo tra tutti verso il vicino parco del maestoso vulcano Poàs poco a nord della città e nel territorio più settentrionale quello non distante dell’altrettanto imponente vulcano Arenal . Lungo la Cordillera Central si trova la città di Sarchí adagiata sull’altopiano tra le piantagioni da dove si continua per San Ramon, poco distante l’ ambiente protetto dalla riserva naturalistica biologica di Brenes, proseguendo a sud nella provincia di Alajuela passando per Zarcero si arriva nell’altra vicina cittadina più meridionale della regione di Quesada nell’ omonimo distretto e poco ad est si trova la riserva di Castro blanco da dove nascono una cinquantina di fiumi, alcuni precipitano in grandi e suggestive cascate come quella del Rio Caro, Aguas Gatras, Gorrion e Toro, la foresta è popolata da numerose specie di uccelli e, scimmie, pecari, armadilli, tapiri ed altri mammiferi, da qui si lascia la provincia di Alajuela per il Guanacaste.
Guanacaste
Limitrofa a quella di Alajuela ad ovest, affacciata sulla costa pacifica dalle magnifiche spiagge, si stende la provincia di Guanacaste con l’ omonima cordigliera montuosa ove emergono i vulcani Tenorio, Orosi, Miravalles e Rincon de la Vieja, circondato dal parco con l’area de Conservación di Guanacaste dalla foresta pluviale che si estende fino al confine nicaraguense con una gran varietà botanica e faunistica che prosegue su varie riserve come l’ esteso Parque Nacional con la sua lussureggiante vegetazione popolata da uccelli tropicali, pappagalli e tucani, altri di varia specie anche rari come il caracara crestato, il parrocchetto dalla fronte arancione e la gazza dalla gola bianca, vari tipi di mammiferi, alcuni endemici, scimmie urlatrici e cappuccine, cervi dalla coda bianca, scoiattoli variegati, coati dal naso bianco, pecari dal colletto e pipistrelli dalla lingua lunga. Ambiente con flora e fauna simile la riserva Iguanita e negli altri territori protetti in una delle ultime foreste vergini nella vasta area naturalistica del Guanacaste che si estende magnificamente per il limitrofo grande parco con la riserva di Rincòn de la vieja dominato dall’alta cima Santa Maria del maestoso vulcano che gli da il nome Rincòn immerso nella selvaggia natura di questo territorio anch’ esso popolato dalla fauna tropicale, una gran varietà di uccelli anche di specie rare, trogoni testarossa, falchi sghignazzanti, gufi dagli occhiali, vari tipi di tucani e colibrì , oltre a scimmie di diverse specie, armadilli, pecari, molte altre di mammiferi. Poco ad ovest si trova il parco Palo verde alla foce del Rio Tempisque nel Golfo di Nicolas, anch’ esso popolato da una gran varietà di uccelli, varie specie di aironi, cicogne, spatole e tipi di oche, ibis, grandi aningha, mignattaio e fischione americano, molte specie di mammiferi come scimmie urlatrici e del genere cappuccino, cervidi, scoiattoli, roditori e alcuni felini predatori. Oltre la ricca riserva di Palo Verde tra i colli di Hojancha si cela la più alta e cascata centroamericana che precipita magnificamente nel Salto del calvo.
Nella foresta che affaccia sulla costa pacifica si stende il parco di Santa Rosa con oltre diecimila insetti, tremila di farfalle, un centinaio tra rettili e anfibi, settanta specie di pipistrelli, oltre duecentocinquanta di uccelli e centocinquanta di mammiferi come scimmie di vario genere, bradipi e giaguari che fanno di Santa Rosa un’altra suggestiva riserva naturale di questo paese. Proseguendo lungo la costa nord occidentale del Guanacaste, la riserva faunistica di Bahia Junquilla tra la foresta e la spiaggia incontaminata ospita varie specie di primati come scimmie rosse, coati dal naso bianco, cebi cappuccino, scimmie urlatrici, altri mammiferi, procioni e roditori, varie specie uccelli, gazze, falchi, pappagalli amazone e parrocchetti, tipi di lucertole e iguana, oltre a granchi. Nei pressi del fiume omonimo la città di Liberia fu fondata a metà del XVII secolo e un tempo nota come la Ciudad Blanca per le facciate dei vecchi edifici coloniali e parte della sua storia è ancora raccontata dal vecchio centro di Liberia, dal suo grande parco diramano le vecchie vie e Calle Real ove affacciano i palazzi più antichi. Continuando nel vicino golfo del Papagayo tra magnifiche spiagge, le baie di Roca Bruja e Potrero Grande, si trova il più antico villaggio di pescatori a Playa del Coco dove si allunga lo splendido e frequentato litorale. Lungo costa pacifica del confine nicaraguense a nord all’estuario del rio Bongo si allunga la penisola di Nicoya dalle splendide spiagge bianche affacciate sull’ oceano di Nicoya come Playa Garza, Nosara, Carrillo, Samara, Camaronal, Punta Islita, Santa Teresa, Montezuma, Malpais, Tambor tra tutte la magnifica di Flamingo.Poco al largo del golfo in barca si possono raggiungere le isole Negritos, San Lucas, Gitana, Guayabo, fino alla splendida Tortuga qui chiamata anche Tolinga, tornando nella penisola si trova la grande riserva con il santuario di uccelli marini a Cabo Blanco. Popolata da varie specie di gabbiani, pellicani, fregate, sterne, sule e fregate, nell’ acqua cristallina nuota una gran varietà di pesci tropicali dalle varie dimensioni e colori, i bassi fondali ricchi crostacei, molluschi e paguri, così come tutto il mare ove affaccia il litorale di Nicoya. Nella sua lunga costa pacifica la provincia del Guanacaste si inseguono incantevoli spiagge come quelle si Tamarindo, Flamingo, Penca, Conchal, Samara ed altre e da playa Tamarindo inizia il parco costiero Las baulas che prende nome dalle tartarughe marine che vi si riproducono deponendo le uova qui chiamate baulas.
Puntarenas
A Sud di Aljuela su gran parte della costa pacifica si stende la provincia di Puntarenas anch’essa dalle splendide spiagge e baie affacciate sull’ oceano e bordate dalla lussureggiante vegetazione ove arrivano le foreste dalla grande varietà di flora e fauna, anche qui un suggestivo dominio della natura protetta da parchi e riserve. Scendendo dall’ estremità settentrionale del Puntarenas lungo il magnifico litorale del Pacifico si trova la cittadina costiera di Jaco da dove si allungano magnificamente spiagge come la Playa Jaco, le sabbie nere che affacciano sul mare smeraldo di Herradura e quella dalle alte onde periodiche paradiso per surfisti che tutti qui definiscono Hermosa. Proseguendo si entra nel territorio chiamato dagli indigeni Huetar o coccodrillo ove si trova la riserva di Carara che si stende nella foresta tra paludi e lagune dalla ricchissima flora e fauna con coccodrilli, rettili, anfibi, gran varietà di uccelli tropicali e pappagali, scimmie, bradipi, cervidi, opossum, pecari, armadilli, tayra, felini margay, ocelot e giaguari. Tra le provincie di Alajuela e Puntarenas si stende la suggestiva selva nebulare di Monteverde che ospita gran parte di specie della ricca flora e fauna del paese con oltre quattrocento di orchidee, duecento di felci e una gran varietà di piante e fiori, centosessanta specie di anfibi e rettili, molte di insetti, falene e farfalle, cinquecento di uccelli tropicali, oltre pappagalli, tucani e i rari quetzal, pipistrelli, mammiferi di vario tipo e dimensione, cervi, roditori, pecari, tapiri, marsupiali, scoiattoli, tra i felini margay, ocelot e giaguari, a Cerro Piano è sorto il Mariposario con il suo giardino delle farfalle. Sulla costa pacifica centrale il parco Manuel Antonio dall’ intenso verde della foresta che contrasta con le splendide spiagge candide affacciate sul mare dai riflessi blu e smeraldo e i cromatismi della barriera corallina che fa del Manuel Antonio uno dei più suggestivi parchi costieri del paese, la vegetazione con trecentocinquanta piante diverse che ospita oltre trecentocinquanta specie di uccelli e centonove di mammiferi, tra le varie scimmie urlatrici, i bradipi, i cervi i coati e molti altri. Più a sud attraversato dal rio Tarcoles si stende il parco Corcovado che ospita anch’ esso una gran varietà di flora e fauna, nelle acque grandi alligatori e vari tipi di anfibi oltre ai pesci fluviali tropicali, diversi rettili, quattrocento specie di uccelli, pappagalli e il variopinto ara macao, gufi dagli occhiali, tucani, la rara aquila arpia, centoquaranta di mammiferi di vari tipi , procioni coati, pecari bradipi, formichieri giganti, scimmie, cinque specie di felini e giaguari. Prossima al magnifico ambiente del Corcovado, dal villaggio di Aguijitas lungo la foresta si allungano le spiagge e le formazioni rocciose della baia di Drake, anch’essa bordata dalla lussureggiante vegetazione popolata da animali, verso la parte settentrionale della penisola di Osa con poco al largo gli splendidi fondali ricchi di vita e l’ ambiente tropicale dell’ isola di Caño. Nel territorio meridionale della provincia di Puntarenas, procedendo lungo la costa pacifica a sud del centro di Dominical dalla splendida spiaggia, si trova quello che era un vecchio villaggio di pescatori ad Uvita, poco al largo da luglio a ottobre giungono centinaia di balene e megattere a riprodursi in un punto tra rocce e sabbia che somiglia alla coda di una balena ove sorge il parco Ballena affacciato sul mare con tra le più vaste barriere coralline centroamericane sempre frequentato da cetacei e delfini, questo affascinante parco marino di Ballena si anima di uno spettacolo suggestivo quando in in primavera passano varie specie di grandi cetacei provenienti dall’ Antartide e in autunno dalle settentrionali coste californiane. Proseguendo nel territorio del Puntarenas scendendo poco a sud su una penisola sabbiosa allungata nell’ oceano si trova la città che da nome alla provincia di Puntarenas con il suo porto da dove si allungano le spiagge di Santa Teresa, Tambor e Montezuma verso la penisola di Nicoya condivisa con la limitrofa provincia e che si può raggiungere anche da questa. Adagiato sulla sua splendida spiaggia, ove affaccia la foresta con tre suggestive cascate, si trova il villaggio di Montezuma , da qui si continua lungo il magnifico litorale passando da Malpais dalle acque cristalline popolate da una gran varietà di pesci tropicali, per giungere al Jardìn Mariposa dove ammirare le tante specie di farfalle tipiche del Costa Rica. Proseguendo per il il piccolo villaggio di pescatori Cabuya, da dove si stende la lussureggiante vegetazione popolata da una gran varietà di uccelli, si giunge nella suggestiva riserva naturale di Cabo Blanco con l’ omonima playa. Oltre a quelli marini sulla spiaggia la foresta è animata da circa duecentoquaranta specie di altri uccelli ospitati nell’ ambiente di Cabo Blanco assieme a scimmie urlatrici e cappuccini, cervi dalla coda bianca, coyote, istrici, armadilli, formichieri, procioni e coati, felini come ocelot, margay e alcuni giaguari, altro magnifico santuario che protegge la ricca fauna di Nicoya.
Al largo della suggestiva costa del Pacifico di trova l’ isola_del_Cocco scoperta nel 1526, altro patrimonio naturalistico del Costa Rica coperta dalla lussureggiante foresta tropicale solcata da corsi d’ acqua che precipitano in oltre duecento cascate, questa isla del Coco ospita duecentocinquanta specie di piante, oltre trecentocinquanta di insetti e ottantacinque di uccelli. Le candide spiagge contrastano magnificamente con i toni blu dell’ oceano ove nuotano numerosi squali balena, martello dalla pinna bianca e d’ argento, oltre delfini, varie specie di pesci tropicali e testuggini marine, un suggestivo insieme di ambienti che rendono l’ Isola del Coco altro indimenticabile patrimonio naturale del Costa Rica.
Cartago
Nella provincia di Cartago verso nord vicino alla città di Turrialba si trovano i resti precolombiani di edifici, torri, vie, piazze, ponti e di un acquedotto ancora funzionante nel sito archeologico di Guayabo, in questa regione si erge Il più altro vulcano del paese dai cinque crateri ancora attivo Irazu da dove sorgono i fiumi che alimentano i bacini del Chirripó, Reventazón, Sarapiquí e il Rio Grande di Tárcoles in un magnifico ambiente protetto dal parco di Irazu. Dominata dal vulcano si stende la lussureggiante valle di El Guarco, ove sorge la città di Cartago fondata nel 1563 dal governatore spagnolo Vásquez de Coronado, rimasta tra le più belle città coloniali del paese che fu la prima capitale del Costa Rica. Nel vecchio centro i resti della seicentesca chiesa Santiago Apóstol devastata dai terremoti, la Basílica de Nuestra Señora de los Ángeles dalle splendide vetrate dipinte e all’interno la venerata statua della Vergine Nera nota come La Negrita, animatissima nel pellegrinaggio di agosto. Lasciata Cartago con le sue memorie coloniali e gli animati mercati domenicali, poco fuori si trovano i giardini botanici di Lankester che ospitano gran parte delle varie specie di piante e fiori del paese, nei pressi le suggestive cascate di La Paz, da qui si può raggiungere la più alta montagna del paese nel maestoso cerro del Chirripò . Nell’ omonima vallata sorge la cittadina di Orosi dal centro che mantiene il suo aspetto coloniale, seguendo il rio Reventazon che l’ attraversa si raggiunge il lago Cachi, verso i vicini Rio Macho e Rio Grande si trova il parco Tapanti con la sua riserva dominata dal Cerro de la Muerte dalla foresta popolata a centinaia delle specie di uccelli tropicali con alcune molto rare.
Heredia e San Josè
Dall’ altra parte la vicina costa raggiungibile per mare del pacifico centrale e proseguendo per quella più meridionale meridionale si apre il litorale del sud pacifico , dalla città di Puntarenas si stende l’ altipiano della Mesa Central dalla lunga costa con al largo diverse isole fino all’ estuario del rio Barú nel Dominical de Os e noto anche come Valle Central e sull’ altipiano si stende la limitrofa provincia di San Jose attraversata dai suggestivi rilievi della Cordigliera Centrale e dove si trova l’ omonima città e capitale del Costarica San Josè fondata nella prima metà del XVIII secolo, oltre il centro ove rimane la memoria della vecchia città coloniale, San Josè si estende come una moderna metropoli dal grande parco di La Sabana al quartiere residenziale di Rohrmoser, dalla Plaza Emeralda si allunga il Paseo Colon fino al sontuoso Teatro Nazionale edificato alla fine del XIX, i vari musei della città come il Museo de Oro e il Museo Naciònal. Dalle pianure del nord con le varie aree protette, laghi, lagune, vulcani, fiumi e cascate, scendendo ad est si apre la provincia di Heredia che si stende nel territorio orientale con capoluogo l’ omonima città di Heredia, fondata all’ inizio del XVIII secolo su un villaggio dominato dal vulcano estinto Brava, è una delle più antiche del paese con la città vecchia che conserva edifici, palazzi, vie e chiese coloniali come la maestosa e barocca Inmaculada Concepcion di Heredia settecentesca, con la sua storia Heredia è anche centro culturale e sede della più grande università del Costa Rica. Da qui si può agevolmente raggiungere il territorio occidentale del vasto parco Braulio Carrillo tra i monti coperti dalla foresta pluviale attraversata da fiumi che precipitano in suggestive cascate con oltre seimila specie di piante, felci, orchidee di ogni tipo e la tipica fauna, oltre cinquecento specie di uccelli, rettili ed anfibi, gran varietà di mammiferi oltre scimmie, tapiri, cervidi, coote, puma e giaguari.
Caraibi
Attraverso il maestoso Parco Nazionale Braulio Carrillo dalle foreste che affacciano sulla costa atlantica si entra nella provincia di Limòn dove, dal rio San Juan fino al fiume Sixaola sul confine panamense, si stende la magnifica costa caraibica in un suggestivo ambiente tra la foresta e il mare affacciato sulle barriere coralline con al centro l’ omonima città di Limòn e il suo animatissimo porto . Nella regione meridionale caraibica la popolazione discende dalle unioni tra indigeni e schiavi africani più legata alla cultura afro caraibica, tra vari villaggi e centri costieri dalla cittadina di Puerto Viejo si raggiunge poco a sud la riserva naturale marina di Gandoca dalla piccola foresta pluviale con la palude di mangrovie popolata da uccelli, lamantini e caimani che giunge su una lunga spiaggia ove nidificano diverse specie di tartarughe affacciata sulla barriera corallina e poco al largo nuotano i delfini. Continuando tra i piccoli villaggi di Punta Uva e Punta Mona si trova Manzanillo sempre con la foresta affacciata su magnifiche spiagge bianche alternate con alcune di sabbia nera vulcanica fino al parco marino di Cahuita che si stende sulla barriera con trentacinque diverse specie di coralli e una gran quantità di pesci tropicali d’ ogni dimensione e colore che fanno del suggestivo ambiente di Cahuita la più grande ed animata barriera corallina del paese. Poco all’ interno la riserva Hitoy ospita trecento specie di uccelli, molte di anfibi e rettili, oltre quaranta di mammiferi tra scimmie, cervi, opossum, scoiattoli, lontre, tapiri, pecari, bradipi, formichieri, ocelot e superbi giaguari. Sulla costa caraibica Limòn è una delle più antiche città coloniali del continente sorta su un villaggio fondato nel 1502 quando nel suo quarto ed ultimo viaggio Colombo sbarcò sulla vicina Isla Uvita e al grande navigatore è dedicata la festa del El Dia de la Raza o di Las culturas celebrata il 12 ottobre con canti e danze mascherate nel tradizionale Carnaval fuori stagione nell’animazione popolare della città. Dopo la visita dal porto di Limòn, in barca risalendo la costa nord tra canali che solcano le piantagioni di banane, si può raggiungere il parco costiero del Tortuguero nella parte settentrionale della provincia. Tra canali e lagune dal suggestivo ambiente amazzonico il territorio del Tortuguero ne ha la flora e fauna tipica con oltre quattrocento diverse specie di uccelli ed è il luogo più ampio ove nidifica la grande tartaruga marina verde. Dall’altra parte del territorio meridionale si allungano le splendide spiagge di Playa Negra e Cocles da dove può raggiungere il parco di Cahuita e la magnifica Punta Uva. In questa regione caraibica meridionale tra la foresta e il mare si susseguono altre splendide spiagge come Chiquita con il suo villaggio di pescatori fino al confine panamense dove si trova la cittadina di Sixaola. All’ estremo sud per celebrare l’amicizia tra i due paesi sul confine panamense è anche chiamato Parque de la Paz il territorio del parco La amistad circondato da riserve per i gli indigeni Chirripó, Tayni, Telire, Talamanca, Ujarras, Salitre e Abagra, vi scende la cordigliera di Talamanca tra la tundra montana e la selva nublada dell’ altopiano con la riserva Tapanti o Macizo de la muerte, fino alla foresta tropicale in parte compresa nell’altra riserva di Chirripò che ospita duecetosessanta specie di rettili ed anfibi, un centinaio di pesci, quattrocento di uccelli e varie di mammiferi con la più grande concentrazione di giaguari del centroamerica. Nella limitrofa zona che scende dai monti Talamanca sulla costa caraibica si stende la regione di Barbilla tra le province di Cartago e Limón popolato dalle comunità indigene di cacciatori e pescatori Cabécar con alcuni campi coltivati nella foresta. Nello stesso territorio si trova il parco con la riserva di Barbilla che, come le altre ospita da una gran varietà di uccelli con alcune specie rare come l’airone solare, l’avia e il tolomuco, varie di rettili e mammiferi oltre tapiri, ocelot, puma e giaguari.
Dappertutto il domino della natura amata e protetta fa del Costa Rica un piccolo ed affascinante paese ove la gente ha imparato a convivere con essa orgogliosa del suo passato e la pace che vi regna, come canta il suo inno “..Salve oh Patria tú pródigo suelo,/dulce abrigo y sustento nos da;/bajo el límpido azul de tu cielo/¡vivan siempre el trabajo y la paz! “