La Cecenia si stende a nord della Georgia per il Caucaso settentrionale, stretta tra l’ indipendente Daghestan ad est e la contesa Inguscezia ad ovest, un territorio dall’antica storia devastato da scontri etnici e religiosi, guerre e terrorismo e che continua ad essere al centro di conflitti che sembrano senza fine.
Il popolo Vainakh
Fin dall’ antichità la storia della Cecenia è legata a quella della vicina Inguscezia , quando le tribù che popolavano la regione caucasica settentrionale si riunirono nella cultura di Kura Araxes fiorita dalla metà del III millennio per tutto il successivo estesa dalla pianura dell’ Ararat nella regione settentrionale dell’Armenia fino all’ età del rame con la cultura di Kayakent e la successiva del bronzo con quella di Kharachoi . Dall’ inizio del I millennio al IV secolo a C. seguì la cultura di Koban, da quelle culture e più antiche migrazioni di tribù mediorientali discendono i Vainakh del popolo o Nakh in questa regione, antenati dei Naxçoy o Nokhchiy come si definiscono i Ceceni che popolano anche il territorio orientale georgiano ove sono chiamati Kist o o Kistoj, dalle simili origini ma lingua diversa si chiamano Ghalchaj gli Ingusci che prendono nome dalla limitrofa regione dell’ Inguscezia. Nel VI secolo a.C dalle steppe del Kazakistan attraverso la regione russa del Basso Volga la regione caucasica settentrionale venne invasa dalle le tribù nomadi degli Sciti spingendo fuori dai loro territori tradizionali i Vainakh che poi vi tornarono dopo le incursioni e nuovamente invasi dagli altri nomadi di stirpe scita iraniana dei Sarmati che li costrinsero a lasciare le fertili pianure spingendoli verso le montagne. Dall’ epoca fino al medioevo le varie tribù dei Vainakh occuparono il territorio ceceno a nord della Georgia ove sorgevano i regni cristiani ed alcune comunità ne abbracciarono la fede, ad est quelli che furono i vasti domini dei Khazari convertiti all’ ebraismo e a sud est i vari centri e principati fondati dalle popolazioni del Daghestan poi islamizzate. I popoli di stirpe Vainakh nella regione dell’ Ossezia erano chiamati Dvalebi o Dvals dalle cronache medioevali georgiane e quelli nei limitrofi territori in Cecenia e Inguscezia Durdzuk, che all’ epoca fondarono il regno feudale di Dzurdzukezia dal territorio ocidentale vassallo degli Alani di stirpe sarmata cristianizzati e a nord dei Khazari che con le due guerre Khazare riuscirono a contenere l’ espansione araba nel Caucaso e anche dopo la conquista islamica della regione meridionale della Transcaucasia dal 730, i Vainakh ne respinsero a lungo l’ invasione del loro territorio ormai indipendente, mantenendo legami con la Georgia cristiana. Tradizionalmente i Vainakh erano legati nella simile società tribale con i clan Teip che da comuni antenati riuniscono le varie famiglie a loro volta uniti nei vari centri e villaggi nelle comunità del Tukkhum governati dal consiglio dei clan Teipan-Khelli, fondati sulla tradizione religiosa pagana e mitologia Vainakh dalle varie divinità, spiriti ed esseri sovrannaturali, con ed eroi mitici dalle gesta leggendarie che sono raccontate nella tradizione delle saghe Nart comuni alle altre etnie della regione. Qui come nelle limitrofe regioni caucasiche settentrionali l’ impero bizantino diffuse il cristianesimo e parte dei Vainakh si convertirono alla chiesa ortodossa del Patriarcato di Costantinopoli, ma nei secoli successivi dopo la conquista araba del Caucaso vennero ad interrompersi i legami con i regni cristiani della Georgia e la vicina regione caucasica dell’ Armenia, così i Vainakh ceceni ed Ingusci tornarono all’antica tradizione pagana e solo i Batsbi che popolavano il territorio più settentrionale georgiano rimasero cristiani. Dal XIII secolo a tutto il successivo la regione fu devastata dalle incursioni e le invasioni mongole della Durdzukezia, mentre gli antichi centri con i templi pagani e le chiese cristiane ortodosse venivano in gran parte distrutti, in quel periodo parte dei villaggi vennero fortificati e protetti dalle tipiche torri dell’ architettura Vainakh che hanno lascito i loro resti tra la Cecenia e l’ Inguscezia Nel territorio ceceno centro orientale riuscì a resistere il regno di Simsir feudale che si alleò divenendo vassallo dei domini mongoli dell’ Orda d’Oro e poi conquistato dell’ impero timuride islamizzato fondato da Tīmūr Barlas noto come Tamerlano che invano impose la prima conversione all’ islamismo accettato solo da qualche comunità, mentre il resto rimaneva legato al paganesimo. Solo dal XVI secolo iniziò la completa conversione all’ Islam ortodosso sunnita della scuola coranica Qadiriyya , con minoranze che seguirono l’ ordine mistico sufi dei Naqshbandi. Rimasero comunque retaggi dell’antico paganesimo e ancora tra i villaggi più tradizionali ci si rivolge ad Allah chiamandolo come la divinità suprema Dela dell’antico pantheon, così come i cristiani georgiani continuano a chiamare Dio come l’ antica divinità Ghmerti, ancora le moschee a volte sorgono ove erano antichi templi, ma oltre i sincretismi linguistici e locali ogni altra antica tradizione preislamica è stata abbandonata e i popoli di stirpe Nakh si considerano i più vicini di tutti gli altri musulmani all’ originale legge sancita dalla Shari’a, preda del più oscuro fondamentalismo islamico.
Cecenia russa
La prima conversione dei ceceni fu dettata più da motivi politici che religiosi per cercare protezione dagli ottomani islamici contro i russi cristiani che dal XVI secolo per i tre successivi si affrontarono nelle lunghe guerre russo-turche, nel 1558 contro le incursioni dei Vainakh Ingusci e Ceceni, il regno circasso orientale di Kabardia governato dal re Temryuk, chiese aiuto ad Ivan il Terribile sovrano del potente principato russo della Moscovia che, alleandosi con le tribù mongole della steppa caspica riunite nell’ orda di Nogay, sconfisse i Vainakh conquistandone parte del territorio nella regione dell’Inguscezia. Dall’ epoca iniziò ad essere contesa con gli ottomani e lo zar Pietro I nel 1722 inviò la prima spedizione per espandervi il dominio zarista, continuata con il regno di Caterina e nel secolo successivo parte della regione caucasica venne conquistata dalle armate dello zar Alessandro I , poi completata nel 1864 dopo quasi mezzo secolo con la definitiva vittoria dell’ impero russo alla fine della lunga guerra del Caucaso Kavkazskaya. Nel frattempo per contenerne l’ espansione tra il Daghestan e la Cecenia i musulmani della regione fondarono l’ imamato del Caucaso che dal 1813 ha combattuto a lungo la guerra santa contro i russi guidata dall’ imam Shamil e continuata dai successori fino alla sua sconfitta nel 1859 e la vittoria dell’impero zarista completando cinque anni dopo la definitiva conquista russa del Caucaso ove nei suoi domini entrarono la Cecenia con la limitrofa Inguscezia. All’ epoca della dominazione nell’ impero zarista dei Ceceni risale l’ ormai atavico odio contro i russi, parte della popolazione emigrò in Turchia e mentre la rimasta continuò a praticare la fede della scuola coranica Qadiriyya, parte inizio’ a legarsi all’islamismo più radicale dell’ epoca diffuso dal wahhabismo saudita fondato nel secolo precedente, mentre la regione oltre che da russi venne colonizzata da comunità di cosacchi Terek noti come Terskoye e parte dell’ Inguscezia dalla limitrofa popolazione degli Osseti costringendo molti Ingusci e Ceceni ad emigrare così come gran parte della popolazione nella vicina regione con le violenze dei cosacchi di Kuban zaristi in quello che è noto come la deportazione e il genocidio dei Circassi . Alla fine del secolo la regione prosperò con la scoperta giacimenti petroliferi nella regione centrale cecena raggiunta dalla ferrovia attirando altri coloni inogorodtsy russi e ucraini mentre gli antichi Vainakh erano sempre più discriminati, poi il secolare regime imperiale della dinastia Romanov con l’ ultimo zar Nicola II, crollò dopo il trionfo della grande rivoluzione di Ottobre nel 1917 e il nuovo governo bolscevico riunì i territori dell’ Inguscezia, la limitrofa Cecenia e l’ Ossezia assieme a quello del Daghestan, nella Repubblica delle Montagne del_Caucaso Settentrionale o Rmcs .
Separatismo ceceno
Le terre colonizzate dai cosacchi in epoca zarista vennero restituite a Ceceni ed Ingusci con la Raskazachivaniye , come fu nota la repressione dei cosacchi militanti nella controrivoluzione e con la seconda guerra mondiale durante l’attacco tedesco nella campagna di Russia, i separatisti ceceni approfittarono dell’ invasione nazista scatenando insurrezione in Cecenia contro i sovietici dal 1940 trascinata per quattro anni con la guida del nazionalista Hasan Israilov , diversi anche reclutati dai nazisti per lo spionaggio e sabotaggio in Russia nell’ operazione Zeppelin. Mentre il popolo russo e l’Armata Rossa resisteva ai nazisti nelle furibonde battaglie del Caucaso, accusate di collaborazionismo diverse comunità cecene ed ingusce furono allontanate con la deportazione dell’ Aardakh nelle regioni dell’ Asia Centrale e solo alla fine guerra furono rimpatriate nella Repubblica socialista sovietica autonoma Assr dell’ Inguscezia e Cecenia. Dopo la dissoluzione dell’ Unione Sovietica, mentre le varie repubbliche sovietiche caucasiche e dell’ Asia Centrale si proclamavano indipendenti, il Daghestan rimaneva nella nuova confederazione tra le repubbliche della Russia assieme a quella all Ceceno-Inguscia che nel 1991 i separatisti ceceni proclamarono come l’ indipendente repubblica di Ichkeria, fondata dal movimento del secessionista ceceno e ne divenne presidente Džochar Dudaev, seguita dall’ autonoma dell’ Ossezia Settentrionale che divenne la Repubblica di Alaniya , provocando il conflitto etnico tra gli Osseti e gli Ingusci che si scontrarono con le loro formazioni paramilitari nella guerra del Prigorodny nell’ omonimo distretto. Gli Ingusci nel frattempo lasciarono la Cecenia separatista fondando la repubblica nel loro storico territorio dell’ Inguscezia decidendo di entrare anch’ essa tra quelle federate della nuova Russia, mentre tra le due etnie continuarono a trascinarsi le violenze tra le opposte milizie nel conflitto osseto-inguscio culminato in una settimana di violenti scontri dall’ ottobre del 1993.
Repubblica di Ichkeria
La separatista Repubblica cecena di Ichkeria fu riconosciuta da alcuni paesi occidentali quale altro esempio di quella falsa libertà indipendentista che ha funestato varie regioni dopo la dissoluzione dell’ Unione Sovietica consegnandole spesso a dittature peggiori o preda di fanatismi nazionalisti e islamici. Governata dall’ istituito Congresso Nazionale del Popolo ceceno Okchn , la separatista repubblica di Ichkeria dal marzo del 1992 quando venne proclamata doveva fondarsi sulla nuova costituzione repubblicana Cecena con le sue istituzioni, fondava le risorse economiche sui giacimenti petroliferi ben preso noti come l’ oro nero dell’ lIchkeria che alimentavano appetiti multinazionali ed emise anche la propria valuta monetaria nahar . Il potere era assicurato dalle le unità e la guardia presidenziale della Chri , oltre che dal ricostituito esercito e le milizie nelle forze armate dell’ Ichkeria, con gli aerei russi lasciati nella regione venne ricostituita l’ aereonautica militare ribattezzata wolf-stars utilizzando la base di Khankala, alla periferia di Grozny e quella di Kalinovskaya nel territorio settentrionale. Nella capitale Grozny simbolo del potere divenne il centrale palazzo presidenziale di Dudaev e della memoria storica indipendentista il memoriale dell’ Ardakhar con le lapidi che ricordano le vittime della deportazione nel 1944, ma l’anima della repubblica separatista divenne il dipartimento di sicurezza dello-stato noto come il Kgb ceceno ben presto ispirato dalle più nefande leggi della shari’a con l’ introduzione della legge islamica. Con il colpo di stato del presidente Dudaev che istituì la sua personale dittatura, l’ opposizione guidata da Umar Avturkhanov e Ruslan Khasbulatov , oltre ai precedenti alleati di Dudaev Bislan Gantamirov e Ruslan Labazanov, si unirono nella guerra civile in Cecenia nel novembre del 1994 terminata in una settimana e la sconfitta degli oppositori nella capitale con gli scontri di Groznyj, poco dopo per ristabilire l’ ordine nella regione il primo presidente della nuova Federazione Russa Boris Eltsin intimò la smobilitazione delle milizie di Dudaev e la fine della dittatura minacciando l’ intervento militare.
La prima guerra cecena
Il rifiuto dell’ ormai consolidata dittatura separatista scatenò la prima guerra_cecena iniziata nel 1994 con l’avanzata russa tra le montagne ostacolata dalla guerriglia e il primo scontro i campo aperto nella battaglia di Dolinsky con la vittoria cecena il dodici dicembre del 1994, seguita il ventotto dello stesso mese dalla vittoriosa controffensiva russa nella battaglia di Khankala poco dopo il sette gennaio i miliziani ceceni catturarono un reparto di forze speciali russe nell’ accerchiamento di Aksai usato dalle tv media ceceni per la loro propaganda. Alla fine del dicembre 1994 l’ esercito russo scatenò la controffensiva con l’ assedio di Groznyj per riconquistare la capitale in furibondi combattimenti durati tre mesi che devastarono la città nella resistenza delle ricostituite forze armate e le milizie cecena guidate dal militare separatista Aslan Maschadov, divenuto poi presidente e protagonista della guerra successiva. Mentre i prigionieri russi furono costretti ai lavori forzati iniziando la costruzione della strada dell’ Itum-kale-shatili come via per uscire dall’ assedio e completata dal 1999 nel decennio durante la seconda lunga seconda guerra Cecena, i violenti scontri continuarono per oltre un anno nella lunga battaglia di Groznyj, dopo la prima vittoria delle forze armate russe nel gennaio del 1995 con la conquista del palazzo Sovmin, i combattimenti tra i quartieri della città proseguirono fino alla presa del palazzo presidenziale di Dudadev divenuto simbolo del separatismo ove si era rifugiato il presidente con il suo stato maggiore dopo tre settimane di combattimenti e bombardamenti che lo devastarono e a febbraio venne definitivamente conquistata la capitale. I miliziani ceceni si ritirarono tra le montagne meridionali riorganizzando la difesa sulla gola del fiume Argun che i russi riuscirono a conquistare nel maggio del 1995 dopo due mesi di violenti scontri con l’ assalto e la battaglia nel villaggio di Chiri-yurt ove i ceceni avevano la loro roccaforte in un cementificio aprendo la via ai russi per l’ ultimo centro della resistenza cecena a Shatoy.
Tra le due guerre
Nel novembre del 1996 venne firmato l’ accordo di Chasav-Jurt ratificato a Mosca l’ anno dopo con un trattato di pace che doveva ristabilire le relazioni tra la Repubblica di Ichkeria e la Russia, dopo la guerra nel 1996 ne divenne presidente il militante islamico Abdul-Halim_Sadulayev rimanendovi per un anno fino alla sua morte in uno scontro con i russi, nel frattempo Sadulayev aveva unificato le milizie dei separatisti islamici ceceni a quelle della regione caucasica settentrionale. Le formazioni che avevano partecipato alla prima guerra in CecenIa scatenarono il terrore nelle regioni limitrofe, inizialmente contenute nella vicina Inguscezia e poi travolta anch’ essa, nell’ agosto del 1999 il famigerato terrorista musulmano Šamil Basaev guidò le sue milizie assieme a quelle dell’altro criminale integralista saudita Ibn al-Khattab iniziando la sanguinaria guerra santa per sostenere i separatisti musulmani assieme alle gesta criminali dell’ altro terrorista Salman Raduev. Si scatenarono in violente incursioni contro i russi e l’ inerme popolazione in Daghestan respinte dai militari i, mentre i terroristi islamici ceceni scatenavano i sanguinosi attentati con le bombe nei palazzi in Russia provocando centinaia di vittime a Mosca e Volgodonsk e sempre più il nazionalismo separatista ceceno fu preda del più cupo e violento integralismo islamico con gli orrori della sua guerra santa estesa per il decennio dalla seconda guerra in Cecenia.
La seconda guerra cecena
Mentre la dittatura di Džochar Dudaev fu ereditata dal presidente Aslan_Maschadov, nell’ agosto del 1999 per reprimere il dilagante terrorismo l’ aviazione russa cercò di colpirne ne basi in Cecenia con pesanti bombardamenti che coinvolsero la popolazione di villaggi e poco dopo il nuovo presidente della Federazione Russa Vladimir Putin dichiarò illegittima l’ autorità del Congresso Nazionale e il Parlamento Ceceno con il suo presidente annunciando un’ offensiva per riprendere il territorio settentrionale sul confine russo e proteggerlo dalle incursioni dei guerriglieri e terroristi. Dopo un devastate attacco missilistico di Grozny, dalla fine del 1999 e l’ inizio dell’anno successivo bombardamenti e furiosi scontri devastarono completamente la capitale con l’ assedio e la battaglia di Grozny per conquistare la città, ma i combattimenti continuarono con i guerriglieri ceceni che si nascondevano tra la popolazione civile come scudi umani e poi rifugiati tra le montagne ove oltre ai miliziani separatisti islamizzati alla violenta guerriglia parteciparono i feroci Al-‘Arab fi Al-Shishan come sono tristemente noti i più fanatici mujahiddn arabi in Cecenia, affrontati dai reparti del distretto militare del Caucaso settentrionale in un estenuante guerriglia con eccessi da entrambe le parti al comando del colonnello generale Troshev. Sia negli scontri e battaglie della seconda guerra cecena come la precedente che per combattere il successivo dilagante terrorismo nel Caucaso e in Russia, il servizio di sicurezza russo del Fsb o Federal’naja Služba Bezopasnosti ha schierato gli Spetsnaz come sono noti i reparti dei corpi speciali, i nuclei di risposta ed intervento Sobr per le operazioni antiterroristiche assieme quelli della polizia speciale Osobogo Naznacheniya dell’ Omon , mentre i separatisti nella loro guerra santa si dotavano delle più sanguinarie milizie. Tra le altre il reggimento islamico Spir tristemente noto come al-Jihad-Fi-Sabililah dai miliziani guidati dal fanatico signore della guerra ceceno Arbi Barayev, tra le due guerre impegnato in rapimenti, attacchi terroristi e criminalità con traffico di droghe e contrabbando di petrolio che dopo la sua morte nel 2001 venne ereditato dal degno nipote Suleimanov come si faceva chiamare Movsar Buharovich Barayev responsabile di altre azioni terroristiche e la crisi degli ostaggi nel teatro Dubrovka a Mosca.
Guerriglia e terrorismo islamico
Con quello che sembrava un conflitto terminato nel maggio 2000 Putin proclamò il ripristino dell’ autorità russa con il diretto governo federale in Cecenia nominandone come nuovo presidente il giurista islamico mufti Akhmad_Kadyrov che era stato protagonista nella prima guerra e passato nello schieramento filorusso per opporsi al dilagante estremismo islamico del wahhabismo ceceno con la sua milizia Kadyrovtsy composta da paramilitari, rimanendone vittima l’ anno dopo nell’ attentato allo stadio Dynamo di Grozny. Il conflitto con la Russia e contro gli infedeli nella loro guerra santa, oltre agli attacchi suicidi nel Caucaso settentrionale, fu esportata con le più barbare e devastanti azioni terroristiche, tra le varie nell’ ottobre del 2002 la strage del teatro Dubrovka a Mosca, continuati con vari attentati e nel 2004 quelli ferroviari di Stavparol con decine vittime e altrettante a Mosca , il doppio ne l’attentato aereo a Tula Oblast fino alla più sanguinaria strage di Beslan nell’ Ossezia quando attaccarono una scuola finita con il massacro di oltre trecento ostaggi e anche dopo la fine della guerra i terroristi ceceni si sono scatenati contro inermi civili russi con l’ attentato al treno Nevsky linea tra Mosca e San Pietroburgo nel novembre del 2009 con decine di vittime, pochi mesi dopo a marzo ancor più nell’attentato alla metropolitana di Mosca, altrettante nel 2011 nell’ altro criminale attentato all’ all’aeroporto di Domodedovo. Mentre era in Gran Bretagna primo ministro Akhmed_Zakayev della Repubblica cecena di Ichkeria in esilio, nell’ ottobre 2007 il provvisorio presidente in Cecenia Doku Umarov , poi noto come il famigerato terrorista Dokka Abu Umar, decretò la fine della repubblica proclamandone l’ islamico emirato del Caucaso governato dalle più oscurantiste leggi della sharia’, ideologo ne fu l’ex primo ministro fondamentalista Movladi Udugov e dal 2009 per otto anni proclamando la guerra santa contro la Russia il sedicente emirato ha trascinato un nuovo conflitto armato con l’ insurrezione nel Nord Caucaso . Oltre che l’ agguerrita formazione fondata nel 2005 dall’unificazione delle milizie jihadiste mujahidin del Caucaso , vi militarono le più fanatiche e feroci cecene assieme alle ricostituite brigate Al-Shishan dei mujaheddin arabi in Cecenia al comando del saudita Melfi Al Hussaini Al Harbi meglio noto come Muhannad, il settore orientale venne affidato a Khuseyn Gakayev noto come Emir Mansur, quello occidentale ad Aslan Byutukayev che si faceva chiamare Abubakar , precedentemente a capo dei famigerati attentatori suicidi inquadrate nelle Riyadus_Salikhin o le brigate dei martiri, il resto a Tarkhan Gaziyev anch’ egli ribattezzato come il comandante Jihādista Emir Tarkhan . Dopo la nomina per un anno dal 2010 a suo successore Aslambek_Vadalov , riprese il comando Doku Khamatovich Umarov che alla sua morte nel settembre del 2013 divenne emiro Ali Abu Muhammad, come si faceva chiamare l’altro sanguinario integralista islamico ceceno Aliaskhab_Kebekov rimasto anch’ egli ucciso nell’ aprile del 2015 e successore ne fu Abu Usman Gimrinsky come era anche conosciuto Magomed_Suleimanov che dalla fine dello stesso anno assieme ad altri portò i miltanti dell’ emirato nelle altrettanto sanguinarie formazioni dell’ isis nel Cucaso Vilayt Kavkaz .Poco oltre il confine ceceno nel territorio nord orientale della Georgia dominata dalle montagne del Grande Caucaso , all’inizio del XIX migrarono i ceceni e Ingusci Kist di stirpe Vainakh che a lungo hanno conservato le antiche tradizioni popolando la valle del Pankisi, di fede musulmana furono anch’ essi dalla diffusione saudita dalle tetre dottrine e Wahabismo e Salafismo che hanno finito per invadere la regione caucasica con le due guerre in Cecenia tra nazionalismo e terrorismo islamico. Con l’arrivo dei fanatici estremisti ceceni nella regione anche i Kist del Pankisi sono sottoposti alle più tenebrose leggi della sharīʿa , il territorio è divenuto un centro nella sua diffusione e base per i terroristi nel Caucaso Settentrionale dal 1994. Assieme ad altre in Cecenia è stata poi una delle basi base per il reclutamento di mujaheddin per l’ isis nella loro violenta guerra santa nel nord della Siria a lungo occupata dal sedicente stato islamico Daesh con le milizie cecene inquadrate nei combattenti del Caucaso Ajnad_al-Kavkaz che fino alla sua morte organizzate e guidate dal terrorista georgiano Batirashvili ribattezzato Omar al-Shishani.
Il regime di Kadyrov
Nel marzo del 2007 dopo la morte in un attentato del presidente Achmat_Kadyrov come suo successore venne nominato il figlio minore che ne comandava milizia Ramzan_Kadyrov già ministro l’ anno prima e sostenitore della completa islamizzazione in Cecenia con la benedizione di Putin. Dopo la cattura e la condanna all’ ergastolo del suo braccio destro Ali Taziev nel 2013, l’anno dopo dalle forze di sicurezza russe è stata diffusa la notizia della morte di Doku Umarov che ha segnato il declino dell’emirato del Caucaso e dal 2015 e l’ ascesa dell’ isis nella regione per la ricostituzione di un sedicente stato islamico, ma la sua realizzazione in Cecenia con l’ emanazioni di leggi che seguono la vera shari’a si deve proprio al nefando regime e la signoria privata di Kadyrov. Rimasto al potere con il suo regime autoritario fondato sulle leggi islamiche, la Cecenia di Kadyrov garantisce ipocritamente una pacificazione con la più aperta violazione di diritti umani nell’ imposizione della shari’a con tutti i suoi oscurantisti divieti e regole, il velo alle donne , la poligamia, l’ obbligo degli studi coranici nelle scuole, la censura su ogni pubblicazione o trasmissione considerata immorale e ogni nefandezza del codice islamico, compresa la violenta campagna anti gay in Cecenia per perseguire chiunque sospettato di tendenze gay o contrarie alla’ ipocrita morale islamica con arresti, sequestri, torture e in gran parte barbaramente assassinati, diffondendo le leggi coraniche con le sue violente squadre, il presidente Kadyrov vuole completare la realizzazione di un vero stato islamico. Con buona pace del sempre ipocrita occidente impegnato a difendere le libertà del popolo ceceno, l’ intero territorio è divenuto cuore della jihad caucasica e crocevia di ogni traffico tra armi e droga, riciclaggio nelle libere banche locali e finanziamento mafioso assieme all’ indipendente Daghestan islamico. Come tutte le altre regioni ammorbate dall’ estremismo islamista ricevendo finanziamenti sauditi oltre alle estorsioni e tasse per la guerra santa ove l’ intero territorio continua ad essere il cuore della guerra santa, base del terrorismo islamico e ogni sorta di loschi affari manovrati dalla criminalità della Cecenia legata alle milizie islamiche separatiste tollerata e protetta dal regime, crocevia del terrorismo, criminalità di ogni genere e traffico di droga controllata dalla potente ed agguerrita mafia cecena tristemente nota come Obščina estesa in tutta la regione caucasica ed oltre ove ha aperto le sue vie dell’ Obšcina con ogni traffico tra plutonio, armi e droga, riciclaggio nelle banche locali e finanziamento del terrorismo, ove giungono le vie della droga dall’Asia Centrale che da qui continuano protette dalla corruzione di regime ad ovest per transitare sui percorsi verso i Balcani.