Cina

Mongolia interna

Come una delle antiche terre dei Mongoli,  la regione autonoma cinese  nord orientale della Nei Mongol è in  gran parte legata alla storia dell’ intera  Mongolia indipendente, nella preistoria fu anch’ essa abitata dalle comunità di cacciatori nomadi  antenate più lontane delle prime popolazioni  Mongole , riunite poi nei secoli successivi in varie confederazioni  a lungo in conflitto tra loro e dal III secolo a.C. si imposero i  nomadi Xiongnu di stirpe altaica dalla  Siberia meridionale, mentre ancor prima inizò l’ascesa della più potente confederazione  dei Donghu che  da quelle steppe dominarono parte della regione nord orientale cinese fino alla Manciuria. In seguito alla fine del  IV secolo  fondarono il primo Khaganato di Rouran fino alla metà del VI quando venne  sconfitto e conquistato dal popolo Göktürk di stirpe turca, dall’ epoca dominante un vasto territorio ove il potente clan Ashina verso occidente  fondò il grande regno che ne prese nome come  Khaganato  Göktürk , poi diviso tra contese dinastiche e guerre civili in quello occidentale con il Khaganato di Onoq in Asia Centrale e dalla Mongolia  verso i territori dell’ est in quello nel Turk orientale,  entrato come il resto della regione nei domini imperiali cinesi della dinastia Tang fino all’ inizio del X secolo. Le varie tribù nomadi rimaste vennero poi  riunificate dal condottiero Temüjin Borjigin noto come il grande Gengis Khan, quando dall’ inizio del XIII secolo con il suo potente ed invincibile esercito conquistò tutte le regioni ad est e ad ovest dalla steppe mongole fondando il vasto impero dei Mongoli , nel 1227 venne conquistato l’ intero territorio tra le province cinesi nord occidentali e la regione continentale della  Mongolia interna  ove dall’ inizio del XI  si era esteso l’ impero  Tangut della dinastia Xia occidentale fondato nell’XI secolo  dal popolo di stirpe tibeto birmana  dei Tangut . Dopo la  sua morte nel  1227 tra i figli e condottieri del clan venne diviso il vasto impero fondato  da Gengis Khan, dal 1271 per quasi un secolo anche la regione entrò nei domini  cinesi della dinastia  mongola Yuan assieme al vicino territorio orientale  poco a nord della vicina Manciuria, verso la costa dell’ oceano Pacifico sul più antico  regno nordcoreano di Goryeo e attraverso la Siberia occidentale esteso fino all’Himalaya con il dominio Yuan in  Tibet. Alla fine dell’ impero mongolo cinese  Yuan  la regione entro in quello della dinastia  Ming  che ricostituì il Celeste Impero cinese Han  e alla sua caduta dal XVII secolo  fu nei  della nuova dinastia Qing per i tre successivi. Fu l’ ultima dinastia travolta nel 1911 dalla rivoluzione del  Xinhai  ponendo fine al millenario impero, lo stesso anno si estese  la prima rivoluzione in Mongolia  ove i nobili dell’ antico e potente clan mongolo dei Khalkha, per preservare l’ antico ordine sociale ispirato alla  cultura e le tradizioni del buddismo tibetano in Mongolia, instaurò  una teocrazia governata  dall’ ultimo che fu  nominato capo spirituale Bogd Khan fino al 1919 e ricostituito poi per tre anni dal 1921 nell’ indipendente Khanato di Bogd. Mentre dal 1917 era trionfata la grande rivoluzione in Russia avanzando in Asia Centrale,  dopo la rivoluzione del XInhai, nel 1912 venne proclamata la nuova repubblica in Cina e il governo nazionalista con il suo esercito ìnvase il teocratico khanato Bogd nell’ occupazione della Mongolia poi sconfitto dall’ l’armata  bianca russa  controrivoluzionaria guidata nella regione dal barone Ungern che vi stabilì un regime provvisorio antibolscevico, travolto poco dopo dall’ intervento sovietico in Mongolia  dell’ Armata Rossa sostenendo la lotta del da partito popolare mongolo  che fu protagonista della seconda rivoluzione in Mongolia del 1921. Come stato indipendente fin dalla sua fondazione entrò nella sfera Sovietica in Asia Centrale e vi rimase fino alla sua dissoluzione nel 1992 come Repubblica Popolare Socialista della Mongolia, in epoca staliniana per tredici anni è stata governata da  uno dei protagonisti della rivoluzione Choibalsan  che dal 1939 verso la fine del suo mandato  vide nell’ estensione delle repressioni staliniste in  Mongolia. Nel frattempo dal 1937  con l’invasione giapponese della Manciuria, da dove l’ esercito nipponico avanzò per conquistare l’ intero territorio della nuova repubblica in Cina, le forze nazionaliste e quelle comuniste si unirono nel Secondo Fronte  durante  la devastante  guerra contro il Giappone , mentre  il dignitario mongolo Demchugdongrub, principe De Wang nell’ ultimo periodo Qing dichiarò l’indipendenza della Mongolia interna con il governo del Mengjiang alleato  e controllato dallo stato  creato dai giapponesi nel territorio della Manciuria come Manciukuò. Nella regione poi l’ avanzata giapponese venne fermata con la vittoriosa  battaglia di Wuyuan e alla fine della guerra dal 1945 è rimasta come regione autonoma  cinese della Mongolia interna, governata dall’ epoca dal segretario mongolo del Pc cinese e presidente regionale  Ulanhu, durante il grande Balzo in Avanti e la Rivoluzione Culturale nel lungo periodo maoista la sua amministrazione fu epurata e la popolazione locale repressa dividendo la regione tra le limitrofe province  fino alla ricostituzione nel 1979, tornando regione autonoma nella repubblica della  Cina popolare.

Hohhot

La storia e la cultura di questa regione è raccontata dai centri e città con i loro quartieri, edifici, templi,  monasteri  e siti culturali della Mongolia interna,  collegata a Pechino dal 1923 quando fu inaugurata la lunga ferrovia Jingbao che percorre oltre ottocento chilometri per raggiungere quella che è divenuta la grande  città industriale di Baotou e ne ricordo il mio primo lungo viaggio nei vecchi vagoni che all’ epoca ancora conservava,  animati da contadini e mercanti con le loro cose che si muovevano tra le varie stazioni per arrivare alla capitale Hohhot con i suoi quartieri, edifici, templi e mercati che conservavano antiche atmosfere. Durante la dinastia Ming nel 1579,  come tra i primi e più grandi santuari del buddismo lamaista in città, fu completato il grande tempio di Da Zhao dalla  suggestiva,  regale e solenne architettura nell’ antico stile Han tradizionale  con i vari edifici principali del Jingtang, Shanmen,  il tempio del Bodhi,  le sale Tianwang e Jingtang, oltre gli altri finemente decorati e dagli interni con statue e dipinti,  le pareti affrescate, mentre  tra  venerate reliquie e preziosi esempi artistici del buddismo mongolo   troneggiano Buddha d’argento e sculture di draghi. Continuando ad est della via Dana allo stesso periodo risale lo Shiretu Juu  con l’ altro  tempio buddista tibetano di Xilitu_Zhao edificato nel 1585 anch’esso in stile tradizionale Han e decorato come residenza del Budda vivente, danneggiato durante la Rivoluzione culturale e restaurato come lo si trova.  Continuando per la vecchia Hohhot , tra gli altri vari  edifici storici del centro  si trova la residenza della principessa Gurun Kejing che ospita il museo municipale della città  con le sue collezioni artistiche costruita durante l’ impero dell’ultima dinastia Qing e allo stesso periodo risalgono  edifici del vasto presidio  Jiāngjūn yá shǔ sorti nel XVIII secolo noto come la residenza del Generale con oltre un centinaio di stanze che ospitavano gli uffici militari per la protezione dei confini settentrionali. Nel distretto di Huimin si stende il frequentato parco Qingcheng tra le vie Zhongshan e Tiyuchang ove si trova il tempio delle Cinque Pagode come è anche noto il Wu Ta Si  per gli stupa che si ergono sui lati  edificato all’ inizio del XV secolo in epoca Ming, ampliato nel 1760  durante la dinastia Qing andò poi in rovina e della costruzione originaria è rimasta la Pagoda del Trono di Diamante, mentre i  cinque Stupa restaurati sono rappresentazioni delle rispettive sfere della dottrina Tantra del buddismo Vajrayāna tibetano, continuando per lo stesso distretto nel quartiere musulmano dai vecchi edifici e animati mercati si erge  la grande moschea di Hohhot edificata nel 1693 e poi variamente ristrutturata come la si trova per i fedeli locali  della popolazione islamizzata degli Hui. Ove sorgeva l’ antica città di Fengzhou  nel distretto sud orientale di Saihan si erge la pagoda  bianca Wanbu Huayanjing di Baita ottogonale su sette piani costruita alla fine dell’ XI secolo durante l’ impero settentrionale della dinastia Liao che ha regnato sulla regione fino al 1125. Dagli interni decorati con raffigurazioni dei Bodhisattva ed iscrizioni in  mongolo, tibetano, diletti khitan e jurchen, persiano e siriano antico, danneggiata con la distruzione della  la città di Fengzhou verso la fine della dinastia mongola Yuan e poi variamente restaurata nelle successive conservando l’ aspetto originario.  Uscendo poco fuori  dalla periferia si giunge alla tomba di Zhaojun coperta dalla vegetazione  e anche chiamata  la tomba verde  Qingzhong  con il sepolcro di Wang Ch’ian Wang nota come la principessa Wang_Zhaojun in epoca Han all’inizio del III secolo d.C., celebrata come una delle leggendarie quattro bellezze dell’ antica Cina che domina dall’ alto la città e le montagne sullo sfondo.

Ordos

Lasciata la capitale Hohhot si apre lo storico e vasto altopiano dell’Ordos che tra le steppe e le praterie si stende sul territorio nel  bacino attraversato dall’ansa del fiume giallo Huang he sul suo corso verso nord ove al margine settentrionale si allungano la fertili  pianure alluvionali Hetao. Popolata fin dal paleolitico superiore e poi  con la cultura di Zhukaigou  dal tardo neolitico all’inizio dell’ età del bronzo, seguita  dal VI al  II secolo a.C. da quella che ne ha preso nome come la più evoluta cultura dell’  Ordos ove si estese  all’ inizio dell’ età del ferro per parte della Cina nord orientale con villaggi sedentari agricoli  la cultura di Xiajiadian che hanno tutte lasciato i loro resti nei vari siti archeologici. Dal III secolo a.C. fu nei domini della potente  confederazione delle popolazioni nomadi Xiongnu che vi estesero il loro vasto impero delle steppe, mentre precedentemente  con le prime dinastie dell’ antica Cina nel I millennio a.C. culla della civiltà  divenne la regione occidentale della vasta pianura settentrionale  fino alla valle attraversata dal fiume Wei protetta dalle montagne che poi  fu uno dei territori più  popolati durante delle dinastie che si sono succedute Qin e Han con la fondazione di vari centri e  città  come la più volte capitale Xi’an  nella regione centro occidentale  dello Shaanxi. La valle del Wei rimase a lungo  la più fiorente dal VII secolo con l’ impero della dinastia  Tang assieme a quella  più sud orientale che si stende dalla sua confluenza con il lungo fiume  Yangtze ove venne spostata poi la gran parte dell’ agricoltura e commerci. Come il resto delle regioni settentrionali ed occidentali l’altopiano dell’ Ordos e le pianure Hentao  dal XIII secolo divennero parte del vasto impero mongolo cinese della dinastia Yuan e dopo la sua caduta, dalla Mongolia interna attraverso il bacino a sud ovest sui confini imperiali  contro le incursioni dei nomadi,  dal XV secolo  sorsero le fortificazioni con le mura dell’ Ordos come estensione nella regione quando dall’ omonima dinastia venne edificata la Grande Muraglia dei Ming  che ha lasciato i suoi suggestivi resti. Da qui attraversando la regione verso sud ove si stendono le steppe e il vasto deserto di  Ordos ,  all’ estremità meridionale della sue stensione ove emergono le dune del  Maowusu, sorse la città di Tongwancheng all’inizo del V secolo durante il regno  dall’ imperatore Wulie di Xia fondatore della dinastia che ha lasciato i suoi imponenti resti di mura ed edifici come la più imponente città rimasta dall’epoca nella regione. Continuando poco  distante  dal distretto di  Kangbashi  recentemente istituito si stende quella che ha preso nome dalla regione come  la grande  città di  Ordos estesa nei suoi moderni quartieri che poco conserva della sua più antica storia,  ma poco fuori ove dalla città  inizia la sua  contea di  Yijinhuoluo , nota anche come il quartiere  Ejin Horo Qi dal vasto parco storico, nel 1956 fu completato il grande e frequentato mausoleo di Genghis_Khan in stile tradizionale per onorare e celebrare la memoria del fondatore dell’antico impero divenuto eroe mitico e divinità  per la storia e tradizioni di tutti i Mongoli.Dall’ Ordos per il territorio sud orientale,  popolato fin dal neolitico dalla cultura di Hongshan che vi ha lasciato i suoi resti, durante l’ epoca dell’impero Khitan  fondato dalla  dinastia Liao , nel X secolo sorse il suo centro amministrativo e culturale ove si è estesa la città di Chifeng che conserva alcuni  quartieri ed edifici dall’ epoca alle dinastie successive e da dove inizia il vasto e suggestivo parco geologico di Heshigten. Si stende magnificamente tra la varietà di  ambienti vulcanici, glaciali e desertici come il paesaggio vulcanico del lago  Dali Nur, il monte Huanggangliang, le malte di granito Qingshan,  la gola del fiume Xilamulun , le sorgenti termali di Reshuitang, la  foresta di Arshihaty dalle colonne di pietra, le formazioni glaciali di  Pingdingshan, fino alle dune di sabbia di Hunshandak. Dalla parte occidentale il deserto del Gobi si stende  in quello  di Xiangshawan con la gola delle sabbie che cantano divenuto meta turistica, mentre a continuare un affascianante itinerario oltre la Mongolia interna a sud  sull’ altopiano tibetano in un ambiente suggestivo  si apre la vasta riserva di Sanjiangyuan popolato da una ricca fauna endemica tra magnifiche  vallate e montagne  da dove sgorgano le sorgenti dei tre grandi fiumi oltre lo  Huang he, lo  Yangtze e il Mekong

Tra i nomadi

Viaggiando per le leggendarie steppe percorse da antiche piste che videro l’incontenibile avanzata delle orde dei Mongoli guidate da Gengis Khan, lo sguardo si perde all’ orizzonte che avvolge uniforme, da ogni lato e ondeggia di erba alta soffiata dal vento che in inverno la sferza gelido seccandola e spingendo i nomadi verso altri pascoli, dal mare verde emerge la comunità di Ulanturge con gli accampamenti dei nomadi in transumanza assieme ai sedentari del villaggio. Le tende rotonde Yurte  di feltro sono ampie e accoglienti e, come annotarono i primi viaggiatori occidentali per avvisare quelli che sarebbero venuti, le soglie sono sacre e calpestarle costituisce un affronto, a sinistra  lo spazio maschile e al centro quello femminile e il focolare, piccole impalcature con pellicce d’inverno e coperte ricamate d’estate sono i letti, immancabili le casse dipinte dove vengono conservati gli oggetti famigliari, i preziosi, le statuette di Budda e amuleti vari. L’ ospitalità continua ad essere spontanea e sacra e tutto è perfettamente simile alle descrizioni del grande Marco Polo nel suo Il Milione e le cronache degli altri viaggiatori medievali in Asia, anche i cibi, le usanze, i gesti sono gli stessi, solo i racconti del capofamiglia sono più “aggiornati”, ma continuano ad incantare i visitatori dei discendenti di quei Mongoli che all’ epoca dominarono il mondo dalle loro terre e la Cina per tutta l’ Asia Centrale fino alle porte d’Europa guidate dal grande condottiero  Gengis Khan dalle gesta che rimangono  l’ unico grande mito del popolo delle steppe, fieramente tramandato e raccontato attorno al fuoco delle yurte. Come nel resto della Mongolia indipendente anche in quella interna cinese parte  dell’ antico popolo continua la sua esistenza tra le steppe nei villaggi ed accampamenti con le tradizionali yurte che chiamano gher,  diverse comunità sono diventate sedentarie, le altre dal vasto altopiano  continuano a muoversi alla ricerca di pascoli invernali  a nord  verso i contrafforti degli Altaj meridionali o a sud verso quelli che si allungano dalla catena Da Hinggan con tutte le loro cose caricate su carri trainati da cavalli e cammelli, per poi tornare  come li ho incontrati all’altipiano erboso in estate.Nella loro ospitalità è offerta a tradizionale cucina dei mongoli mentre ci si perde nel fascino di antiche storie legate alle tradizioni  come parte dell’ abbigliamento in  lana e tessuti spesso decorati  e la tipica tunica colorata Deel indossata nei giorni feriali e nei giorni speciali, giungervi quando in ricordo delle gesta del venerato Gengis Khan vi si celebrano le feste del Naadam con  competizioni a cavallo, tiro con l’arco e lotta tradizionali, non si può solo assistere e doverosamente da ospite occorre  cimentarsi in una sfida di lotta tra gli incitamenti dei presenti. Tra le religioni della Mongolia interna per questi nomadi che si incontrano nei loro accampamenti più che tra gli altri rimane la più antica tradizione fondata sull’antico sciamanesimo mongolo  dalla ritualità legata al mondo degli spiriti e la natura e si è invitati ad assistere a danze e cerimonie che considerano benevole anche ai visitatori. Lo sciamanesimo e poi stato  integrato nel Tengrismo  diffuso tra le popolazioni mongolee di stirpe turco orientale fondata sulla divinità suprema  Tengri  creatore dell’ universo emanatore degli spiriti anche maligni che popolano il mondo regnato assieme  alla Madre Terra Umay. A sua volta il  Tengrismo  si integrò alla diffusione del buddismo in Mongolia iniziata dal XIII secolo e completata nel XVI  con il regno nomade del grande Khan Altan della potente tribù dei Tumed, che dalla più sud orientale regione del  Tibet tra la sua e le altre  tribù  ne diffuse la scuola lamaista tibetana del Buddismo, dai culti a lungo integrati ai più antichi che ancora sopravvivono nelle comunità, mentre tutti gli  altri e le cerimonie buddiste sono associate alla setta dei Berretti Bianchi tibetani con il cosìdetto sciamanesimo Giallo che persegue l’armonia religiosa, mentre le entità nefaste e gli spiriti maligni sono evocati dalle pratiche dello sciamanesimo  Nero.

Lasciate queste le steppe si continua lungo quelle simili e altrettanto suggestive  della  Mongolia indipendente ad ovest attraverso il deserto del Gobi per l’ arida e vasta regione limitrofa  del  Xinjiang  sugli antichi percorsi della Via della Seta  verso le regioni dell’ Asia-centrale  e poi tornado  da sud per completare quello che è stato il mio primo e lungo itinerario attraverso le altre  vaste regioni della Cina  con la sua storia millenaria.

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