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Sacro Gange

Nei più antichi testi sacri  si narra che all’alba dell’ umanità le forze del male dominavano il mondo,  Brahma convinse la dea Gaṅgā  a discendere come fiume purificatore sulla terra, dalla via Lattea  scese con Shiva che l’ attese sul  monte Kailash catturando le impetuose acque nella sua folta chioma dredlock, da essa attraverso l’ India si unì con i mitici fiumi celeste e sotterraneo a Benares. Dall’ epoca Gaṅgā  dona benessere  ai devoti  che purificano nelle sue acque i peccati nell ruota del Karma  da chiudere alla morte con le cremazioni per spargerne le ceneri nel sacro fiume. Divenuto uno dei fondamenti   dell’ Induismo Il mito della discesa del Gange Gangavataran, è raccontato ne testi sacri Purana,  gli epici Ramayana e Mahabharata e  rappresentato nelle sculture come  Gangavataran, dalle sue sorgenti Himalayane  attraversa la sua vasta valle fino al  grande delta sul golfo del Bengala nei variegati ambienti ove sorsero centri, città e templi da riscoprire in un lungo ed affascinate itinerario.

Uttarakhand

Nella vasta regione tra le maestose montagne e vallate sulle vie dell’ Himalaya sorsero regni e centri  fondati alle antiche tradizioni religiose dell’ Induismo che ne mantennero la cultura e poi in gran parte  legati alla diffusione  del Buddismo tibetano, ne rimasero  grandi centri di pellegrinaggi da ripercorrere in suggestivi itinerari iniziando su  parte sulle vie dei pellegrini nell’Himalaya  indiano verso sud lungo il sacro Gange, ove sorsero i venerati  santuari dell’ Uttarakhand. La regine distesa  sull’alta valle del Gange dominata dalla catena  himalayana ove si trovano  i santuari, templi  e Ashram nella città sacra  di Rishikesh che ricordo animata  da fedeli, pellegrini e viaggiatori che ne ricercano la spiritualità negli Ashram, lungo il sacro fiume il grande Parmarth di  Niketan come centro di meditazione assieme agli altri in gran parte concentrati poco fuori nel Muni Ki Reti . Dall’ epoca  vi sostano i pellegrini  che affrontano le montagne  nel territorio disteso a nord verso il confine tibetano ove si apre il sacro circuito  Yatra  del Chota Char Dham , attraverso  i quattro venerati santuari della regione. Tra le montagne si trova  il sacro Yamunotri consacrato alla dea  Yamuna ove nel XIX secolo sorse il venerato tempio Yamunotri sulla sponda sinistra del fiume  Yamuna. Dal grande ghiacciaio di Gangotri sgorga una delle sorgenti del  Gange,  assieme ai pellegrini si giunge al venerato il sito di Gomukh, continuando lungo fiume Bhagirathi  per il santuario di  Gangotri nel suggestivo territorio protetto dal parco nazionale del Gangotri. Sempre assieme ai pellegrini si giunge nel sito di  Gauri Kund  da dove si sale per l’isolato tempio di Kedarnath per poi completare il Chota Char Dham  scendendo nella sacra  Badrinath ove tra gli altri   si trova Il venerato  tempio  Badrinarayan. Poco a sud  Rishikesh sulla sponda destra del Gange l’itinerario continua ad   Haridwar con i suo templi e Ashram meta di pellegrini che diramano dal sacro sito di Har ki Pauri sul fiume , tra gli altri e vari  venerati siti religiosi  di  Haridwar sul colle di Neel Parvat  sorge Il tempio di Chandi Devi e sull’ altro colle  Bilwa Parvat si erge il tempio di Mansa. In città centro al XI secolo risale il più antico tempio di  Maya, poco fuori consacrato a Shiva il ricostruito Daksha Mahadev .

Lucknow

Affluente del Gange,  scorre il sacro fiume Gomti  ove sulle sponde del sorse l’ antico e mitico centro d  Lakshmanpurm, esteso nel medioevo e divenuto la vasta città di  Lucknow , conservando nelle tradizioni e costumi  il sincretismo culturale induista ed islamico  del Tehzeeb. Per il centro e lungo il fiume  rimangono vari luoghi storici di Lucknow nei i vecchi quartieri  edifici, palazzi, mausolei e baaza , tra tutti i numerosi nello storico quartiere Imambara, ove tradizionalmente nei Majlis si riunivano le comunità islamiche di sciiti per le cerimonie e le processioni dell’ Azadari.. Al centro  storico si accede dalla monumentale porta del Rumi Darwaza  del XVIII secolo con la vicina moschea Teele Wali Masjid, adiacente  dello periodo l’ Imbabara di Bara, la grande moschea Asfi, il sepolcro di Asaf ud-Daula ,  i padiglioni Bhul-bhulaiya  e il pozzo con gradinate Bowli. L’ Imbabara di Shah Najaf con il mausoleo  di  Haidar, nei pressi il grande baazar di Hazratganj dall’ animato mercato, simile all’ altro e più esteso antico baazar di Aminabad , tra gli altri Imambara il Ghufran Ma’ab come più frequentato dai fedeli sciiti.

Allahabad

Scendendo nelì’ Uttar Pradesh Il Gange e lo  Yamuna si incontravano  con il corso del leggendario ed estinto fiume   Sarasvati celebrato nella  mitologia induista  e venerata come  la santa  confluenza del Triveni  da un antico centro del I millennio a.C.  come  Prayaga  lasciando i suoi resti sulla nel sito archeologico Pratisthan Pur di Jhunsi. Attraverso le varie dinastie e fiorita in epoca Mughul si è estesa come una grande  città di Allahabad conservando le sue memorie tra palazzi, monumenti, tempi e mausolei.  Verso la confluenza con il Gange Sulla sponda del fiume Yamuna nel 1583 venne edificato Il forte di  Akbar nel monumentale stile e decorazioni  dell’ epoca, nei pressi si erge Il Ghat di Saraswati. verso l’ animato  grande  baazar.  Per il centrale quartiere di Chowk tra gli storici edifici  in parte coloniali, ne ei pressi all’ epoca risale i vasto parco di Azad , tra i giardini e memoriali,  continuando per la periferia sud occidentale nei suoi giardini  si trova il mausoleo  Khusro Bagh del 1605 con i sepolcri della famiglia reale nel raffinato e monumentale stile Moghul.  Ogni dodici anni la città si anima di fedeli e pellegrini per le suggestive cerimonie nella grande festa induista l Kumbh Mela di Allahabad alla confluenza dei tre sacri fiumi come la più grande manifestazione religiosa al mondo che attira a milioni i devoti per i bagni di purificazione, processioni, meditazioni e tutti gli i vari rituali del Kumbha.  Lasciata la città ad ovest lungo il Gange si trova la città medioevale di Kara a lungo centro di pellegrinaggi per il venerato templi, mausolei e la moschea Jama Masjid, sulla  via per Lucknow ove per la mitologia  Rama attraversò il Gange  sorse un centro che ha lasciato i suoi resti nel sito di Shringverpur.

Ayodhya e Kushinagar

Continuando ad est sul corso dell’altro sacro  fiume Sarayu, sorse l’ antico centro di Sàketa  che  in epoca Gupta da,  IV a.C. divenne un fiorente centro sul fiume, attraverso le varie dinastie esteso nella città di  Ayodhya divenuta centro di pellegrinaggi per templi che diramano dall’  antico sito di Janmabhoomi sulle sponde del Sarayu sacro all’induismo ove nacque Rama, nel XVI secolo vi sorse la moschea di Babri  demolita nel 1992  per edificarvi  il grande e venerato santuario induista di Ram  frequentato da fedeli e pellegrini con il non distante tempio di  Garhi. Tra gli altri templi, santuari e siti storici di Ayodhya si allungano gli animati  ghat  con i padiglioni sul sacro Sarayu ove  i fedeli si immergono per i bagni rituali e continuando dal 2016 si erge il memoriale della regina buddista coreana Heo Hwang-ok regnante nel XIII secolo.Lasciando l’anima induista nella valle del Gange all’ estremità nord orientale dell’Uttar Pradesh l’antico centro di Kusavati   l’ impero Maurya nel III secolo a.C. divenne un centro nella diffusione del buddismo, fiorita   con i successivi domini imperiali  ed esteso  nella città di  Kushinagar ove per la tradizione il  Budda lasciò la sua prima incarnazione come  Gautama , tra i più sacri centri di pellegrinaggi con i resti  di Vihara e Chaitya l oltre antico sacrario del V secolo  che contiene la venerata grande  statua distesa dell’ Illuminato , nel 1958  fu edificato lo stupa Parinirvana  per commemorare il  XXV secolo dal Mahaparinivana e la sua dipartita. E dalla deviazione si riprende  il corso del Gange verso la santa città di  Varanasi .

Varanasi

Sull’antica via dell’ India dal VI secolo a.C. si estese sul corso del Gange Il fiorente  regno di Kashi   ove   da un centro avvolto nella mitologia hindu iniziò la storia di  Kashi divenuta la Benares come più venerata città santa sacra all’ Induismo,  nel  528 a.C.  vi giunse Siddhārtha che nella vicina  Sarnath  tenne il suo primo sermone da qui diffuse la grande tradizione Buddismo. Ha percorso i secoli durante le varie dinastie dominanti rimanendo  grande centro di pellegrinaggi per i vari templi di Varanasi venerati da secoli assieme ai monumentali Ghat sul Gange  per i bagni rituali e le  cremazioni nelle cerimonie funebri. Sulla sponda occidentale il tempio di Vishwanath   consacrato a Shiva  del XVIII secolo come il   vicino Annapurna e con il suo santuario il più antico  Ghat di Manikarnika per le cerimonie funebri e le cremazioni sul fiume. Poco distante il Ghat di Lalita  ove a Paravati fu consacrato il tempio  di Gauri e a Shiva in stile tradizionale nepalese a pagoda il Kanthwala  in legno intagliato. Sempre nel XIX secolo fu  consacrato il tempio di  Vishalakshi ove i fedeli ad agosto si radunano nelle e cerimonie  Kajali Tij e in autunno del Navaratri con le processioni sul fiume. Alle cremazioni e anche dedicato il vicino Ghat di Scindia  e sul ghat  Sankata ne prende nome il tempio di Sankata, lungo il Gange si continua per agli altri sempre animati Ghat con i loro templi e le scalinate su fiume per i bagni rituali, offerte e  i riti funebri Antyeshti  completati dalle cremazioni. Lasciando il fiume  si trova il tempio Kaal Bhairav nel XVIII secolo  consacrato alla manifestazione di Shiva  come il temuto  Bhairava ,allo  stesso periodo risale il tempio  di  Mrityunjay,  consacrato alla divinità della medicina  Dhanvantari emanazione di Shiva. Nei pressi dell’ università di Banaras  del  1916,  si erge il grande e ricostruito  tempio di Vishwanath con nove santuari aperto a tutte le caste altre religioni. Per lo storico quartiere di Bhelupur  più a sud  al XVIII secolo risale il tempio di Tilbhandeshwar,   consacrato a Rama nel 1964  il  Manas Mandir di  Tulsi, continuando a sud il tempio di Durga  del XVII secolo. Oltre il  palazzo reale  di Vijayanagaram si trova il tempio jainista di Parshvanath, tra i più recenti santuari non legati all’ induismo  dalla setta  Sikh Ramdasia nel 1965  è stato edificato il Janam Asthan di Ravidass . All’epoca Moghul risalgono i santuari islamici  e moschee  di Benares  , tra le  varie al XVIII secolo  risale  la moschea di Gyanvapi, nello stesso periodo sorse l’ altra  monumentale di Alamgir. Poco fuori dalla città fedeli e pellegrini buddisti animano Sarnath tra i resti dei più antichi templi e monasteri assieme ai più recenti che diramano dal grande stupa di Dhamek sorto nel  V secolo come  l’ altro venerato  Stupa di  Chaukhandi eretto ove Buddha radunò i discepoli per il suo primo sermone. Oltre altri  resti buddisti a Singhpuri nel 1824 fu edificato il tempio  jainista di Tirth.  , nel 1931 fu completato il venerato Vihara di Mulagandhakuti ove fu eretto il pilastro con il capitello dei leoni di Ashoka divenuto simbolo dell’ India, assieme  ad reperti ospitato nel museo archeologico di Sarnath , tra gli altri al V secolo d.C. risale la celebre statua del Buddha  di Sarnath. Dalle suggestioni dell’ antica Benares si continua seguendo il  sacro Gange per l’altra storica città di Patna da ove proseguire un affascinante itinerario per le città,  gli antichi centri induisti e buddisti, templi e monasteri del limitrofo Bihar.

Patna

Alla confluenza del Gange con  tre affluenti dal centro di  Pāṭaligrāma   sorse l’antica città di Pataliputra  fiorita in  epoca Gupta fino al II secolo a.C. lasciando i resti nel sito di  Kumhrar tra i vari edifici che continuano nel vicino sito  Bagh di Bulandi in gran parte con influenze nello stile  della raffinata arte Gandhara. Durante i successivi imperi  l’antica   Pataliputra rimase capitale dello storico  Bihar con quartieri e templi , continuando a fiorire nel medioevo e in epoca Moghul ribattezzata  Azimabad  con altri edifici  e siti islamici, , entrò poi  nel  dominio coloniale del Raj britannico. Dopo l’ indipendenza rimase capitale  del Bihar  estesa  nella grande metropoli di  Patna conservando parte della sua storia. tra templi induisti e Sikh, mausolei e moschee islamici come  grandi centri religiosi di Patna. Nel quartiere di Chowk il più antico tempio induista di Patan Devi consacrato alla dea Sari,  al XVIII secolo risale  il tempio jainista di Kamaldah , su un antico sito nel 1947 è stato ricostruito il tempio   Mahavir  consacrato ad Hanuman Lo storico e centrale quartiere di Saheb è tra i più sacri alla tradizione nella storia Sikh come uno dei cinque venerati  santuari Takht , ove tra gli altri alla fine del XVIII secolo sorse il Takht di Patna, poco distante il Gurdwara Bal Lila Maini di Sangat, continuando ad est il Gurdwara di  Ka Bagh mentre i musulmani  si ritrovano nella  vicina  moschea di Pathar Ki del 1621 sul Gange. Sulla sponda meridionale si stende l’antico  quartiere di Gaighat, di tradizioni Sikh tra  gli altri storici edifici si trova il Gurdwara di Gai Ghat. Vari edifici islamici si trovano nel popoloso quartiere Sharif di Phulwari , tra gli altri al XVI secolo risale  la moschea Sher Shah di Suri , mentre nel Purab Darwaza  sorge il mausoleo Sangrahalaya  di Gandhi e sempre vicino al sacro Gange  si apre il grande parco  del Maidan  a lui dedicato , nel 2010 fu inaugurato  grande memoriale del Buddha nel parco Smriti che si stende  dal grande stupa Patliputra Karuna con le venerate reliquie dell’ Illuminato. da Patna  il corso del Gange continua per la storia dell’ antico  Bengala tra centri città siti storici .

Bengala

Fino alla sponda sinistra del Gange da nord  si stendono le vaste pianure Bengali settentrionali  continuando per la regione del Rarh tra l’ altopiano del Chota Nagpur verso il vasto delta del Gange , ad est  le foreste  di mangrovie dalla ricca fauna endemica del Sundarbans , un variegato territorio in parte protetto dalle varie riserve e parchi nazionali del Bengala  tra le foreste dalla ricca flora e fauna endemica. A sinistra dal corso del Gange il distretto di Murshidabad è adagiato  per le fertili pianure ove sorgeva l’ antica città di  Karnasuvarna che ha lasciato i suoi resti   da uno degli storici  centri si è estesa la città di Cossimbazar fiorendo di commerci  in epoca coloniale come  la più grande Berhampore , non distante sulla  sponda orientale del Bhagirathi  a sud del Gange la città di Murshidabad  conserva palazzi, templi induisti, mausolei e moschee quando fu  una capitale della dinastia Nawab dall’ inizio del XVIII secolo. Tra gli altri  il grande centro sciita Imambara di Nizamat, allo stesso periodo risale  la  moschea  Katra con e il mausoleo  Nawab e la più grande moschea Fauti, nel Kila Nizamat il  sontuoso palazzo  Hazarduari    per il lago delle perle  lo storico centro  di  Motijhil  con i mausolei  di Muhammad Khan vicino  l’altramoschea  Kala Sulla sponda occidentale del Bhagirathi   il mausoleo Nawab di  Khushbagh, a Kiritkona come santuario Shakti Pitha induista Il tempio di Kiriteswari,  in stile classico bengalese come gli altri i templi di Baranagar. A sud del Gange nella mitologia induista era chiamato  Kati Ganga il fiume Hughlye ne prende nome lo storico distretto  centro meridionale  dell’  Hooghly disteso per le pianure a lungo dominio del medioevale regno Bhurshut  induista , da un vecchio centro  nel XIX secolo si è estesa la città Hugli di Chuchura sulla  sponda  destra  del fiume, non distante dall’ inizio del XVIII Tarakeswar è divenuta centro di pellegrinaggi per il monumentale tempio Taraknath di Shiva. Scendendo per la pianura sulle  sponde occidentali del Gange e l’ affluente Saraswati il centro di  Tribeni ove affacciano i  Ghat per i bagni rituali con  vari templi  e siti religiosi, oltre gli induisti  per la comunità musulmana  la moschea nella  Jafar Gazi come la più antica bengalese e la Zafar Khan Ghaz con  il  Dargah. Continuando da un antico centro  l’ adiacente città di Bansberia sul fiume Saraswati, conservando vari edifici e templi, tra gli altri Il maestoso Hangseshwari  . Il corso meridionale dell’ Hooghly  verso il delta del Gange era parte dell’ antico territorio Gangaridai , così menzionato dagli storici greci e romani,  ove nel IV secolo a.C. fu fondata la città che ha lasciato i suoi resti nel sito di Chandraketugarh . Poco a sud  sulla sponda orientale del fiume e Sutanuti ove sorgevano gli antichi  villaggi  di Kalikata,  tra lagune e le paludi   che rimangono  nelle  Wetlands  fu fondato un centro da dove si è poi estesa come metropoli la grande Calcutta.

Calcutta

Quando fu aperto il  grande porto fluviale divenne tra le più grandi città indiane  e capitale del Bengala britannico, poi estesa nella grande metropoli densamente popolata nei grandi quartieri popolari  spesso miserabili che contrastano  con i residenziali e più moderni. Distesa tra parchi e giardini  sorti dall’ epoca  come i monumenti e memoriali , tra templi induisti, santuari, moschee e chiese i diversi centri religiosi di  Calcutta.  Sul fiume Hooghly  è uno dei simboli della nuova città Il lungo ponte di Vidyasagar assieme al successivo altro ponte  sulla sponda occidentale he prende nome dalla la gemella metropoli di Howrah , dal 1938 si erge il monumentale Math con i templi della congregazione induista  Ramakrishna. Negli storici  quartieri settentrionali della vecchia Calcutta  rimangono edifici coloniali, nel Shyambazar affacciano i vecchi palazzi, come nel vicino  Shobhabazar , tra gli altri il settecentesco palazzo Rajbari. Nel residenziale  quartiere di Pathuriaghata,  rimangono altri diversi palazzi delle ricche famiglie  di Calcutta  , sulla sponda orientale dell’Hooghly il quartiere del  Kumortuli si allunga  fino al venerato centro di pellegrinaggi di  Dakshineswar  per il  grande tempio Maa Bhabatarini di Kali  del XIX secolo. La via  Circular Road collega  gli altri storici quartieri di Bagbazar con il molo sul fiume  tra le vie con edifici dell’ epoca,  come il Belgachia ove tra i vari edifici dal 1867 si erge il grande tempio Jain di Parshwanat, dallo stile Moghul, per l’’altro centrale quartiere di  Burrabazar nel 1926 fu edificata la  grande moschea  Nakhoda, all’ inizio del  XVIII secolo risale la  chiesa armena di  Nazareth , non distante la comunità cattolica  dal  1797 ha la  sua cattedrale del Rosario   in stile coloniale portoghese. Il quartiere fu tra quelli della comunità ebraica di Calcutta poi emigrata lasciando una minoranza con sinagoga Magen David del 1884 in stile neorinascimentale. Con la comunità musulmana si è esteso il quartiere  quello di Rajabazar, tra le vie Mohan e Beadon  sia allunga  il malfamato Sonagachi.  per le centinaia di bordelli . Verso la zona centrale dell’ Esplanade tra i vari edifici coloniali  si trova il  sontuoso palazzo Mansions in stile Art Nouveau e lungo il viale Chowringhee  il Metropolitan, nel suo parco si erge  l’ alta colonna  Minar di Shaheed, sulla via Dharamtalla fu edificata la moschea Tipu . Sulla sponda orientale dell’ Hooghly il forte britannico  William   del XVIII secolo, il limitrofo  distretto di Maidan prende nome dal  vasto parco del  Maidan  tra i giardini con monumenti e statue. Tra gli storici palazzi la residenza dei governatori Raj Bhavan del XIX secolo come quello che ospita il grande museo Indiano. Sul viale Chowringhee affaccia il Planetarium di Birla  dalla grande cupola  e il monumentale memorial Victoria d, poco ad est la cattedrale St.Paul in neogotico del 1847 sostituendo la chiesa di  St.John  neoclassica  come centro  anglicano. Dall’ Esplanade si è esteso il  distretto commerciale  che dirama dalla Bbb Bagh ove tra i più moderni si innalzano i palazzi coloniali, tra gli altri dall’ inizio del XIX secolo in stile neodorico  la Town Hall  e il neogotico della  High_Court. La parte orientale metropolitana East si estende  per i distretti  ove si trova il quartiere di  Tangra  popolato dalla comunità cinese  estesa  per il Tiretta con gran parte dei templi cinesi di  Kolkata. Il resto è più recente con i quartieri della New Town fino  ai più periferici e recenti del Rajarhat  .  L’area meridionale si è estesa con vari quartieri residenziali, dai Ghat sul sacro fiume prende nome  il più antico di Kalighat ove dall’ inizio del XIX secolo si erge i venerato tempio di Kali con quattro santuari. Tra gli altri il  residenziale più esclusivo  di  Alipore dalle lussuose residenze, ove si trova il giardino zoologico di Alipore, poco distante nel parco la  vecchia tenuta coloniale Belvedere. Con la sua storia e cultura la grande metropoli di Calcutta da dove , seguire l’ ultimo corso del Gange per il limitrofo Bangladesh

Bangladesh

Il territorio del Bangladesh si stende in gran parte sulle pianure costiere nel vasto sistema fluviale orientale in una fertile regione sul Golfo del Bengala, all’ estremità settentrionale ove  l’altro  l’ altro  sacro fiume  Brahmaputra e il Meghna si uniscono nel vasto delta del Gange. In epoche remote scorreva come ramo del Gange il fiume  Buriganga ove un  centro del VII secolo  fu nei domini del vasto impero Pala che diffuse l’  Induismo e il  buddismo nella regione fu   poi parte  del regno di  Kamarupa dal X secolo   e dall’ epoca sorsero  i più antichi templi  induisti che rimangono nel vasto territorio assieme ai vari  siti buddisti . Le tradizioni induiste furono travolte dal dominio islamico con  il sultanato di Delhi edificando i primi santuari e moschee , con il successivo  sultanato del Bengala fino  all’  espansione dell’ impero Moghul come centro della provincia Subah bengalese  la città fu governata dai Naib Nazim di Dhaka dalla metà del XVIII secolo  mentre si espandeva il dominio  commerciale britannico   in Bengala che poi  si estese nel  colonia  del British Raj  come provincia  Bengala e Assam con  Dhaka  capitale   fino all’ indipendenza indiana. Dopo  con la  spartizione Bengali nel 1947 con il Pakistan,  Dakha divenne poi capitale del Bengala orientale, densamente popolata, in gran parte  dilaniata da miseria  e conflitti esplosi quando il Pakistan orientale divenne lo stato islamico del   Bangladesh dopo la guerra del 1971,  dall’ epoca ancor più estesa  e popolata nella metropoli di  Dhaka.

Dhaka

Per i quartieri popolari e poveri slum dalle condizioni miserabili, il centro  conserva parte della sua storia tra antichi quartieri, alazzi, moschee  e santuari islamici  oltre templi induiste e alcune chiese nella  variegata architettura di  Dhaka, oltre tradizioni, cerimonie feste religiose che hanno modellato la cultura di  Dhaka. Nel più antico centro Jahangirabad della  vecchia   Dacca si stende il quartiere con sempre animato baazar Chowk   che ospitava i caravanserragli e ne rimane la moschea l Chawk in stile Moghul come gli altri edifici  tra le vie che ne diramano, oltre il  Katra di  Bara ,  si stende il quartiere con l’altro animato bazaar Shankhari ove affacciano vecchi edifici,  e il tempio consacrato a Durga . L’ altro quartiere di Armanitola prende nome dalla comunità cristiana armena  di  Dhaka che lo popolava dal XVII secolo all’epoca risale la chiesa Armena della Resurrezione, poco distante la moschea delle stelle  Tara .  Continuando per il   quartiere Bangsal  la moschea Qassabtuly, tra gli altri siti religiosi l’imbabara sciita Hussaini Dalan, verso i quartieri meridionali ove sorgono  gli edifici coloniali del  Buckland lungo il fiume Buganga, si apre il grande porto fluviale  di  Dhaka. Nella periferia  nord occidentale a Mohammadpur la moschea di Sat Gambuj del XVII secolo, per i quartieri sud occidentali la fortezza Moghul di Lalbagh con una moschea,  altri edifici e il vicino mausoleo di Pari Bibi .Nei pressi  la moschea Khan Mohammed di Mridha , al XVII secolo  con il suo mausoleo risale l’ altra moschea di Shahbaz, continuando dello stesso periodo si trova la moschea  Musa  Tornando alla più antica tradizione induista alla Dea di Dhaka nel XII secolo fu consacrato il tempio di Dhakeshwari,  come altri templi induisti devastato durante la guerra  del 1971, continua ad essere minacciato dall’ integralismo islamico.

Il Delta

 Lo storico distretto sud occidentale di Bagerhat prende nome  la venerata città santa islamica  di  Bagerhat per i suoi vari santuari, mausolei  e le moschee del XV secolo nello  stile bengalese diffuso all’ epoca,  dichiarata patrimonio culturale Unesco riccamente decorate e meta di pellegrinaggi., tra le altre le più sontuose di Bagerhat  si erge la maestosa moschea dalle sessanta cupole si Shat Gombuj . All’ estremità meridionale il distretto affaccia sul golfo bengalese  ove si apre il vasto delta  del Gange,  in un suggestivo ambiente  popolato dalla ricca ed endemica fauna del Delta con una gran varietà di uccelli, rettili e tra le diverse di mammiferi elefanti e leopardi indiani oltre le maestose tigri bengalesi, come  alla confluenza con il corso Brahmaputra da dove tra le lussureggianti  foreste di mangrovie si stendono le  Sundarbans. Con parte del territorio protetto dai vari parchi e riserve, tra essi   il più vasto parco nazionale Sundarbans sulla foresta costiera tra le ramificazioni del Gange con una cinquantina di isolette  che ospita la ricca Fauna endemica  oltre la riserva della tigre, dichiarato patrimonio naturalistico Unesco per la sua unicità ambientale. Ove il sacro Gange termina il suo lungo corso nel suo delta sul  Golfo del Bengala si stende la storica regione del Chittagong all’estremità sud orientale, per secoli transito per quella che fu la Terra d’Oro nella limitrofa Birmania.

Sorridente e danzante sotto il sole del mattino, triste e pieno di mistero quando cala la notte, un sottile nastro lento e pieno di grazia in inverno, una massa ruggente durante il monsone, e largo quasi quanto il mare con una parte della sua forza distruttrice, il Gange è un simbolo ed un ricordo del passato dell’India che si precipita nel presente e sfocia nel vasto oceano dell’avvenire (Nehru)

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