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Francigena Tuscia

Il cammino della Via Francigena attraversava le Alpi in Valle d’Aosta e scendeva dal Piemonte e dalla Lombardia nella pianura Padana, valicava l’Appennino verso Berceto, attraversava la Toscana e il Lazio per raggiungere Roma.Ancora oggi sono rintracciabili lee memorie di quegli itinerari che fondano la storia d’Europa.Nella” Tuscia” lazialel’ itinerario si svolgeva da Proceno, stazione di posta, ad Acquapendente, tappa fondamentale per i pellegrini, grazie ad una preziosa reliquia portata dalla Terra Santa, oggi conservata nella cripta della cattedrale; da Bolsena, importante per il ricordo del miracolo del Corpus Domini, a Montefiascone, centro medioevale noto per il suo vino; quindi Viterbo che, sviluppatosi proprio grazie alla Via Francigena, divenne uno dei cardini dell’intero percorso, ricco di ospizi, alloggi e memorie storiche. Il passaggio della Via Francigena per Viterbo pose il problema dell’attraversamento dei Monti Cimini tentato, a seconda dei periodi, a destra e a sinistra del Lago di Vico. Da una parte si incontrava Ronciglione e la chiesetta di S. Eusebio, dall’altra, sono riconoscibili tratti dell’antico percorso tra i boschi di castagno nei pressi dell’Abbazia Cistercense di San Martino al Cimino. Si proseguiva per Vetralla, dove una strada campestre conduceva alla chiesetta di Santa Maria in Forcassi, citata da Sigerico, quindi Capranica, Sutri, Monterosi, per poi abbandonare la Cassia per la Via Trionfale fino a Roma.La Tuscia fu insediamento degli Etruschi, la cui civiltà raggiunse il suo massimo splendore tra il VII e l’VIII secolo a.C. lasciando i propri segni un po’ ovunque. Tombe etrusche oggi sono presenti in gran numero: si possono vedere con facilità loculi e colombari ricavati nelle pareti di roccia, camere sepolcrali scavate nel tufo o lunghi cunicoli celati nel sottosuolo. In alcuni casi, le tombe sono vere architetture funerarie, abitazioni per defunti fatte a modello di quelle per i vivi, al cui interno sono scolpiti i letti in pietra per le deposizioni. Si può girovagare per la campagna in cerca di questi resti a piedi o a cavallo, magari nel tardo pomeriggio, godendosi così i dolci tramonti che abbracciano il profilo sinuoso dei colli. Tuscanica è posta sull’ antico itinerario della via Francigena, che collegava Canterbury con la capitale e che si snodava attraverso alcune belle località dell’alto Lazio, quali Bolsena, Montefiascone, Viterbo e Vetralla.

Tuscania

Nella zona, tuttavia, passava un’altra antica via di transito, la romana Clodia, costruita dopo la conquista degli Etruschi da parte dei Romani. Proprio lungo il suo tracciato, che oggi è parzialmente irrecuperabile, si trova Tuscania borgo medievale che offre molti spunti anche a chi non è particolarmente interessato all’archeologia. Si possono infatti trascorrere piacevoli giornate visitando l’antico centro abitato, che ha conservato la sua impronta originale all’interno della cinta muraria, ancora munita di torri cilindriche e poligonali.Oltre alle necropoli etrusche e al Museo Archeologico, i due gioielli artistici della città, collocati al di fuori delle mura, sul colle di San Pietro, antico centro storico e nucleo dell’insediamento originale, sorgono le chiese di San Pietro e Santa Maria Maggiore, splendidi esempi di architettura romanica costruiti nell’VIII secolo e completati nel XIII. Accanto alle bellezze artistiche a Tuscania si respira forte la tradizione maremmana, che rivive soprattutto nell’artigianato, in particolare nei prodotti in cuoio e in legno, come le comode selle e i bastoni usati dai butteri per aprire e chiudere i recinti del bestiame senza scendere da cavallo.Proscenio è un antico centro che la leggenda vuole fondato da Porsenna; la sua origine antica è dimostrata dal ritrovamento di sepolcreti etruschi. Da vedere le chiese di S.Maria del Giglio, che conserva i resti di affreschi di scuola degli Zuccari, e di San Martino, anteriore al 1250, che custodisce affreschi del ‘300 e del ‘400. All’interno dell’abitato sorge il Palazzo degli Sforza (1535), pregevole costruzione con portale bugnato; scendendo, si raggiunge la Rocca medioevale con tre torri e maschio quadrate e, continuando, la Parrocchiale, di fondazione gotica ma successivamente trasformata, che conserva, della costruzione originale, un bel portale cuspidato e la struttura interna con arcone ogivale all’inizio del presbiterio.

Acquapendente

Acquapendente risente degli influssi della vicina Maremma Toscana, è capoluogo di un comune agricolo fra i più importanti del Viterbese, con notevole produzione di legumi, ortaggi e vino, e con fabbriche artigiane di ceramica. All’ingresso dell’abitato si incontrano la Torre medioevale detta Julia de Jacopo, Porta delle antiche Mura e, di fronte, la Cattedrale del Santo Sepolcro, consacrata nel 1149 dal Vescovo Aldobrandino da Orvieto. Importante anche la chiesa di San Francesco, precedentemente intitolata a Santa Maria, originariamente gotica, che venne consacrata nel 1149 e dai Benedettini passò ai Conventuali nel 1255; tra il 1506 e il 1534, su progetto di Raffaele da Prato, venne innalzato il campanile che attualmente ospita tre campane, la maggiore delle quali è stata fusa da Giovanni da Ferentino nel 1472. Tra gli altri monumenti, di rilievo il ponte sul fiume Paglia, che Papa Gregorio XIII fece costruire nel 1580 su progetto dell’architetto Fontana e che fu detto appunto Ponte Gregoriano. La Riserva Naturale di Monte Rufeno, a 2 Km a nord di Acquapendente, occupa circa 3000 ettari del territorio tra la quota di m 200 e m 748 s.l.m.; nella Riserva, ricca di boschi secolari, vivono numerose specie di animali, dal cinghiale al gufo reale, dalla faina alla tartaruga. L’ambiente è particolarmente suggestivo e attrezzato per escursioni, maneggio, pic-nic e ospita il Museo del Fiore, museo naturale di botanica.Tra le manifestazioni, particolarmente suggestiva è la Fiera dei Campanelli, che si tiene annualmente nella domenica in Albis, istituita già prima del 1150 come momento di scambio di merce soprattutto ad opera dei numerosi pellegrini in cammino per Roma e provenienti da ogni parte d’Europa. La prima domenica dopo il 15 maggio vi si tiene, a ricordo della cacciata del Barbarossa, la festa della ” Madonna del fiore “, in cui vengono fatti sfilare i cosiddetti Pugnaloni, grandi quadri a soggetti religiosi o allegorici, sempre variati, composti con foglie e petali di fiore. Sempre nel mese di maggio si svolge la Festa di S.Antonio con la processione dei ” Muratori “. Da segnalare, infine, il Carnevale di Acquapendente, uno dei più vivaci del viterbese, legato soprattutto alla tradizione dei carri allegorici prodotti in cartapesta.S.Lorenzo Nuovo è un borgo settecentesco, pianificato modello di urbanistica dell’età dell’illuminismo, posto sull’orlo della conca del lago di Bolsena, dove la Cassia incrocia la statale Maremmana. Il nucleo originario è costituito da una vasta piazza ottagonale, cuore dell’abitato, dove sorge la parrocchiale di San Lorenzo Martire, che custodisce un crocifisso ligneo del sec. XIII. In fondo alla via che si apre di fronte alla parrocchiale sorge la chiesa di Santa Maria Assunta, con tele del cappuccino Padre Fedele da San Biagio. Nella fertile campagna, anticamente denominata Val di Lago, posta tra gli abitati di San Lorenzo Nuovo e Bolsena, si erge la bella architettura cinquecentesca della chiesa di San Giovanni in Val di Lago, progettata dall’architetto Pietro Tartarino allievo di Alberto da Sangallo ..

Bolsena

Bolsena sorge sulla sponda nord-orientale del lago omonimo; oltre che sul turismo, basa la sua economia sull’agricoltura e sulla pesca. Sotto il profilo religioso, va ricordato anzitutto il Miracolo del Corpus Domini, avvenuto nel 1263: nel corso di una messa celebrata dal sacerdote boemo, Pietro da Praga, al momento della elevazione, alcune gocce di sangue caddero dall’ostia sul corporale di lino e sui marmi dell’altare, che fin dal 1693 sono custoditi nella cappella del Miracolo della Chiesa di Santa Cristina, eretta nel sec. XI. Urbano IV, per celebrare il miracolo di Bolsena, istituì la festa del Corpus Domini, ed ancora oggi, nella data prescelta (18 giugno) una imponente infiorata avente per tema l’Eucarestia si snoda per le vie del centro della cittadina. La sera del 23 luglio, Bolsena celebra invece la sua Patrona Santa Cristina con una rappresentazione di quadri viventi relativi ad episodi del martirio della Santa “Misteri di Santa Cristina”, mentre il 2 di luglio, in occasione della Sagra del Pesce, centinaia di turisti invadono il litorale. Sotto la collina adiacente il complesso costituito dalla Collegiata e dalla Cappella del Miracolo, si estendono le catacombe risalenti alla fine del II-III sec. d.C., fino al V sec. dell’era cristiana. Sulla strada per Orvieto si sviluppa per un perimetro di circa 4 km, sul Poggio Moscini, l’estesa cinta muraria di concezione etrusca, risalente al IV sec. a.C., all’interno della quale sono racchiusi resti di varie opere monumentali. La Rocca, attuale castello Monaldeschi, eretta dagli Orvietani nel sec. XII-XIV, domina il centro urbano di Bolsena; in epoca medioevale costituiva l’avamposto difensivo del nucleo urbano verso l’entroterra. Sull’omonima piazza troviamo il tempio di San Francesco, costruito nel periodo gotico. Notevole, sulla parete d’ingresso, il Crocefisso della scuola del Pastura.

Montefiascone

Montefiascone s’erge su una magnifica posizione panoramica sull’alto di un colle, coronato dal Duomo, dominante il lago di Bolsena. E’ importante centro agricolo, famoso per i suoi vini e località di villeggiatura; il suo monumento più significativo è la chiesa di S.Flaviano, singolare costruzione romanica eretta nel sec. XII, su un edificio più antico, per opera di maestri lombardi; notevoli gli affreschi del XIII sec., tra cui si segnala l’inquietante “Incontro dei Tre Vivi e dei Tre Morti”. Tra le altre chiese, da segnalare la chiesa di S. Andrea, con portale romanico, che presenta al suo interno interessanti capitelli oltre a uno stemma ed un’incisione del sec. XIV con cui Montefiascone stabiliva un patto di pace con i paesi vicini. Altre interessanti chiese sono quelle di S. Francesco, S. Maria di Montedoro ( 1526) e il Santuario della Madonna delle Grazie con l’antichissima immagine della Vergine, forse databile al XII-XIV sec, mentre il Duomo (S. Margherita) è una solenne costruzione iniziata in epoca rinascimentale su progetto attribuito a Michele Sanmicheli (1519) e continuata nella seconda metà del ‘600 da Carlo Fontana che alzò la famosa cupola. La Rocca dei Papi, probabilmente di origine etrusca e fortificata poi dai romani, ospitò papi e cardinali. Nel 1506 Giulio II ordinò ad Antonio da Mugello di apportare delle modifiche, che fecero acquistare alla Rocca eleganza ed agilità, facendone poi un centro di cultura. Ogni anno si svolge nella cittadina ad agosto la Fiera del vino, rievocata con un imponente corteo storico, che ricorda la leggenda del nobile tedesco Giovanni Defuk che, in viaggio per Roma, morì nel 1113 dopo un uso smodato del delizioso vino Est! Est!! Est!!!.

Viterbo

Viterbo e’ il capoluogo storico dell’Alto Lazio, di antica origine e di grandi tradizioni storiche, fu anche sede papale; racchiude monumenti ed opere d’arte di spiccato interesse e conserva nel centro storico quartiere San Pellegrino quasi integro l’aspetto medievale originario: notevole esempio è rappresentato dal Palazzo degli Alessandri, della prima metà del XIII sec., con caratteri architettonici di stile gotico. Sulla piazzetta sorge la chiesa di S. Pellegrino risalente alll’ XI secolo. Nei pressi del quartiere medievale sorgeva l’Ospedale dei Pellegrini, fondato da due coniugi, Guidone e Diletta, in un’età tra il 1150 e il 1200 e dato in dono al clero viterbese perché vi ospitasse i pellegrini; ancora oggi è possibile ammirare, presso il ponte del Duomo, la lapide relativa a tale donazione. Ma il più interessante e straordinario monumento del centro storico è il Palazzo Papale, ricco di tesori artistici e testimone di episodi di assoluta risonanza storica. L’edificio, voluto dal valoroso capitano del Popolo Raniero Gatti, era forse completato nel 1266, pronto ad accogliere la corte pontificia decisa ad allontanarsi dalla turbolenta sede romana. Ben cinque conclavi si tennero nel salone di questa residenza-fortezza, compreso quello durato trentatré mesi e dal quale uscì eletto nel 1271 papa GregorioX. A tal proposito è bene ricordare come i Cardinali, ormai riuniti da più tempo, non riuscissero a trovare un accordo per l’elezione del Pontefice, per cui i cittadini, stanchi di attendere, costrinsero Raniero Gatti a chiudere il portone “cum clave” (da ciò deriva la parola “conclave”), a ridurre il vitto ai Cardinali ed a scoperchiare il tetto. Altri importanti monumenti sono la Rocca Albornoz, attuale sede del Museo nazionale, la chiesa di S. Maria della Verità con l’adiacente Museo Civico, la Chiesa di S. Andrea, il complesso di S. Maria in Gradi e le numerose fontane, tra cui spicca la Fontana Grande sita nell’omonima piazza. Sull’antica Cassia che attraversa il “Piano de’ Bagni”, così chiamato per le acque termali famose fin dal tempo degli Etruschi, rimangono il ponte detto Camillario e imponenti ruderi di terme. Il ponte, composto da un unico arco a grossi blocchi montati ad incastro e non cementati, per le sue dimensioni, è senz’altro una imponente testimonianza della vitalità della Cassia. Costruito intorno al I sec. a.C. e quello successivo, nell’alto medioevo vide sorgere nelle sue vicinanze un borgo che nel 1082 ospitò l’imperatore Enrico IV, diretto a Roma per affrontare Gregorio VII e che nel 1137 fu distrutto dai seguaci dell’antipapa Anacleto II. Le Terme del Bacucco, a cui si riferiscono due disegni particolareggiati di Michelangelo Buonarroti durante uno dei suoi viaggi in zona, probabilmente erano il centro termale più importante, come risulta dai ritrovamenti effettuati durante gli scavi del 1835. In zona, oltre ai resti di una villa romana, vi sono le sorgenti del Bagnaccio, nei cui pressi si trovava l’importante stazione romana di Acquae Passeris, riportata nella tavola Peutingeriana, antica mappa dove figuravano tutte le vie militari romane.Ma la sorgente termale più importante è senz’altro quella del Bullicame, nota sin dall’antichità per le loro proprietà terapeutiche e ricordata persino da Dante nella Divina Commedia.Dal 2 settembre si svolgono i festeggiamenti di Santa Rosa, patrona di Viterbo, con corteo storico con costumi di varie epoche; il 3 settembre, alle ore 21, avviene il famoso trasporto della Macchina di S.Rosa, torre luminosa alta 30 metri e del peso di 5 tonnellate, che è trasportata a spalle lungo le vie cittadine da un centinaio di ” Facchini “

Cimino

S.Martino al Cimino è un piccolo centro di vivo interesse sia per la posizione del paese immerso nella verde cornice dei Cimini sia, soprattutto, per l’attrattiva di carattere storico-artistico e urbanistico che offre l’Abbazia; l’edificio, innalzato alla fine del XIII secolo dai Cistercensi di Pontigny, ebbe grande influenza sullo sviluppo dell’architettura medioevale viterbese e presenta caratteri architettonici gotico-cistercensi assai evoluti. Accanto alla Abbazia sorge il Palazzo Doria Pamphilij, eretto incorporando parte dell’ex convento (portale romanico), da Donna Olimpia Maidalchini-Pamphilij, cognata di Innocenzo X; completamente ristrutturato nel 1652 da vari maestri tra cui il Bernini, è oggi elegante centro congressuale con alcuni saloni con ricchi soffitti lignei, fregi in affresco e un camino monumentale. Ma l’interesse principale di S. Martino risiede nel borgo nel suo complesso, in quanto il nucleo originario medioevale fu completamente rinnovato, secondo i canoni urbanistici del XVII sec., da Marcantonio de’ Rossi, su incarico di Innocenzo X.

Ronciglione

Ronciglione è vicino al lago di Vico e ai Cimini in una magnifica area naturale, un caratteristico borgo medioevale e di una parte sviluppatasi tra il ‘500 ed il ‘700 con ampie vie fiancheggiate da nobili palazzetti. Il Castello della Rovere detto ” I Torrioni ” è una costruzione risalente all’alto medioevo, legata alla funzione di difesa del borgo. Il castello appartenne ai Prefetti di Vico, agli Anguillara, ai della Rovere ed infine ai Farnese. Figurativamente interessante la Fontana degli Unicorni (1581), attribuita da alcuni al Vignola, secondo altri capolavoro di Antonio Gentili da Faenza. Importante l’antichissima chiesa di S. Maria della Provvidenza, risalente al sec. XI-XII; all’interno della stessa, ad una navata, troviamo un Cristo benedicente con cherubini ed angeli del 1400. Il Duomo di stile barocco, eretto su disegno di Pietro da Cortona, conserva nell’interno il trittico del SS. Salvatore, opera di Gabriele di Francesco da Viterbo (seconda metà del sec. XV) ed altre interessanti opere. Sono presenti nel Borgo i resti della chiesa di S. Andrea costituiti da colonne, capitelli e dal campanile eretto dal comasco Galasso nel 1463. La chiesa campestre di S Eusebio, situata a 3 km. oltre l’ammasso tufaceo dei Borghi, è uno dei più importanti monumenti paleocristiani della zona, edificato da monaci Basiliani fuggiti dalla Palestina nel sec. VII – VIII e che contiene al suo interno graffiti lasciati dai pellegrini quale segno tangibile della loro devozione; intorno sorgono ancora i resti dell’antico cenobio e del campanile. La soglia è costituita da un sarcofago romano, mentre il portale è quattrocentesco. Pregevole anche la Porta Romana, costruita su disegno del Vignola. Tra le manifestazioni di rilievo spicca il famoso Carnevale, durante il quale si svolgono, lungo le vie cittadine, le caratteristiche corse a vuoto di cavalli senza fantino; il 25 agosto, si svolge la festa di San Bartolomeo. Vetralla è un vecchio centro medioevale, allungato su un piano stretto fra due corsi d’acqua. La Collegiata di S.Andrea Apostolo è un vasto edificio già preludente al neoclassico, iniziato nel 1711 da G.B. Contini e consacrato nel 1721; conserva all’interno alcune tele pregevoli e un reliquario in argento dorato.

Vetralla

La chiesa di S. Francesco è la più antica nel comune di Vetralla eretta sui resti di una precedente costruzione risalente forse al sec. VII, nel sec. XII fu ampliata ed assunse l’aspetto attuale. La semplice facciata ha un pregevole portale con lunetta dai motivi floreali. La chiesa campestre di S. Maria in Forcassi fu dedicata a Maria S.S.Annunziata.nel 1449, in occasione del Giubileo, quando numerosi pellegrini vi transitarono nel corso del viaggio per Roma. Nell’interno sono ancora visibili tracce di affeschi ritraenti la Madonna. La Rocca dei Vico, di cui rimane soltanto un torrione cilindrico merlato, era un complesso di grande importanza per la posizione strategica sulla via Cassia. Ogni anno, l’8 di maggio, nel bosco del monte Fogliano, davanti all’eremo di S.Angelo, si svolge la festa dello “sposalizio dell’albero”, di origine antichissima, legata ai riti propiziatori di fecondità per un buon raccolto. Altre manifestazioni di rilievo, il 17-18 giugno ” Fiori alle finestre e cene in cantina ” e in dicembre una rappresentazione del Presepe vivente lungo le vie del centro storico.Caprinica è situato su un alto sperone tufaceo, fondato, probabilmente, intorno all’VIII secolo dagli antichi abitanti di Vicus Matrini, scampati alla distruzione del proprio borgo. Tra gli edifici principali, si può citare la chiesa di S.Maria, progettata nel 1866 dal Vespignani, che conserva al suo interno la statua della Madonna delle Grazie del 1808, una Tavola del XII-XIII sec. del Salvatore Benedicente, un Trittico con S.Terenziano, S.Rocco e S.Sebastiano del XV-XVI sec. e un Tabernacolo del ‘400.La chiesa romanica di S.Francesco, restaurata da Antonio Munoz nel 1927, contiene un sepolcro marmoreo dove sono sepolti i gemelli Francesco e Nicola Anguillara, morti nel 1406-1408. Di origine cinquecentesca, con un campanile romanico, il Duomo di S.Giovanni è stato ricostruito nel ‘700; l’interno, ad una navata, custodisce un tabernacolo rinascimentale, un crocifisso ligneo del XVI sec. e un pregevole organo. A circa 500 metri dal centro, lungo la Cassia verso Viterbo, troviamo la chiesa della Madonna del Piano con facciata attribuita al Vignola.

Sutri

Sutri è una cittadina di antiche origini con resti e monumenti dell’epoca etrusca e del periodo medievale, che attestano la sua importanza strategica. In corrispondenza dell’abitato troviamo l’Anfiteatro, uno dei più suggestivi monumenti antichi del Lazio databile tra il I sec. a.C. ed i primi anni di quello successivo, scavato completamente nel tufo. Edificata sui resti di una basilica cristiana e trasformata successivamente in epoca preromanica, la Cattedrale fu consacrata da Innocenzo III nel 1207; il suo interno custodisce pregevoli opere: il pavimento della navata centrale, tutto a mosaico cosmatesco, una tavola di scuola romana del XIII sec., una pregevole statua lignea di S.Dolcissima attribuita alla scuola del Bernini, la cripta risalente ad epoca longobarda. Porta Franceta o Porta Vecchia, del XIV-XV sec., costruita con grossi blocchi di tufo, peperino e travertino, costituisce uno degli angoli più pittoreschi della città. La Villa Staderini fu edificata dai marchesi romani Muti-Papazzurri nel XVIII sec: è circondata da un giardino all’italiana con numerosi reperti archeologici. La chiesa della Madonna del Monte del 1725 custodisce al suo interno un affresco di Madonna con Bambino del XIV sec. Di fianco alla Villa Staderini si ergono le rovine del castello di Carlo Magno, così denominato per un presunto soggiorno dell’imperatore in questo luogo, ma in realtà databile al XIII sec. La chiesa rupestre della Madonna del Parto, interamente scavata nel tufo, è ritenuta da alcuni una tomba etrusca, da altri un mitreo adattato al culto cristiano; l’originale struttura a tre navate e gli affreschi relativi a leggende connesse al Santuario di S. Michele nel Gargano ne fanno una tappa obbligata per turisti e studiosi. A circa 1 km a sud di Sutri si sviluppa la necropoli urbana, costituita da 64 tombe romane di varie tipologie scavate completamente nel tufo. La chiesa della Madonna del Tempio, già di proprietà dell’Ordine dei Templari, sorge nella zona degli ospedali e delle chiese che ospitavano i pellegrini. Ogni anno, il 17 gennaio, si celebra la festa di S.Antonio Abate, protettore degli animali, la cui immagine compare ancora oggi in molte stalle. Dal 10 settembre si svolgono le feste patronali con la Sagra del Fagiolo e la Fiera mercato dell’Artigianato. Monterosi è formato da due contrade, Corso romano e Borgo Aldobrandino. Nella piazza dell’abitato si erge la chiesa di S. Croce, in stile barocco del ‘500, con un campanile a vela sul lato sinistro. Più avanti, nella via principale, c’è il Palazzo Cardinalizio, già monastero. Sulle rive del piccolo lago di Monterosi detto anticamente Janula, nel 1155 avvenne l’incontro fra Adriano IV e Federico Barbarossa, mentre le campagne che circondano il paese furono teatro dell’assassinio del messo del Papa Innocenzo X da parte dei sicari di Ranuccio Farne. Di lì l’agognata meta della Via Francigena è prossima, l’ultimo tratto per raggiungere Roma e farsi mondare tutti i peccati in San Pietro.

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