Cina

Yunnan

Un affascinante territorio movimentato da catene montuose e percorsa da fiumi che si snodano tra fertili valli e foreste, antichi centri e città  che raccontano la storia della regione più meridionale cinese ove sopravvivono le popolazioni tradizionali dello Yunnan legate ad antiche culture nei villaggi  tra monti e risaie.

Storico Yunnan

Nella più remota preistoria l ‘ Homo erectus  ha lasciato i suoi resti a Yuanmou nell’ omonimo bacino, mentre gli  insediamenti e villaggi  nel territorio  del lago Dianchi, risalgono ai secoli del periodo neolitico  ove è iniziata la  lunga storia dello Yunnan, sullo stesso altopiano nel III secolo a.C.  venne fondato il  primo regno di  Dian da popolazioni di stirpe tibeto birmana,  entrato  poi nell’  espansione imperiale della  dinastia Qin.  Nel 221 a.C.  dallo  Yunnan il fondatore della dinastia  e primo imperatore Shi Huang estese  il suo  regno nella la florida regione del Guangxi  fino all’estremità sud occidentale  cinese con il territorio costiero  del  Guangdong e la più settentrionale regione indocinese del nord Vietnam. Tra le alte grandi opere dell’epoca nel 214 a.C. Qin Shi Huang ordinò la costruzione del lungo canale di Lingqu che partiva dal Xing’an nel limitrofo territorio meridionale del Guangxi attraversalo dal fiume Li ove tra le suggestive gole del suo affluente da un antico centro del III secolo a.C.  venne fondata  la città di Guilin, per collegarlo ad est al corso dello Si-Kiang come è anche noto il lungo fiume Xi, affluente occidentale del Fiume delle Perle che sfocia nel Mar Cinese Meridionale, come  il primo al mondo a collegare due vasti bacini fluviali permettendo di navigare per duemila chilometri. La dinastia Han   che  si impose dal II secolo a.C.  sulla decaduta  Qin,  estese i domini in gran parte dei suoi territori, iniziando dal 135 a.C. la vasta espansione meridionale  degli  Han che avanzò nella regione sud orientale distesa verso la costa del Fujian, ove nel III secolo a.C. un clan della famiglia reale degli Zhou aveva fondato il regno di Minyue  riunendo in un unico stato  la popolazione della confederazione tribale indocinese  Baiyue, , in parte invaso dal 138 a.C. per tre anni con le guerre degli Han contro il Minyue poi diviso in una provincia governata dal procuratore imperiale Han. L’altra nel sopravvissuto regno Dongyue che venne definitivamente conquistato nel 111 a.C. assieme all’intero Nanyue del Nam Việt con la sconfitta della dinastia Triệu. A sud ovest continuò completando l’invasione dello Yunnan sull’altopiano del Kūnmíng Hú con la guerra di conquista Han del regno di Dian entrato nei suoi  domini dal 109 a.C. Dopo il periodo delle dinastie Jin, Wei, Liu Song e la divisione dell’ impero tra le  dinastie del Nord e Sud , dall’ VIII secolo d.C. mentre nel resto della Cina fioriva il grande impero Tang, in parte delle regioni meridionali con la centro lo Yunnan si estese il vasto regno dinastico del  Nan Chao dalla popolazione di stirpe  e lingua tibeto birmana. Dall’854 per dodici anni si trascinarono i conflitti con l’ Annan del regno Nan Chao nella regione vietnamita settentrionale  protettorato dei Tang che nell’ 866 respinsero definitivamente  il tentativo di invasione  con la loro armata guidata dal principe di Bohai Gao Pian. Dopo la sconfitta alla morte del  sovrano Shilong , il governatore del Yang Ganzhen  Duan Siping prese il potere nel 937 ponendo fine al Nan Chao  per fondare nella regione dello Yunnan il nuovo regno del  Dali che dominò il territorio per quasi tre secoli dalla caduta dei Tang e durante il periodo della successiva dinastia  Song fino al 1253 quando anch’esso fu conquistato dall’ impero cinese mongolo della dinastia  Yuan. Alla fine dell’ epoca Yuan  mongola si impose di nuovo la stirpe Han con la nuova dinastia Ming e nel 1382 il fondatore e  primo imperatore Hongwu, assieme agli altri territori,  completò anche la conquista dello Yunnan ricomponendo  il Celeste Impero  cinese, diviso in tre province, emarginando le popolazioni tribali e favorendo l’ insediamento di quella Han  che estese centri e città per tutto il periodo del dominio Ming sullo Yunnan. Per la popolazione tribale rimase  l’amministrazione  nel tradizionale sistema dei capi ereditari Tusi  delle comunità che divennero funzionari statali, continuata nella successiva  ultima dinastia di  Qing che poi dal 1765 iniziarono le quattro guerre per l’ invasione della Birmania concluse e respinte nel 1769 impedendone la conquista cinese e l’ espansione dell’antica Terra d’ Oro  come era nota la Birmania indipendente fino alla conquista coloniale britannica completata nel 1885 dopo lunghe guerre. Mentre alla fine del XVIII secolo  contro l’autorità imperiale   si scatenò la rivolta del Loto Bianco e tra l’ Hubei, Shaanxi e Sichuan iniziata nel 1794 e alla fine repressa duramente dopo otto anni, tra le regioni meridionali del Guizhou e Hunan  la popolazione locale e tribale emarginata da quella Han cinese insorse nella rivolta dei Miao  trascinata per oltre un decennio fino alla completa sconfitta e la sottomissione delle omonime popolazioni tribali dei  Miao nel 1808, dall’ epoca confinati tra monti e valli nei territori  meridionali  dello Yunnan  Nel 1856 la popolazione islamica Pàn tài dello Yunnan, diffusa anche nella vicina Birmania,  si sollevò  contro le discriminazioni degli Han nella ribellione Tu Wen-hsiu nota come la  rivolta del Panthay trascinata in sanguinosi scontri e molte migliaia di vittime, duramente repressa  seguita dalle persecuzione dei musulmani in gran parte rifugiati nel territorio del  Wa oltre il confine birmano ove dal 1875 sorse l’ enclave islamica cinese divenuta la città di Panlong. Anche lo Yunnan come il resto del paese rimase nei domini dell’ ultima dinastia Qing durante la sua decadenza  fino al 1911 quando la rivoluzione di  Xinhai pose fine al millenario Celeste Impero con  la proclamazione della prima repubblica in Cina dal governo inizialmente progressista che  nel 1923 propose alle formazioni del nuovo Partito comunista cinese l’ unione con quelle nazionaliste costituendo  il primo  Fronte Unito per combattere il dilagante potere  dei i potenti signori locali nelle varie regioni che fu detta l’ era dei Junfa  nota come dei Signori della Guerra che dominavano con le loro fazioni dei  Jìtuàn   o cricche i territori spartiti  e tra esse nella regione più meridionale aveva preso potere la Diān Xì  dello Yunnan che si sosteneva con le piantagioni e  il lucroso traffico dell’ oppio guidata dal governatore e Signore della Guerra Long Yun, scomparso poco dopo nel 1927 e la regione tornò al governo nazionalista, mantenendo la sua autonomia  come provincia dello Yunnan. Con l’ invasione della Manciuria nel 1937 iniziò la lunga e devastante guerra  cinese contro il Giappone continuata nel resto della Cina per il secondo conflitto mondiale e lo Yunnan divenne anch’ esso teatro di guerra, dal vicino territorio birmano della colonia britannica di Burma per rifornire l’ esercito cinese nella regione meridionale venne costruita la Diān miǎn gōnglù nota come la via di Burma che giungeva a Kunming. Chiusa temporaneamente nel 1940, i rifornimenti vennero inviati dall’ India  sul percorso dell’ Hump fino allo Yunnan attraverso le montagne himalayane orientali,  dopo la conquista giapponese della Birmania nel 1942, nello Yunnan operò la base dei volontari  statunitensi  nell’’aeronautica cinese noti come i Flying Tigers , mentre in  aiuto agli alleati  britannici dalla stessa regione  venne inviato  il corpo di spedizione  della Cina  e all’inizio del 1945 la precedente Burma road venne ripristinata con la via del Ledo attraverso l’ Assam indiano. Alla fine della guerra mondiale con la disfatta e la definitiva resa  incondizionata del Giappone, dopo lo scioglimento del Fronte Unito il governo nazionalista del Kuomintang riprese il  sospeso conflitto contro i comunisti  nella guerra civile Cinese  dal 1945 che,  dopo quattro anni di scontri terminò con la vittoria della rivoluzione comunista in Cina nel 1949 e  il primo ottobre  dello stesso anno nella piazza Tien An Men di Pechino Mao Zedong  proclamò la nuova Repubblica popolare e socialista. Nella provincia autonoma dello Yunnan l’ unione alla Repubblica Popolare fu appoggiata dal generale e  governatore  Lu Han, poi anche la regione seguì la successiva storia del Grande Balzo e la Rivoluzione Culturale durante il lungo periodo del maoismo seguito da quelli  dei governi riformisti di Deng-Xiaoping e Xi Jinping con l’ apertura e l’ espansione della Cina popolare.

Le montagne del nord

La provincia sud occidentale dello  Yunnan si stende tra le limitrofe  del Sichuan,  il Guizhou e il Guangxi,  a nord ovest confina con la regione himalayana del  Tibet, ad ovest le provincie Luang Namtha , Oudomxay e Phongsaly del Laos a sud est  con quelle  Hà Giang, Lào Cai , Lai Châu e Điện Biên del Vietnam e un lungo confine lo separa lo separa dai territori  Kachin e Shan della Birmania. A nord ovest per l’ autonoma prefettura  tibetana del Diqing  distesa tra montagne coperte da foreste e vallate si giunge al capoluogo  nella  città chiamata dai tibetani Gyalthang  e ribattezzata Shangri-La al centro di un suggestivo territorio dalla ricca flora e fauna endemiche protetto dal vasto parco nazionale di Potatso esteso nella riserva naturale del lago Bita e i magnifici scenari  del Duhu nella limitrofa regione di Hongshan. Dichiarato patrimonio mondiale Unesco delle vaste aree protette dei Tre Fiumi  Jinsha, Lancang e Nujiang nello Yunnan che scorrono in parte tra le altrettanto suggestive montagne dell’ Hengduan verso l’ altopiano tibetano da scoprire in affascinanti itinerari. Nel territorio occidentale ove scorre il fiume Salween  verso l’ altopiano tra le omonime montagne si stende la riserva naturale del parco Gaoligongshan , come le altre  coperta da foreste dalla flora e fauna endemiche, continuando ad est del  Salween si eleva la catena dei monti Meili dall’ambiente protetto , ove è considerato sacro al buddismo tibetano il più alto monte Kawagarbo e meta di pellegrinaggi.  Lasciata la catena del Meili Xue Shan continuando  lungo il fiume Jinsha,  tra le montagne dominate dalla vetta  Shanzidou che si erge dal più alto monte del Drago di Giada  come è noto lo Yùlóng xuěshān, davanti poco distante si eleva il monte  Haba ove a sud est si apre la suggestiva Hù tiào xià con la profonda gola della Tigre tra le più spettacolari al mondo, ove si trovano i primi villaggi  fondati della popolazione tradizionale dei Naxi di stirpe tibeto birmana che migrò in questa regione fino al  Tibet.

La regione di Lijiang

Poco a sud passa  l’  antico percorso del pregiato  tè Pu’er dello Yunnan ed altre  merci che collegava le regioni del sud e il Tibet all’ India noto come la via della seta meridionale  Chà màdào, , lasciando sentieri, ponti, siti storici, villaggi, templi e santuari, la dinastia Song meridionale nel XIII secolo  vi fondò il centro di  Baisha   che con la successiva  dinastia mongola Yuan  venne ribattezzata Dayan estesa poi  nella la fiorente  città di  Lijiang. Governata dall’ epoca e le successive dinastie con l’ autonoma autorità dello Yiggv Tufsil di stirpe Nakhi come gran parte della popolazione,  la sua storia e raccontata dai quartieri ove affacciano gli edifici che diramano  dall’ antica Dayan  nella città vecchia di Lijiang che per oltre quattro secoli fu il centro commerciale e  culturale del popolo Naxi e gli altri  tradizionali di simile stirpe nella  regione. Per i suoi edifici storici e tradizionali, monumenti e templi è stata dichiarata patrimonio culturale Unesco, attraversata dal fiume Yushui che dirama tra i canali ove affacciano gli edifici tradizionali dai vari stili cinesi, collegati da centinaia di ponti con i più  grandi  sorti in epoca Ming e Qing e tra essi quello della grande pietra nei pressi della centrale piazza quadrata di Sifangjie. Durante la dinastia Yuan  per il governatore venne edificato il palazzo Mu dagli antichi arredi che ospita il museo di Lijiang, durante la successiva Ming nel 1601 il tempio Fuguo con il padiglione delle Cinque Fenici dall’ eclettico stile Naxi, Han e Tibetano come altri edifici e templi in città. Lungo il fiume Qinglonghe ove affacciano altri edifici tradizionali si trova il grande ponte in pietra Qinglong sorto in epoca Ming e continuando  poco a nord ovest il villaggio di Shuhe che conserva l’ antica atmosfera, per i quartieri periferici poco fuori  rimangono gli edifici costruiti dal XI al XIV secolo in epoca Song e Yuan nel centro di Baisha che di allungano dalla piazza e vi diramano i vicoli ove si estese poi la città più recente. Da Lijiang si stende il territorio  del  popolo Naxi noto anche come Nakhi giunto nello Yunnan  fino all’altopiano tibetano  ove aprirono vie commerciali con i regni del  Tibet e più oltre con quelle che furono dette le carovane di cavalli tra le valli e gli alti passi su alcune vie dell’ Himalaya verso l’ India. Come nella città di Lijiang per i loro commerci e scambi con le limitrofe regioni cinesi, la cultura Nakhi nell’ aspetto di centri e villaggi  con le case e templi è  stata quella in parte influenzata da quella Han, mentre come altre popolazioni  della regione, dall’ antica tradizione religiosa del Bon tibetana poi integrata al buddismo, deriva in parte quella dei Nakhi nota come  Dongba, fondamento della loro cultura e società.  Dal XIV secolo si diffuse il buddismo tibetano nel lignaggio della scuola Kagyu e nel territorio di Lijiang sorsero vari templi Gompa come centri delle comunità buddiste di questo popolo, mentre tra i villaggi  rimangono le cerimonie e ritualità  tradizionali del  tradizionale animismo sciamanico. Il vicino territorio  nord occidentale del lago Lugu  e la regione di Yongning fino al Sichuan  è  la terra tradizionale del popolo dei Mosuo, riuniti in villaggi simili alle altre popolazioni tribali ma dalla società fondata sulla discendenza matrilineare e il matriarcato ove è fondamentale il ruolo  delle donne   a capo delle grandi  famiglie che comprendono le varie generazioni nella stessa casa. Simile alla tradizione religiosa del vicino  popolo  Naxi, conservano  l’ antico spiritualismo animista del Daba con le pratiche sciamaniche  che,  come tra altre popolazioni tribali dello Yunnan, si è integrato alla diffusione nella regione del buddismo con la  scuola tibetana del Gelug .

Kumning

Nello  Yungui, come è noto il vasto altopiano dello Yunnan-Guizhou  splende il  lago Dian  chiamato anche come Dianchi o Kūnmíng Hú, sorsero i primi centri fin dall’ antico regno di Dian che ne prende nome  dominando  la regione dal III al I secolo a.C. ove i transitavano le vie carovaniere verso il Tibet e per  l’ India settentrionale attraverso la regione nord orientale del Bengala, dopo il periodo dei Regni Combattenti  entrato nei domini delle dinastie che si sono succedute  Qin  e Han. Da uno di quei centri sorti nel I secolo d.C. nel 765 durante l’ impero Tang venne fondata Tuodong sulla via di commerci il fiorente centro di Tuodong entro nei domini del vasto regno di  Nanzhao estendendosi come vera città  fino al IX secolo quando fu poi  conquistato dal successivo regno  del Dali che dominò a lungo lo Yunnan  per essere anch’ esso preso nel 1253 dal nuovo impero della dinastia mongola Yuan, la città fu rifondata  come Zhongjing ove il primo governatore islamico della provincia Ajall Shams, oltre a vari quartieri ed edifici in stile tradizionale cinese fece edificare due moschee assieme a due templi confuciano e buddista, come la trovò e descrisse  Marco Polo. Divenne il più importante centro di commerci tra la regione meridionale e il resto dell’ impero  estendendosi ancor più durante la successiva dinastia Ming, divenuta poi quella che fu ribattezzata la città dell’Eterna Primavera di Kunming ove sorsero  altri quartieri fuori dalle mura dal XVIII secolo per il periodo dell’ ultima dinastia Qing, quelli cinesi assieme a templi e pagode furono devastati  dalla  popolazione islamica Hui  nella rivolta del  Panthay che vi si estese dal 1856 per anni fino a quando non fu duramente repressa e sconfitta nel 1873  con gran parte degli Hui musulmani rifugiati nel Triangolo d’ Oro della  limitrofa Birmania  nord orientale ove nello stato Shan settentrionale fondarono la loro città islamica di  Panlong.

La città della Primavera

La città di Kunming che accoglie con i suoi percorsi storici si stende poco distante lago Dianchi noto come la perla scintillante incastonata nell’ altopiano,  affacciato su una sponda si trova il frequentato parco di Daguan ove il governatore Wang Jiwen nel 1696 fece edificare il Padiglione dei Letterati, nei dintorni del lago vicino  al centro di Jinning è stata scoperta la necropoli di Shizhaishan con arredamenti funebri e reperti in bronzo, continuando per l’ altro centro di  Anning con le sue sorgenti termali,  si trova il tempio buddista di  Caoxi dominato dl monte Longshan edificato in epoca Song dal portale e gli interni finemente decorati, sulla sponda settentrionale del lago si trova la storica città di Guandu fiorita durante le dinastie Tang e Song cha hanno lasciato vari edifici e templi negli stili tradizionali dell’ epoca. Lasciato il lago Dianchi e il suo territorio a nord est di Kunming si stende il suggestivo ambiente noto come la Terra Rossa di Dongchuan tra i colli d’ ocra che splendono nel cromatismo con il cielo blu, mentre salendo Collina dei Cinque fiori di Wuhuashan ove un tempo si trovavano vari templi, si gode la splendida vista sulla città e il suo territorio. Sull’ altro colle  di Yuantongshan con l’ omonimo parco si trova l’ edificio che ospita museo della provinciale dello  Yunnan , sul lato meridionale alla fine del VIII secolo  in epoca Tang venne edificato il tempio buddista  Yuantong ampliato nelle successive epoche Yuan e Ming come lo di trova circondato da giardini. Dai vari edifici riccamente decorati attorno a quello che ospita la sontuosa sala centrale accessibile dalle scalinate Caizhilu scavate nella roccia  con dietro le due sacre grotte Chaoying Yougu, le scale  sui lati scavate nella roccia decorate da iscrizioni e rappresentazioni di venerate reliquie che portano alla sommità del colle con una splendida vista al santuario di  Yuantong che si stende attorno alla  sala  Mahavira dai preziosi arredi nota anche come il tempio sull’acqua  per essere circondato da uno stagno, in epoca Yuan furono erette le statue dei budda Sakymuni e Amitabha  assieme alle molte che raffigurano gli arhat , più recente la sala del Budda di Rame thailandese e altre reliquie venerate a Yuantong. Poco a nord est dalla città per una suggestiva panoramica sul monte Mingfeng nel sito di Jindian si erge il venerato santuario taoista Jin Dian in bronzo noto come il Tempio dorato di Tongwa  edificato dai Ming nel 1602 ed ampliato in epoca Qing  come lo si trova dai sontuosi edifici decorati con altri padiglioni tra i giardini delle Orchidee, Camelie e Pappagalli. Continuando per il monte Yu’an in un magnifico paesaggio  tra foreste  e sorgenti emerge il tempio del bambù di Qiongzhu edificato durante l’ impero della dinastia Song e completato dalla Yuan, magnificamente decorato da cinquecento arhat in argilla dipinta  scolpiti dal maestro  Li Guangxiu e i suoi discepoli  nel periodo Guangxu della dinastia Qing in gran parte nei  i padiglioni Tiantailai e Fanyin con i restanti nella  sala Daxiong centrale, considerati uno dei capolavori della scultura orientale. Dalle sponde del lago Dianchi orientali e settentrionali si estende la catena montuose di Luohan con il  Huating e il Taihua nei monti Xi Shan che dominano i  periferici quartieri occidentali ove si elevano i colli dell’ Ovest noti come le colline del Budda Dormiente dal suggestivo ambiente tra templi ed edifici storici protetti dall’ omonimo parco forestale del Xi Shan. Sulla scogliera del monte Arhat si erge il grande santuario buddista in pietra noto come la porta del Drago dai sentieri,  le  stanze nelle grotte  e raffigurazioni sacre  splendidamente  scavate nella roccia, nella vicina scogliera del monte Luohan che domina la valle si trova l’ altrettanto suggestivo  padiglione di Sanqing  dal tempio consacrato al  taoismo. Verso la metà del monte Taihua tra gli alberi e le piante fiorite ne prende nome il tempio di Taihua edificato nel XIII secolo in epoca Yuan con le sale Mahavira, Re Celesti, il padiglione del Lago che con un corridoio collegano le varie stanze e quello che e noto come l’  edificio nebbioso, dominando  il suggestivo scenario sul lago Dianchi e la città. Sempre in epoca Yuan sui colli occidentali nel 1320 venne fondato il monastero e il tempio di Huating con gli edifici che ospitano la sala  dei Re Celesti dalle statue dorate dei quattro re e del Budda Maitreya, oltre l’altra sontuosa sala Mahavira e il padiglione dei fiori si erge la torre di Avalokitesvara. Per gli animati quartieri centrali tra edifici storici e più recenti  sulla  via Yongdao si trova il tradizionale ed animato mercato dei fiori e uccelli e a sud l’ edificio  tradizionale in legno  decorato ospita il padiglione di Daguan che accede ai due parchi dell’ est e dell’ ovest, il giardino dei bonsai e gli stagni di Jinhuapu, scendendo  nel distretto meridionale si ergono le due alte  pagode dell’ Est e Ovest  edificate nel IX secolo. Tra i vari parchi, oltre al il giardino botanico di Kunming  con la vasta esposizione di piante e l’ omonimo istituto di ricerca, su  quattro lagune con edifici tradizionali  collegate da ponti si stende il fascino del parco Cuihu  dominato dai monti Luofeng e Wuhua ed attraversato dalle due vie rialzate  Ruan e Tangcon, l’ isolotto al centro ove si ergono due  padiglioni e il tempio del  Loto, tra le altre piccole isole delle Palme, del Bambù e dei Pesci Rossi  e il padiglione del mare aperto competano la suggestione del il parco Cuihu . La bellezza di Kumning e i suo territorio assieme  al fervore mercantile impressionarono Marco Polo e tutti gli altri viaggiatori che seguirono, intatta nell’armonia tra la natura e l’opera dell’ uomo, con le pendici dei monti modellate dalle terrazze per le risaie e le colline dai nomi mitologici che affacciano nella valle dove si stende la città. Un’ antica via di commerci e pellegrinaggi, attraversa splendide vallate, risaie e villaggi, fino alla spettacolare formazione rocciosa di guglie e monoliti dalle forme più strane nella foresta di pietra a  Shilin  popolata da spiriti ed esseri mitici oggetto di antichi pellegrinaggi e indecifrabili culti tra buddismo, taoismo e arcaiche tradizioni tribali.

Dehong  e Honghe

All’ estremità centro occidentale la provincia autonoma del Dehong  conserva anch’ essa antichi centri e città che ne hanno percorsa la storia, dall’ antica Luxi fondata nel 1276  durante la dinastia Yuan  si è estesa la città  di Mangshi che conserva vari edifici nei quartieri storici ove il buddismo nei secoli ha lasciato le sue pagode e templi  ma tra tutti il più sontuoso e frequentato è il  tempio di Puti sorto nel 1667 in epoca Ming ed ampliato in quella Quing nel tradizionale stile Han con le raffinate decorazioni esterne e nei padiglioni con le sale attorno la centrale ove si erge la grande statua del Budda Sakyamuni sul trono di loto. Sulla frontiera birmana si trova la  città di Ruili e da qui si stende uno dei territori tribali della regione popolato dai  Jingpo giunti  dall’ altopiano tibetano, in gran parte diffusi nell’estremo territorio montuoso nord orientale dello stato birmano di Kachin, con diverse comunità oltre il confine indiano. Da sempre fieramente indipendenti e abili combattenti, la società e fondata sul Mayu-Dama regolato da vincoli di parentela nelle famiglie dello steso clan , dalle abitazioni in legno e bambù tra risaie e campi coltivati, conservando i costumi tradizionali neri e bianchi con turbante bianco per i giovani e nero per gli uomini, mentre le donne indossano abiti multicolori e ornate con gioielli in argento. In questa regione discende dalle antiche tribù  di stirpe e lingua Thai agricoltori e allevatori di bufali, conservando le antiche tradizioni magiche e animiste e sciamaniche anche dopo la penetrazione del buddismo. Ogni cosa contiene in sé l’ energia khwan, anche la casa ha un suo pilastro che lo contiene oggetto di particolari cure, tra le varie ritualità il culto della Madre del Riso Me Posop prevede che prima della semina le immagini della divinità vengono bruciate nei campi per propiziare il raccolto e quando comincia a crescere si celebra il rito thawkhwan che rafforza l’energia vitale delle piante. Nella meridionale prefettura autonoma dell’ Honghe, tra le montagne coperte di foreste ove scorre il fiume Yuanjang si stende il territorio che ne prende nome come la contea di Yuanyang  verso il Vietnam settentrionale a sud est, terra tradizionale del popolo  Hani ove per secoli hanno  splendidamente modellato i rilievi con le terrazze delle risaie Hani tra i loro villaggi  in un ambiente naturale e storico  unico dichiarate patrimonio culturale Unesco.

Xishuangbanna e il sud est

Continuando per la più meridionale prefettura autonoma di Xishuangbanna, lungo i confini dello stato  Kachin che si allunga all’ estremità settentrionale della Birmania, dalla fine del XII secolo all’ inizio del XIV  una confederazione tribale vi estese lo stato Sipsongpanna del Chiang_Hung, ove rimangono centri e villaggi in quello che è il territorio tradizionale del popolo Dǎizú dei Dai che oltre ai loro costumi hanno conservato le antiche ritualità  animiste  e sciamaniche anche dopo la loro conversione alla dottrina del  buddismo Theravada dal XV secolo, dalle  varie cerimonie religiose nel loro sincretismo  con le antiche tradizioni legate al mondo degli spiriti, riunendo le comunità in quelle più significative con costumi, danze, canti e musica durante l’ anno  come la festa del Qingming e la più celebre per  il capodanno di giugno con l’animata festa dell’ acqua Pòshuì jiè. Con i costumi azzurri e neri ricamati a colori vivaci nei loro villaggi i Miao  sciamano per i mercati sull’antica pista tra lo Yunnan e la  Birmania che attraversa il loro vasto territorio, dalle antiche tradizioni animiste e sciamaniche comuni alle popolazioni della regione come i Lahu  con le varie comunità legate all’ antica cultura e costumi, così come il  vicino popolo Yawyin dei  Lisu che si incontrano nei vari villaggi tradizionali e quelli meno accessibili  del popolo Wǎzú dei Wa, tra  le montagne circondati da risaie e campi di ortaggi coltivavano un tempo papaveri dell’oppio da tempo proibito dal governo cinese come per le altre popolazioni tribali, mentre continua tra le loro comunità isolate ove su stende il limitrofo cosìdetto Triangolo d’ oro nella Birmania  settentrionale che alimenta il devastante traffico. L’ intera regione racchiude i territori delle varie popolazioni tradizionali dello Yunnan dalle diverse culture,  costumi e antiche tradizioni legate all’animismo e le pratiche sciamaniche continuate nei secoli anche  dopo la diffusione del buddismo in Cina integrandone riti e cerimonie con  il culto di spiriti ed antenati scanditi dallo sciamanesimo tra questi villaggi per un altro  affascinante itinerario alla loro scoperta nello Yunnan che si ritrovano ad est  continuando  nell’ altrettanto suggestivo territorio del limitrofo  Guangxi.

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