Azerbaijan: Nagorno Karabakh
Tra il territorio caucasico della Russia che si stende a nord e quello meridionale lungo il confine con l’ Iran, l’ Azerbaijan è affacciato ad est sulla costa del Mar Caspio che lo separa dal Turkmenistan e il resto dell’Asia Centrale, assieme all’ Armenia e la Georgia ad ovest è parte della vasta regione storica della Transcaucasia dal territorio teatro di migrazioni, conquiste e regni che si sono succeduti nei secoli.
Il domino persiano
La lunga storia dell’ Azerbaijan è iniziata con il primo popolamento nel remoto paleolitico che ha lasciato i suoi resti nelle grotte di Azykh nei pressi dell’ omonimo villaggio come uno de più antichi siti proto umani tra il Caucaso e l’Asia centrale, la cultura di Shulaveri-Shomu fu tra le prime del tardo neolitico nella regione sorta alla fine del VI millennio seguita nell’età del bronzo dalla cultura di Leyla-Tepe diffusa nel Caucaso occidentale dal IV millennio e probabilmente i discendenti fondarono l’ altra cultura di Maykop nel millennio successivo, lasciando tutte i loro resti come nel sito di Qobustan . Dalla metà del XIX in questa regione sono stati rinvenuti e scavati riportandoli alla luce dall’ archeologia dell’ Azerbaijan assieme a quelli dei successivi periodi sorti nei millenni, dopo il lungo periodo preistorico la regione ha seguito la storia delle altre nel Caucaso e a metà del V secolo a.C. fu nei domini del potente impero Achemenide persiano che vi introdusse il culto del fuoco fondato su quello mazdayasna dello Zoroastrismo Come il resto dell’ impero persiano Achemenide la regione dell’ Azerbaijan fu presa da Alessandro il Grande e dopo la sua morte nel 323 a.C. i vasti territori conquistati ove si era diffusa la cultura dell’ Ellenismo venne spartito tra i discendenti e la regione caucasica entrò nell’ impero Seleucide minacciato poi da ovest nella grande espansione romana dopo la vittoriosa guerra Siriaca dal 188 a.C., mentre da est si era reso indipendente il regno ellenistico centro asiatico della Bactriana attaccandone i confini orientali assieme alle incursioni delle tribù nomadi iraniane e dei Parti con il potente impero Arsadice persiano esteso poi nel Caucaso dal 54 d.C. nel regno fondato dalla dinastia degli Arsacidi d’Armenia che, dopo l’avanzata con le guerre partiche di Traiano, dal 117 divenne in gran parte la provincia imperiale romana di Armenia.
Albania caucasica
In gran parte il territorio dell’ Azerbaijan rimase indipendente con il regno Aluank dell’ Albania Caucasica come venne chiamato dai romani divenendone vassallo dal 37 a.C. dopo la campagna di Pompeo contro Albani ed Iberi nel trentennio precedente, per poi tornare dominio dell’ impero partico. Dalla metà del III secolo entrò nei domini Ērānshahr dell’ impero Sasanide persiano divenendone vassallo così come il limitrofo ed ultimo regno ellenistico caucasico dell’ Atropatene, nel secolo successivo iniziò la diffusione del cristianesimo con l’ opera dall’ evangelizzatore del Caucaso Gregorio l’ Illuminatore che all’ inizio del IV secolo ove si stende il territorio dell’ antico Artsakh fondò la più antica chiesa della regione divenuta poi il venerato monastero di Amaras Nello stesso periodo dopo la conversione del sovrano Urnayr parte della popolazione abbracciò la nuova fede con la chiesa dell’ Albania caucasica mantenendone la liturgia tradizionale anche quando successivamente entrò in quella dell’ Etchmiadzin, come era nota la chiesa Apostolica Armena , mentre il resto rimase legata all’antica religione persiana dello Zoroastrismo . Dal 572 per quasi un ventennio l’impero bizantino si scontrò con quello sasanide in quella che fu detta la prima guerra romano-persiana nel Caucaso meridionale e in Mesopotamia finita con la spartizione del Caucaso, i bizantini mantennero la vecchia provincia romana dell’ Armenia e la cessione di Albania e Iberia caucasiche, ma la tregua fu di breve durata fino al 602 quando per oltre venticinque anni venne combattuta la lunga e seconda guerra romano-persiana che devastò quelle le regioni. Il Regno sopravisse fino al 667 quando anch’esso fu invaso dopo la conquista araba islamica dell’ impero Sasanide nel 651, mentre il baluardo nel Caucaso del vasto Khanato di Khazaria, fondato dal popolo di stirpe turca convertiti all’ ebraismo dei Cazari , riuscì a resistere all’ invasione islamica con le due guerre Khazare fino al 730 quando attaccarono gli arabi nella Persia nord occidentale con la vittoriosa battaglia di Marj Ardabil, finendo poco dopo sconfitti a Mosul ed altri scontri aprendo alla conquista araba la regione meridionale della Transcaucasia estesa tra Azerbaijian , Armenia e Georgia.
La conquista islamica
Mentre parte della popolazione cristiana inizialmente si oppose alla conversione forzata, il resto si unì nella nuova religione del movimento Khurramiyya fondata in Persia dal riformatore Pāpak Khorram noto come Babak che univa l’ antico Zoroastrismo alla corrente islamica che si separò dalla dottrina ufficiale Sunnita con lo Sciismo, a lungo ispiratrice dall’VIII secolo fino al successivo di varie rivolte contro il dominio del califfato Abbaside tra la Persia e il Caucaso. Dalla seconda metà del IX secolo alla prima del X l’ Azerbaijan venne governato dalla dinastia Sagide o Sājiyān seguita da quella persiana Āl-e Būye dei Buwayhidi, mentre la provincia dell’ Artsakh rimase agli armeni Pakradouni con la dinastia Bagratide , condivisa con l’ altra dinastia sunnita di origine curda a loro legata da parentele degli Shaddadidi. Dall’ inizio dell’XI secolo la regione venne conquistata dalle tribù turche degli Oghuz nella loro espansione dall’Asia Centrale che con l’ omonima dinastia fondarono l’ impero Ghaznavide esteso dal Punjab pakistano all’ Azerbaijan fino al 1030, quando il popolo dei Selçuklular anch’ esso di stirpe Oghuz vi estese il Büyük Selçuklu Devleti del vasto impero Selgiuchide e tutte le varie dinastie azere ne furono sottomesse o vassalle. Vi imposero ordine ed autorità oltre alla completa conversione islamica della popolazione governando la provincia con i Vizir del sultanato, le grandi riforme dello studioso letterato divenuto Vizir Nizam ul-Mulk fecero fiorire la regione fino al suo assassinio nel 1092, iniziando il declino dei governi nelle province imperiali che finì con la loro decadenza nel secolo successivo dopo la scomparsa del gran sultano Ahmad Sanjar nel 1153. Il governo locale fu affidato alla nobiltà turco persiana degli Atabeg che dal XII secolo cominciarono a rendersi indipendenti, parte del territorio azero entrò nei domini della dinastia turca degli Eldiguzidi come Atabakan-e Azarbayjan, mentre nella storica regione dello Shirvan si imposero gli Atabeg della dinastia di antiche origini arabe e persiane Shirvanshah che ne fecero grande centro della cultura islamica turca con la corte frequentata da scienziati, poeti ed artisti. Dopo l’ invasione del Khwarezm da est li mongoli avanzarono nella regione caucasica devastandola occupando gran parte dell’ Azerbaijian nel 1231 ne distrussero le città mentre avanzavano verso la Rus’di Kiev a nord, conquistando i territori delle dinastie Atabeg azere e in breve l’ intera regione fu nei domini del Khan Ögödei . Quando lo sconfinato impero mongolo fu diviso tra i successori di Gengiz Khan la confederazione tribale dei Qaraqoyunlular dal 1375 vi estesero il loro dominio del Kara_Koyunlu mantenendo il regno Shirvanshah divenuto poco dopo vassallo del nuovo vasto impero Timuride fondato da Tīmūr Barlas noto in occidente come il grande condottiero Tamerlano e successivamente si impose l’ altro potente clan di origine Oghuz dell’ Ak_Koyunlu continuando la tradizione culturale timuride. Nella regione centro meridionale anche la storia del Nagorno Karabakh o Dağlıq Qarabağ, ha origini antiche quando il territorio dell’ Artsakh dalla metà del IV millennio a.C. al secondo fu tra i centri della cultura Kura-Araxes, tra il X e il VI secolo a.C. fu poi dominata dalla popolazione iranica dei Mannei e dopo varie migrazioni e conquiste tra il secondo secolo a.C. e il 387 d.C. fu una delle dieci province del regno di Armenia divenuto dal 165 protettorato romano e fin dal primo secolo vi fu introdotto il cristianesimo che dal quarto divenne la religione nella regione con l’ opera del santificato Gregorio armeno. Dopo l’ invasione araba nel VII secolo gran parte della popolazione fu costretta alla conversione islamica e l’ antica chiesa dell’ Albania caucasica divenne anch’ essa parte della gregoriana chiesa apostolica cattolica Armena, mentre dall’ VIII secolo la regione divenne il principato armento di Khachen rimasto indipendente fino al XIV secolo quando divenne anch’ esso dominio del Kara_Koyunlu prima e poi dell’ Ak_Koyunlu nel 1468. Dall’ inizio del XVI secolo come il resto del Caucaso entrò nei domini del nuovo impero persiano dei Safavidi che costrinsero il popolo azero a convertirsi forzatamente all’ islamismo Sciita, un vano tentativo di riconciliare Sciiti e Sunniti fu tentato dalla dinastia turca degli Afsharidi che prese in potere nel XVIII secolo, seguita da quella anch’essa di breve durata degli Zand.
Transcaucasia russa
Nel frattempo salito al trono imperiale russo lo zar Pietro I, per fermare l’ espansione ottomana nel Caucaso per un anno dal 1722 venne combattuta la cosìdetta prima guerra persiana, mentre la dinastia Zand venne travolta dalla tribù turco azera che fondò il regno persiano con la sua dinastia Qajar rimasta a lungo al potere fino al 1925. Il regno di Kartli-Kakheti islamico nel territorio della Georgia governato dai Qajar, divenne protettorato russo con il trattato di Georgievsk nel 1783 e poi con l’ invasione dell’ esercito imperiale culminata nella vittoriosa battaglia di Krtsanisi nel 1795, vi fu la completa annessione della Georgia all’ impero russo. Prima con Paolo I Romanov e poi con il successore Alessandro I i russi continuarono a combattere l’espansionismo dell’ impero ottomano ad ovest e dal 1806 la guerra contro la Turchia venne combattuta per sei anni finita nel 1812 con il trattato di Bucarest ove gli ottomani rinunciarono alle pretese sulla regione Zakavkazye nella Transcaucasia e quella occidentale già annessa all’ impero russo all’ inizio del secolo della Georgia. Nello stesso periodo dal 1804 contro il regno iraniano della dinastia Qajar venne combattuta la seconda guerra persiana terminata vittoriosamente nel 1813 costringendo la Persia alle cessione di altri vasti territori caucasici con il con il trattato di Golestan e anche tutti i khanati locali divennero protettorati russi. A metà del XVII secolo anche il Nagorno Karabakh fu nel dominio persiano con il Khanato del Karabakh, poi costretto ad accettare il protettorato russo nel 1805 e dopo la sconfitta nella guerra russo persiana con il Trattato di Gulistan del 1813, fu ceduto anch’ esso al dominio imperiale russo dei Romanov come gran parte del Caucaso turco. L’ espansione zarista continuò il decennio successivo combattendo la terza e ultima guerra persiana durata due anni dal 1826 travolgendo l’ esercito Qajar e la cessione degli ultimi territori caucasici con il trattato Turkmenchay compreso l’ intero Azerbaijan. Con la caduta del regime zarista nel 1917 e il trionfo della Rivoluzione di ottobre, il nuovo governo bolscevico nella regione proclamò la Repubblica Federale Democratica della Transcaucasica e la popolazione islamica azera contro l’ unione con la cristiana Armena nel 1918 scatenò la guerra armeno-azera sostenuta dall’agonizzante impero ottomano che assieme agli azeri scatenò l’offensiva dell’esercito islamico del Caucaso contro le milizie armene e i bolscevichi che sconfissero nella battaglia di Baku, ma con la fine della prima guerra mondiale e il disfacimento dell’ impero ottomano l’ Armata rossa occupò l’Azerbaijan nel 1920 come territorio della nuova Russia divenendo poi la Repubblica Socialista Sovietica Azera e dall’ epoca per i successivi decenni parte delle repubbliche caucasiche della grande Unione Sovietica che cercò di contenere il conflitto tra Azeri musulmani ed Armeni cristiani.
Azerbaijan indipendente
Dichiarata indipendenza venne eletto presidente Ayaz Mütallibov nel 1991, dopo un brevissimo mandato di Yaqub Mammadov venne riconfermato e seguito l’ anno dopo per un solo mese in carica dal Presidente del Parlamento İsa Qambar nel 1992 che mise fine alle aspirazioni democratiche come rappresentante del Partito dell’ Uguaglianza islamico Musavat, arginato brevemente dal vago progressismo espresso Fronte_Popolare Azero Axcp che riuscì a far eleggere a presidente uno dei suoi fondatori a Abülfaz Elçibay in carica per un anno fino a quella che portò al potere colui che divenne padre padrone del paese Heydar Aliyev dal 1993 sostenuta dal c suo personale partito Yap , con la sua decennale dittatura che dopo la morte nel 2003 è passata al figlio Ilham Aliyev che dall’ epoca continua a dominare il paese. Dopo riconferma del presidente Aliyev al potere per la terza volta nell’ ottobre del 2013 con i consueti macroscopici brogli denunciati dall’ opinione internazionale, si è ripetuta la farsa delle nuove elezioni in Azerbaijan due anni dopo anch’ esse monitorate negativamente agli osservatori elettorali per la Sicurezza e la Cooperazione europea Osce, così come la riconferma a fine mandato nel febbraio del 2020 con lo stesso metodo nelle ultime elezioni in Azerbaijan. Nel frattempo insorse la popolazione cristiana armena nell’ omonima regione iniziando il lungo conflitto nel Nagorno-Karabakh che, dopo la prima guerra infuriata per due anni dal 1992, portò alla proclamazione dell’ indipendente repubblica dell’ Artsakh dopo una lunga storia segnata da violenze e genocidi nella regione, mai sedati in un effimera pace con attacchi e scontri negli anni successivi in quel martoriato territorio. Nel settembre del 2020 si è riaperto un nuovo violento capitolo nel trentennale conflitto nel Nagorno Karabakh tra l’ Armenia che ha tentato di proteggere la repubblica indipendente e l’ Azerbaijan sostenuto dalla Turchia del sultano Erdogan, dopo due mesi di violenti scontri e devastazioni con la capitolazione armena nell’ accordo di cessate il fuoco in questa ultima guerra dell’ Artsakh che ha sconvolto gli equilibri nel Caucaso.
Il territorio azerbaijano
il territorio dell’ Azerbaigian si stende tra le montagne centro settentrionali agli altipiani e pianure lungo la costa del Mar Caspio, i monti Boyuk Qafqaz nella catena del Grande Caucaso che si allunga a nord est lungo il confine russo nella regione nord orientale ove tra altre vette si eleva il Bazardyuzyu che domina il magnifico territorio del Şahdağ Mill, la catena scende poi a sud est fino alla penisola di Absheron sul Caspio e parallelamente poco a sud sempre verso est si allunga la catena minore del Caucaso. All’estremità sud orientale lungo i confini iraniani ila catena dei imonti Talyshs dominati dal Kyumyurkyoy che scendono verso il bassopiano di Länkäran lungo la costa del Caspio ove dalla regione centrale si allunga la pianura del Kura-Aras, tra vallate e pianure i vari fiumi e laghi dell’Azerbaijan scorrono e si stendono in gran parte sul vasto bacino del Caspio dalla costa che si stende ad est con varie isole la largo in gran parte concentrate nell’ arcipelago di Baku. Dalle foreste tra montagne ai boschi meridionali fino alle steppe nelle pianure la varietà della flora in Azerbaijan forniscono i diversi ambienti naturali che ospitano le numerose specie in parte endemiche della ricca e variegata fauna azera . Le regioni montuose sono popolate da caprioli, cinghiali e cervi del Caucaso, assieme a mandrie di bisonti europei e camosci, orsi bruni, linci e ultimi esemplari dei rari leopardi caucasici, nelle pianure varie specie di rettili e roditori, gazzelle, sciacalli e iene, mentre lungo fiumi, laghi e la costa del Caspio numerose specie di uccelli migratori come garzette, beccaccini, pernici, cigni, pellicani, aironi e fenicotteri e parte dei suggestivi ambienti naturali con la loro fauna fin dall’ epoca sovietica sono potetti dai vari parchi nazionali dell’ Azerbaijan da riscoprire il un suggestivo itinerario da nord a sud. Nella regione più settentrionale ove si allunga la catena del Grande Caucaso di stende il parco nazionale di Shahdag dal suggestivo territorio tra montagne e vallate popolate da animali, continuando per l’ estremità nord orientale verso il Caspio si trova il parco di Samur-Yalama , tornando all’ interno tra i settentrionali distretti di Khizi Rayon e Siazan nelle foreste temperate l’ambiente e la fauna sono protetti dal parco nazionale di Altyaghach. Scendendo nell’ omonimo distretto centro occidentale splende il lago Lago Blu del Göygöl che da nome al territorio tra le foreste subalpine ove si stende il parco nazionale di Goygol popolato dalla ricca fauna endemica dei monti azeri. Nella pianura centro meridionale del Kur-Arazove splende il grande lago Bianco salato Ağgöl con le sue paludi popolato da varie specie di uccelli con il parco ndi Ag-Gel, poco a sud nell’ interno disteso sull’ omonima pianura habitat di varie specie di fauna endemica si trova l’altro parco nazionale di Shirvan . Ad est sull’ omonima penisola che si allunga nel Mar Caspio il parco nazionale di Absheron protegge il suggestivo ambiente con la sua flora e fauna, procedendo sulla costa sud occidentale del Caspio l’ambiente delle le paludi ove nidificano varie specie di uccelli migrator è protetto dalla riserva Ghizil-Agaj. All’ estremità sud orientale del territorio azero tra i monti coperti di foreste contigue anch’ esse popolate da animali l’ambiente unico è protetto dal parco di Hirkan, lasciando la regione per l’enclave della repubblica autonoma del Naxçıvan nell’opposta estremità sud occidentale, tra le montagne è adagiato il parco nazionale di Zangezur anch’esso dal magnifico popolato da una gran varietà di animali e diverse specie endemiche di uccelli e mammiferi caucasici alcune in via di estinzione come il raro leopardo persiano saxicolor.
Popolo Azero
Gli Azəri türklər meglio noti come Azeri , come altre popolazioni caucasiche limitrofe e gran parte di quelle diffuse in Asia centrale, discendono dalle tribù di antica origine nomade si simili tradizioni e lingue dei Turk che nella loro espansione divennero poi sedentari fondando Khanati, regni ed imperi, dopo la conquista araba della Persia nel VII secolo l’islamismo si diffuse nella regione del Caucaso e anche gli Azeri si convertirono rimanendo dall’ epoca tra i più fedeli seguaci, mantenendo alcune diverse più antiche tradizioni. I vari periodi storici nella cultura dell’ Azerbaijan sono in parte ricordati in alcuni costumi, cerimonie collettive o famigliari nelle tradizioni degli Azeri, la storia è raccontata dall’ antica arte tessile espressa nei preziosi tappeti azeri dalle decorazioni geometriche, mitologiche, vegetali animali ed islamiche. Simili ad altre popolazioni centroasiatiche le cerimonie del Novruz che celebrano il nuovo anno e l’ inizio della primavera, come per altri popoli del vicino oriente è viva l’antica tradizione del the o Chay come simbolo di amicizia ed ospitalità che si ritrova nelle case chaykhana. Di grande importanza sono le varie cerimonie del tradizionale matrimonio Azero dalla presentazione della sposa nel qız görmə all’ accettazione della stessa con l’ Elçilik passando per il suo pagamento alla famiglia nel Başlığ e il fidanzamento ufficiale Nişan che prevede la dote Cəhiz per procedere alla registrazione religiosa islamica Kəbin Kəsmək ed infine le cerimonie del giorno precedente e successivo al matrimonio dell’Xınayaxdı e l’Uzə Çıxdı , in gran parte delle cerimonie e feste si tengono le danze Azere tradizionali accompagnati dal suono degli strumenti e canti che esprimono la musica popolare Azerbaijana. Assieme ad altre minoranze popolano villaggi centri e città dell’ Azerbaijan dal territorio diviso in dieci regioni, cinquantanove distretti, dieci città e una repubblica atonoma del Nakhchivan a sua volta divisa in sette distretti come divisioni amministrative dell’ Azerbaijan.
Baku
Ove si allunga la penisola dell’ Absheron affacciata sulla costa meridionale del Mar Caspio dal suo antico centro medioevale si è estesa la città di Baku divenuta la più grande dell’Azerbaijan e sua moderna capitale , collegata al vecchio centro dalla lunga Avenue di Neftchilar che l’ attraversa fino alla sponda meridionale della penisola di Absheron ove si apre la baia di Baku sulla costa occidentale del Mar Caspio che dal 1902 ospita il grande e trafficato porto di Baku. Sulle vie che diramano dalla Neftçilər attraverso i quartieri estesi dal centro affacciano molti tra gli edifici, palazzi e monumenti di Baku, dal XIX secolo fino all’ indipendenza sono sorti molti edifici che ospitano Teatri dell’ Accademia di Arte Drammatica ed altri dedicati a spettacoli vari, edifici per Concerti , diversi i centri culturali, mentre la storia e l’arte sono raccontate dalle vaste collezioni dei vari Musei, continuando tra parchi e moderni quartieri fino al lungomare di Baku. Dalla grande e moderna città la sua più antica storia la si ritrova nel vecchio centro di Baku adagiato tra i quartieri dell’ İçəri Şəhər proclamato patrimonio culturale Unesco ove si trovano la gran parte dei siti, edifici e resti più suggestivi, tra i capolavori della grande architettura dell’ Azerbaijan medioevale che raccontano la storia dell’ antica città di Baku. Affacciata sulla costa dell’ İçəri Şəhər su una roccia e circondata da mura sorge la Giz Galasi o la Torre della Fanciulla edificata nell’ XI secolo che , per un’antica leggenda è nota anche come la Torre dell’amore Maiden. Davanti la torre nel XV secolo sorse l’ edificio dell’ Haji Gayib che ospitavano i bagni turchi. Tra tutti emergono gli edifici del sontuoso palazzo degli Shirvanshah sorto per volere dell’ omonima dinastia nel XV secolo dalla suggestiva architettura islamica Azera con il padiglione circolare dell’alto portale decorato sormontato da una cupola del Divankhana, poco oltre la sontuosa moschea come era nota la moschea Saray del palazzo dalla pianta rettangolare e il minareto decorato con iscrizioni , sul cortile più ampio affaccia il mausoleo degli Shirvanshah con i sepolcri della dinastia. Nel 1458 fu completato il mausoleo dalla cupola conica di Bakuvi in onore grande studioso e mistico Sufi Seyid Yahya Bakuviove sul lato meridionale si erge il minareto della moschea di Keygubad, affacciato sul cortile inferiore orientale il grande edificio dell’ Hamami che ospitava le terme con i bagni turchi mentre dopo l’ occupazione ottomana alla fine del XVI secolo venne aperta la porta orientale del Sultan Murad. Lasciato il sontuoso Şirvanşahlar, si trova al la moschea di Muhammad nota come Siniggala dal nome del suo minareto edificata nel XI secolo, delle antiche mura rimane il doppio portale merlato Shamakhi della fortezza che le proteggeva, continuando tra le animate vie della città vecchia si trova la piccola e cubica moschea Ashur aperta nel 1169 , mentre al XII secolo risale l’ edificio del Caravansaray che accoglieva le carovane nel medioevo, su un antico tempio zoroastriano nel XII secolo venne edificata la Juma come moschea del Venerdì ampliata più volte e andata in rovina per essere ricostruita alla fine del XX secolo nel medesimo stile come la si trova. Lo storico quartiere İçərişəhər dell’ antica Baku si estende per la penisola di Absheron ove nel 1139 venne completata la possente fortezza di Baki Qalasi che ha lasciato i suoi imponenti resti e il grande portale tra le torri merlate, continuando nella penisola si trova la suggestiva montagna fiammeggiante di Yanar_Dag dal perenne fuoco alimentato dai gas naturali protetto da un parco e a lungo considerato sacro dai fedeli dell’ antico Zoroastrismo azero che nel vecchio villaggio adagiato sulla costa della penisola divenuto il sobborgo di Suraxani avevano come santuario l’ antico Tempio del Fuoco zoroastriano di Ateshgah dalla sacra fiamma eterna anch’essa alimentata dal gas naturale , devastato dall’ invasione islamica ricostruito dai fedeli dell’ antica religione persiana alla fine del XVII secolo come centro di pellegrinaggi poi abbandonato come lo si trova. La riserva statale etnografica e storica di Gala racconta la storia dell’ Azerbaijian e il suo popolamento dalla preistoria al medioevo con vari edifici, moschee, monumenti, ricostruzioni di ambienti e varie esposizioni e reperti in gran parte raccolti nelle collezioni del museo di storia ed etnografia Mikayl .Lasciata la città per una sessantina di chilometri a sud ovest si trova il centro di Gobustan o Qobustan con l’ omonimo sito risalente all’ VIII millennio a.C. dal territorio circostante con la più alta concentrazione di vulcani di fango in Azerbaijian e nel mondo in un suggestivo ambiente dichiarato patrimonio Unesco e protetto dalla riserva con il parco archeologico di Gobustan con al centro il colle di Böyük Daş racchiude il grande patrimonio di arte rupestre del Gobustan ove dalla più antica preistoria per millenni sono state incise da figure umane, scene di caccia, imbarcazioni, animali , costellazioni astrali e raffigurazioni simboliche proclamato anche esso patrimonio mondiale Unesco come passaggio culturale dell’ arte rupestre di Qobustan.
Nagorno Karabakh
All’ epoca della sua costituzione anche il Karabakh entrò nella nuova Repubblica Federale Democratica della Transcaucasica , divisa ben presto tra Georgia, Azerbaijan e Armenia, inizialmente assieme alla provincia di Syunik nel territorio del Zangezur e la limitrofa Repubblica autonoma del Naxçıvan. Venne assegnato all’ Armenia, mentre nel decaduto impero ottomano dai sultani il potere era passato a Mustafa Kemal detto Atatürk con la sua rivoluzione laica e progressista, la Russia pensò di estendervi il bolscevismo e per stringere un’ improbabile alleanza spostò lo Zangezur all’ Armenia, mentre Karabakh e Nakhchivan entrò all’Azerbaigian islamico legato alla Turchia, creando la provincia autonoma del Nagorno Karabakh nel 1923 come ‘oblast della nuova Repubblica Socialista Azera unita poi all’ Armenia e la Georgia nella più vasta Federazione della Repubblica Socialista Sovietica Transcaucasica. Dall’ epoca stalinista sono a lungo rimaste come Repubbliche Socialiste caucasiche dell’ Unione Sovietica, ma oltre le antiche divisioni tra cristiani armeni e musulmani azeri, la spartizione territoriale è all’ origine dei conflitti che si sono trascinati drammaticamente dopo la dissoluzione dell’ Urss nel 1990. L’anno precedente venne fondato il partito Acpx islamico che scatenò violenze contro la popolazione armena cristiana come il pogrom di Sumgait devastandone i quartieri armeni nell’ omonima cittadina, seguito dall’ altro pogrom di Baku per una criminale pulizia etnica dei cristiani armeni poi protetti dalla guarnigione sovietica con la giusta repressione culminata nel Qara Yanvar o il Gennaio nero del 1990. L’ anno dopo mentre iniziava a dissolversi l’ Unione Sovietica, l’ Azerbaijan con la prima presidenza di Mutallibov si proclamò stato autonomo entrando nella Comunità russa degli Stati Indipendenti, poco dopo la popolazione armena nel sud ovest si ribellò all’acquisizione azera scatenando il primo conflitto culminato nella guerra del Nagorno Karabakh infuriata per due anni dal 1992. Venne poi proclamata l’ indipendente repubblica dell’ Artsakh ratificata con un referendum costituzionale come Repubblica del Nagorno Karabakh, dopo che nell’aprile del 2016 tra i militari azeri e le milizie si scatenarono violenti scontri in quella che venne definita la guerra dei quattro_giorni. Dopo un periodo di relativa stabilità nel 2020 è ricominciato un conflitto armato tra l’esercito azero fomentato ed appoggiato dalle relazioni con la Turchia e quello armeno che si contendono il territorio nella guerra dell’Artsakh, ove nelle aspirazioni per un nuovo dominio islamico ottomano nel Caucaso ha aperto il duo fronte bellico la Turchia di Erdogan che, oltre il suo supporto armato ha inviato quattromila mercenari siriani dell’Isis per combattere la loro guerra santa contro i cristiani dell’Artsakh. Dopo sei settimane di aggressione delle milizie azere islamiche e turche tra violenze e devastazioni la regione è passata sotto il loro controllo in una catastrofe per gli Armeni cristiani e loro patrimonio culturale. Dopo la resistenza armena e la dell’ omonima città nella battaglia di Shushi il conflltto è terminato con la mediazione della Russia in una tregua che continua a rimanere una pace precaria nel territorio del Karabakh. Mentre la precaria pace nel Nagorno Karabakh è sempre più minacciata dalla Turchia per consolidare il suo ruolo storico come tramite tra l’ occidente e l’ Azerbaijan, si è rafforzato il ruolo strategico, diplomatico ed economico della la sempre più aggressiva Turchia di Erdoğan con i suoi richiami islamici ed ottomani. Fin dall’ epoca sovietica il paese è stato tra i più floridi della regione caucasica e l’ economia Azera dall’ indipendenza, oltre che dalle numerose centrali termoelettriche anche fonti di energia, si è incrementata con la costruzione di nuovi oleodotti e gasdotti nazionali ed internazionali dell’ Azerbajian assicurano la lucrosa esportazione della sua grande produzione di petrolio e gas naturale in Europa completata con il gasdotto Tanap del Trans-Anatolian Natural Gas Pipeline attraverso la Georgia e la Turchia e il corridoio meridionale Tap del Trans-Adriatic Pipeline attraverso Grecia, Albania e Puglia. Del grande flusso di capitali e risorse economiche in un paese governato autoritariamente che reprime ogni opposizione, approfitta anche la corruzione istituzionale e la criminalità finanziaria con il riciclaggio di denaro da proventi illeciti definito la banca azera, mentre la vecchia criminalità in gran parte si è riunita nell’ internazionale organizzazione dei Lenkarani che, oltre alle varie attività nel Caucaso assieme alla potente Obščina come è nota la mafia cecena, in questa regione controlla parte di una delle vie balcaniche della droga.
Antico Artsakh
Nella storica regione dell’ Artsakh si diffuse il cristianesimo fin dal IV secolo assieme al territorio dell’ Utik che fu parte dell’antico Regno d’Armenia e poi della medioevale Albania Caucasica, esteso ad est fino al Caspio in quello del Paytakaran, con i vari siti, centri e villaggi tra le montagne coperte da boschi e foreste ove edificate nei secoli si ergono le fortezze del Karabakh per proteggere il territorio, in gran parte fondati nell’ alto medioevo edifici e chiese armene con i loro antichi monasteri dell’ Artsakh splendidamente isolati tra quelle montagne a volte raggiungibili per impervi sentieri, un grande patrimonio storico ed artistico che con il conflitto del Nagorno Karabakh per l’ intolleranza islamica azera è minacciato da un vero genocidio culturale. Dal villaggio medioevale di Vararakn, si estese la città di Xankendi ribattezzata Step’anakert che alla fine del primo conflitto nel Nagorno Karabakh è divenuta capitale della proclamata repubblica di Artsakh, conservando i vecchi quartieri, piazze ed edifici, in parte colpiti dai bombardamenti nel 2020 nell’ ultima fase dell’ ormai decennale conflitto che si trascina con le sue violenze nel Nagorno Karabakh, mentre anche dopo la tregua si continuano a devastare siiti, chiese e monasteri armeni. Durante tutta l’ epoca sovietica e prima del conflitto in un tempo che sembra ormai lontano da Step’anakert partivano gli itinerari per riscoprire la storia e la cultura della regione, passando per i resti della fortezza di Askeran sorta nel X secolo ed estesa nel XVII dai persiani fino alla vicina città di Shusha dal vecchio centro che dalla metà del XVIII secolo fu protetta dalla fortezza russa di Şuşa. In gran parte gli antichi siti si trovano isolati tra le catene dell’ Artsakh estese nei monti Mrav dagli scenari al suggestivi, rimasta ultima enclave del cristianesimo in Azerbaijan dopo la diffusione islamica e che qui con l’architettura e l’ arte religiosa si è espresso fin dal medioevo nella cultura dell’Artsakh tra chiese nei vari centri e monasteri dagli interni decorati , affrescati nel medesimo stile con portali e all’ esterno steli Khachkar. All’ estremità nord occidentale ove si stende la regione del Šahowmyan , nel 1301 venne fondato il piccolo monastero di Tzar vicino l’ omonima comunità rurale, dal villaggio di Vank si raggiungono vari centri e siti storici della regione come la vicina chiesa armena fondata nel XIII secolo con il monastero di Gandzasar dall’architettura tradizionale medioevale e gli interni decorati. Adiacente al Šahowmyan si stende il territorio nord orientale del Martakert con l’ omonima capitale chiamata in azero anche Aghdara da dove tra le montagne boschi si raggiunge il villaggio di Talish devastato dai miliziani azeri nel 2016, nei pressi il monastero di Horekavank fondato nel al V secolo ed ampliato nel XIII con la sua chiesa , il campanile settecentesco e l’ ampio cortile ove si ergono numerose steli incise e decorate Khachkar. Per un sentiero tra i boschi dominati dai monti Mrav dall’ antico villaggio di Mataghis , vicino la cascata Jrvshtik si trova il piccolo monastero di Yeghishe l’ Apostolo ingrandito nel XIII secolo dal più antico fondato nel V, abbandonato e rimasto in rovina, continuando nell’ omonimo distretto ove dal XVIII secolo sorgeva la città di Ağdam abbandonata nel 2020 dopo la devastazione dell’ esercito azero, poco distante è rimasta la chiesa di Vankasar con il suo piccolo monastero fondato nel VII secolo. Passando per la comunità rurale di Kolatak sull’ omonimo colle si trovano le tre chiese del monastero di Anapat dalle varie steli khachkar con iscrizioni che lo fanno risalire al XII secolo. Continuando lungo il versante meridionale dei monti Mrav dalle vallate coperte di boschi e piccoli villaggi per un impervio sentiero si raggiunge il monastero di Yerits Mankants fondato nel XVII secolo tra i più recenti della regione. Su un colle lungo il fiume Kolatak al XII secolo risale il monastero di Metsaranits consacrato a San Giacomo Surp Hakob, sempre nel suggestivo ambiente montuoso seguendo il corso del fiume Tartar un sentiero nella foresta porta al monastero di Khatravank che ha lasciato i suoi resti nella foresta e poco a nord alla confluenza con il Trghi su uno sperone di roccia si ergono i resti di quella che la possente fortezza di Jraberd edificata alla fine del VI secolo. Dalla comunità di Askeran con la vicina fortezza del X secolo, tra le foreste di montagna, oltre ai resti di altri minori, si raggiunge il monastero di Okhti Yeghtsi del XII secolo e scendendo a sud ovest si entra nel territorio del K’ašat’aġ disteso nella regione di Kashatagh con vari centri e villaggi verso il confine armeno ove, tra gli altri edifici monastici medioevali si trova il monastero della rondine di Tsitsernavank fondato nel VI secolo che leggenda vuole contenesse le reliquie di San Giorgio meta di pellegrinaggi , simile alle basiliche dell’ architettura armena dell’ epoca. Continuando per il territorio centro orientale ove si apre la regione del Martowni nella suggestiva gola di Anahit venne edificato il monastero di Bri Yeghtsi nel XII secolo che ha lasciato i suoi resti e scendendo verso sud nei pressi del villaggio di Machkalashen il monastero armeno di Amaras è il più antico della regione fondato nel IV secolo sul sito ove era il sepolcro del beatificato Grigoris di Cesarea nipote di Gregorio l’ Illuminatore che diffuse il cristianesimo nella regione e consacrato al venerato monaco Mesrop Mashtots che dall’epoca è celebrato come colui che inventò l’ elaborato aybuben hayots dell’ alfabeto Armeno , saccheggiato dai mongoli e devastato nel 1387 dall’invasione di Tamerlano è stato ricostruito nel XVI secolo mantenendone lo stile come lo si trova. Nel distretto centro occidentale di Kalbajar si trovano centinaia di siti armeni tra antichi villaggi, fortezze, chiese e monasteri con il più noto sorto su un più antico sito fondato da San Dadi discepolo dell’ apostolo Taddeo che diffuse il cristianesimo nell’Armenia orientale nel primo secolo, venne edificato il l monastero di Dadivank dal IX secolo per i successivi anch’esso dall’ epoca centro di pellegrinaggi. Continuando attraverso il distretto di Khojavend si scende per raggiungere il limitrofo sud orientale nella regione dell’ Hadrowt’ distesa tra le montagne con isolati villaggi tra due valli ove da nord scorono brevi affluenti del fiume Araz verso il confine iraniano, dal vecchio villaggio di Honashen nel XVI secolo sorse il centro che si è esteso nella cittadina di Hadrut . Prima degli ultimi devastanti conflitti nella regione da qui si poteva prendere il suggestivo percorso del Janapar tra i villaggi, gli antichi siti, chiese e monasteri del Nagorno Kharabak centro meridionale. Iniziava dal villaggio di Togh ove nei pressi si trovano i resti della chiesa armena di Ktişvəng del XIII secolo con il monastero di Gtichavank, sulla cima del monte Dizapait su un più antico sito del V secolo nel XVII venne ricostruito l’ altro monastero di Dadivank .Poco distante da Togh si aprono le suggestive gole con le grotte di Azokh popolate nella preistoria fin dal Paleolitico inferiore che vi ha lasciato i suoi resti, passando per l’antico villaggio di Daşaltı con la comunità di Karintak, si risale la suggestiva scogliera che lo domina per l’altopiano ove sorge la città di Şuşa che conserva quartieri ed edifici della sua storia continuando nell’ omonima regione per la spettacolare gola di Hunot e le cascate Zontik e la vicina capitale del Nagorno Kharabakh Step’anakert da dove si poteva riprendere il percorso tra i centri e i monasteri centro settentrionali che rimane un patrimonio culturale lasciato alle devastazioni della guerra.