Baltistan
La provincia pakistana del Gilgit Baltistan si stende dall’ estremità nord orientale del kyber tra le montagne e vallate che si allungano per i territori indiani più settentrionali del Ladakh dalle antiche tradizioni buddiste e il limitrofo islamico Kashmir, mentre da nord si allunga la catena dell’ Hindo kush con il lembo più settentrionale dell’ Afghanistan continuando ad est con l’ altra maestosa catena del Karakorum che tra gli altri passi accede alla vasta regione occidentale cinese del Xinjiang.
Storia del Baltistan
Dal II millennio a.C. inizia lunga storia del Baltistan con il primo popolamento che ha lasciato incisioni rupestri seguito da tribù di stirpe tibetana antenati di quelle riunite nel popolo dei Balti, legati da antiche tradizioni religiose sciamaniche e Bon fino alla diffusione dal Tibet tra i regni locali del Buddismo, a metà del VII secolo la regione entrò nell’ influenza cinese e poi nell’ impero del Tibet che rese il territorio vassallo. Per limitare l’ espansione dei califfati islamici il regno governato dalla dinastia buddista Shahis di Gilgit divenne sorta di vassallo stringendo alleanza con i cinesi del potente impero Tang , ma con l’ inizio della sua decadenza nel IX secolo tornò nei domini tibetani con una parte del territorio abitata dalle comunità Botraj del popolo Burusho di antica origine indoariana fino alla limitrofa regione governato dal principato del Chitral. Il regno dei Shahis venne rovesciato dal nuovo dominio Kayānis di stirpe turca poi islamizzato fondato dalla dinastia Trakhan che regnò sul Baltistan fino a metà del XIII secolo, ma il buddismo tra la popolazione continuò ad esserne fondamento culturale fino al secolo successivo quando iniziò ad essere perseguitato dalla competa espansione islamica nella regione mentre è rimasto tra i Balti che popolano il vicino Ladakh. Nel regno Trakhan del Baltistan si imposero principati locali come quello fondato dalla dinastia Maqpon di Skardu che ben presto estese il suo dominio sulla regione fiorendo all’ inizio del XVII secolo con il regno del sovrano Anchan che dal Chitral conquistò il Ladakh, legato alla cultura islamica indiana Ali Sher Anchan, strinse legami con il vasto Impero Moghul accogliendone letteratura, musica arte ed architettura. Con l’ espansione del dominio coloniale britannico il territorio del Baltistan rimase indipendente fino al 1870 quando la vasta colonia British Raj ne prese l’amministrazione come provincia autonoma associata al da poco fondato principato del Jammu e Kashmir dal governo locale affidato ai Maharajah Singh continuato fino al 1947 quando l’ ultimo Maharajah del principato Hari Singh aderì alla nuova repubblica indiana indipendente assieme ad altri principati con l’ Accession Act . La regione fu subito contesa con il Pakistan dopo la spartizione dell’ India britannica dal 1947 e parte del vecchio stato principesco del Jammu e Kashmir entrò nei domini pakistani come territorio dell’ Azad, mentre i musulmani sostenuti dal Pakistan scatenarono rivolte e violenti scontri nel Jammu culminati in vari massacri, nello stesso anno il conflitto continuò con la prima guerra del Kashmir conclusa nel 1948 e gran parte del vecchio principato del Jammu entrò nell’ unione indiana divenendo lo stato del Kashmir amministrato come provincia assieme al limitrofo territorio settentrionale del Ladakh. I conflitti continuarono nei decenni successivi fino al 1971 con la devastante guerra Indo-Pakistan, combattuta tra i due stati dall’ intervento dell’ India durante l’ insurrezione del Pakistan orientale nella guerra di liberazione del Bangladesh conclusa con la sua indipendenza, mentre tra gli altri sempre contesi territori pakistani settentrionali e l’ India venne stabilita la militarizzata Control line che divide il Jammu Kashmir e il Ladakh indiani dall’ Azad Kashmir e il Gilgit-Baltistan pakistani . Dopo una lunga contesa tra il Pakistan settentrionale e il limitrofo Xinjiang cinese sul territorio dello Shaksgam noto come Trans-Karakorum, nel 1963 vennero stabiliti i confini ratificati nel più ampio trattato tra i due paesi con l’ accordo Sino-Pakistan , dall’ accordo ed altri trattati di amicizia su un percorso dell’ antica via della Seta venne iniziata e completata nel 1979 dai cinesi la lunga strada del Karakorum come una delle più alte al mondo attraverso l’ omonima maestosa catena tra il Baltistan e il Xinjiang cinese che percorre territori spettacolari tra montagne, vallate, centri e villaggi.
Tra Hindu Kush e Himalaya
Lo spettacolare territorio del Baltistan è in parte attraversato dal corso superiore dello storico fiume Indo che scorrea nord-ovest dalle regioni indiane del Kashmir e la limitrofa più settentrionale del Ladakh scendendo nel territorio ove sorse la più antica cultura che ne prese nome come la grande civiltà dell’ Indo , incrociato da tra le più maestose ed alte catene montuose al mondo. Da ovest si allunga l’ Hindu Kush nord orientale dalle vette che qui si elevano tra le altre con gli oltre settemila del monte Noshaq sul confine afghano nord settentrionale che si allunga per la stretta striscia di terra del Wakhan tra il Baltistan e la regione del Xinjiang cinese, nello stesso territorio continuando tra gli isolati villaggi di montagna del popolo Wakhi , tra le suggestive vallate si erge per oltre seimila metri il massiccio del monte Sakar Sar , mentre poco distante tra undici picchi per oltre i settemila metri l’ Istor-o-Nal. Continuando ove dal Khyber Pakhtunkhwa si allunga il distretto del Chitral superiore verso il Baltistan, la più alta tra tutte si erge per settemilasettecento metri la vetta del Tirich Mir alla confluenza dei fiumi Tirich e Torkhow per la suggestiva valle di Soorwaht nel territorio popolato dalle tribù del popolo Kalash che per l’ antica mitologia la montagna è residenza della venerata dea Krumai, mentre per la popolazione Chitrali islamizzata dei Kho è il Bohtan Doyak ove dimorano le fate. Dalla valle di Kaghan l’ estremità orientale del Khyber Pakhtunkhwa si collega al Baltistan attraverso centri e villaggi salendo per i tornanti sulla via Nala del Kaghan tra le più impegnative e pericolose della regione passando per la cittadina di Naran all’ estremità settentrionale della valle ove poco distante splende Il lago dei ghiacciai Saiful Muluk tra le montagne in un ambiente sempre suggestivo, oltre il vicino ghiacciaio Batakundi-Dadar si innalzano per oltre cinquemila metri le tre venne del Malika Parbat . Tra magnifici scenari con le praterie dell’ altopiano frequentato dalle locali comunità dei Gurjar ed altri nomadi per gli pascoli estivi, si supera l’ alto passo del Babusar per scendere ove da un antico centro sorto sul percorso in Baltistan della via della seta si è estesa la città di Chilas. Da qui si continua sempre nel magnifico territorio tra montagne e vallate nel distretto di Diamer attraversato dall’ l’antico percorso pakistano verso la Cina con la lunga via del Karakorum , cercando iscrizioni e petroglifi lasciati da monaci e pellegrini buddisti assieme a quelli tracciati da mercati che seguivano quella via sostando poi nei centro carovaniero di Shatial. In questo territorio si allunga l’ estremità occidentale dell’ Himalaya che si incontra a nord ovest con il Karakorum, in uno spettacolare scenario ove il fiume Indo si piega nella sua ansa più settentrionale e ne ricordo la fantastica visione delle immense parteti rocciose che si innalzano improvvise ove si erge magnificamente Il maestoso massiccio del Nanga Parbat con la sua più alta vetta di oltre ottomila metri disteso tra i suoi ghiacciai e le sei montagne vicine. Tra le più impegnative al mondo dopo vari tentativi la vetta fu raggiunta per la prima volta nel 1953 dalla spedizione austro tedesca del Nanga Parbat e dall’ epoca ripetuta con altre spedizioni a volte funestate da incidenti, oltre ai percorsi più accessibili che portano ai campi base. Il più suggestivo come base per ascendere sulla parete Rakhiot del Nanga Parbat si trova nell’ altopiano Joot noto come i Prati delle fiabe e protetto dal parco nazionale Fairy Meadows, incontrando le guide si ascoltano storie vecchie e nuove sulle imprese che hanno affrontato la montagna e all’ epoca nessuno avrebbe immaginato che anche qui nel 2013 il criminale terrorismo islamico dei fanatici Talebani ha sferrato il suo attacco in un altro campo contro inermi alpinisti e guide nel massacro del Parbat.
Karakorum
Il meridionale distretto di Skardu si stende con la sua alta valle circondata dalle montagne ove alla confluenza del fiume Shigar con l’Indo da un centro tibetano fondato nel VII secolo nei successivi si è estesa la città di Skardu che conserva alcuni edifici storici, tra tutti domina la città e la confluenza dei fiumi fortezza Kharpocho di Skardu edificata alla fine del XVI secolo In stile tibetano. Lasciata la città continuando per il suo distretto non distante splendono i due laghi Kachura superiore ed inferiore, mentre alimentato dall’omonimo torrente si trova l’ altro cristallino lago Satpara ove si allunga l’altopiano in un suggestivo ambiente popolato da una ricca fauna endemica protetto dal parco nazionale di Deosai. Dall’ Hindu Kush si allunga ad est l’ altrettanto maestosa e spettacolare catena del Karakorum ove quindici delle più alte vette si si elevano nel territorio settentrionale pakistano e i Baltistan, tra tutte con i suoi 8.611 della vetta si erge il Monte K2 come il secondo più alto al mondo dopo l’ Everest, dall’ ambita ascesa più impegnativa e pericolosa, definita la montagna selvaggia dalla prima scalata con la spedizione italiana sul K2 del 1954 di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli , solo 377 tra i più abili alpinisti hanno raggiunto la vetta e molti altri funestati da incedenti, mentre la parete orientale è rimasta inviolata. Nella regione chiamata Concordia del Karakorum, dall’ indimenticabile scenario del K2 poco distante si elevano le altre tredici montagne del Baltoro dagli alti picchi tra i seimila e gli ottomila che circondano e prendono nome dal territorio ove si stende il grande ghiacciaio del Baltoro tra i più lunghi al mondo da dove sgorga la sorgente del Braldo che nel suo corso tra le montagne attraverso la valle di Shigar , ne prende nome l’ affluente dell’ Indo così come il distretto ove poco a sud si elevano le nove montagne nel vasto e maestoso massiccio del Gasherbrum. Poco a sud del K2 e il Baltoro il ghiacciao del Vigne è collegato all’altrettanto maestoso del Gondogoro, in magnifico scenario dominato dal picco di Laila che si erge ad oltre seimila metri, dalla via che sale per l’ omonimo alto passo del Gondogoro a 5585 metri da dove scende nella valle di Hushe ove si allunga il più orientale distretto di Ghanche tra i villaggi nelle altre vallate dominate dalle montagne si trova la storica città di Khaplu fondata alla fine del XIV secolo come centro dell’ espansione islamica che conserva il suo passato con edifici e moschee. Da qui si può prendere un percorso che porta al remoto ed alto villaggio di Hushe per attraversarne l’ omonima valle tra grandiosi scenari fino alle montagne che si ergono magnificamente dal massiccio del Masherbrum a sud del Baltoro dominate dalla più alta vetta di 7.821 metri che si eleva dalla montagna un tempo nota come K1 e dal nome del massiccio ribattezzata Masherbrum, non distante i tre picchi che si innalzano anch’ essi oltre i settemila del monte Chogolisa, poco ad est è chiamato il Trono d’Oro per il suo maestoso profilo il monte Kangri, meno elevato degli altri, ma dalle impressionanti grandi e ripide pareti rocciose che dominano le valli il K6 si erge come il picco del Baltistan. Accesso alla catena del Karakorum è la splendida valle dell’ Hunza che si stende nella sua estremità settentrionale verso il Xinjiang cinese nel territorio del Gojal ove tra montagne e ghiacciai vennero edificate varie fortezze tra le altre il forte Rashit nella valle di Chipursan, Qalanderchi in quella di Misghar e la più poderosa fortezza di Ondra sull’ omonimo colle che domina il villaggio di Ghulkin con la vicina storica città di Gulmit che conserva vari edifici e moschee del suo passato. Antico Territorio dei Khik come vengono qui chiamate comunità del popolo Wakhi di stirpe iraniana diffuse tra le montagne da qui fino all’estremità settentrionale afghana nella regione del Wakhan , legati da propria lingua e tradizioni praticano l’ islamismo sciita della scuola Ismailita diversamente da tutte le altre popolazioni della regione di fede sunnita. Poco distante da Gulmit nella valle hanno uno dei loro centri nel villaggio di Shimshal fondato a metà del XV secolo dove gli abili alpinisti Wakhi forniscono le guide per affrontare le maestose montagne che dominano l’ omonima valle di Shimshal attraversata dalla catena del Karakorum ove si ergono tra le altre le alte vette con le due del Kanjut Sar oltre i settemila In un suggestivo scenario con l’adiacente massicio del monte Yukshin Gardan dalla sua più alta vetta di 7.641 metri tra i ghiacciai Yazghil e Yukshin. Qui si allunga la catena Hispar del Muztagh a sud della valle, lungo fianco settentrionale dell’ omonimo vasto ghiacciaio di Hispar ove inizia l’ alrettanto imponente ghiacciaio Kunyang, con 7.823 metri si eleva il più alto dei cinque picchi del massiccio Khunyang Kish, fronteggiato a sud est dalle due altre alte vette oltre i settemila dell’ altrettanto imponente massiccio del monte Pumari, con il suo picco nord occidentale di 7885 metri e gli altri due di poco inferiori emerge magnificamente il massiccio del Distaghil Sar come il più alto della suggestiva valle Shimshal.
Verso il Xinjiang cinese
Dal distretto di Skardu fino allo sperduto centro di Askole si stende la valle dello Shigar con i suoi remoti villaggI in gran parte abitati dalle comunità dei Balti di origine tibetana qui islamizzati, mentre ove sono più diffusi nel vicino territorio indiano del Ladakh hanno conservato le antiche tradizioni buddiste, dalla valle prende la città di Shigar ove rimangono antichi quartieri, baazar e i vari edifici storici come la moschea di Amburiq del XIV secolo e nel XVII venne edificato il forte sulla roccia di Shigar . Nel suo omonimo distretto più settentrionale si stende la valle di Nagar dai centri e villaggi In gran parte popolati da comunità di Botraj di stirpe Hunza che conservano antiche tradizioni oltre la quasi estinta lingua Burushaski , lungo il corso del fiume Nagar nel XIV secolo come capitale del piccolo stato principesco Riyasat del Nagar fu fondato centro di Oyumagar che si è steso nella città di Nagar . La valle è anch’ essa dominata dalle alte vette come quella del monte Rakaposhi di 7.788 metri e poco ad est anch’ essa oltre i settemila quella del monte Diran, seguendo il corso del fiume Nagar alla sua confluenza con l’Hunza poco distante si trova la città di Karimabad estesa dall’ antico centro di Baltit fondato nell’ VIII secolo nel principato dell’ Hunza ove tra i vari resti rimangono gli edifici dell’ imponente fortezza di Baltit ampliata nel XVI secolo in stile simile al tibetano. Dall’ altra non distante città di Aliabad si stende l’ estremità settentrionale della suggestiva valle di Hunza del basso Hunza noto come Shinaki per essere popolato dalle comunità degli Shina di simile stirpe dei Botraj a lungo di tradizioni induiste e buddiste e poi convertiti al’ islamismo sciita dell’ Ismailismo diffuso nella regione, continuando tra spettacolari scenari l’itinerario nella regione passa per lo splendido lago Attabad verso l’ estremità settentrionale dell’ alto Hunza nel distretto di Gojal tra le maestose montagne e vallate sulla via del Karakorum ove si trova la storica cittadina di Gulmit tra edifici e baazar di vecchio centro carovaniero. Ad alta quota splende il vicino lago Borith popolato da di uccelli migratori, da dove si può raggiungere il ghiacciaio Ghulkin e il villaggio di Passu nel suggestivo ambiente dominato dall’ omonimo monte Passu con il suo ghiacciaio e continuando poco ad ovest si erge l’altro maestoso monte Batura verso il territorio con otto villaggi popolati da comunità Wakhi di stirpe iraniana che conserva parte delle sue tradizioni nella storica valle del Chapursan da dove tra le maestose montagne l’ ultimo tratto sulla lunga via del Karakorum sale fino all’ alto passo del Khunjerab lasciando il Baltistan pakistano per scendere all’ estremità occidentale nella vasta regione cinese del Xinjiang .