Bihar
Storia del Bihar
Mentre ad ovest fioriva la grande civiltà dell’ Indo, dal II millennio a.C. con l’ invasione delle popolazioni indoariane si impose la più antica cultura indiana ispirata dai primi testi Veda e assieme alle limitrofe regioni settentrionali il Bihar divenne culla della storia in India con la diffusione della grande tradizione religiosa dell’ Induismo dall’ epoca fondamento dei vari regni e dinastie e poi dal VI secolo a.C. da qui si diffuse il Buddismo. Le popolazioni settentrionali si riunirono nella confederazione dei Vajji che poi dall’ XI secolo a.C. fondarono i sedici regni del Mahajanapada e da essi sorse quello nel Bihar con la prima dinastia fondata dal leggendario sovrano Brihadratha , tra i depositari del più antico periodo Vedico dalle tradizioni del primo induismo. All’ epoca risale l’ inizio noto nella lunga storia del Bihar, dopo la più antica e lunga dinastia con quella Pradyota dal VI secolo a.C. fiorì l’ altro antico regno di Magadha, vicino al corso del Gange nel 490 a.C. venne fondato il centro di Pāṭaligrāma che e poi si estese nella città di Pataliputra divenendo capitale delle dinastie e i regni successivi. La dinastia Haryanka si impose a metà del V secolo a C. seguita nel successivo quella Shaishunaga e mentre il regno si estendeva, dall’ induismo si separarono gli asceti con la dottrina Sramana che oltre del Buddismo divenne uno dei fondamenti nella tradizione del Jainismo . Al regno Shaishunaga seguì l’ impero fondato dalla dinastia Nanda nel IV secolo a.C. e poi come il suo primo grande sovrano nel 322 a.C. Chandragupta fondo il regno che per oltre due secoli dominò la regione nel vasto Impero Maurya con il suo centro e capitale nella città di Pataliputra divenuta delle più grandi del mondo antico con il fiorente regno dell’ imperatore Ashoka e mentre ad ovest si era diffuso il buddismo fiorendo con la civiltà Gandahara , fu celebrato poi come uno dei grandi diffusori in India edificando templi e monasteri. Dopo il declino dell’ impero Maurya dal 184 a.C. si impose il regno Shunga per oltre un secolo fino al 75 a.C con l’ ascesa della dinastia Kanva che vide una rinascita dell’ induismo, poi anch’ esso dal IV secolo d.C. entrato nei domini del grande impero Gupta protagonista della grande cultura indiana in parte fondata sul Buddismo nella dottrina Mahāyāna oltre che sulla tradizione induista, espressa nella grande e arte Gupta dai maestosi templi, raffinate statue e decorazioni, in parte ed ispirata alla più antica del Gandhara. Tra il IV e il VI secolo le tradizioni del Vaisnavismo e Shivaismo nell’ Induismo si affermarono sempre di più mentre con l’ impero declinava anche il buddismo in India assieme ai grandi centri culturali dei monasteri, poi dal Bengala vi si estese il potente impero Pala dalle radicate tradizioni buddiste e le scuole tantriche simili a quelle del Buddismo tibetano favorendone il ritorno come l’ ultimo regno buddista fino al XII secolo quando fu preso nei domini del regno induista della dinastia Sena. Nel frattempo dall’ VIII secolo erano iniziate le prime espansioni arabe del califfato Omayyade, i vari regni induisti continuarono dal XII secolo fino alla conquista islamica dell’ India travolgendo anche il Bihar poi entrato nell’ impero Sur dal 1540, mentre il resto dell’ India settentrionale era dominato dal potente sultanato di Delhi che per tutto il suo lungo periodo edifico, centri, città, moschee e mausolei nella grande architettura ed arte in India. Nel frattempo si impose la dinastia turco mongola dei Moghul che dall’inizio del XVI secolo estesero il loro vasto e potente impero Moghul. Dal XVI secolo come territorio vassallo in Bihar il governo fu amministrato dai signori locali di casta hindu Zamindar e con la decadenza Moghul all’inizio dell’ espansione britannica nel 1781 vi si opposero con la rivolta del Bihar fino alla definiva conquista e la creazione della colonia indiana, la regione entrò nel governo del Raj britannico e per gran parte del lungo periodo coloniale ha partecipato ai vari movimenti per l’ indipendenza dell’ India giunta nel 1949 e dall’ epoca ne ha seguita la storia come lo stato del Bihar
Tra parchi e riserve
il territorio del Bihar si stende lungo il confine meridionale del Nepal dalla vasta regione centro settentrionale dell’ Uttar Pradesh e verso ad est le pianure si allungano per quelle del Bengala , parte dell’ immenso bacino attraversato dal maestoso fiume Gange con i sui vari affluenti, sacro all’ induismo, da nord i contrafforti dell’ Himalaya nepalese scendono nel territorio dalle fertili pianure ove si innalzano i rilievi centrali nei colli del Rajgir e all’ estremità meridionale si allunga l’ altopiano del Chota Nagpur i. Percorso da fiumi che alimentano laghi, oltre le fertili pianure si stendono vaste foreste dalla flora che varia dai boschi di latifoglie settentrionali a quella tropicale popolate da una ricca fauna endemica con varie specie rare in un patrimonio naturalistico protetto dalle riserve e i parchi nazionali del Bihar per un affascinante itinerario. Nel nord occidentale distretto Champaran il territorio tra foreste e paludi ospita una gran varietà di uccelli acquatici nella riserva di Udaypur e non distante continuando per le foreste di Valmikinagar il più grande parco nazionale di Valmiki ove oltre la fauna endemica della regione si trova una delle riserve delle maestose tigri bengalesi. Per il centrale distretto di Begusarai ove splende il lago Kabartal il territorio è protetto dalla vasta riserva di Kanwar popolata da una gran varietà di uccelli e scendendo nel sud occidentale Munger ove si stende la foresta tra i rilievi e i colli di Kharagpur, la riserva faunistica di Bhimbandh oltre varie specie di uccelli, ne ospita di rettili come cobra, pitoni e coccodrilli , tra i mammiferi diverse di cervi e antilopi, gauri, cinghiali, scimmie, iene, orsi, leopardi e maestose tigri del Bengala. Nel non distante il distretto di Nalanda la foresta anch’ essa popolata dalla ricca fauna è protetta dalla riserva di Pant, continuando a sud est nel Bhagalpur ove scorre il Gange popolato dagli endemici delfini fluviali, un lungo tratto del fiume è protetto dalla riserva di Vikramshila , verso il limitrofo Jharkhand si stende il più meridionale distretto di Gaya ove parte del territorio è protetto dalla riserva faunistica del Gautam così chiamata in onore del Buddha Gautama da dove si continua per la più vasta riserva del Nagi che oltre alla consueta fauna tra stanziali e migratori ospita oltre centotrenta specie di uccelli . All’ estremità sud occidentale ove si innalza la catena dei coli Kaimur tra altopiani, fiumi e cascate nell’omonimo distretto verso l’ Uttar Pradesh, si trova il più esteso tra i parchi del Bihar con la riserva del Kaimur che oltre alla fauna endemica diffusa nella regione ospita numerose tigri, il territorio continua nell’ Uttar Pradesh nella riserva del Chandra Prabha tra i rilievi e le foreste con il vicino santuario della fauna selvatica del Kaimoor.
Cultura Bihari
Lo stato è diviso nei Pramandal come grandi regioni amministrative dalla sua costituzione che a loro volta comprendono trentotto distretti Zila tra sottodivisioni Anumandal e circoli municipali Aanchal con i villaggi, centri e le varie città del Bihar che ne hanno percorso la storia, in gran parte popolato dalle varie comunità dei Bihari discendenti dell’ antica stirpe indoariana depositaria della prima cultura nel periodo Vedico fondamento dell’ antica tradizione religiosa dell’ induismo, mentre fondato dal maestro Mahavira in Bihar nel VI secolo a.C. si diffuse la dottrina del Jainismo che ha lasciato i suoi venerati templi. Mentre ad ovest si era diffuso il buddismo fiorendo con la civiltà Gandahara, dal III secolo a.C. durante il dominio il vasto Impero Maurya con il suo fiorente regno dopo la conversione l’ imperatore Ashoka ne divenne uno dei grandi diffusori della dottrina come nel resto in India anche in questa regione ove dall’ epoca furono edificati i grandi templi e monasteri del Bihar divenuti nei secoli venerati centri di pellegrinaggi. Dal XIV secolo si diffuse la fede islamica tra alcune comunità e ne discendono i convertiti musulmani Bihari dalla società anch’ essa divisa in clan e caste Biraderi anche meno rigida dell’ induista che hanno edificato i loro santuari e moschee. Quando nel periodo Moghul vi fu la conversione forzata degli induisti alla fede musulmana alcuni si rifiutarono legandosi al nuovo movimento religioso Sikhi sorto alla fine del XVI secolo nel Punjab edificando i loro templi e santuari anche nel Bihar venerati dalle comunità Agrahari . Dalla propria identità culturale e linguistica fondata sulle tradizioni religiose dell’ induismo in Bihar, la società tradizionale rigidamente divisa in caste gerarchiche Varna , mantenute anche dopo l’ indipendenza con il dominio delle superiori in certe regioni a volte definite Gujjar come avanzate nel’ educazione e ruolo sociale predominanti sulle popolari arretrate avolte note come Jatav . Oltre la società tradizionale l’ ha profondamente influenzato la cultura Bihari in tutte le sue varie manifestazioni , dalla letteratura espressa nei diversi idiomi delle lingue Bihari e in Hindi all’antica musica popolare, narrativa e rituale che accompagna i canti ispirata dalla tradizionale Maithili, alle varie arti figurative che per secoli si sono espresse nei diversi stili di pittura in Bihar e la scultura che ha avuto il suo apogeo dal III secolo a.C. per i due successivi con la raffinata arte Maurya , ma tra tutte le sue forme l’antica cultura si è espressa nell’ architettura e arte dei maestosi templi induisti del Bihar consacrati alle varie divinità.
Cerimonie
Come nel resto dell’ india l’ antica tradizione induista si traduce nelle suggestive cerimonie delle varie grandi feste religiose Bihari celebrate nei mesi dell’anno con i tradizionali costumi tra processioni e riti spesso accompagnate da musiche e danze. Tra le altre consacrate alla dea Saraswati le cerimonie della Vasant Panchami a febbraio, seguite da quelle che celebrano la vittoria del bene sul male nella Holika Dahan e a marzo la grande festa della primavera dell’ Holi . Come tra tutte le comunità buddiste nel mondo anche qui i fedeli celebrano la nascita si Siddhartha Gautama con le cerimonie del Jayanti tra aprile e maggio, mentre l’ arrivo della stagione monsonica ad agosto è celebrata dalle feste del Teej con le varie cerimonie femminili tra canti e danze e i riti per invocare le divinità, due volte all’ anno in estate le feste del Chhath si celebrano con le antiche cerimonie Surya vra di origine vedica. A luglio i pellegrini devoti a Shiva si radunano nella città di Sultanganj sulla sponda meridionale del Gange per le cerimonie del Shravani Mela continuando per il rituale lungo percorso nel limitrofo Jharkhand per l’ altro grande santuario di Deoghar. A settembre fedeli hindu da varie regioni giungono nella città di Gaya per Il pellegrinaggio Shraddha ove sulle sponde del sacro fiume Phalgu si tengono i riti funebri celebrando gli antenati e le divinità nelle cerimonie del Pitru Paksha Dopo le cerimonie estive In autunno si tiene la grande festa delle luci Diwali in autunno celebrata in tutte le regioni indiane come quelle dedicate alla divinità Durga nella Durga puja ,tra settembre ed ottobre per tre giorni si tiene la festa del Jitiya celebrando antiche vicende mitologiche così come a novembre le cerimonie della Sama Chakeva che culminano nella Kartik Purnima con il bagno rituale delle giovani nel fiume ove sono immerse le raffigurazioni delle divinità. Alla confluenza del Gange con il fiume Narayani la città di Sonpur tra novembre e dicembre per due settimane ospita la grande fiera del bestiame di Sonepur animato da gente venuta d’ ogni parte che assieme ai commerci il giorno della luna piena si ritrovano per le cerimonie del Kartik celebrate anche fedeli sikh e Jainisti. Nei suggestivi luoghi patrimonio del Bihar tra villaggi, centri e città con i loro storici edifici e monumenti la cultura di questa regione si ritrova dagli antichi Siti archeologici in un affascinante itinerario che continua per i molti templi induisti Hindu consacrati a Shiva, Vishnu, Krishna e altre divinità nella loro variegata architettura, i vari centri di pellegrinaggi Induisti, Buddisti, Jainisti e SIkh con i rispettivi templi oltre ai santuari e moschee per i pellegrini Islamici.
Champaran
Nella regione Tirhut nord occidentale si trova il vasto sito archeologico con i resti dell’ antica città di Vaishali che fu capitale di uno degli stati Gaṇa sangha fondato dal potente clan Licchavi, secondo la tradizione vi giunse il principe Siddhartha per la sua prima formazion con il maestro Uddaka, divenuto uno dei centri per la diffusione della dottrina nella regione, ne rimangono i resti degli antichi siti buddisti di Vaishali tra stupa e templi. Continuando per l’estremità nord occidentale nel distretto di Champaran, nei pressi del fiume Burhi Gandak un centro buddista ha lasciato i sui resti nel sito Lauria di Nandangarh con dodici tumuli di stupa, poco distante si erge la colonna dal capitello decorato con epigrafi in Brahimi del III secolo a.C. come uno di più raffinati i tra i molti pilastri di Ashoka eretti con le iscrizioni dei suoi celebri Editti. Verso il confine nepalese il territorio ove si stende la foresta Bhainsa Lotan è protetto dal parco nazionale di Valmiki popolato scendendo attraverso il grande villaggio di Trilokwa, si trova il sito archeologico del III secolo a.C. con il grande stupa di Kesaria ampliato in epoca Gupta nel IV d.C. lasciando i suoi resti e che prende nome dalla vicina città di Kesaria ove oltre ai più antichi edifici religiosi induiste è in costruzione il grande tempio Ramayan con i edifici dallo stile ispirato ai templi cambogiani di Angkor. Nel suo distretto da un vecchio centro in epoca coloniale venne fondata la città di Muzaffarpur nel 1875 da dove poco distante si erge il venerato tempio di Garib Sthan edificato nel XVIII secolo, continuando per il Gopalganj nell’ omonimo villaggio si trova il tempio di Thawe consacrato a Durga e altre divinità, poco a sud nell’ occidentale distretto di Saran lungo la sponda settentrionale del sacro fiume Gange da un più antico neolitico sorse un centro fiorito in epoca Pala che ha lasciato i suoi resti nel sito di Chirand sono stati rinvenuti utensili, ceramiche e decorazioni, racconta il lungo periodo storico della regione dal neolitico al medioevo.
Darbhanga e Rajgir
Nel territorio centro settentrionale si stende il distretto di Darbhanga ove nel XV secolo sorse il regno induista Raj Darbhanga fondato dalla dinastia Khandawala , ampliando con quartieri, palazzi, templi e monumenti la sua capitale nell’ antica città di Darbhanga divenuta grande centro culturale e ne rimangono vari edifici storici in parte distrutti o danneggiati dal violento sima nel 1934 che ha devastato il Bihar e il vicino Nepal Alla fine del periodo coloniale britannico venne edificato il grande forte di Ram Bagh In stile tradizionale Moghul che si erge d’ ocra circondato da mura con vari edifici e il maestoso palazzo Anand Bagh e allo stesso periodo risale l’ ultima residenza reale della dinastia con il palazzo Nargona. Poco a nord nel vicino territorio del Madhubani da un vecchio un villaggio venne estesa la città di Rajnagar anch’ essa devastata dal terremoto e tra gli altri rimangono i resti nel palazzo reale di Navlakha. Continuando nel centro meridionale distretto di Nalanda si stende la storica regione ove fiorì uno dei sedici grandi stati Mahajanapadas dal VI secolo a.C. per i quattro successivi con il regno Magadha che oltre all’ induismo induista favorì la diffusione del buddismo e la tradizione religiosa del Jain , nel IV secolo a.C. ne divenne centro e prima capitale Rājagṛha circondata dalle mura ciclopiche di Rajgir che hanno lasciato i poderosi resti e nei secoli si estesa la città di Rajgir che ne conserva i venerati templi. Circondata dai cinque colli del Rajgrha sacri al buddismo e al Jainismo, vi si erge il sacro picco dell’aquila di Grdhrakùta ove il Buddha tenne alcuni dei suoi sermoni, mentre poco a sud ovest su un’ altro colle si trova la venerata grotta di Saptaparni ove secondo la tradizione l’ Illuminato trascorse gli ultimi lembi di vita terrena e poco dopo con la guida del discepolo Mahàkàsyapa i seguaci vi si radunarono nel primo consiglio del Buddismo. Poco distante tra i templi sorti con la diffusione del Jainismo si trova il santuario scavato nelle due venerate grotte di Sonebhandar dal IV secolo d.C. , riccamente decorate da iscrizioni, sculture e rilievi nel raffinato stile dell’ arte Jain, allo stesso periodo risalgono i resti del grande stupa edificato dal sovrano Ajatashatru nel sito archeologico di Ajatsatru . Come una delle molte Pagode della Pace edificate si erge Il grande e candido stupa di Vishwa Shanti, vicino si trovano i bagni rituali del Brahma Kund ove sgorgano le sette sorgenti calde Saptarshi dalle miracolose propietà curative frequentate da secoli, oltre Il lago Ghora Katora , ove su un isolotto al centro si erge una grande statua del Buddha in arenaria rosa, si stende il territorio popolato dalla ricca fauna endemica della regione protetto dalla riserva di Pant.
Nalanda
Poco a nord di Rajgir dal più antico centro di Juafardih risalente al I millennio a.C. sorse Nalanda con i suoi templi, monasteri e la celebre università buddista fiorito dal V secolo che ha lasciato i suoi imponenti resti nel vasto sito archeologico di Nalanda tra edifici, templi e stupa dalle raffinate decorazioni, sculture, iscrizioni e manoscritti dichiarato patrimonio culturale Unesco. Come grande centro culturale accolse studiosi buddisti Mahayana, e Vajrayana oltre che Madhyamaka come nuova dottrina introdotta tra gli altri dal grande maestro Shantarakshita che fu tra gli ispiratori delle scuole diffuse anche in India con il Buddismo tibetano. Dal V secolo vi sorse la grande università di Nalanda tra le più antiche al mondo ospitata in grandi edifici con la vasta biblioteca Dharmaganja come uno dei riferimenti per religiosi e studiosi giunti da varie regioni con diversi celebri maestri e i loro discepoli, mentre si era diffuso il buddismo in Cina nel VII secolo vi giunse il monaco e grande studioso Xuanzang lasciandone una vasta descrizione. Fiorito dall’ epoca fino al medioevo quando iniziò il declino e come per altri antichi siti hindu e buddisti alla fine del XII scolo fu devastato durante le invasioni islamiche in India dall’ esercito guidato da Bakhtiyar Khalji, in parte restaurato continuò ad essere centro di studi e pellegrinaggi fino al XIV secolo, poi abbandonato e dimenticato fino al periodo coloniale con gli scavi iniziati con l’ agenzia britannica di indagine archeologica in India dalla seconda metà del XIX secolo, continuati dopo l’ indipendenza e poi della nuova università Nalanda di Rajgir con il dipartimento archeologico. Dal più antico Mahavihara diramano resti degli altri templi, stupa. l’ antica università e monasteri, dominati dall’ imponente grande stupa di Sariputra circondato da pilastri, alla divinità solare induista è consacrato il tempio di Surya con decorazioni e raffigurazioni di altre divinità hindu, l’ imponente statua della dea Parvati e varie del Buddha. Edificati fin dalla fondazione del sacro centro si ergono i resti dei templi di Nalanda dalla variegata architettura con le facciate verso ovest e separati da passaggi su due file che affacciavano sui vari monasteri , proseguendo tra gli altri edifici si trova il memoriale eretto in onore di Xuanzang che vi rimase dodici anni come uno dei più notevoli maestri.
Bihar Sharif e Hajipur
Lasciata Nalanda e il suo patrimonio storico, poco distante si trovano altri templi nell’ antico villaggio di Kundalpur ove all’’inizio del VII secolo nacque Indrabhuti divenuto il celebre maestro del Jainismo venerato come Swami, tra gli altri templi consacrati a lui, il suo maestro Mahavira e l’ altro guru Rishabhdev, dal più antico Simhamukhi Teela diramano gli altri cinque templi Jainisti di Kundalpur meta di pellegrinaggi che a primavera si anima di fedeli le cerimonie del Kundalpur Mahotsav durante la grande festa religiosa jainista Janma Kalyanak di Mahavir . Continuando sulle sponde del fiume Panchanan sotto il colli Bari Pahari da un’ altro antico centro buddista distrutto dall’ invasione islamica sorse quella che è divenuta la grande città di Bihar Sharif , della sua più antica storia rimangono i resti del grande monastero Mahāvihāra di Odantapuri fondato nell’ VIII secolo, anch’ esso poi devastato dall’ invasione musulmana. Dall’ epoca sono sorti altri templi e stupa buddisti oltre mausolei islamici e moschee che rimangono come siti storici di Bihar Sharif assieme a musei e parchi e poco fuori dalla città come venerato centro di pellegrinaggi si trova Pawapuri con il santuario jainista Apapapuri dal candido e grande tempio sull’ acqua del Jal Mandir. Dall’ antica città di Vaiśālī fondata nel VI secolo a.C. prende nome il centrale distretto di Vaishali, a lungo capitale della confederazione Vajji che ha lasciato i suoi resti con imponenti templi jainisti e stupa buddisti nel sito di Vesali ,Sulle sponde del Gange in epoca coloniale britannica venne estesa la città di Hajipur ove sorgeva l’ antico centro di Ukkacala che ha seguito la storia della regione conservando edifici, templi e moschee da visitare a Hajipur tra gli altri sulla Jadhua Road si erge l’antico tempio induista di Pataleshwar consacrato ala culto di Shiva con il venerato Lingam e poco fuori dalla città a Rambhadra si trova l’ altro antico tempio di Ramchaura consacrato a Rama, mentre sulla riva del Gange il Kaunhaara Ghati è il secolare luogo delle cerimonie funebri e cremazioni, oltre il lungo ponte Setu Intitolato al Mahatma Gandhi, si stende la grande città di Patna.
Patna
Dopo il suo antico popolamento la lunga storia di Patna iniziò dal VI secolo a.C. con il regno di Magadha della dinastia Haryanka quando nel piccolo centro fortificato di Pāṭaligrāma vi spostò la capitale in quella che dal divenne la fiorente città di Pataliputra che rimase tale per le dinastie successive. Dalla più antica all’ epoca Gupta fino al II secolo a.C. rimangono i resti nel sito archeologico di Kumhrar con gli edifici che diramano dal grande palazzo centrale, il monastero buddista Anand Bihar, il templi Durakhi Devi e Shitala Devi con il sacro pozzo Agam Kuan e gli altri edifici da dove i resti scavati all’ inizio del secolo scorso continuano nel vicino sito di Bulandi Bagh, in gran parte con diverse influenze della raffinata arte Gandhara con il suo stile ispirato a quella ellenistica. Nel palazzo reale tra gli altri resti è stato rinvenuto il raffinato e decorato capitello di Pataliputra del III secolo a.C. nel classico stile indo ellenistico, conservato nel museo di Patna assieme ad altri preziosi reperti, mentre altri sono ospitati dal museo storico del Bihar. Durante gli imperi Maurya, Gupta e Pala l’antica Patna rimase capitale e grande centro culturale estesa nei secoli con quartieri e templi , continuando a fiorire nel medioevo e in epoca Moghul dal XVI secolo anche con i commerci dei portoghesi dal Bengala e all’ epoca risalgono altri edifici e siti islamici in città che nel XVIII secolo venne ribattezzata Azimabad e alla fine dello stesso entrò nel dominio coloniale del Raj britannico. Dopo l’ indipendenza nel 1947 rimase capitale del Bihar e poi come una delle più popolate metropoli indiane si è estesa la grande città di Patna conservando parte della sua storia, oltre ai siti archeologici dell’ antica Pataliputra nei secoli sono sorti templi induisti e Sikh, mausolei e moschee islamici come i grandi centri religiosi di Patna divenuti meta di pellegrinaggi. Nel quartiere di Chowk, si trova il più antico tempio induista di Patan Devi della città consacrato alla dea Sari decorato da statue in pietra nera, sul sito si uno più antico nel 1947 è stato ricostruito il venerato tempio Mahavir consacrato ad Hanuman e altre divinità hindu, ove sorgeva un antico sito il tempio jainista di Kamaldah venne edificato nel XVIII secolo. Lo storico e centrale quartiere di Saheb è considerato tra i più sacri luoghi della tradizione Sikh come uno dei cinque venerati Takht, ove tra gli altri templi di candido marmo alla fine del XVIII secolo sorse il tempio di Harimandir, poco distante su una via laterale affaccia l’altro tempio con il santuario Gurdwara di Bal Lila Maini Sangat, mentre i fedeli islamici si ritrovano nella vicina moschea di Pathar Ki fondata nel 1621 sulla riva del Gange. Continuando per il quartiere ad est si trova il santuario di Guru ka Bagh , sulla sponda meridionale del sacro fiume si stende l’antico quartiere di Gaighat frequentato dai pellegrini Sikh mentre gli Hindu vi giungono per i bagni rituali, tra gli altri storici edifici si trova il santuario Sikh di Gai Ghat e sempre lungo il Gange il più piccolo ma altrettanto venerato Gurdwara di Kangan . Vari edifici islamici di epoca Moghul e successive si trovano nel popoloso quartiere di Phulwari Sharif come i palazzi Sheesh Mahal, Khanqah Mujeebia, Imarat-E-Shariya e la moschea Shahi Sangi, mentre in stile indo afgano nel 1545 venne edificata la moschea Shershah nel quartiere di Purab Darwaza. Oltre il mausoleo Sangrahalaya eretto in onore del Mahatma Gandhi, sempre vicino al Gange si apre il grande parco del Maidan a lui dedicato ove dal 2013 si erge l’ alta statua in bronzo del Gandhi e neI 2010 venne inaugurato grande memoriale del Buddha nel parco Smriti che si stende dal grande stupa Patliputra Karuna con le venerate reliquie dell’ Illuminato. Al centro del Bihar e culla della sua antica cultura, da Patna diramano gli itinerari attraverso i distretti settentrionali per il territorio sud orientale himalayano del Nepal, ad ovest nel limitrofo Uttar Pradesh seguendo in corso del Gange verso la santa città di Benares.
Bodh Gaya
il distretto di Gaya sud occidentale prende nome dal luogo ove Gautama ebbe l’ illuminazione e vi fu edificato il primo santuario
ampliato nel VII secolo d.C. come il grande Tempio del Risveglio Mahabodhi rimasto nella sua imponenza il più antico esempio della tradizionale architettura indiana in mattoni dallo stile raffinato che ha influenzato i successivi con l’alto stupa centrale e gli edifici decorati che ne diramano edificati nei vari stili buddisti asiatici, dichiarato patrimonio culturale Unesco e restaurato per restituirlo al suo antico splendore. Tra gli altri un padiglione racchiude l’ albero del Bodhi ove Siddhartha in meditazione ebbe l’ illuminazione venerato dai fedeli con la ritualità del Bodhi Puja, mentre nel 1989 è stata completata la grande statua del Buddha che si erge sulla via del tempio , ma anche qui il criminale fanatismo islamico ha colpito con l’attentato del Mahabodhi nel 2013. Come grande centro di pellegrinaggi buddisti attorno al tempio è sorta la sacra città di Bodh Gaya che oltre al Mahabodhi è frequentata dai fedeli per gli altri templi e monasteri, tra gli alti poco distante nel villaggio di Bakraur al II secolo a.C. risale il centro che ha lasciato i suoi venerati resti nello stupa di Sujata . Nel non distante omonimo villaggio tra i resti dell’antico monastero di Apanakain è stato rinvenuto il tesoro di Kurkihar con bronzi, preziose immagini buddiste ed iscrizioni, seguendo il corso del fiume Phalgu sacro all’ induismo e meta di pellegrinaggi, su una sponda nel XVIII secolo consacrato a Visnhu venne edificato il venerato tempio di Vishnupad. Poco a nord di Gaya si trovano i suggestivi templi rupestri induisti scavati nelle grotte di Barabar dalle decorazioni e statue in gran parte nel raffinato stile Maurya smaltato con i più antichi del III secolo a.C. come il tempio nella grotta di Lomas Rishi, poco distante nell’ omonima grotta del colle Nagarjun tra gli altri resti è stata rinvenuta l’ iscrizione Ka Kubha di Gopika scolpita all’ ingresso del tempio, mentre in quello vicino , al V secolo a.C. risale l’ altra iscrizione di Vadathika , entrambe preziose testimonianze della tradizione induista nella regione.
Sasaram
Nel distretto di Rohtas continuando a sud del Gaya, nella sua valle come affluente del Gange scorre il fiume Son, lungo corso superiore su un colle si erge l’ antica e poderosa fortezza di Rohta cinta da mura salendo per una lunga scalinata con decine di porte e la più sontuosa Hathiya Pol decorata da elefanti che contiene i vari edifici, tra sotterranei e tunnel nella tradizionale architettura medioevale del Rohta, tra gli altri il palazzo principesco Aina Mahal, vicino la moschea Jama Masjid con il mausoleo di Habsh Khan, mentre la più antica tradizione induista è conservata nel tempio consacrato a Ganesh e gli altri due Rohtasan e Devi a Shiva. Fu a lungo la più poderosa difesa del territorio ove poi nel XVI secolo su un colle venne edificato il forte di Shergarh nella foresta sul lago Rani Pokhra , continuando si trova l’ antica città di Sasaram che da un centro risalente al neolitico e ha percorso la storia della regione attraverso varie dinastie. Fiorita nel II secolo a.C. dell’ epoca conserva l’ iscrizione con uno dei tredici editti minori di Ashoka sulla roccia In una grotta sul colle di Kaimursi, l’antica tradizione induista è conservata nel il tempio di Maa Tara Chadi consacrato all’ emanazione della dea Durga, animato dai fedeli ad ottobre con le cerimonie della grande festa di Navaratri e fuori dalla città tra i colli di Kaimurl l’ antico tempio rupestre del Gupt Dham consacrato a Shiva con il suo venerato Lingam. La città si estese nei secoli fino al 1540 quando divenne capitale dell’ impero Sur con nuovi quartieri ed edifici, nel 1555 tornò nei domini del vasto impero Moghul di Akbar che ha lasciato anch’ esso sontuosi palazzi e monumenti in città e nei dintorni che rimangono come gli affascinati luoghi di Sasaram , tra tutti edificato il grande e venerato mausoleo con il sepolcro di Sher Shah fondatore dell’ impero Suri edificato nel XVI secolo su un lago artificiale nella maestosa e raffinata architettura islamica in India.
Bhagalpur
Nel sud orientale distretto di Banka oltre vari templi legati alla tradizione induista si erge il colle sacro all’antica mitologia del Mandar Parvat con due venerati templi hindù e jainista, continuando ove si stende l’ omonimo distretto si trova la storica città di Munger . Sorta sul sacro fiume Gange da un antico centro del IV secolo in epoca Gupta ove nel XV venne ampliato il poderoso forte di Monghyr che oltre ai vari edifici ospita il palazzo di Shah Suja, il mausoleo islamico del venerato Shah Mushk Nafā e quello di Muhammad Said, scendendo per il molo di Kashtaharini sul Gange l’ antico tempio hindu di Chandisthana. Continuando per il territorio del Bhagalpur a sud est con il suo distretto attraversato dal Gange che prende nome dalla storica città di Bhagalpur adagiata sulla sponda meridionale che del suo passato conserva antichi edifici sorti nei secoli, con i venerati grandi templi induisti, jainisti e santuari islamici di Bhagalpur mete di pellegrinaggi. Da qui un lungo tratto del Gange da Sultanganj è protetto dalla riserva di Vikramshila popolata da varie specie di uccelli e i delfini fluviali. Passando per la città di Kahalgaon fiorita in epoca medioevale e che ha conservato alcuni edifici storici, poco distante il villaggio Antichak ospita il vasto sito archeologico di Vikramashila con i resti di uno dei tre grandi monasteri buddisti della regione e l’ università fondato nell’ VIII secolo, gli edifici del monastero diramano dal grande Stupa centrale, con la vicina biblioteca e altri stupa, da dove si stendono decine di templi e residenze di monaci e da qui seguendo il corso del sacro fiume Gange ad est l’ itinerario continua tra gli altri centri, città, templi, popolazioni e l’antica cultura nella regione occidentale del Bengala.