Burton e Speke
Burton e Speke: alla ricerca delle sorgenti del Nilo
Richard Francis Burton era stato ufficiale nell’esercito coloniale indiano e aveva viaggiato in oriente imparando l’arabo e varie lingue, anche John Hannig Speke era stato ufficiale nella guerra del Punjab, geologo e naturalista e aveva compiuto vari viaggi in Himalaya prima di congedarsi per recarsi ad Aden nel sud dello Yemen e conobbe Burton che si preparava a partire con una spedizione in Somalia. Nel 1854 Burton lasciò i compagni percorrendo duecentocinquanta chilometri a piedi per la città etiopica di Harar mai visitata da un bianco, tornò ed iniziò la spedizione subito attaccata dai guerrieri di una tribù ostile e nello scontro furioso i due inglesi rimasero seriamente feriti.
John Hannig Speke rientrò e partecipò alla guerra di Crimea poi a Londra ritrovò Richard Francis Burton che era stato incaricato dalla Royal Geographical Society di guidare la prima spedizione alla ricerca delle sorgenti del Nilo. Il 20 dicembre del 1856 a Zanzibar ingaggiarono ottanta uomini, venti armati e un buon numero di portatori pagazi, ma molti se ne andarono e la partenza che avvenne solo sei mesi dopo il 25 giugno 1857. In cinque mesi la spedizione raggiunse la regione di Unyamyembe e l’avamposto arabo di Kazeh Tabora, dove i mercanti li informarono sulla regione dei laghi.
Le origini del nilo: il lago Tanganika e il lago Vittoria
A dicembre ripartirono attraverso i territori dei Nyamwesi per zone selvagge dal clima malsano che fece ammalare entrambi e gran parte degli uomini, ma il 13 febbraio del 1858 per la prima volta l’immenso lago Tanganika appariva a dei bianchi. I rilevamenti sfatarono l’illusione di aver trovato l’origine del Nilo, perchè il lago era ad un altitudine di solo tre metri superiore al corso del fiume a Gondokoro molto più a nord ed era quindi impossibile che poteva scorrere per un migliaio di chilometri con una così minuscola pendenza. Speke racconta di aver esplorato la zona est del Tanganika fino all’isola di Kasengé e assieme continuarono lungo le sponde settentrionali attraversandolo per ridiscendere fino al villaggio di Ujiji.
Richard Francis Burton non ascoltò le insistenze del compagno per continuare e tornarono a Kazeh dove dai trafficanti arabi ebbero notizia di un altro grande lago ad est. Burton era esausto per la malaria e il compagno in una ventina di giorni arrivò su un promontorio dal quale il 30 luglio 1858 apparve l’immenso lago che i locali chiamavano Ekerewe, subito ribattezzato Vittoria in onore della regina. Convinto che il Nilo nasceva dal lago, le sue argomentazioni non convinsero il compagno e iniziò un contrasto che appassionò l’ambiente geografico per anni.
Il ritorno fu lungo e drammatico, Burton rimase malato ad Aden e Speke rimpatriò con l’accordo che l’avrebbe atteso prima di divulgare i risultati della spedizione, ma a Londra li comunicò alla Geographical Society assumendo il merito di aver scoperto il lago Vittoria Nyanza e le misteriore sorgenti del Nilo.
Speke e Grant
Quando Burton tornò in Inghilterra trovò l’ ambiente geografico schierato con le tesi del compagno contro la sua convinzione che il Nilo nasceva dal lago Tanganika e a Speke, che pubblicò Cruise on the Tanganyika lake, venne affidata una spedizione per confermare l’origine nel Vittoria. Nell’aprile del 1860 partì con James Augustus Grant che poi ammalatosi di malaria nel regno tribale di Karagwe sul lago Ekerewe Vittoria non riuscì a raggiungere la meta finale. Tornato in patria nel 1864 ne pubblicò il resoconto in “A walk across Africa” descrivendo luoghi e popolazioni.
I due in agosto erano nel sultanato di Zanzibar assumendo uomini che avevano partecipato alla precedente, a settembre sbarcarono a Bagamoyo con un centinaio tra portatori pagazi e servi armati vuanghana, venticinque guerrieri Belutsci e indigeni sudafricani, la lunga carovana si mise in marcia seguita dalle donne che molti si portavano dietro, altri indigeni di riserva e il bestiame per le provviste. Durante l’avanzata Speke tracciava la mappa delle zone attraversate e annotava il diario, mentre Grant si occupava dei rilevamenti e armeggiava con lo strano macchinario che incuriosiva gli indigeni scattando foto dalle lunghissime esposizioni.
A gennaio raggiunsero Kazeh per ripartire a marzo verso il lago Vittoria Nyanza nel territorio del Karagwe dove regnava il sovrano Rumanika che fornì piroghe e guide, John Hanning Speke esplorò il lago scoprendo l’immissario Kagera, poi individuato come il primo corso del Nilo Bianco an-Nīl al-Ābyad proveniente dalle sorgenti del monte Karisimbi tra i monti del Virunga nel Congo orientale.
Speke scopre il primo corso del Nilo
Solo quaranta anni dopo si svelò il complesso sistema idrografico della zona per cui il Kagera nasce dal Karisimbi ed entra nel lago Vittoria il cui emissario è il primo corso del Nilo che dal lago prende nome precipitando nelle cascate per entrare nel lago Kyoga, ne esce e riceve da sud le acque di un piccolo affluente del Kafue poi scende con le Murchison nel territorio dell’ Uganda per immettersi sul fiume emissario del lago Nyanza Alberto e scorrere a nord come Bahr al-Jabal e poi Nilo Bianco nel Sudan meridionale.
Il lago Alberto Nyanza è alimentato anche dal Semliki, emissario dal lago Edoardo vicino al Kivu che è collegato con il fiume Ruzizi al vasto Tanganika tributario del Lukuga a sua volta collegato al Lualaba e il maestoso Congo esplorati da Stanley e l’ italiano Brazzà dei quali ho seguito gli itinerari in Congo.
Le leggendarie Montagne della Luna
Così si scoprì che dalle leggendarie Montagne della Luna nascono i due grandi fiumi africani e le scoperte hanno reso giustizia alle intuizioni di Tolomeo e alle leggende degli africani su quei monti innevati Rwenjura. Speke proseguì le sue esplorazioni ed entrò nel regno Buganda del sovrano Mtsa, mentre Grant ammalato rimase in Karagwe, nel febbraio del 1862 giunse al villaggio reale, costretto a soggiornarvi cinque mesi, il ventuno di luglio era di nuovo sul Nilo Vittoria e assieme a James Augustus Grant scoprì le cascate che battezzò Ripon in onore del presidente della Royal Geographical Society e chiamò Napoleon il canale da cui originava il fiume dal lago Vittoria per ricambiare i riconoscimenti avuti dalla Societé Gèographique Francaise.
I due continuarono lungo il Nilo Alberto e a settembre entrarono nel territorio di Bunyoro del sovrano Kamrasi in Uganda, descritto come arrogante taglieggiatore, la guida Sidi Mubarak Bombay li presentò come figli della grande regina bianca Vittoria che regnava sul loro paese e vennero ricevuti come ospiti di rango, ma per impossessarsi di altri beni della carovana la perfida corte li accusò di essere cannibali dei portatori e furono trattenuti due mesi.
A novembre esplorarono il fiume fino alle cascate Karuma dopo le quali il Nilo entra nel lago Alberto, ma l’ostilità delle tribù locali li indussero a lasciare il fiume e incontrarono la pattuglia egiziana del colonnello Petherick partita in loro soccorso, ma Speke continuò per Gondokoro dove arrivò il quindici febbraio e vi incontrò Samuel White Baker con la moglie Florence che stava risalendo il Nilo per i Grandi Laghi e rimpatriò, mentre i coniugi continuavano la loro spedizione.
Rivalità tra i due esploratori
Tra Burton e Speke era ormai nata una rivalità che appassionava gli ambienti scientifici, in patria Burton si impegnò a dimostrare l’origine del Nilo dal lago Tanganika anzichè dal Vittoria, mentre Speke aveva pubblicato numerosi testi a sostegno della sua versione, quando si dovevano incontrare in un pubblico dibattito il ventuno settembre 1864, Jhon Hanning Speke rimase ucciso in un incidente di caccia e molti pensarono a un suicidio, avendo scoperto che la relazione di Burton su un suo comportamento inetto durante la prima spedizione in Abissinia era un falso del suo editore per metterlo contro il compagno che, al contrario ne aveva evidenziato doti e coraggio, da gentiluomo vittoriano non avrebbe retto al rimorso per aver ostacolato l’amico in quegli anni.
Richard Francis Burton partecipò a qualche viaggio in Africa occidentale e lasciò le esplorazioni dedicandosi alla diplomazia in vari consolati britannici fino alla morte a Trieste nel 1890 e forse della personalità di grande viaggiatore una sua frase mi è tornata alla mente nei miei viaggi in questa Africa e nel resto del mondo
“Travelers are like poets. They are mostly an angry race.”
© Paolo del Papa Viaggiatori ed esploratori. Vol. Africa:Le montagne della Luna. Burton e Speke
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