Chhattisgarh
A lungo parte del Madhya Pradesh a nord ovest, il Chhattisgarh come nuovo stato e disteso a sud dell’ Uttar Pradesh e il limitrofo Jharkhand, il territorio orientale con l’ Orissa e quello centro meridionale con il Maharashtra, all’ estremità sud occidentale il Telangana da poco separato dal limitrofo Andhra .
Storico Chhattisgarh
La più antica storia della regione nota come Dakshina Kosala risale all’ epoca del vasto impero Maurya nel III secolo a.C. che sul colle Ramgarh nelle grotte di Sitabenga ha lasciato resti di edifici e templi rupestri scolpiti e decorati da affreschi ed e varie iscrizioni. Il regno di Kosala dal nord con la dinastia Surya Vanshi estese il suo dominio nell’ antica regione del Kosala meridionale poi descritta nel I secolo a.C. dal grande poema epico Rāmāyaṇa come il luogo di nascita di Koushalya divina madre di Rama ove con la consorte Sita e il fratello Lakshamana vi erano esiliati, storicamente dopo il lungo dominio del vasto impero Gupta con la sua decadenza dal V secolo d.C. per gran parte del medioevo la regione fu governata da varie dinastie, dalla prima Sharabhapuriya che si rese indipendente dall’ impero Gupta seguita nel VI secolo dalla Pandava di Mekala. Di simile stirpe poi dal VII secolo al successivo la Pandava di Dakshina , dal IX al XII la Somavaṃśī nota come la dinastia lunare dei Keshari , mentre su parte del territorio si impose il dominio della dinastia Kalachuri di Ratnapura e in quello più orientale del Chakrakota Manda la Chindaka di Naga. Sacra all’ induismo e alla mitologia del Rāmāyaṇa per aver ospitato Rama. la storica regione Dandakaranya nell’XI secolo fu invasa dal potente Impero dei Chola di stirpe Tamil e con la sua decadenza all’ inizio del XV secolo vi venne fondato il principato del Bastar. Sul resto della regione nel X secolo si estese il regno Heheya fondato da una dinastia di stirpe Rajput governandola fino al XIV, poi passato nel dominio Kalachuri di Raipur con il regno Haihaiyavanshi e con la sua decadenza nel XVIII secolo fu invaso dall’ impero Maratha. Per la successione dopo la morte del sovrano Chand Sultan il potente clan Bhonsle dei Maratha dal 1739 prese il potere esteso nel regno di Nagpur, alla fine del secolo la compagnia britannica East India vi iniziò estese il suo dominio commerciale come divisione del Chhattisgarh e nel 1854 assieme al resto dell’ India divenne parte dell’ impero anglo indiano del British Raj come provincia governata da Raipur. Dal 1920 iniziarono le rivendicazioni separatiste che continuarono fino all’ indipendenza indiana nel 1947 divenendo poi parte del Madhya Pradesh per decenni ne fu rivendicata la separazione fino al 2000 con il Madhya Pradesh Reorganization Act per la costituzione del nuovo stato Chhattisgarh.
Parchi e riserve
A nord si stende l’ estremità meridionale della pianura Gangetica dove come affluente del Gange scorre il fiume Rihand , sul territorio orientale si allunga la catena dei monti Satpura e per quello occidentale si unisce all’ altopiano del Chota Nagpur formando i rilievi che dividono il vasto bacino del fiume Mahanadi dalla pianura indo-gangetica. Il territorio tra le risaie nel fertile bacino attraversato dal corso superiore del Mahanadi è separato da quello del fiume Narmada ad ovest e ad est la catena Satpura si allunga per i colli Maikal e dalle pianure dell’ Orissa, Il territorio meridionale lungo il vasto altopiano del Deccan si stende tra lo spartiacque del fiume Godavari e del suo affluente che scorre dall’ Orissa come Indravati assieme agli affluenti orientali del Mahanadi. Il clima tropicale caldo umido con inverni più temperati è regolato dalle piogge monsoniche estive che alimentano la lussureggiante vegetazione e le vaste foreste popolate da una ricca fauna endemica. in parte protette dalle riserve e parchi nazionali del Chhattisgarh. All’estremità sud occidentale nel distretto di Bijapur attraversato dal fiume Indravati ne prende nome il parco nazionale dell’ Indravati ove nella foresta tra corsi d’ acqua e paludi oltre l’ endemica fauna della regione. si trova la più grande concentrazione del bufalo d’ acqua asiatico bubalis in via d’ estinzione altrove. Poco a nord est nel distretto di Bastar sud orientale il fiume Indravati precipita nelle grande spettacolari cascate di Chitrakote, non distante si apre la suggestiva valle del fiume Kanger anch’ esso dalle varie cascate nello spettacolare ambiente tra i rilievi , grotte calcaree e sotterranee nella foresta protetta dal grande parco nazionale Kanger Ghati dalla ricca flora, oltre le numerose di rettili , anfibi, pesci, insetti e farfalle, la fauna endemica del Kanger ospita oltre centoquaranta specie di uccelli e una cinquantina di mammiferi di ogni dimensione. Nel parco oltre ad altre come le Kailash ,si apre la spettacolare grotta Kotumsar sacra all’ induismo e a lungo meta di pellegrinaggi per venerarne una grande stalagmite come lingam, tra le più grandi al mondo, delle cinque camere interne con antichissime formazioni di stalagmiti e pozzi ove nuotano pesci ciechi popolate da insetti, anfibi, pipistrelli e vita sotterranea tra le suggestive formazioni e passaggi in profondità. Risalendo per il distretto di Dhamtar tra la foresta di Tek e bambù la riserva faunistica di Sitanadi, oltre le varie riserve Il più nord occidentale distretto di Koriya si stende tra rilievi e valli percorse da fiumi che precipitano in varie cascate nella foresta popolata dalle numerose specie di uccelli e ricca fauna endemica ove il parco nazionale di Sanjay si stende oltre il confine con il Madhya Pradesh con la riserva delle tigri di Sanjay-Dubri. La vasta Biosphere Reserve dell’ Amarkantak protegge il territorio dalla ricca flora e fauna endemiche della Biosfera con vari parchi tra limitrofo Madhya Pradesh e la regione occidentale ove nel distretto centro occidentale di Mungel si trova la riserva faunistica di Achanakmar distesa nella foresta dalle diverse specie di alberi, flora e piante medicinali popolata da varie specie di uccelli, rettili e numerose di mammiferi endemici come gaur, isambar , chital, sciacalli, , antilopi chinkara, muntjak, cervicapra, cinghiali , orsi bradipo, leopardi indiani e le maestose tigri del Bengala, esteso con un percorso oltre il confine per la risega della tigre di Kanha nel Madhya Pradesh.
Cultura Chhattisgarhi
La cultura del Chhattisgarh nella religione, mitologia, tradizioni popolari, letteratura, arti e mestieri per la vicinanza ad est con l’ Orissa nei secoli è stata in gran parte influenzata dall’ antica cultura Oriya condividendo la tradizione religiosa fondata sull’ induismo, ma qui con diverse comunità che seguono varie sette recenti. La Panthkabir o Sentiero del guru Kabir, la Satnampanth fondata all’ inizio del XIX secolo come movimento del Satnami , nel 1890 all’ esclusivo culto di Rama fu consacrata la Samaj del Ramnami , oltre a seguaci musulmani e minoranze buddiste le popolazioni tribali sono legate ad antichi culti con diverse convertite al cristianesimo. Le comunità unite da costumi, tradizioni e la lingua Chhattisgarhi diffusa oltre l’ufficiale hindi, lungo il confine con l’Andhra anche il Telugu, su quello con l’ Orissa l’Oriya, in diversi villaggi il Bhojpur tra le popolazioni tribali il Chhattisgarhi Khaltahi . La cultura tradizionale si esprime anche nella tessitura , per gli abiti femminili salwar e sari gli scialli e stole di lehanga, l’ l’abbigliamento maschile tuniche e camicie sherwani,. Diffusa ‘arte della seta Kosa, della, pittura, la scultura in legno, manufatti in bambù e l’arte del metallo Dhokra e dei gioielli tribali. Oltre i tradizionali gioielli in oro, argento e vari metalli, tra le comunità tribali sono diffusi ornamenti in perline, piume cipree parte dei loro costumi maschili e femminili, tra gli altri tessuti di cotone il sari Kosa e altri capi intrecciati e decorati con disegni colorati dalla tintura vegetale estratta dalla pianta ‘Aal nella foresta. L’arte dei dipinti murali è comune anche nelle regioni tribali, associati alle tradizioni e i rituali affrescando nella pittura Pithora le pareti e i pavimenti con raffigurazioni di offerte alle divinità e specifici rituali delle tribù, di solito in varie occasioni come il matrimonio, il parto e invocazioni di desideri. L’arte del Godna riproducendo sui tessuti i tatuaggi rituali, la popolare arte del metallo Dhokra crea campane in ottone e bronzo con fusione cava e la tecnica della cera persa, praticata dalle comunità tribali Ghadwa del Bastar e Jharas nei distretti di Raigarh. La lavorazione del ferro battuto loha viene utilizzato per creare forme di manufatti e figurine in metallo, divinità e personaggi, oltre lampade, giocattoli e simili, anche le ceramiche sono parte dell’artigianato tradizionale, mentre le figurine di terracotta rappresentano i rituali e i costumi tribali. La lavorazione del legno per maschere e sculture mobili , porte, infissi, soffitti e architravi sempre finemente intagliati, il bambù per oggetti quotidiani e decorativi, ceste anche per la pesca e la caccia, attrezzi agricoli e vari. Tra i fondamenti della tradizione culturale i vari canti popolari come i Chandeni, i devozionali Dhankul celebrano la dea Danteshwari, il Bharthari le gesta del santificato sovrano Raja Bharthari, il Ban-Bhajan nelle cerimoni matrimoniali ed altri. Tra i più diffusi e antichi i canti del Pandavani che narrano la tradizione mitologica e l’ epica del Mahabharata accompagnato da musica e come forma di teatro popolare negli stili Vedamati e Kapalik con i costumi tradizionali. La musica del Chhattisgarh oltre ai canti, le rappresentazioni devozionali e popolari accompagna le varie danze, in gran parte tribali di gruppo ai ritmi di tamburo con i danzatori in fila, girando in cerchio come la Saila maschile eseguita nelle grandi feste e dopo il raccolto, la Suwa per la dea della ricchezza e dove le giovani danzatrici si esibiscano anche per avere proposta di matrimonio. La danza del Karma eseguita attorno al sacro albero Karam ove i danzatori e danzatrici solo legati assieme formando un grande cerchio cantando e passandosi un ramo dell’ albero che alla fine viene asperso con latte e birra di riso prima di essere piantato, sempre eseguita in base alla casta, ma mantenendo lo stesso significato devozionale per tutte. La tribale Rawat Nacha è tipica del territorio orientale al confine con l’Orissa come competizione annuale tra i villaggi della regione, metà degli uomini cantano e suonano flauti e tamburi mentre gli altri danzano circondando un bambino vestito da Krishna a simboleggiare i suo epico scontro con il mitologico sovrano Kansa. Diviso nei trentadue distretti amministrativi del Chhattisgarh per estensione è il decimo stato dell’India con oltre dodici milioni di abitanti che in gran parte popolano i vari centri e città nel Chhattisgarh ove l’ antica cultura si esprime magnificamente tra gli storici centri, templi e santuari delle tradizioni induiste e buddiste per un affascinante itinerario.
Bilaspur
Il distretto di Bilaspur centro settentrionale si stende nel suo fertile territorio con campi e risaie tra centri e villaggi, parte del territorio forestale esteso dal limitrofo distretto di Mungelè è protetto dalla riserva dell’ Achanakmar popolata dalla ricca fauna endemia, il distretto prende nome dal suo capoluogo nella città di Bilaspur che conserva vari siti storici e templi oltre ad essere centro culturale nella regione per i tradizionali stili di canti e danze popolar, tra le varie feste danzanti la Rout a novembre e la Nach Mahotsav celebrata dalla popolazione tribale Rawat. Poco distante si trova la storica città di Ratanpur estesa dal fiorente centro che dall’XI secolo per il successivo fu capitale del regno della dinastia Ratnapura, oltre a conservare siti della sua storia, dalla fine del XII secolo divenuto grande centro di pellegrinaggi per il venerato tempio di Mahamaya consacrato alla dea manifestazione della divina energia femminile della Shakti. Restaurato come lo si trova nel suo monumentale stile Negara, il Mahamaya di Ratanpur si erge sulla sponda del fiume Mahanadi tra parchi e giardini, oltre il centrale Mahamaya Devi con i suoi santuari consacrati a Shiva, Viashnu, Ganesh e altre divinità che affacciano sul porticato dalle facciate scolpite da scene mitologiche e gli interni decorati da affreschi. La storica cittadina di Malhar conserva resti di vari templi induisti e alcuni santuari jainisti decorati e scolpiti nel locale stile tra il VII e il X secolo ispirato al Gupta settentrionale , tra gli altri quelli rinvenuti e in parte restaurati nel sito di Malhar al V secolo risale il più antico tempio Bhima kichak di Deur consacrato a Shiva e con nove santuari ad altre divinità dai diversi stili Nagara, Dravidico e Vesara . Finemente scolpiti e decorati da affreschi con scene mitologiche anche sulla porta dai lati con due guardiani dvarapala vicino le dee fluviali e Yamuna su una tartaruga kachchapa a destra Ganga sopra un makara , all’ interno figure femminili accompagnate da servi sopra la porta la coppia divina Uma Maheshvara e il resto figure dei nani celestiali gana, alle estremità coppie amorose. Anch’ esso consacrato a Shiva nel XII secolo il tempio di Pataleshwar su un’alta piattaforma jagati e tre ingressi un tempo sormontati da portici ardha collegati a una sala mandapa comune che conduceva a un vestibolo antarala e al santuario garbhagrha in stile tri-ratha. Del santuario quadrato e un Mandapa ne rimangono i resti della parte inferiore con altri sparsi, si accede per una scalinata al garbagriha che ospita lo Shivalinga, il portale finemente decorato da immagini delle divinità Ganga e Yamuna, all’Interno scolpite le figure di Shiva e divinità Saiviti, i resti dell’altra sala adhishtana decorati da fregi di elefanti e simha-vyala tra immagini di varie divinità.
Bhoramdeo e Bambleshwari
Nel territorio centro occidentale ove si allunga la catena dei colli Maikal lungo i confini del Madhya Pradesh, alla fine del IX secolo risale la prima fondazione del grande tempio Bhoramdeo esteso nei due successivi consacrato a Shiva con quattro santuari in stile Nagara ispirato ai templi di Khajuraho del vicino Madhya Pradesh dalla splendida facciata scolpita e tre ingressi per il santuario centrale con i padiglione su dodici pilastri laterali anch’ essi finemente scolpiti. Dal suggestivo Bhoramdeo diramano gli altri santuari con gli adiacenti resti del tempio Istaliq in mattoni dal santuario con da pilastri scolpiti sormontato da una torre anch’ essa decorata come il muro, oltre allo Shivalinga ospita le immagini della divinità Uma Maheswar e un sovrano con la consorte. Nel parco del tempio il santuario Cherki Mahal dalla torre scolpita e il portico decorato con il suo Shivalinga , poco distante il Madwa Mahal dalla sala Pandal per le cerimonie e l’ atrio con i resti del shikara , l’ immagine del sacro toro Nandi mentre venera lo Shivalinga e il santuario interno con la figura Shiva. Nel vicino distretto di Rajnandgaon tra i vari centri che conservano memorie del passato, si trova la città di Dongargarh divenuta centro di pellegrinaggi nella regione per il venerato tempio Bambleshwari consacrato alla dea manifestazione di Parvati che si erge su un colle in stile Nagara dall’alta torre shikhara curvilinea scolpita con il santuario centrale da dove diramano gli altri decorati gopu. il Bambleshwari tra le altre celebrazioni induiste si anima annualmente dalle cerimonie per le nove manifestazioni di Durga nella grande festa del Navratri . Non distante davanti ad un alto Shivalinga sulla statua del sacro toro Nandi il Barfani dham su tre piani dagli interni decorati con il primo consacrato alla divinità Patal Bhairavi, il centrale alla dea Tripura Sundari manifestazione di Durga e il superiore a Shiva.
Gariaband
Nel distretto Gariaband centro orientale tra rilievi e foreste parte del territorio è protetto dalla riserva del Sitanadi popolato da fauna endemica, proseguendo per la foresta nel suo villaggio sorge il santuario Bhooteshwarnath di Moroda consacrato a Shiva venerato per il suo grande Shivalingam. Vicino la città di Gariaband immerso nella vegetazione il tempio Mata Mandir di Jatmai consacrato a Durga dalle mura in granito scolpite e affreschi all’ ingresso , animato da fedeli e pellegrini nelle cerimonie del Navratri. Seguendo il fiume Mahanadi per il suo corso occidentale tra foreste e risaie si trova la città di Raipur divenuta capitale del Chhattisgarh, non distante a Chandkhuri il mitologico luogo di nascita della dea kaushalya divina madre di Rama, un tempo noto come la terra degli dei Chandrapuri con il sacro stagno Jalsen ove nell’VIII secolo fu fondato il Tempio di Kaushalya , poi in rovina è stato restaurato nel 1973 mantenendo in parte lo stile originario, si accede dal ponte Hanuman Pul ove troneggia la statua della divinità per il santuario Garbhagriha che ospita la venerata immagine di Kausalya con in grembo il piccolo Rama. Continuando nel distretto per la confluenza del Mahanadi con i fiumi Pairi e Sondu la città di Rajim che conserva vari siti storici e santuari, Meta del pellegrinaggio annuale tra febbraio e marzo per le cerimonie del Rajim Kumbh, oltre i vati templi dalla sua prima fondazione nel VII secolo si trova il Lochan consacrato a Vishnu dalle dodici colonne finemente scolpite con varie divinità, venerato anche dai buddisti per la vicina la statua in pietra nera del Buddha in meditazione
Bastar
Lo storico distretto di Bastar sud orientale si stende tra pianure e foreste lungo il confine con l’ Orissa e ne condivide parte della popolazion tribale nei villaggi, assieme al Dantewada dal XIV secolo e per i successivi su parte del principato Bastar fino all’ indipendenza indiana conservando diversi siti della sua storia. Parte del territorio con i rilievi e vallate nella foresta percorsa da fiumi e suggestive cascate è protetto dal parco nazionale del Kanger dalla ricca flora e fauna endemica nella regione, simile a quella più ad ovest dell’ altro parco dell’ Indravati dalla foresta attraversato dal suo fiume con la riserva della tigre. Vi si accede anche dalla città di Jagdalpur come capoluogo del distretto che conserva anch’ essa alcuni siti storici, tra tutti ad ovest ove confluiscono i sacri Shankini e Dhankini, come uno dei venerati santuari pitha della Shakti e meta di pellegrinaggi dal XIV secolo e sorge il tempio Danteshwari consacrato alla dea manifestazione di Durga e centro della tradizione tantrica. Edificato nel monumentale stile Nagara circondato da mura , all’ ingresso un pilastro di Garuda con il vasto cortile ove affacciano gli edifici mandapa con le sale i Maha, Sabha e nel centrale il santuario interno Garbha Griha dalle imponenti guglie intagliate, le pareti scolpite e ricche decorazioni, il santuari centrale ospita la venerata statua in pietra nera della dea Danteshwari adornata da gioiell , ne diramano gli alti minori anch’essi finemente decorati consacrati a varie divinità. Ove scorre il fiume Indravati a Barsur nei pressi del sacro stagno Buddha Talab si trova il tempio Chandratiya consacrato a Shiva venerato anche come Mahadev Barsur, dallo stile tradizionale su un’alta piattaforma, davanti la statua del toro Nandi, il muro esterno con mmagini di Brahma assieme a Vishnu e le divinità Prajapati Daksha e Uma, con un mandapa cilindrico nella parte anteriore e il santuario Garbhgriha decorati, il Maheshvavara scolpito con scene erotiche e altre immagini mitologiche.
Sirpur
Risalendo per territorio del Mahasamund ad est sui confini con l’ Orissa , lungo il sacro fiume Mahanadi si trova il villaggio di Sirpur ove sorgeva l’ antica città Aka Shirpur che fu a lungo una delle capitali del regno Kosala meridionale Dakshina, dal V secolo ai successivi grande centro culturale e di pellegrinaggi ove convivevano le tradizioni religiose induiste, buddiste e jainiste lasciando i i resti nel vasto sito di Sirpur. Descritta nelle cronache dal grande monaco e studioso buddista cinese Xuanzang nel VII secolo, è fiorita nel medioevo per poi essere abbandonata e riscoperta durante in periodo coloniale nel 1882 dal funzionario britannico Cunningham, iniziando gli scavi e restauri. Dall’ epoca sono risorti alla luce il grande mercato con i depositi sotterranei del VI secolo e in gran parte contemporanei dodici vihara dei monasteri buddisti decorati e con diverse statue, uno jainista, resti di templi della scuola tantrica Shakti, cinque induisti consacrati a Vishnu e tra i più antichi ventidue di Shiva più imponenti e finemente decorati, divenendo il suggestivo sito di Sirpur ove l’ archeologia incontra la spiritualità. Lungo il fiume Mahanadi si stendono i resti dell’ antico mercato utilizzato in gran parte da orafi, fabbri e ceramisti, con alcuni edifici collegati da canali sotterranei, ha larghe strade parallele che lo divide in base alla merce con il mercato dell’oro, del ferro, ceramiche e prodotti agricoli, luoghi di culto e per la medicina tradizionale ayurvedica. Tra i resti dei vari templi rinvenuti consacrati a Shiva di Sirpur diversi hanno un unico santuario garbhagrha in mattoni su una piattaforma di pietra, cinque su una su pianta panchayatana ne hanno due in gran parte ospitano uno Shivalinga e un altro consacrato a Vishnu, solo uno ha tre garbhagrh collegati allo stesso edificio del mandapa. Tra i più monumentali indiani in mattoni, alla metà del VII secolo risale il grande tempio Lakshmana consacrato a Vishnu in una sintesi dello stile Nagara con il dravidico meridionale, del mandapa dai pilastri decorati rimangono solo i resti, gli altri dalle parete finemente scolpite con figure di Vishnu, decorazioni ed intagli con simbologie di Krishna, le divinità Leela e del Vaishnava Dwarpa , storie dell’ epica Ramayana e diverse scene erotiche simili ai templi di Khajuraho nel Madhya Pradesh. Elevato su una rampa con gradini di pietra calcarea sono stati recentemente riportati alla luce i resti del grande tempio Surang Tila fondato nel VII secolo e in parte devastato da un terremoto nel XII, edificato nello stile panchayatan con quattro templi agli angoli del centrale mandapa con trentadue pilastri che ospita cinque santuari, quattro dai diversi Shivalinga bianco, rosso, giallo e nero e uno che ospita la figura di Ganesh. Vicino tre templi tantrici su una piattaforma, consacrati a Brahma, Vishnu e Shiva e nei pressi il tempio della Trimurti con due santuari garbha-grha , uno ospita lo Shivalinga e l’altro la figura di Vishnu. Come altri anche questo tempio si trova su un’alta piattaforma jagati e tra i due santuari uno stretto passaggio a T che obbliga l’ entrata di una sola persona nella cella per sdraiarsi nel mudra shavasana nella venerazione di Brahma. Al VI secolo risale Il tempio Baleshwar Mahadev di Sirpur consacrato a Shiva nello stile Panchayatan con due santuari centrali su una piattaforma dal Garbagriha e a forma di stella che ospitano lo Shivalinga con nove fori a simboleggiare il nava-grah dei nove pianeti, agli angoli tre santuari minori, i pilastri in dura pietra dolomite scolpita, I due santuari Balasvara e Udaisvara Mahadev si riferiscono anche alle consorti del sovrano con una cinquantina di sculture che ne narrano le storie. Il Gandheshvara Mahadeva di Sirpur è il più recente edificato su quello del XVII secolo durante l’ impero Maratha, la porta del garbhagrha dalle decorazioni con varie rappresentazioni di Shiva, a sinistra la scena Ravananugraha con Ravana che cerca di scuotere il monte Kailasa mentre Shiva e Parvati sono seduti sopra con Ganesha, Kartikeya e il toro Nandi, a destra tre pannelli con Shiva come Nataraja danzante , Andhakantaka e Bhikshatana che entra nella foresta Devadaruna. Tra i siti buddisti di Sirpur, sorto in onore del venerato monaco alla fine del VII secolo, i resti del monastero Vihara di Ananda Prabhu con quattordici stanze dalla sala per le cerimonie Mandapa sostenuta da pilastri e il santuario interno dalle pareti scolpite che ospita un grande statua del Buddha in piedi e la figura di un Padampani con un loto nella posa benedicente del mudra abhaya, un’altra immagine del Buddha che tocca la terra nel mudra Bhumisparsha dell’ Illuminazione, altre sale dalle pareti scolpite e decorate anche da figure delle tradizioni indù e jainiste. Dello stesso periodo e simile stile l’altro monastero Vihara di Teevardev dalle porte riccamente intagliate con scene di vita del Buddha e storie del Panchatantra, nel santuario interno su un piedistallo finemente decorato la statua del Buddha nel mudra Bhumisparsha tra due figure femminili, le pareti e le altre sale anch’ esse finemente decorate oltre che da immagini e statue buddiste anche della tradizione induista ,le dee Ganga e Yamuna, scene di kama e mithuna, storie mitologiche racconti del Panchatantra e Gajalakshmi. Dagli scavi più recenti il Budh Vihar dal portale decorato con scene della con la vita terrena del Buddha, ai lati celle monastiche e nel santuario la statua dell’ Illuminato tra Padmapani ai lati. L’ altro e più antico monastero Swastika vihar di Mahasamund, fondato nel V secolo ed ampliato nei successivi, ha lasciato i resti di celle monastiche, sale di preghiera e stupa con il santuario centrale che come altri ospita la statua del Buddha nel mudra Bhumisparsha dell’ Illuminazione con Padamapani, un’ altra sala della divinità Hariti in arenaria rossa.
Chhattisgarh tribale
In gran parte simili a quelle del Madhya Pradesh ad ovest e ad est le varie e più numerose tribù dell’ Orissa, le popolazioni tribali del Chhattisgarh rappresentano circa un terzo di quella totale, in gran parte legata all’antico stie di vita e società clanica, tradizioni religiose e rituali, popolano vari territori , ma in gran parte concentrati nel distretto territorio sudorientale del Bastar. Diverse tra loro per tradizioni e costumi , ognuna ha la sua propria sua cultura e stile di vita, per il sostentamento in gran parte legati alle foreste per la caccia, pesca e agricoltura essenziale oltre alcune attività artigianali locali. In parte di stirpe Gond divisi elle quattro grandi tribù Raj, Madia, Dhurve e Khatulwar dalla società con dodici organizzazioni tribali Saga patrilineari ed esogame legate dalla comune cultura e la lingua di origine dravidica, cacciatori e agricoltori, di solito con i villaggi vicino ai fiumi e le foreste ove sui colli praticano la tradizionale agricoltura Jhum tagliando e bruciando la vegetazione,.Sono una delle popolazioni tribali tra le più numerose ed antiche del Chhattisgar, le comunità sono regolate dal sistema dei clan Pari che riuniscono le famiglie di Pardhan , derivano dagli antenati ordinati per il rango della discendenza i lignaggi kita e a volte comprendono altri minori khandan. Il clan di ogni Saga ha simile dignità nei rapporti con le altre nel lavoro e i rituali legati alle antiche tradizioni animiste integrate all’ induismo. Noti per il sistema matrimoniale Ghotul, le donne si adornano con perline, conchiglie, metalli, cipree, ossa, piume, rame e bronzo. Simili ai Paraja dell’ Orissa di stirpe Gond, i Parji popolano anch’ essi il distretto di Bastar, qui noti anche come Durwa , dalla società tradizionale rigidamente regolata in caste e codice di condotta sociale con le comunità di pari rango, da sempre agricoltori e noti per le decorazioni femminili di gioelli e perline. Anch’ essi di stirpe Gond, le tribù dei Muria ne condividono gran parte di tradizioni e costumi popolando in gran parte le pianure , vallate e foreste del Narayanpur nel Bastar. Le tribu Chhattisgari di antica origine Damaria a sud del fiume Indrawati sono note come Bison Horn per il tradizionale copricapo con le corna che portano nei i rituali e le danze, legati al culto della madre terra che dona l’agricoltura e i prodotti della foresta Le comunità del popolo Halba oltre che nella vicina Orissa e Madhya Pradesh un tempo erano diffuse fino al Maharashtra, gli Halba popolano il Chhattisgarh tra distretti di Durg , parte del territorio del Bastar e il Raipur conservando antichi dialetti, tradizioni e costumi . Tra le più antiche la popolazione tribale degli Abujmarh diversamente da altre rimane isolata nelle foreste ancora interamente legata alle tradizioni originarie, caccia, i costumi essenziali e nota per la sua natura aggressiva. Oltre altre meno numerose è diffusa la popolazione dei Baiga dalla società tradizionale fondata sui clan e famiglie jat a loro volta divise in garh, ogni villaggio è governato da un capo mukkadam assistito dal funzionario malguzar e il guardiano katwar, mentre le controversie sono affidate ad un consiglio tribale panch. La famiglia è endogama a discendenza patrilineare, dalle antiche tradizioni animiste integrate all’ induismo, comunicano attraverso varie ritualità con le e divinità e le cerimonie che radunano le comunità nelle feste periodiche con i costumi tradizionali processioni, canti e danze. Oltre a quelle induiste celebrano la ritualità del Bida per scacciare gli spiriti maligni, la festa dei bambini Kichrahi a gennaio, la Phag a marzo la benedizione dei raccolti con la cerimonia Bidri, a giugno la festa agricola dell ‘ Hareli , in ottobre la Pola per i raccolti e la fine delle piogge con la Nawa.