Dopo la dissoluzione dell’ Unione Sovietica il Daghestan è rimasto nella federazione delle repubbliche russe, a sud si stende con l’ Azerbaijan con la contesa regione del Nagorno Karabakh e la limitrofa regione della Georgia anch’essa indipendente, ad est affaccia sulla sponda occidentale del Mar Caspio con una lunga costa mentre a nord confina con la Russia meridionale caucasica tra il piccolo kraja del territorio di Stavropol’, a nord est l’unica regione buddista occidentale della repubblica Kalmykija e lungo la regione centro occidentale si estende l’altro conteso territorio russo della Cecenia.
Storia del Daghestan
In gran parte simile a quella della vicina regione dell’ Azerbaijan nel suo periodo più antico, le prime notizie in occidente della lunga storia del Daghestan si devono alle note sul paese di Ghela popolato dai Degai del grande geografo greco Strabone alla fine del I secolo a.C., nei successivi come le altre regioni caucasiche limitrofe fu in parte dominio dell’ impero persiano Sasanide e poi in quello del regno fondato dai nomadi di origine iranica cristianizzati degli Alani che già alla fine del V secolo vi avevano introdotto il cristianesimo. Anche il Daghestan fu invaso dopo la conquista araba islamica dell’ impero Sasanide nel 651, mentre il territorio meridionale assieme a parte dell’ Azerbaijan rimaneva baluardo nel Caucaso del vasto Khanato di Khazaria, fondato dal popolo turco convertito all’ ebraismo dei Cazari che riuscirono a resistere all’ invasione islamica con le due guerre Khazare fino al 730 quando attaccarono gli arabi nella Persia nord occidentale con la vittoriosa battaglia di Marj Ardabil, finendo poco dopo sconfitti aprendo alla conquista araba la regione meridionale della Transcaucasia. Dal XIII secolo al successivo assieme al resto della regione caucasica entrò nei domini mongoli dell’ Orda d’Oro e poi dell’ impero timuride islamizzato fondato da Tīmūr Barlas noto come Tamerlano che impose la conversione a parte della popolazione completata poi nel XV secolo con l’ espansione dell’ impero Ottomano La regione venne contesa poi con l’ impero russo e nel 1722 lo zar Pietro I inviò una spedizione conquistando il territorio del Derbentskij attorno alla città di Derbent e il decennio successivo venne ceduto quello meridionale, poi ripreso dal regno persiano fondato dalla dinastia Qajar , nel 1796 tornato sotto il dominio imperiale russo durante il regno di Caterina la Grande e poi parte della regione caucasica venne conquistata dopo le campagne militari dello zar Alessandro I . Contro l’ espansione russa in Cecenia e Daghestan a metà del secolo venne fondato l’ islamico imamato del Caucaso nella prima metà del XIX secolo, fonte dell’ odio musulmano per gli infedeli russi a lungo guidato dall’ imam Shamil dal 1813 combattendo contro l’espansione zarista fino alla sconfitta nel 1859 e la definitiva conquista russa nella lunga guerra del Caucaso, continuando il conflitto contro l’ impero ottomano fino ad estendere i domini dopo la guerra con la Turchia del 1877. Con la caduta del regime zarista nel 1917 e il trionfo della Rivoluzione di ottobre, il Daghestan si unì ai territori della Cecenia, Inguscezia e Ossezia nella Rmcs o Repubblica delle Montagne del_Caucaso Settentrionale, poco dopo il nuovo governo bolscevico fondò la nuova Repubblica Socialista Sovietica autonoma del Daghestan nel 1921 rimasta una delle repubbliche caucasiche per il resto del secolo dell’ Unione Sovietica fino alla sua dissoluzione nel 1991 e l’ anno dopo il Consiglio supremo daghestano proclamò l’entrata nella nuova federazione tra le repubbliche della Russia.
Dal Caucaso al Caspio
Mentre i paesi limitrofi si proclamavano indipendenti la nuova repubblica del Daghestan rimaneva nella confederazione con il Consiglio di Stato dal territorio diviso nei vari distretti nella repubblica autonoma del Daghestan con i vari villaggi, centri e città, fondata dai russi come Petrovskoye nel 1844 con il suo porto di Petrovsk sul Mar Caspio ne divenne la capitale ribattezzata Makhachkala o Machačkala e come satellite con i quartieri operai è sorta la città di Kaspiysk in epoca sovietica. Da qui per un lungo percorso dopo passando per villaggio di Akhty si continua tra le montagne per l’ altro villaggio di Miskinj, salendo per una stretta via tortuosa fino al alla montagna sacra di Shalbuzdag ove il pellegrinaggio islamico corrispondeva a quello per La Mecca in epoca sovietica e continua con le file di fedeli che si arrampicano per il santuario sulla cima. Tornando a Machačkala seguendo il corso del vicino fiume Sulak, che giunge dalle montagne daghestane settentrionali fino al Caspio , si entra nella profonda gola dello spettacolare canyon di Sulak ove su un colle si trovano i resti dell’ antico villaggio Awaral abbandonato di Gamsuti e nei pressi del villaggio di Dubki il fiume è sbarrato dalla la grande ed alta diga di Chirkeisk . Continuando sulla costa nord occidentale del Caspio tra dune di sabbia e lagune popolate da varie e specie di uccelli e fauna endemica si stende la riserva naturale del Dagestansky ove tra le altre suggestioni dell’ ambiente si trova una della più grandi dune dell’ Eurasia con la spettacolare sabbia gialla di Sarykum. Poco a sud ovest dominata dalle montagne del Gran Caucaso dall’ antico centro di Temir-Khan-Shurá in epoca russa venne fondata la città di Buynaksk anch’ essa travolta dalla violenza dei separatisti islamici nel 2009, nell’ omonimo distretto occidentale venne fondata nel 1846 la città di Khasavyurt dal 2016 divenuta base dei miliziani islamici terroristi Khasavyurti legati all’ Isis. Nella regione più meridionale all’ VIII secolo a.C. risale la prima fondazione di quello che divenne un centro persiano sul Mar Caspio entrato nei domini del regno di Aluank’ dal VI secolo a.C. , ribattezzato dai greci Albania Caucasica che si estendeva dal vicino Azerbaijan, come fortezza sulla via tra le steppe dell’ est e la regione assieme a quella geogiana delle porte caucasiche nella gola del Darial verso la Russia meridionale. Divenuta cittadella sasanide contesa dai bizantini, dal V secolo d.C. fu centro nella diffusione del cristianesimo, attaccata dal Khaganato turco occidentale di Onoq nella sua espansione ad ovest, nel 627 la fortezza venne distrutta mentre la cittadella sasanide fu devastata e saccheggiata dalle armate guidate dal qagan Tong_Yabghu. Nel 654 fu presa e ribattezzata la Porta dei Cancelli Bab al-Abwab dopo la conquista araba islamica della Persia convertendo la popolazione della regione e di nuovo fortificata aggiungendo altre difese sul Caspio oltre alle vicine sasanidi nel territorio iraniano del Golestan che hanno lasciato i loro resti nel sito di Gorgan con la grande muraglia. Dal IX secolo divenne tra le più estese città caucasiche nel dominio arabo e nel X fu capitale di un emirato indipendente in conflitto con il vicino regno cristiano di Sarir, continuando a prosperare anche all’ epoca dell’ invasione mongola nel 1239, ma nel secolo successivo come il resto della regione divenne dominio del potente e vastissimo impero Timuride e dopo la sua dissoluzione la città e parte del Daghestan entrò nello Shirvan azero con il regno governato dalla dai regnanti della dinastia Shirvanshah. All’inizio del XVI secolo il territorio venne poi preso nel regno persiano fondato dai Safavidi rimanendovi fino all’ascesa al trono dell’altra dinastia iraniana dei Qajar che dal XVIII secolo vide l’espansione russa nei domini caucasici e dall’ inizio del successivo come il resto del Daghestan ne divenne la città di Derbent affacciata sul Mar Caspio con il suo porto. Della sua lunga storia la cittadella Darbant sorta in epoca sasanide nel VI secolo ha lasciato i resti della poderosa fortezza del sole di Naryn-kala con le mura che da un colle scendono al mare dai vari edifici, il caravanserraglio, cisterne, bagni e cimiteri, nei pressi la moschea di Juma sorta su una più antica basilica cristiana nel XV secolo con la sua madrasa e il mausoleo di Khan del XVIII secolo, poco oltre allo steso periodo risalgono le altre moschee di Kyrhlyar e Bala.
Daghestan tra Jihād e terrorismo
Il territorio del Daghestan tra le montagne e lungo la costa del Caspio con i suoi villaggi e città è popolato da varie e diverse etnie daghestane, la regione interna in parte abitata dall’antico popolo montanaro degli Avari come erano noti gli Awaral , islamizzati dal XIII secolo così come i vicini Azərbaycan türklər di stirpe turca Azeri , da tribù iraniche migrate dal v secolo nella regione cucasica discendono Tat islamizzati che popolano il territorio meridionale e dalle simili origini ma di fede giudaica gli ebrei della montagna come sono noti i Juhuro nella regione più settentrionale, il resto è popolato oltre da un’ altra trentina di etnie per le quali si vorrebbero proclamare ufficiali le trentadue diverse lingue del Daghestan in un variegato mosaico etnico legato da tradizioni simili e la fede musulmana. Nella diffusione islamica in Russia è tra le regioni ove quasi l’ intera popolazioni è musulmana sunnita seguendo i riti della scuola Shafi , nonostante la politica di emancipazione russa, è ancora frequente la tradizione caucasica del rapimento della sposa nelle zone rurali della regione assieme all’altra islamica pratica della poligamia che qui come negli altri territori musulmani più integralisti rende drammatica la condizione delle donne daghestane. Con la diffusione della scuola coranica più radicale nel suo movimento della Salafiyya , come nel variegato mondo islamico, il Daghestan ha visto la rinascita della rigenerazione o Tajdid nelle sue forme più integraliste e violente alimentando l’ ascesa criminale dell’ Isis qui e nel resto del Caucaso musulmano nonostante un ventennio di vana resistenza al più barbaro jihadismo delle autorità russe . Dopo che gli indipendentisti ed integralisti islamici nel limitrofo territorio scatenarono e consumarono la prima guerra in CecenIa devastando la regione , nell’ agosto del 1999 il famigerato terrorista musulmano Šamil Basaev ceceno guidò le sue milizie assieme a quelle dell’altro criminale integralista saudita Ibn al-Khattab iniziando la sanguinaria guerra santa per sostenere i separatisti musulmani contro gli infedeli russi per l’ invasione del Dagestan iniziando la feroce guerriglia islamica estesa dalla seconda guerra in Cecenia . Dopo le indicibili violenz , massacri ed attentati islamici scaturiti da quel conflitto e mentre la regione finiva nella criminale strategia di Al-Qaeda, qui come altrove sostenuta contro la Russia, dal 2011 per un paio di anni la situazione si è relativamente attenuata tra instabilità e terrorismo in Daghestan mentre, oltre ai finanziamenti alle formazioni integraliste, i servizi sauditi sostengono la jihad nel Caucaso russo. Il più fanatico indipendentismo islamico con la sua guerra santa ha subito il tenebroso fascino dell’ Isis che qui ha trovato un nuovo fertile territorio per riorganizzarsi dopo la sconfitta del suo mostruoso e violento stato islamico in Iraq e Siria, nel frattempo dalla separatista proclamata repubblica Cecena di Ichkeria dopo le due devastanti guerre, con l’organizzazione del più radicale movimento islamista Shariat_Jamaat o Vilayat Dagestan, dai villaggi sottomessi in quello che i russi chiamano il territorio del Kadar governato dalle medioevali e violente leggi coraniche della Shari’a è sorto il sedicente stato del Kavkraz o Emirato del Caucaso dalle milizie integraliste guidate dal famigerato e sanguinario terrorista daghestano Kebekov che dal 2009 per otto anni ha trascinato il conflitto armato con la Russia in quella che è stata chiamata la guerra del Caucaso settentrionale subendo duri colpi dalle forze russe fino all ‘ uccisione di Kebekov nel 2015, ma continuata con la guerriglia comandata dall’ altro criminale daghestano Suleimanov affiliato all’ Isis. Come tutte le altre regioni ammorbate dall’ estremismo islamico ricevendo finanziamenti sauditi oltre alle estorsioni e tasse per la jihad, le attività criminali e il lucroso traffico di droga gestito dalla potente mafia cecena che con i militanti islamisti si è estesa in tutta la regione ove l’ intero territorio è divenuto cuore della jihad caucasica e crocevia di ogni traffico tra armi e droga, riciclaggio nelle libere banche locali e finanziamento mafioso del terrorismo, ove si incrociano le vie della droga dall’Asia Centrale con quelle dei traffici verso ovest sulle vie balcaniche.