I Cazari
Popolo delle steppe
Tra gli imperi nomadi centroasiatici quello dei Turchi blu Göktürk nel settimo secolo si disgregava preda delle tribù Uyghur antenate degli Uiguri che dal Xinjiang estendevano il loro Khaganato, la sua parte più occidentale veniva presa dalle tribù del clan Dulo del popolo bulgaro e dal clan Ashina alleato e di simile stirpe dei Cazari che poi si scontrarono nel seicentosettanta con la vittoria di questi, lasciando al dominio bulgaro i territori dalla Dacia danubiana della Romania al mar Nero e parte lungo il Volga.
Di simile stirpe dei turchi Göktürk, anche gli antichi Cazari avevano costumi e tradizioni degli Unni, ma da tribù di allevatori e guerrieri nomadi s’ erano arrestati dal vagare nelle steppe coltivando e trafficando nei mercati sulle vie slaviche ad ovest e attraverso la Russia collegate alle carovaniere orientali, all’ inizio passavano gli inverni in case e d’ estate muovevano con tende e bestiame tra le steppe dei loro territori che poi andarono fortificando dal Volga alla penisola Crimea fino al Caspio che tutt’ ora per gli arabi è il mare Bahr ul Khazar.
A vendicarsi delle incursioni nelle loro terre, cronisti armeni e della medievale Georgia dell’ epoca li descrivono spietati e bevitori di sangue umano, altri scribi caucasici e arabi d’ aspetto truce e massiccio, bianchi dai lunghi capelli spesso rossi, glaciali e selvaggi, molto più tardi Il geografo arabo Al-Istakhri ne testimonia al contrario il bell’ aspetto affermandone la divisione in khazari neri Kara-khazars e bianchi Ak-khazars.
L’ uso a definire popoli turchi quei nomadi in continue migrazioni dalle simili lingue sembra cominciato dai cronisti cinesi Tang del sesto secolo che raccontavano come l’ impero li aveva finalmente scacciati spingendoli ad ovest e per tutto il medioevo venivano chiamati confondendo tutti quei popoli che mossero nei territori degli Unni dopo la morte di Attila, dai Turchi blu Göktürk e Patzinak Peceneghi, ai Kabar e gli Avari, compresi gli Ungari Magiari. Le cronache bizantine citano i Cazari la prima volta per l’ alleanza con l’ imperatore Eraclio I nella guerra contro la Persia dei Sasanidi e nel seicentoventisette la possente cavalleria cazara giudata da Ziebel prese la capitale georgiana Tiflis segnando la fine dell’ impero sasanide poi caduto con la conquista islamica che accerchiava quello bizantino.
Baluardo nel Caucaso
Unico baluardo restava il Caucaso compreso del dominio cazaro che per dieci anni gli arabi Omayyadi tentarono di conquistare fino alla definitiva sconfitta a Marj Ardabil nel 730 del califfo Isham ibn al-Malik. L’armata cazara invase il califfato e prese la città di Mossul ma fu fermata nell’ avanzata per Damasco che altrimenti sarebbe stata conquistata cambiando forse la storia e la diffusione islamica.
Con l’ avvento della dinastia Abbaside il califfato rinunciò al Jihad della sua guerra santa alla conquista dell’ Europa che i cazari avevano impedito da est, mentre ad occidente i Franchi riuscirono a contenerne l’ avanzata, l’ impero bizantino con i suoi conflitti e le varie guerre non sarebbe mai riuscito senza il prezioso aiuto di questo popolo in quel periodo di massima espansione islamica arrestata proprio sui monti del Caucaso, oltre i quali l’ avanzata sarebbe stata incontenibile.
Un secolo di furibondi scontri ad arginarla gli arabi che avrebbero travolto l’ impero bizantino baluardo dell’ occidente e della cristianità cambiando la storia d’ Europa, così che i suoi cronosti celebrano quell’ anno di vera grazia che vide la definitiva sconfitta sconfitta degli arabi che erano giunti al mediterraneo sugellato dal matrimonio della loro principessa Tzitzak con l’ imperatore Costantino V che generò l’ erede Leone IV il cazaro.
Ebrei dell’ est
Quando il popolo che difese l’ occidente europeo giunse in questi territori dall’ est portava le antiche culture tradizionali e i culti sciamanici del Tengrismo Tengricilik diffusi nei regni nomadi centroasiatici, un universo di spiriti ed entità sul quale dominava la divinità Tengri che tra essi era concepito come per i Göktürk mandatario celeste a condurli nel mondo guidati dal Khagan simile al sovrano degli altri popoli turchi, ma per essi doveva essere infallibile, al contrario da giustiziare ritualmente.
Un antico costume tribale ormai inadatto a quel più avanzato potere nel loro nuovo dominio che forse ha influito alla ricerca di nuovi orizzonti religiosi compatibili ai tempi, così al ritirarsi della minaccia araba il loro regno divenne la potente Khazaria e, unico nella storia, nel settecentoquaranta proclamò l’ Ebraismo religione di stato, non tanto per fede quanto per neutrale equilibrio tra il Cristianesimo d’ occidente e l’ Islam d’ oriente.
Nelle cronache e le fonti della loro storia il primo tra i khan ad abbracciare l’ ebraismo sarebbe Bulan, seguito da Obadiah che fece giungere rabbini e sapienti giudei cominciando ad edificare sinagoghe, così che a metà del secolo decimo gran parte dei sudditi era convertita. Tra i primi a far cronaca del regno Khazaro si trova il viaggiatore arabo Ahmad ibn_Fadlan che, come altri sudditi dell’ espansione islamica che andavano scrivendo di quella gente, non lo si trova certo prodigo di elogi al bruciare d’ un secolo di sconfitte, ma le cronache rimangono preziose a trovare la storia dimenticata di quel regno.
Tuttavia nessuno dà notizie su come lasciando antichi riti pagani non cercarono nuova fede nelle grandi religioni che stavano a contendersi le anime del mondo conosciuto e divenissero giudei, s’ era a metà del secolo decimo quando mercanti venuti dalla Persia nell’ al-Andalus della Spagna moresca raccontavano d’ un regno ebreo che copriva gran parte di quelle terre a ovest del Khorasan incrociato dalle carovaniere d’ oriente.A quel tempo il Wali dell’ iberico Al-Andalus era Abd al-Rahman_III con suo ministro l’ ebreo Hasday ibn_Shaprut che scambiava missive con saggi rabbini delle città orientali nell’ impero Omayyade ad informarsi delle comunità giudee così da proteggerle per quanto si poteva così come nelle terre cristiane bizantine ove a volte le si perseguiva, forte che la corte di Bisanzio teneva alla neutralità del Khilāfat Qurṭuba di Cordoba nei conflitti con quelli d’ oriente.
Così avuta notizia di quanto raccontavano i mercanti volle conferma del racconto da ambasciatori di Bisanzio ed essi furono prodighi di notizie su quel regno ebraico e del sovrano Josef, così il ministro cominciò a scambiare missive in ebraico con costui al fine di redarne la Corrispondenza Cazara, che ne fu preziosa fonte di notizie.Dal limitato territorio nel Caucaso a fronteggiare l’ espansione islamica andarono ad estendere il dominio di qui al mar Caspio e ad ovest sulle pianure del Dnepr fino al Čërnoe more mar Nero, in parte dell’ antico territorio degli Sciti , ove incrociavano le vie baltiche dal nord baltico con quelle slaviche dell’ ovest per l’ oriente e ne divennero padroni.
Dalle vie del nord qui giungevano le chiatte sui fiumi e il maestoso Volga ove mercanti e viaggiatori bizantini da ovest si incontravano con gli arabi da sud i persiani da est assieme agli altri provenienti dall’ Asia occidentale e assieme alle merci, come su tutte le altre Vie della Storia nel mondo, viaggiavano culture, idee e religioni diverse così che vi si incrociavano miti occidentali, leggende asiatiche, mitologia norrena e saghe scandinave, celebrando riti sciamanici, culti ebraici, funzioni cristiane e preghiere islamiche. Il regno di Khazaria s’ era esteso in Russia, vi sorsero centri e città come Sarkel sul fiume Don con la sua fortezza, Samandar sul mar Caspio e la caucasica Balanjarh , mentre dove il Volga s’ apre nel suo vasto delta posero la capitale Atil.
Nella fantasiosa geografia medievale europea venne così anche identificato con il biblico Gog e Magog citato da Ezechiele 38: 2 “Figlio d’uomo, volgi la tua faccia verso Gog del paese di Magog, il capo di Mesech e Tubal, e profetizza contro di lui “.
Nell’anno mille La cronaca del geografo arabo Al-Muqaddasi la descrive cinta da mura possenti, florida e abitata da ebrei in gran numero, sulla sponda occidentale del fiume che si collegava con ponte di barche all’ altra stavano i palazzi dei ministri e notabili, quindi i comandanti dell’ armata che qui aveva dodicimila soldati. Al centro le regge dei due sovrani dinastici Khagan, uno con dignità imperiale, mentre al Khagan Bek andava la conduzione delle leggi, finanze e armate, protetti dalla guardia di duemila guerrieri Variaghi di stirpe Norrena venuti dal nord come quei Vikinghi che poi in questi territori fondarono il potente stato Rus‘ di Kyev.
La dispersione di un popolo
Nel decimo secolo di stessa stirpe furono i guerrieri e mercanti Vichinghi che giungevano dalle vie del nord ormai s’ erano insediati lungo il Dneper espandendo il dominio ad est ed ovest dalla città fiorente di Velikij Novgorod e la potente Kiev. A metà del X secolo il loro reggente Svjatoslav I della dinastia Rjurikidi mosse la sua armata con le tribù dei potenti Peceneghi a devastare la fortezza della poderosa Sarkel e la capitale Atil e mentre così cresceva potente lo stato Rus’ il glorioso regno dei Cazari dopo quattro secoli iniziava la sua caduta.
Ne rimase memoria il monumentale Kitab al_Khazaria metà del XII secolo redatto daI poeta e noto filosofo scrittore ebreo sefardita spagnolo Yehuda Ha-Levi. Del potente regno Khazaro rimase un enclave nel Caucaso e il resto di quel popolo ebraico si disperdeva per l’ Europa orientale.
La dispersione continuò dopo l’ invasione mongola, andarono sciamando tra Russia, i paesi delle vie baltiche e quelli sulla via slavica, gli ebrei discendenti cazari non vennero dalla diaspora come le comunità degli Aschenaziti, o migrati da oriente come i Sefarditi orientali, ma furono anch’essi portatori d’ una cultura giudaica mista ad antiche tradizioni che tanto ha dato all’ intelletto nella loro storia europea per secoli perseguitati dall’ antisemitismo finchè l’ ideologia criminale del nazismo non ne decise la totale persecuzione conclusa con lo sterminio per il finale olocausto.
Così gli ultimi fieri discendenti dei Cazari che furono baluardo nel Caucaso dell’ incontenibile espansione islamica, finirono travolti dal devastante nuovo ordine che secoli dopo s’ era dato l’ Europa dimenticando la storia di quel popolo che l’ aveva difesa
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