Irkutsk e Baikal
Nell’ immensa regione della Siberia ove si stende il vastissimo e centrale distretto federale Sibirskij ,fin dall’ antichità parte della lunga storia siberiana è raccontata dal suo più meridionale territorio nell’ oblas’t di Irkutsk popolato dal Paleolitico superiore dalla preistorica cultura Mal’ta-Buret’ che vi si estese fino al XIII millennio, antenati dei cacciatori e allevatori trovati quando vi migrarono le tribù Kurykan del popolo di stirpe turca orientale diffuso tra la Cina occidentale e la regione centroasiatica Gaoju o Tiele .Tra il III secolo a.C. al I d.C. dalla steppa orientale vi si estese la potente confederazione Xiongnu di popoli nomadi, centro ne fu la regione del Zabaykalye o Transbaikal un tempo nota anche come Dauria che prende nome dal grande lago Bajkal , noto come il Mare sacro Dalai-Nor al popolo bratskie ljudi dei Buriati dalle tradizioni sciamaniche e buddiste tibetane che avevano le loro antiche comunità nel il territorio che si stende ad est del lago chiamato Baykalia. Rimasta per secoli isolata la regione fu raggiunta all’ inizio del XVII secolo dai primi cacciatori di pellicce russi che si spinsero fino al vasto territorio popolato dalle tribù Evenk del grande popolo Tunguso, esplorato poi da Vikhor Savin nel 1624 e Maksim Perfilyev due anni dopo seguendo il corso inferiore del fiume Angara. L’ esploratore Demid Sofonovich Pyanda, noto anche come Penda alle cronache, dall’ Angara continuò lungo il corso dell’altro fiume Yenisey ove nel 1619 venne fondato il primo centro fortificato russo esteso poi nella cittadina di Yeniseysk, mente Il vicino lago Bajkal fu raggiunto per la prima volta dalla spedizione di cosacchi russi guidata da Kurbat Ivanov nel 1643 esplorando il territorio Buryat all’ inizio dell’ espansione e la conquista russa della Siberia. Una volta sottomesse le popolazioni della regione come gli Evenki di stirpe Tungus nella prima metà del XVII secolo e i più meridionali Buriati , i russi ne pretesero tributi e come centro sull’isola Djačil alla confluenza del fiume Irkut con l’ Angara, il cosacco Ivan Pochalov nel 1652 vi fondò un’avamposto poi fortificato ed esteso nel primo centro di quella poi divenuta la città di Irkutsk ove alla fine del secolo successivo furono inviate comunità di contadini a colonizzare il territorio che divenne centro per l’ espansione nella Siberia orientale. Fino al 1760 le uniche vie di penetrazione nell’ immensa regione erano le rotte dei fiumi siberiani e quelle tra i bacini dello Yenisey e il Lena collegavano il lago Bajkal con le vie commerciali delle pellicce a sud est lungo la valle percorsa dal fiume Selenga oltre le montagne fino alle pianure mongole ove sul confine settentrionale nel 1726 da un’ avamposto venne fondato il centro di Kyakhta divenuto il più frequentato nei commerci orientali dell’ impero russo con quello cinese della dinastia Qing mancese e tale a lungo rimase noto come il commercio di Kyakhta fino alla metà del XX secolo quando fu aperta una diramazione della Transiberiana lungo la vecchia via commerciale collegata alla ferrovia Transmongolica che escludeva Kyakhta come scalo per il confine a favore della vicina cittadina buriata di Naushki. Dopo il completamento della colonizzazione e la nascita di nuove città dai vecchi centri come la più meridionale città di Angarsk sul fiume Kitoj , che ha conservato parte degli antichi quartieri ed edifici dell’ epoca così come altri centri, lungo il fiume Angara che attraversa la regione nell’ omonimo vasto bacino si estese la città di Bratsk anch’ essa da un vecchio avamposto coloniale e continuando sul corso del fiume Angara l’ altra città di Ust-Ilimsk . Nel 1891 venne inaugurato il primo lungo tratto della ferrovia Transiberiana fino alla regione degli Urali con la principale stazione nella città di Čeljabinsk, dopo l’ unione con il tracciato da oriente nel 1903 i convogli attraversavano in traghetto il lago Bajkal fino all’apertura del tratto Krugobayalka o Circumbaikal lungo la costa del lago che rimane in parte nel suo suggestivo percorso panoramico. Il vecchio centro dall’ epoca divenuto la grande città di Irkutsk, attirando migranti e commerci con la ferrovia, divenne capoluogo della regione che dall’espansione russa e il dominio zarista fino all’ inizio del XX secolo seguito dal periodo sovietico, ha percorso la storia della Siberia, lasciando come li si trovano i vari centri, villaggi, città nelle divisioni amministrative dell’ oblast’ di Irkutsk. Lungo il Tunguska affluente dello Jenisej, come era un tempo noto il fiume Angara , sulla sponda sinistra dai cosacchi vennero trovati depositi di sale e nel 1669 vi fu fondato il centro di Usolye rimasto isolato fino alla metà del XIX secolo quando la remota regione fu raggiunta dalla lunga via Sibirsky che collegava la Russia europea alla Cina, seguita alla fine del secolo dal completamento della ferrovia Transiberiana e anche il vecchio centro come gli altri nella regione si estese divenendo nel 1925 la città siberiana di Usolye. Sempre lungo il fiume Angara nel 1623 venne fondato un altro centro poi fortificato come ostrog che rimase a lungo un isolato villaggio fino al completamento della linea ferroviaria Baikal-Amur in epoca stalinista attirando coloni che con la costruzione della diga sull’ Angara e la sua grande centrale idroelettrica negli anni cinquanta del secolo scorso estesero il vecchio centro nella città di Bratsk divenuta un polo industriale siberiano, assieme all’ altro sul fiume Kitoy fondato nel 1948 con la città di Angarsk.
Irkutsk
Continuando sul corso del fiume Angara alla confluenza del fiume Irkut , nel 1652 venne edificato un villaggio invernale zimovye dal funzionario e mercante russo Ivan Pokhabov come centro per commerciare oro e le imposte sulle pellicce ai Buriati della regione, vi sorse poi un ostrog fortificato e dal 1686 fu l’avamposto per l’ espansione coloniale ove fu edificato il primo quartiere posad accogliendo immigrati nel centro che si estese nella città di Irkutsk. Dal 1760 venne collegata a Mosca con il primo tratto della lunga via Sibirsky progettata per raggiungere la Cina completata dopo un secolo e Irkutsk divenne un centro commerciale per l’importazione di merci cinesi che giungevano da Kyakhta come pellicce, seta, pietre preziose, diamanti, oro e tè che dall’ epoca divenne la bevanda nazionale inaugurando la tradizionale Cultura del Tè russa. Dopo la fallita rivolta dei Decabristi nel 1825 lo zar Nicola I vi fece deportare nobili, funzionari ed intellettuali oppositori al suo regime e con essi Irkutsk divenne un fervente centro culturale, vi edificarono nuove abitazioni in legno riccamente decorate che ancora rimangono nella città vecchia assieme a quartieri, palazzi e monumenti tra le vie Karl Marx, Lenin e il lungo viale Bolshaia. Molti dei più antichi edifici in legno vennero devastati da un incendio nel 1879 e sostituiti da imponenti palazzi nello stile imperiale russo , con alcuni che ospitano centri culturali, musei e teatricome il teatro della Musica Zagursky e tra gli altri, oltre la piazza Okhlopkova si trova l’ ottocentesco edificio decorato che ospita il teatro del Dramma sulla centrale via Karl Marx. Per i quartieri centrali si trovano parte dei vari musei di Irkutsk, continuando sulla via Karl Marx il più antico museo siberiano regionale di tradizioni locali fondato nel 1782 dalle vaste collezioni di reperti delle esplorazioni e spedizioni scientifiche, con l’adiacente museo d’Arte Regionale e la galleria d’Arte Siberiana. All’inizio di via Lenin il museo d’arte regionale Sukachev ospita tra le più vaste collezioni d’arte russa orientale, poco distante dalla chiesa Nostra Signora di Kazan sulla stessa via Barrikad il castello della prigione di Irkutsk ospita il museo che ne racconta la storia. Continuando per la via della Rivoluzione di Ottobre si trova la galleria B. Bronstein con la vasta collezione di dipinti e sculture di artisti siberiani e sulla via Frank Kamenetsk nel 1996 è stato aperto il museo della storia di Irkutsk. Su via Dzerzhinsky affaccia il sontuoso palazzo Volkonsky con il Museo Decabrista che ricorda la storia degli esuli oppositori al regime dello zar Nicola I deportati ad Irkutsk dopo la rivolta del 1825 e che contribuirono a farne un centro culturale illuminista e progressista. Tra gli altri vecchi e più moderni musei musei della città per la via XVIII trimestre il museo Shelekhov ricorda la storia del celebre mercante tra i fondatori della compagnia Amerikanskaya russo-americana che dalla Siberia aprì le vie commerciali con vari centri protagonisti nella storia dell’ Alaska per il lungo periodo che fu colonia russa. Immerso nel giardino Il maniero di Sukachev racconta la storia della famiglia Sukachev protagonista dell’estensione della città nel XIX secolo con varie esposizioni e una galleria d’arte, poco distante il museo della Vita Urbana e il museo del Tè, percorrendo la via Sverdlova si trova la galleria d’arte Muravyov e il non distante museo di storia e telecomunicazioni della regione di Irkutsk e sulla via Lermontov il museo di Mineralogia. Tra le varie cattedrali e chiese di Irkutsk come il più antico edificio in mattoni della città nel 1672 venne completata la chiesa del Nostro Salvatore Spasskaya , poco distante sulla via Sukhe-Batora nel 1693 fu edificata in legno la prima chiesa del Signore Phenomena devastata dall’ incendio del 1716 ricostruita come la cattedrale Bogoyavleniya , poi restaurata nel suo sontuoso aspetto nella seconda metà del XIX secolo nota come la cattedrale dell’ Epifania. Continuando sulla via Barrikad nel XIX secolo venne consacrata a Nostra Signora di Kazan la chiesa Kazanskaya edificata nel tradizionale stile ortodosso russo, mentre nel 1820 venne costruita in stile neogotico la cattolica Cattedrale Polacca per la minoranza polacca discendente da esiliati deportati in Siberia che dal 1978 ospita grande salone degli organi Organnyy-zal. Sulla via Sedova in stile barocco siberiano venne completata nel 1760 la chiesa di S.Croce e continuando per la via Griboyedov si trova l’ altra la cattolica cattedrale del Cuore Immacolato di Bozhiyey Materi edificata nel 1820 e andata distrutta nell’ incendio del 1878, poi ricostruita e restaurata più recentemente moderna come la si trova. Da Piazza Kirov, ove il cosacco Pokhabov dopo aver fondato l’avamposto edificò la prima fortezza nel 1661, si continua lungo il fiume Angara per il viale Gagarin ove affacciano palazzi che ospitano vari locali fino all’ animatissima via Uritskogo con il vicino mercato e dietro il più vecchio quartiere ove rimangono gli edifici dallo stile tradizionale russo e le case in legno isbe dalle facciate decorate e le finestre intagliate, continuando per la Irtkutskaja Sloboda dai vecchi edifici restaurati. Attraverso i vari giardini e parchi di Irkutsk che diramano dal centro si trovano storici quartieri con altri edifici come il sontuoso palazzo Fainberg edificato nel 1902 per l’ omonima famiglia di ricchi mercanti che ospita una delle biblioteche della città, poco oltre il controverso monumento di Kolchak , dedicato all’ ammiraglio Alexander Kolchak che fu a capo della feroce Armata Bianca antibolscevica siberiana durante la Guerra Civile e che qui venne fucilato nel 1920, si trova il convento di Znamenskiy . Edificato nel 1693 tra i più antichi siberiani dallo stile medioevale russo misto a barocco con l’ interno riccamente decorato e la suggestiva iconostasi cesellata che espone le splendide icone, affaccia sul cimitero ove è sepolto l’esploratore e mercante Grigorij Šelichov, nel XVIII secolo fu tra i fondatori della potente compagnia russo-americana per il commericio di pellicce in nordamerica ove fondò i primi centri per la colonizzazione russa che dominò per oltre un secolo la storia dell’ Alaska. Usciti dalla città si trova il villaggio con il museo etnografico di Taltsy con gli edifici in legno tradizionali siberiani dal XVII al XX secolo, la Torre Spasskaja del 1667 che si innalzava sul forte Ilimsk Ostrog , la cappella di Nostra Signora di Kazan e le varie collezioni etnografiche che racontano la storia dei popoli Tofalar, Evenki e Buriati e dal museo di Taltsy continuando per una ventina di chilometri si raggiunge la cittadina di Listvyanka anch’ essa con vari edifici storici e musei da dove si stende il vicino lago Bajkal e il suo vasto territorio ove rimangono le comunità tradizionali dei popoli del Bajkal che, assieme allo splendido ambiente, continuano ad affascinare chi vi transita.
Popoli del Bajkal
Alcuni popoli Tungusi diffusi dalla valle dello Jenissei all’Oceano Artico e al Mare di Ochotsk, migrarono verso sud ovest sulle sponde settentrionali del Bajkal da dove estesero il loro territorio fino bacino dell’Amur, tradizionalmenteallevatori di renne e cacciatori nomadi nelle foreste e la tundra in questa regione alcune comunità divennero agricoltori sedentari. Come gran parte dei popoli siberiani la società è fondata su antiche consuetudini tribali e claniche legati dalla tradizione animista sciamanica con riti e cerimonie conservate anche on l’ introduzione del cristianesimo ortodosso russo. Nella regione tra il Bajkal e l’ Amur la popolazione di stirpe Tungusa più numerosa è quella degli Evenki che vi giunsero come cacciatori nomadi dal sud est, di medesima origine e tradizioni degli Oroch che popolano il Krai Khabarovsk e le comunità lungo i fiumi nel bacino dell’ Amur fino al più settentrionale di Ulchsky degli Ulch dalla società e tradizioni simili a quelle più nord orientali degli Evensel o Eveny che giunsero a popolare il remoto e gelido territorio nella penisola della Kamchatka. Dalle sponde occidentali del Bajkal, limitrofa all’ oblast’ di Irkutsk si stende la Repubblica di Buryatiya verso sud, territorio tradizionale dal grande popolo dei Buryaad meglio noti come Buriati, dal fiume Oka fino al territorio più orientale attraversato dal corso dell’ Onona affluente del lungo fiume Amur, tradizionalmente cacciatori, pescatori e allevatori seminomadi, dal XVIII secolo con la colonizzazione russa iniziarono a divenire agricoltori sedentari conservando la loro società tradizionale. Il popolo dei Buriati tra i suoi costumi, vita e cultura, fondava la sua più antica tradizione religiosa sullo sciamanesimo Mongolo dalla ritualità legata al mondo degli spiriti e la natura, integrato poi nel Tengrismo diffuso tra le popolazioni di stirpe mongola turco orientale, fondata sulla divinità suprema Tengeri creatore dell’ universo emanatore degli spiriti superiori, i Bōxoldoy inferiori e tutti gli altri che popolano il mondo regnato assieme alla Madre Terra Gazar Eej nota ai mongoli come Umay. Dal XIII secolo Il Tengrismo si integrò a sua volta con la diffusione del buddismo in Mongolia completata nel XVI dalla potente confederazione tribale dei Tùmed con il Khan Altan che dalla più sud orientale regione himalayana del Tibet tra la sua e le altre tribù mongole ne diffuse la scuola lamaista tibetana del Buddismo, a lungo integrato dagli antichi culti che ancora sopravvivono nelle comunità siberiane. I Buriati rimasero legati all’antica tradizione religiosa fino alla colonizzazione russa nel XVII secolo quando anch’ essi adottarono quella forma di buddismo in Burazia integrandolo con la divisione tra lo Sciamanesimo Bianco dalle ritualità rivolte alla divinità Sagaan Ubgen e l’universo degli spiriti, gli altri culti e buddisti mongoli sono associati alla setta dei Berretti Bianchi tibetani con lo sciamanesimo Giallo, mentre le entità nefaste e gli spiriti maligni sono evocati dalle pratiche dello sciamanesimo Nero. La vita e società dei Buriati è fondata su quelle tradizioni e anche quando divenne l’ autonoma Repubblica Socialista di Buryat nel 1923 furono mantenute mentre il sistema delle comunità venne in parte modificato per tutto il lungo periodo dell’ Unione Sovietica fino alla sua dissoluzione, rimanendo nella nuova Federazione Russa ove il popolo dei Buriati ha conservato antichi costumi e tradizioni, in parte simile alla tradizione culturale e religiosa che il popolo mongolo dei Calmucchi portò nella sua migrazione ad ovest fino al territorio russo della kalmykia, divenuto l’ enclave più occidentale del buddismo.
Lago Bajkal
Come il più profondo al mondo splende il suggestivo lago Bajkal, circondato dalla catena Bajkaljiskij degli omonimi monti Bajkal sulla costa occidentale e lungo la nord orientale da quella dei monti Barguzin, tra gli oltre trecento immissari che lo alimentano il maggiore è il lungo fiume Selenga che attraversa la regione venendo dalle steppe mongole, mentre ne esce un’ unico emissario con il fiume Angara. Risanato negli ultimi decenni dopo un catastrofico inquinamento per gli scarichi industriali è stato riportato all’ originario ambiente con oltre millecinquecento specie vegetali dalla ricca flora ed un migliaio di diverse specie faunistiche tra uccelli e mammiferi in parte endemiche, come il cervo muschiato e altri cervidi che popolano la regione, lo zibellino dalla pregiata pelliccia così come quella della donnola dalla corta coda nota come ermellino che fecero la fortuna delle compagnie russe siberiane. Oltre marmotte, scoiattoli, lepri, caprioli, renne, cinghiali siberiani, il lupo grigio della foresta euroasiatico, il possente orso bruno siberiano arctos e qui ha il suo ambiente la rara foca del Bajkal nota come nerpa. Uno splendido ambiente che continua per la costa sud occidentale dal lago Bajkal ove si stende il territorio protetto dal parco nazionale Pribaikalsky , dominato dai rilievi ad ovest ove al largo emergono vari isolotti con la più grande isola di Ol’chon , dal lago nel territorio centro meridionale tra i monti che affacciano sulla valle del fiume Irkut si stende il suggestivo territorio del Tunka dai contrafforti orientali dei monti Sayan fino alle steppe mongole, protetto dal Tunkinsky noto anche come parco nazionale Tunka, tra la sponda orientale e a sud della riserva naturale di Barguzin anch’essa dal magnifico ambiente fino agli omonimi monti Barguzin ove si trova l’ ancor più suggestivo il parco nazionale transbaikal di Zabaykalsky .
Verso la regione più orientale si stendono altri tra i più affascinanti parchi siberiani ove ancora sopravvivono altre antiche popolazioni con i loro villaggi e comunità tradizionali, a nord est i gelidi territori artici tra lo stretto di Bering e la remota penisola di Kamchatka mentre da qui con l’ultimo tratto della lunga ferrovia Transiberiana si entra nell’ estremo oriente russo per il territorio del litorale Primorsky e Vladivostok.