Isole Aleutine
Le isole degli Aleut
Il più remoto territorio nord occidentale dell’ Alaska da epoche remoteè popolato dai nativi Yupik e Aleut artici e gli Aleut chiamavano Tanam Unangaa o nostra terra l’ arcipelago delle isole dal loro nome ribattezzate Aleutian, rimaste a lungo isolate fino alle prime esplorazioni europee che hanno inaugurato la più recente storia dell’ Alaska. Il primo a raggiungerle fu il navigatore danese al servizio della marina imperiale Vitus Bering al comando della seconda spedizione russa della Kamčatka o del Grande Nord nel 1742 prendendo la rotta al largo della penisola della Kamčatka, oltre l’ omonimo stretto che accede alle gelide acque del mare di Bering poi ribattezzato con il suo nome ove emerge il Komandorskiye ostrova o arcipelago del Commodoro raggiungendo le più orientali sette isole isole Fox che trovò immerse tra le nebbie proseguendo ad ovest ove emergono le vicine le undici isole Krenitzin, costretto poi a fermarsi naufragando tra le quattro Qagiigun ribattezzate isole Shumagin dal nome di uno dei suo marinai Nikita Šumagin, tra i primi ad essere falciati dallo scorbuto che decimò l’ equipaggio come lo stesso Vitus Bering. I sopravvissuti riuscirono avventurosamente a a tornare in Kamčatka, con un’ imbarcazione di fortuna portando alcune pregiate pelli di lontra marina che indussero poi mercanti russi ad aprire rotte per quel territorio, mentre il medico e naturalista Wilhelm_Steller a seguito della spedizione e ach’ egli sopravvissuto ne redasse una relazione con i rilievi utilizzati nelle esplorazioni spedizioni successive. La spedizione di Bering segnò un capitolo decisivo nella ricerca di una via per l’ agognato l passaggio a Nord Ovest con le esplorazioni di quei gelidi mari e i territori settentrionali sulle rotte dell’ Artico e nei decenni successivi ne seguirono altre lungo le varie isole Aleutine che si allungano nel Pacifico e poi lungo le coste settentrionali nei territori popolati dagli Aleut e Yupik dell’ Artico che chiamavano Alyáska quella che li primi navigatori russi tradussero come la penisola di Alaska. Nel 1778 le isole più orientali furono raggiunte dal capitano James Cook durante la sua terza ed ultima spedizione nel Pacifico rilevandone la corretta posizione ignota alle rotte precedenti, mentre con le sue navigazioni tra le isole il mercante e navigatore Grigorij Ivanovic Shelekhov dal 1775 esplorò vi fondò i primi centri russi e lo stesso Shelikhov assieme ad Ivan Larionovich Golikov nel 1783 fondò la prima compagnia per il commercio di pellicce con la società Shelikhov-Golikov. Poco dopo la direzione compagnia con i vari centri fu affidata nel 1790 a Alexandr Baranov che fu tra i fondatori della nuova e potente compagnia Russo Americana estendendo il traffico nel commercio di pellicce sulle rotte costiere nord occidentali noto come Maritime e in breve le isole Aleutine assieme all’ intero territorio dell’Alaska divenne possedimento russo nella vasta colonia nordamericana Russkaya Amerika fino al 1867 quando l’immensa regione venne ceduta al dominio statunitense con l’ acquisto dell’ Alaska. Dal 1880 iniziò una lunga controversia territoriale per la pesca e commerci con la Russia e l’ impero britannico nota come l’Arbitration del Mar di Bering dai vari incidenti terminati solo nel 1894, ma oltre a qualche altro limitato conflitto, il vero capitolo nella storia militale delle isole Aleutian avvenne durante la seconda guerra mondiale nel 1942 quando la marina imperiale giapponese attaccò la base statunitense nella battaglia di Dutch_Harbor nell’ isola di Amaknak. Poco con uno sbarco dopo venne conquistata l’ isola di Attu, occupata dai giapponesi assieme alla vicina Kiska, dando inizio al conflitto con le battaglie tra le isole noto come la campagna delle Aleutian. La flotta giapponese continuò la vittoriosa avanzata ad est al largo della costa siberiana sovietica con la battaglia delle Komandorski tra le omonime isole, poco dopo la marina statunitense reagì con quella che venne chiamata l’ operazione Cottage riconquistando Kiska nel 1943 e assieme agli alleati canadesi ripresero l’ altra isola nella vittoriosa battaglia di Attu e il resto delle isole ponendo fine alla combattuta campagna delle Aleutine, ricordata come un’ epopea dal frequentato World War National Historic Area dell’Aleutian nell’ isola di Amaknak.
Ove nascono i venti
Le isole del’’ arcipelago si allunga nel Pacifico settentrionale per la mitologia degli Aleut sono ove nascono i venti, dalle più orientali sette isole Fox con le frastagliate scogliere immerse tra le nebbie che proseguono ad ovest per le centrali Krenitzin ed oltre quelle note ai nativi come Uniiĝun o ove nascono i venti, ribattezzate Četyrëhsopočnye ostrova dai russi e Four_Mountains dai britannici. Più ad ovest. Seguite dalle Niiĝuĝin tanangis come erano chiamate dagli Aleut le isole Delarof e le più meridionali Niiĝuĝin tanangis ribattezzate Andreanof da dove a sud ovest l’ arcipelago continua con le disabitate nove isole Rat note agli Aleut come Qax̂um tanangi, poco oltre emerge solitaria la Idmaax ribattezzata Buldir e le più occidentali Sasignan tanangin che vennero chiamate Near per essere vicine alla costa siberiana come le non distanti cinque piccole Semichi. Un variegato ambiente di raro fascino popolato da una gran varietà di uccelli migratori e stanziali con specie endemiche, tra esse gabbiani tridattili dalle zampe rosse, cinque diverse di alca o auk o del genere Alcide che nidificano sulle scogliere come le pulcinella di mare cornute e quelle che per il vistoso ciuffo sono dette pulcinella crestate tra le poche specie di mammiiferi endemici le volpi artiche dal candido manto e le ben più rare volpi blu, lungo le coste le grandi lontre marine a lungo cacciate per la pregiata pelliccia , mentre sono state importate le mandrie di caribù che si trovano su alcune isole. Lungo le varie coste di altre colonie di trichechi dalle lunghe zanne sulle spiagge e nelle insenature e le più numerose dei leoni marini di Steller, poco al largo facilmente avvistabili in estate nuotano le grandi orche predatrici nelle gelide acque ricche di una gran varietà di pesci, i narvali unicorni noti per la lunga zanna, emergono soffiando le maestose balene bianche beluga in un suggestivo spettacolo assieme alle altrettanto grandi balene artiche boreali bowhead. La fauna più rara si concentra nell’ Aleutian Islands Wilderness, parte del Maritime National Wildlife Refuge dell’ Alaska che protegge un vastissimo territorio dalla costa più settentrionale all’ inizio delle isole Aleutine tra scogliere, insenature e spiagge costiere ove affacciano montagne, vulcani e vallate percorse da fiumi e costellate da laghi dalla tundra dalla scarsa vegetazione che sopravvive nel clima subartico alle più temperate foreste pluviali del Pacifico.
Tra le isole più remote
Viaggiare per le isole più remote è una vera avventura affidandosi a navi che ne incrociano le rotte o piccoli aerei che le collegano irregolarmente è raggiungere le più occidentali Sasignan tanangin ribattezzate isole Near per essere tra le più vicine alla costa siberiana e tra le prime esplorate dai russi nel XVIII secolo con la più grande che emerge ad ovest Atan come era nota agli Aleut l’ isola di Attu anch’ essa distesa nel suggestivo ambiente dell’arcipelago e popolata da una gran quantità di uccelli dalle varie specie. Durante la seconda guerra mondiale dal 1942 nella campagna delle Aleutine fu al centro dell’ attacco giapponese che la invasero, poi riconquistata nel 1943 dalla marina statunitense nella furibonda battaglia di Attu, lasciando un base poi abbandonata e considerata National Historic Landmark, mentre l’ isola è rimasta disabitata come la si trova. Un tempo popolata dagli antenati Aleut che la chimavano Angatux̂, l’altra isola ribattezzata Agattu venne esplorata dai russi a metà del XVIII secolo che vi fondarono un centro trasferendo poi gli abitanti di questa e le altre isole Near in quella di Attu nel 1760, coinvolta anch’essa nelle vicende belliche nella campagna delle Aleutine durante seconda guerra mondiale, rimase disabitata con il suo brullo territorio montuoso vulcanico coperto da tundra dalle scogliere popolate da una gran varietà di uccelli marini. Più oltre le Samiyan come erano note ai nativi le remote cinque piccole isole Semichi, la più occidentale Avayax̂ venne chiamata dai c primi navigatori russi Nizki o bassa, dalla costa frastagliata collegata da una stretta striscia di sabbia alla vicina Alaid, per un perido fu avamposto radar durante la guerra fredda l’ isola di Shemya rimasta anch’esa disabitata e oltre l’ omonimo strettodi Shemya, come uno scoglio vulcanico emerge Hammerhead con la vicina Lotus. Proseguendo ad est, nota come Idmaax agli Aleut occidentali, la piccola isola di Buldir emerge anch’ essa modellata da antiche eruzioni vulcaniche che hanno lasciato rilievi dominati dal maestoso ed omonimo vulcano Buldir in un suggestivo territorio affacciato nel freddo oceano con le scogliere popolate da varie specie di uccelli marini. Oltre si stendono le disabitate isole Rat, un tempo frequentate dai pescatori Aleut come Qaxum tanangis, furono le prime incrociate ed esplorate dalla seconda spedizione di Bering nel 1741 e poi sulle rotte del commercio di pellicce dei mercanti russi che vi fondarono avamposti. La più occidentale Kiska che fu poi protagonista nella campagna delle Aleutine durante la seconda Guerra mondiale con l’ occupazione giapponese di Kiska nel 1942 e poi riconquistata dalla marina statunitense lasciandone i resti sull’ isola. Più ad ovest emerge la vulcanica isola di Sitkin tra maestosi rilievi che dominano valli percorse da torrenti e sorgenti calde verso la costa frastagliata, dal simile e suggestivo ambiente vulcanico tra rilievi, vallate e coste frastagliate popolate da fauna endemica emerge non distante l’ altra isola di Hawadax e la Qanan-Tanax come era nota ai pescatori Aleut quella che i russi ribattezzarono isola di Davidof, mentre all’ estremità più occidentale dell’intero arcipelago a lungo il suo magnifico ambiente è stato minacciato da bellici test nucleari l’ isola di Amchitka fortunatamente rimasta nella sua antica suggestione come la si trova.
Dalla costa alle isole
Le isole più vicine e facilmente accessibili si raggiungono dalla costa occidentale della penisola Aleut come è anche nota la penisola dell’Alaska nel territorio è noto come l’ Alaska East Borough di Aleutians, in un suggestivo susseguirsi di montagne e vulcani che si allungano per la catena dei molni Aleut o Aleutian Range tra vallate percorse da fiumi e torrenti dalla fauna endemica ed affacciati sulle coste frastagliate delle isole, protetto da varie riserve e parchi, cominciando dal National Wildlife Refuge di Peninsula. Poco ad ovest attraverso il Surprise Lake il magnifico territorio continua ove si eleva maestoso il vulcano del monte Aniakchak, raggiungibile per un percorso che giunge al cratere dal vicino villaggio di Port Heiden ove è possibile atterrare con piccoli aerei e raggiungere nei pressi tra indimenticabili scenari l’ omonimo National Monument and Preserve di Aniakchak . Proseguendo per i rilievi che affaciano sulle coste popolati dall’ endemica fauna della regione si passa per il National Wildlife Refuge di Becharof con colonie di uccelli migratori e acquatici stanziali, mandrie di caribù, orsi bruni e sulla costa mammiferi marini. Più ad ovest si trova l’altro e meno esteso National Wildlife Refuge di Izembek, ma ancora più ricco di fauna anch’ esso popolato da orsi bruni, caribù, volpi rosse e una gran varietà di uccelli anche predatori come aquile calve e reali, falchi di varia specie con sulla costa lontre marine. colonie di foche e leoni marini tra le lagune ed insenature con poco al largo il passaggio di orche e balene. Varie altre isole sono raggiungibili con i traghetti Marine dell’ Alaska Highway e dal villaggio Aleut di Agdaaĝux ove è sorto il centro di King Cove con circa cinque ore di navigazione su pescherecci che la incrociano quotidianamente si può arrivare alla Sanaĝax degli Aleut ribattezzata isola di Sanak che nel suo territorio, anch’ esso dominato dall’ ambiente naturale come le altre isole, conserva un centinaio di siti preistorici risalenti al più antico popolamento delle Aleutine. Difficilmente raggiungibile se non con piccoli aerei dalle isole più prossime o imbarcandosi su navi che la incrociano, la remota ed inquieta isola di Akutan dominata dall’ omonimo vulcano attivo dalle varie eruzioni del monte Akutan, anch’ essa ben poco frequentata da sempre travolta da eruzioni, sisma e maremoti la più grande ed orientale isola vulcanica di Unimak. Con la via per la navigazione indicata dal faro di capo Scotch sulla sua costa sud occidentale e su quella settentrionale l’ altro di capo Sarichef, si stende nel su suggestivo territorio modellato dalle eruzioni lo stratovulcano del monte Westdahl vi è rimasto latente così come i tre crateri riempiti da splendidi laghi nella caldera del vivino vulcano Fisher, mentre è tra i dieci vulcani più attivi al mondo quello che si eleva nel suggestivo cono del monte Shishaldin.
Andreanof e Four Mountains
Per raggiungere le Isole più accessibili si può partire da Anchorage con un volo che porta ad Adaax come è chiamata dagli Aleut l’ Isola di Adak , tra le più grandi delle otto Niiĝuĝin tanangis, ribattezzate dagli esploratori e mercanti russi Andreanof, dalla costa ove verso l’ interno si innalzano i rilievi tra le vallate dominate dal monte Moffett con il suo cratere dalla latente attività vulcanica come il meno alto monte Adagdak in un suggestivo territorio popolato da fauna endemica che, come in altre isole, è parte della vasta area protetta dal parco Maritime dell’ Alaska National Wildlife. Durante la seconda guerra mondiale nella campagna delle Aleutine contro la marina giapponese nel 1942 vi venne aperto un capo di aviazione come Airfield dell’ Adak Naval Air, rimasto base militare durante la guerra fredda, nei pressi della base venne fondato un centro divenuto il villaggio di Adak che ha preso nome dall’ isola da dove partono percorsi per raggiungere le sue zone più suggestive e con l’ apertura del aeroporto Adk , come ingresso alle Aleutine che, assieme all’ all’altra isola di Unalaska, è collegata all’ International Airport Ted Stevens di Anchorage. Dall’estremità occidentale delle Andreanof le undici Naahmiĝun tanangis anch’ esse ribattezzate dai russi come isole Delarof, tra le più suggestive emerge la disabitata isola di Gareloi nota ai nativi come Anangusix interamente dominata dal massiccio dell’ omonimo vulcano Gareloi che si risveglia periodicamente con spettacolari eruzioni rimodellando il suo territorio. Più ad est anch’essa disabitata l’ altra piccola isola di Ilak con varie colonie di foche e leoni marini sulle spiagge ed insenature dominate dalle scogliere popolate da una gran varietà di uccelli marini e numerose specie di rari pesci che nuotano nelle acque gelate che la circondano. Oltre lo stretto che prende nome dall’ isola di Amukta che emerge come una delle Chetyre Soposhnye o quattro vulcani come i russi chiamarono le quattro isole ribattezzate Four Mountains molto meno frequentate che si stendono dalla più orientale Qagaamila, come era nota ai nativi la piccola isola di Kagamil dominata dall’ omonimo vulcano Kagamil, continuando a nord ovest la più settentrionale Ouilliaghui tradotta dagli europei come Uliaga anch’ essa modellata da antiche eruzioni vulcaniche ove a metà del XVIII secolo venne fondato un centro russo poi abbandonato e ben poco frequentata come la più grande Chuginadak dall’ ancor più suggestivo territorio dominato nell’ estremità occidentale dal massiccio vulcanico del monte Cleveland dalle frequenti eruzioni. Poso distante attraverso l’ omonimo stretto emerge l’ isola di Carlisle nota agli Aleut come Kigalĝa, anch’ essa sovrastata dal vulcano latente che ne prende nome come monte Carlisle e continuando ad est l’altra piccola Chiĝulax ribattezzata isoletta di Herbert con l’ omonimo vulcano da secoli inattivo come i due che si ergono nella più grande delle Four Mountains con la disabitata isola di Yunaska.
Lei isole Fox
Da Adak nelle Andreanof o direttamente in volo da Anchorage si raggiungono le isole Fox più vicine alle coste dell’Alaska con la più grande Nawan-Alaxsxa, come è da sempre nota i nativi l’ isola Unalaska, tra le prime incrociate ed esplorate nel 1741 dalla celebre spedizione di Vitus Bering e le successive esplorazioni russe nel XVIII secolo oltre la spedizione spagnola comandata dal capitano Martínèz nel 1788 che qui si spinse più a nord ovest nelle esplorazioni spagnole assieme al suo secondo De Haro , lo stesso anno venne incrociata e chiamata Oonalashka quando navigando nella regione vi sbarcò James Cook, poco dopo nel 1790 tra le impervie scogliere vi naufragò l’ altro protagonista russo nell’ esplorazione delle Aleutine Baranov. L’isola si stende con le sue coste frastagliate ove si allungano penisole, suggestive insenature e si aprono baie di Makushin, Beaver Inlet e la più grande baia di Unalaska che prende nome dall’ isola in un magnifico ambiente ove affaccia con i suoi contrafforti orientali il vulcano Makushin, per la sua suggestione battezzato dall’ esploratore russo Sarichev nel 1792 Ognedyshushchaya Gora o fuoco in eruzione e nel resto si elevano montagne dalle vette innevate. Dalla comunità dei nativi aleutini di Iluulux venne fondato il centro divenuto l’ omonima cittadina di Unalaska da dove partono percorsi nel suggestivo territorio simile a quello della vicina isola di Amaknak ove sulla costa si apre quella che fu chiamata la baia degli olandesi che ospita porto di Dutch Harbor tra i più frequentati per la pesca, attaccato dai giapponesi durante la seconda guerra mondiale vi venne fondata la Naval Operating Base di Duch Harbor e Fort Mears. Sempre nelle Fox ove si allunga dalla penisola di Alaska la catena dei monti Aleutian tra spettacolari paesaggi ed ambienti vulcanici emerge la terra di Unmax, come gli Aleut chiamano l’isola di Umnak ove nel territorio nord orientale si elevano montagne vulcaniche dominate dal monte Okmok che si è svegliato dalla sua latenza più volte in violente eruzioni. Sulla costa occidentale nell’ omonima baia si trova il villaggio di Chalukax ribattezzato Nikolski quando vi venne fondato un centro nel 1880 da dove poco a nord ovest sono stati rinvenuti i resti del più antico popolamento nelle isole nel sito di Anangula risalenti al VII millennio.
Tornati nell’ isola principale termina l’ indimenticabile viaggio nelle Aleutine navigando con traghetti Amhs dell’Alaska Marine Highway dal porto di Dutch Harbor in un suggestivo percorso tra isole e splendidi litorali fino a Kodiak sulla sponda orientale dell’omonima isola adiacente alla costa o più rapidamente con regolari voli dall’ aeroporto Madsen di Unalaska, da dove continuare per altri affascinanti itinerari in Alaska che si apre con il suo immenso territorio.