Kamchatka
Dalla regione nord orientale della Siberia si allunga la penisola della Kamchatka nelle gelide acque del Pacifico che divide l’ estremità asiatica settentrionale da quella nordamericana e da dove i più antichi antenati dei popoli siberiani nord orientali passarono nei vasti territori dell’Alaska artica attraversando le terre che all’epoca emergevano nella regione della Beringia iniziando a popolare quel continente.
Esplorazioni e conquista russa
Il primo esploratore russo che si avventurò nella regione nord orientale siberiana fu Ivan Moskvitin che dal 1635 guidò una lunga spedizione di cosacchi assieme all’ atman Dmitrij Epifanovič Kopylov verso l’ignoto e vasto territorio nord orientale della Jacuzia all’ epoca noto come Sacha per essere i gran parte popolato dalle omonime tribù dei Sacha ribattezzati poi Jakuti , verso est discesero il grande fiume Ulachan Örüs, come gli indigeni chiamavano il Lena fino all’ altopiano attraversato dall’ altro fiume orientale Aldan che risalirono fondandovi l’avamposto fortificato di Butal’sk, mentre sulla sponda destra del fiume nel 1632 un’altra spedizione di cosacchi guidata dall’ esploratore Pëtr Beketov fondò un centro poi fortificato che si estese nella città di Jakutsk. Durante la spedizione Ivan Jur’evič Moskvitin e Kopylov dagli indigeni Evenki di stirpe Tungus furono informati di giacimenti di argento ne territorio attraversato dall’ ancora ignoto lungo fiume Amur raggiunto da Moskvitin nel 1639 esplorando il fiume Maja affluente dell’ Aldan per il suo corso superiore fino all’altro fiume Ul’ja. Da da qui lasciarono altopiano continuando attraverso la catena dei monti Džugdžur per discendere sulla costa nord orientale siberiana affacciata sul mare di Ochotsk che esplorarono due anni per il delta dell’Amur e gli altri fiumi che sfociano nello stretto golfo dell’Udskaya con il territorio popolato dalle tribù di pescatori e allevatori di cani husky Gilyak o Nivkh assieme alle altre di stirpe Tungus degli Hezhen cacciatori e pescatori noti anche come Nanai. Nel 1640 navigarono lungo la costa orientale raggiungendo l’arcipelago delle isole Šantar e oltre l’ omonimo golfo la costa nord occidentale della grande isola di Sakhalin per poi tornare l’ anno dopo con i rilevamenti e annotazioni che permisero la prima mappatura dell’ estremo oriente russo. Non riuscirono a navigare a nord est affrontando l’ oceano ostacolati anche dal bellicoso popolo dei Koryak e solo dopo la fondazione di un centro invernale zimov’ye nel 1649, divenuto poi il permanente ostrog di Anadyrsk quel tratto di mare fu esplorato dalla spedizione guidata da Semën Dežnëv che fu il primo a raggiungere e navigare attraverso lo stretto di Bering. Due anni dopo i russi navigando da nord riuscirono ad arrivare sulle coste della Kamčatka ove si allunga l’ omonima penisola e dalla più settentrionale baia di Penžina, seguendo il litorale sul mare di Ochotsk verso sud dopo lunga navigazione ostacolata dal rigido inverno, nel 1657 Michail Staduchin raggiunse per la costa meridionale della penisola Kamčatka la foce del fiume Ochota ove venne fondato il primo centro russo sul Pacifico di Ochotsk, ma prima di lui vi era giunta un’ altra spedizione guidata da Fedot Alekseevič Popov noto alle cronache come Cholmogorec scomparsa in un naufragio. A capo dell’ avamposto di Anadyrsk venne nominato l’ esploratore Vladimir Atlasov che dal 1697 per due anni esplorò gran parte della penisola, nel secolo successivo durante il regno dello zar Pietro I iniziò la grande espansione in quelle regioni e l’apertura di nuovi commerci internazionali, inaugurando l’epoca del colonialismo russo nei vasti territori settentrionali nordamericani con l’apertura delle rotte che diedero inizio alla più recente storia dell’Alaska. Nel 1724 Pietro il Grande alla ricerca dell’ormai leggendario passaggio a Nord Ovest tra la Siberia e l’estremità settentrionale americana inviò la prima grande spedizione della Kamchatka affidata al comando del navigatore danese della marina imperiale Vitus Bering che riuscì ad aprire una nuova rotta tra il mare e lo stretto di Bering che presero il suo nome. Dal 1733 seguì quella che fu detta la lunga spedizione del Grande Nord con le esplorazioni durate un decennio e la seconda spedizione della Kamčatka nel 1742 anch’essa affidata all’ormai esperto esploratore e cartografo Bering che raggiunse l’estremità sud orientale lungo costa si allunga od ovest nell’oceano con l’arcipelago delle isole Aleutine, esplorate poi da altre spedizioni russe nei territori popolati dai popoli Aleut e Yupik dell’Artico. Dagli omonimi mercanti nel 1783 fu fondata la prima compagnia per il commercio delle pellicce di Shelikhov-Golikov aprendo i primi centri commerciali e all’inizio del secolo successivo con la nuova e potente compagnia Amerikanskaya si estese il traffico nel commercio di pellicce dalla Siberia sulle rotte della regione costiera in Alaska che divenne dominio russo legato alla Kamchatka e il resto della Siberia nord orientale fino al 1867 quando venne acquistata dal governo statunitense con il trattato dell’ Aljaski .Terminata la lunga unione dell’Alaska alla Siberia il porto e la cittadina di Petropavlovsk sorta da un centro fondato da Vitus Bering nel 1740 perse il suo ruolo di trafficato transito per i commerci e le esplorazioni verso l’ estremità nordamericana, mentre nel 1875 le isole Curili vennero cedute dall’ impero russo al Giappone in cambio del completo possesso dell’ isola Sakhalin e la penisola di Kamčatka, come il resto dell’ immensa regione, seguì la più recente storia della Siberia, lasciandola come la si trova nelle sue suggestioni del suo magnifico ambiente.
Il territorio della Kamchatka
La grande penisola Kamčatka o Kamchatka si allunga nel suo suggestivo territorio che ospita alcuni tra i più suggestivi parchi siberiani nord orientali ove si si elevano maestosi gli spettacolari vulcani della Kamchatka dichiarati patrimoni naturali dall’ Unesco che dominano vaste praterie con boschi di conifere, foreste boreali e la tundra artica più meridionale al mondo, Dappertutto la penisola è coperta dalla variegata ed endemica flora tra foreste, taiga e praterie che splendono fiorite fino alle coste popolate dall’ intensa vita marina tra pesci d’ ogni dimensione, cetacei, balene, foche, trichechi, leoni marini, le varie specie di uccelli terrestri e acquatici che si lasciano ammirare nei loro ambienti assieme al resto dall’ endemica e ricca fauna Kamchatka. Tra le varie specie qui endemiche si trova la lontra d mare lutris a lungo cacciata per la pelliccia fin dall’ inizio della colonizzazione, così come quella ancor più preziosa dell’ ermellino, oltre varie specie di roditori, scoiattoli, marmotte diffusi in tutta la regione il lemming siberiano, tra gli altri piccoli mammiferi adattati al clima qui è endemica la lepre bianca, il piccolo ghiottone settentrionale predatore gulo, la più comune volpe rossa, la candida volpe polare nella tundra, tra le rocce dei rilievi la pecora delle nevi argali assieme agli altri mammiferi prede del lupo grigio siberiano della tundra albus. Dalle praterie che dall’ interno giungono alla costa sono frequenti i branchi della grande alce siberiana che condividono i pascoli con quelli della renna del genere Rangifer artica vi si trova tra le più alte concentrazioni di orsi bruni siberiani arctos predatori delle diverse specie di salmoni che risalgono i fiumi dalla costa. Oltre alle altre varie specie di uccelli siberiani si trova l’ aquila reale ed altri rapaci, lungo le coste nidifica la maestosa aquila marina di Steller che assieme alla gran varietà di uccelli marini anima i litorali sulle gelide acque che ospitano varie specie di mammiferi marini sul mare ricco di pesci d’ ogni dimensione ove le colonie di leoni marini di Steller si alternano a quelle della foca nota come callorina dell’ Alaska. le colonie dell’altra foca dai baffi del genere barbatus si trovano nelle baie ed insenature assieme alla foca maculata e nel più gelido spesso ghiacciato golfo di Karaginski l’ altra endemica foca fasciata. Lungo la costa più settentrionale che si allunga sull’ oceano si trovano piccole colonie di trichechi, mentre poco al largo adattati alle acque gelide nuotano delfini e focene , come gli altri mammiferi marini prede delle aggressive e fameliche orche. Il mare della penisola è incrociato dalle rotte delle maestose megattere che emergono soffiando come i grandi capodogli e oltre le più comuni balenottere minori, azzurre e del genere zifidi, le gelide acque sono spesso percorse dalla balena della Groenlandia che vi giunge dall’ omonima regione, la meno frequente balena grigia orientale e l’ancora ben più rara balena franca del Pacifico settentrionale.
Popoli Kamčatki
Dai più antichi antenati dei popoli siberiani nord orientali, che nella preistoria attraversarono le terre all’epoca emerse della Beringia passando e poi popolando i vasti territori settentrionali dell’Alaska artica, discendono gli Yuits siberiani meglio noti come Yupik pescatori e cacciatori di foche e altri mammiferi marini sulle gelide coste settentrionali della regione Chukotka ove si allunga la penisola Čukotka, qui noti come gli eskimo Chukotki dagli accampamenti stagionali nomadi di tende coperte da pelli di renna Yaranga , legati alle antiche tradizioni animistiche sciamaniche e condividendo parte di quei vasti territori con i Sirenik di simili origini, tradizioni e lingua come i Naukansk o Naukan nell’estremità nord orientale della regione. Il territorio della penisolaìe limitrofi all’ estremità orientale siberiana era popolato da comunità di Unanga, dall’aspetto simile alle popolazioni eskimo degli Inuit e altri nativi nordamericani , diffusi come Aleuti nelle vicine isole Aleutine che si stendono al largo della vicina costa occidentale dell’ Alaska, noti come il popolo paleosiberiano dei Ciukci o Čukči tradizionalmente pescatori e allevatori nomadi di renne dalla società tribale clanica e legata ai culti sciamanici nel territorio che ne prende nome come Čukotka. All’ inizio della colonizzazione nel XVII secolo si scontrarono a lungo con i russi che avevano i loro avamposti nelle fortezze di Anyui e Anadyr, divenuti poi centri si scambio per le pelli con le tribù che allevavano renne dei Ciukci-Chauchu, mentre quelle degli Ankalyn si stabilirono all’ estremità settentrionale della Čukotka continuando la loro esistenza più tradizionale. Nella penisola i Ciukci condividevano il territorio con alte tribù paleosiberiane dalle simili origini come i Ciuvani anch’essi allevatori nomadi di renne ed altre di tradizioni simili della stessa lingua e stirpe del popolo Jukaghiri in parte migrate verso l’ interno, sulla costa Korjakskij poco a sud erano diffuse le tribù di Coriachi o koryak che ancora hanno le loro comunità in villaggi di pescatori e cacciatori di foche, di simile origine gli Alutal’u come i coloni russi chiamarono gli Alyutor. Nella penisola Kamčatka, e in parte poco ad ovest nell’ oblast’ di Magadan, si trovano le comunità tradizionalmente cacciatori e pescatori di mammiferi marittimi del popolo degli Itelmen anch’essi dai culti legati all’animismo e sciamanesimo, in particolare le cerimonie funebri con i defunti lasciati in piattaforme sugli alberi fino al deperimento, simile a quelle di altre popolazioni indigene siberiane e nordamericane. Parte di queste popolazioni ed altre legate dalle stesse antiche origini e culture della vasta regione Sibiri orientale, tra il territorio del Magadan, la costa sul Mare di Okhotsk , le penisole di Chukotka e Kamčatka, dalla metà del XVIII secolo con l’arrivo dei coloni russi si integrarono ad essi, definite Kamchake, ne adottarono la lingua mescolata agli antichi idiomi, così come la cristianizzazione ortodossa si diffuse integrata alla tradizionale tradizione sciamanica.
Attraverso la penisola
La regione del Krai Kamchatka è nata nel 2007 con l’ unione dell’ autonomo okrug Koryak e l’ oblast’ Kamchatskaya conservando le varie divisioni amministrative di entrambe entrate nel nuovo Krai con i suoi centri, villaggi e cittadine , tra le più popolate nel territorio meridionale della penisola. Nella baia Avacha che si apre lungo la costa meridionale al sevizio della marina russa il navigatore danese Vitus Bering durante la sua seconda spedizione attraverso il mare che ne porta il nome nel 1740 fondò un centro esteso nella città di Petropavlovsk divenuta la capitale del Krai Kamchatka. Oltre la baia dai centri navali sovietici per sottomarini di Rybachy, Primorsky, e Seldevaya nel 1968 è stata fondata Sovetsky chiamata poi Viljučinsk o Vilyuchinsk, poco a nord lungo il fiume Avacha nel 1848 fu fondato un villaggio divenuto la cittadina di Zavoyko ribattezzata Yelizovo ove si trova base militare aerea che accoglie e il trasporto civile nella penisola con l’aeroporto Elizovo di Petropavlovsk-Kamchatsky. Da Petropavlovsk e la più popolata regione meridionale, la penisola di Šipunskij si allunga sulla costa sud orientale nel mare di Bering ove poco ad ovest si apre la baia dell’ Avacha meglio noto come il golfo di Avača e verso l’ interno dal villaggio di Pinachevo parte un suggestivo percorso per l’omonima valle da dove si estende il parco naturale di Nalychevo dominato dai vari vulcani tra i maestosi Avachinsky e Koryaksky fino alla costa del Pacifico popolato da centoquaranta specie di uccelli oltre le endemiche brant del Pacifico, il falco artico e pellegrino, l’aquila reale e quella marina di Steller, trentatrè di mammiferi, branchi di renne, pecore delle nevi tra le rocce e nel suggestivo ambiente naturale del Nalychevo la valle percorsa dal fiume omonimo durante la riproduzione dei salmoni ospita una delle più grandi concentrazioni di orsi bruni. Poco a sud l’ altrettanto grandioso e suggestivo ambiente è protetto dalla riserva naturalistica come santuario statale della Kamchatka meridionale, estesa tra i vari vulcani estinti, come i maestosi Ksudach, Khodutka e Zheltovsky, nell’ omonimo vasto parco nazionale della Kamchatka del sud e scendendo all’estremità meridionale della penisola la riserva faunistica del lago Kurile. Poco al largo della costa orientale emergono varie isole, tra le altre nell’ omonimo golfo sul mare di Bering l’ isola di Karaginsky dichiarata sito Ramsar come santuario degli uccelli marini dell’Unesco e poco distante si stende l’arcipelago delle isole Komadoriskij popolate dalla più ricca fauna costiera e marittima della penisola protetta dall’ omonima riserva naturale della biosfera di Komandorskij. Poco ad ovest si stende la settentrionale provincia del Khabarovsk Krai nell’ omonima regione di Khabarovsk, dalla costa affacciata sulle gelide acque del mare di Okhotsk ove emergono con le scogliere frastagliate le orientali quindici isole dell’ arcipelago Shantar dal suggestivo ambiente terrestre e marino protetto dall’ omonimo parco nazionale di Shantar popolato anch’ esso dalla ricca fauna costiere e marina. Risalendo nel territorio centrale della penisola si stende il parco naturale di Bystrinsky dominato dalla catena dei monti Sredinny tra vallate, foreste boreali e la taiga popolate dalla ricca fauna endemica, tra le varie sorgenti termali si innalzano decine di vulcani oltre il maestoso ed attivo Ichinsky , territorio tradizionale degli indigeni Iamuti noti come Eveni o popolo del mare ove rimangono le comunità legate alle antiche tradizioni. Sempre nello stesso territorio poco ad est si erge il Klyuchevskaya Sopka, come è noto il maestoso vulcano Klyuchevskoy il più alto ed attivo della regione euroasiatica e la più alta montagna siberiana, sacro agli indigeni come centro nella creazione del mondo, anch’ esso come gli altri suggestivi vulcani della Kamčatka dichiarato patrimonio naturale mondiale Unesco e parte del magnifico ambiente con la sua fauna endemica è protetto dall’ omonimo parco naturale di Klyuchevskoy. Dominata dall’ omonimo vulcano la riserva naturale di Kronockij anch’ essa dal magnifico ambiente dalle foreste popolate dalla fauna endemica che prende nome dal lago Kronockij al suo centro estesa tra vulcani e ghiacciai, anch’essa proclamata patrimonio naturale dell’ Unesco come riserva della biosfera Kronotsky con oltre settecento specie di piante e flora popolata da centinaia di maestosi orsi bruni e poco distante il ribollente territorio vulcanico noto come la valle dei Geyser, altro simbolo di questa terra di fuoco e di ghiaccio che continua ad incantare chi si avventura nelle regioni più remote della Siberia.