Kashmir
La regione indiana più settentrionale del Kashmir si stende ad ovest lungo il territorio del Pakistan settentrionale per la catena dell’ Hindu Kush e ad est tra altre montagne e vallate da dove attraverso il Ladakh la catena himalayana si allunga ad est verso il Tibet, crocevia d migrazioni, conquiste e commerci che ne hanno attraversato la lunga storia.
La terra dei Dardi
Dopo il primo popolamento preistorico il periodo neolitico tra il III e il I millennio a.C. ha lasciato i suoi resti tra i più rilevanti conservati nel sito archeologico di Burzahom , nella successiva età del bronzo e del ferro durante il periodo Vedico indiano dal I millennio a.C. vi si estese la confederazione tribale riunita nel regno di Kuru dall’ India settentrionale. Dall’ epoca nella regione iniziò più definita la storia del Kashmir, nel III secolo a.C. vi giunse la leggendaria spedizione di Alessandro il Grande in Asia trovandola popolata dagli antenati di stirpe indoariana dei Dardi, poco dopo dalla vicina regione della Battriana iniziò la prima diffusione del Buddismo con le rappresentazioni artistiche fondate sulle tradizioni greche con quelle indiane esteso nella regione del Gandhara tra il Pakistan e Afghanistan ove nel III secolo a.C. il sovrano Ashoka del vasto impero indiano Maurya, dopo la sua conversione inviò il monaco Majjhantika a diffondere la dottrina in quei territori introducendo la tradizione religiosa del buddismo in Kashmir a lungo fondamento culturale nella regione. In occidente gli abitanti del Kashmir sono menzionati per la rima volta nel IV secolo a.C. come Dadikai nelle storie di Erodoto, chiamati poi Drokpa nel I secolo d.C. dallo storico romano Plinio nel territorio esteso fino al corso superiore del fiume Indo, come individuato dal grande geografo greco Tolomeo poco dopo, nello stesso periodo che vi si estese a nord ovest il grande impero indiano Kushan, mentre fino al suo medioevo la storia del Kashmir è in parte descritta dalla monumentale opera del Rajatarangini con la Lista dei Re redatto in sanscrito in otto volumi nel XII secolo dallo studioso indiano Kalhana.
I regni del Kashmir
Dal VII secolo per i due successivi fu nei domini del regno Karkota fondato dall’ omonima dinastia legato alla tradizione culturale e religiosa induista del Vaishnavismo edificando templi consacrati a Vishnu, tra i vari nei pressi di Anantnag aveva il suo centro e santuario tempio del sole Pandou Laidan di Martand che ha lasciato i suoi imponenti resti, ma permise al buddismo di prosperare così come il regno che fiorì con il sovrano Muktapida nell’ VIII secolo che, oltre a fondare vari nuovi centri, favorì la costruzione di numerosi Santuari hindu e buddisti. La dinastia Karkota regnò fino alla metà del IX secolo quando fu rovesciato da Avantivarman che prese il potere fondando il nuovo regno in Kashmir con la sua dinastia di Utpala. Il nuovo sovrano tra gli altri centri nella valle di Srinagar fondò la città di Sopore, continuando a favorire la costruzione di gompa e monasteri per la comunità buddista, fu anche il fondatore della città di Awantipora ove tra gli altri fece edificare i due templi consacrati a Vishnu e Shiva nel grande santuario di Avantiswami anch’ esso come gli altri poi devastati dai musulmani. Dal IX secolo nella convivenza tra buddismo ed induismo si impose la nuova dottrina dello Shaivismo in Kashmir fondata sull’introduzione di testi tantrici come base nella tradizione della filosofia Trika, consolidata poi nel secolo successivo con gli altri elaborati testi del Tantraloka redatti in dall’ eclettico filosofo e mistico kashmiro Abhinavagupta, diffusa nelle altre regioni indiane settentrionali. Dopo la reggenza della regina Didda, figlia di Simharāja del Lohara e nipote del sovrano regnante con la dinastia induista Shahi di Kabul, all’ inizio del XI secolo nel vecchio regno del Kashmir prese il potere la sua dinastia Lohara respingendo i due tentativi di invasione del potente regno musulmano di Ghazni e regnando per i tre secoli successivi sempre minacciata dalle incursioni islamiche nella regione. Durante il regno dell’ ultimo sovrano Suhadeva il Kashmir fu devastato da una tribù di tartari, il suo generale Rinchan prese il potere convertendosi alla fede islamica con l’ aiuto di altri capi militarie e tra essi pose fine alla dinastia Shah_Mir nel 1339 come sultano sposando poi la figlia di Rinchan divenuta reggente Kota Rani e fu il primo regnante musulmano in Kashmir con la fondazione della sua dinastia Shah Mir. Dall’ epoca con la nuova dinastia tra la popolazione iniziò la prima diffusione islamica in Kashmir ove rimase la tolleranza per hindu e buddisti fino all’ inizio del XV secolo quando il sesto sultano Sikandar ne impose la conversione forzata emarginando e costringendo alla tassa Jizya coloro che la rifiutavano nell’ applicazione delle leggi del diritto islamico alle comunità ancora infedeli dei Dhimmi, devastando poi templi per distruggere statue ed immagini considerate idolatre, mentre nel 1394 fece edificare la grande Jamia Masjid che si erge al centro di Srinagar come la più imponente e frequentata moschea della regione. ll figlio e successore Zain-ul-Abidin si mostrò più tollerante abolendo le leggi del padre, riabilitò la lingua e letteratura sanscrita e favorì il ritorno delle comunità induiste permettendo la ricostruzione di templi e seguire le tradizioni hindu del Dharmashstra indicate dai Brahmani, mentre fece giungere artisti persiani per introdurne i canoni islamici nel Kashmir. Dopo le rivolte del Jammu , Poonch e Rajauri contro il sultano Hajji Khan nel 1470 e represse dal figlio Hasan Khan, nei decenni seguenti venne ridotta l’ influenza culturale induista, il sanscrito venne sostituito dal persiano come lingua ufficiale e la nobiltà islamica prese in potere spodestando gli Shah Mir con la fondazione della dinastia Chak dal breve regno poco più che ventennale. Dal potente khanato Yarkent di Kashghar che dominava parte della regione cinese occidentale, il sultano Said_Khan nel 1533 inviò l’ armata guidata dal condottiero anch’ egli di stirpe turco mongola Mirza che invase il Kashmir per poi ritirarsi dopo un trattato con la dinastia Chak, condusse una seconda invasione nel 1540 inviato dal sovrano dell’ impero Moghul indiano Humayun per spodestare la dinastia proclamando il nuovo regno del Kashmir vassallo dei Moghul. La regione fu interamente islamizzata e centro ne divenne il santuario di Hazratba sul lago Dal, mentre su un canale del lago vennero aperti i giardini Shalimar dai padiglioni nel sontuoso stile Moghul e nei pressi gli ancor più vasti e monumentali giardini dalle dodici terrazze di Nishat . Nella prima metà del XVIII secolo con la decadenza del vasto impero Moghul l’ intera regione indiana settentrionale venne invasa dalle armate persiane dello shah Nader nel 1738 che ridusse il controllo dei Moghul sul Kashmir e nel decennio successivo fu invaso dal vicino impero afghano del Durrani divenendone provincia fino al 1819 quando fu conquistato e annesso al muovo e potente impero indiano settentrionale Sikh fondato nel Punjab il ventennio precedente. Dalla cultura e società fondata su tradizioni induiste tradotte poi nella religione monoteista del Sikhismo , il dominio cercò di reprimere l’ ormai consolidato islamismo vietandone le leggi, la limitazione delle moschee oltre la chiusura della grande Jamia Masjid, pesanti imposte ai fedeli che impoverirono i contadini, poi in parte revocate e dopo una carestia nel 1832 iniziarono a favorire l’agricoltura rendendo Il Kashmir uno dei territori più ricchi del loro impero. Alla fine del XVIII secolo la compagnia britannica dell’East India iniziò ad aprire i suo centri commerciali nel Gujarat ben presto estesi in gran parte del territorio ove presero poi il potere le presidenze in quella che fu l’ India britannica e dal 1858 per un secolo divenne la colonia della British_Raj, dopo la prima vittoriosa guerra contro i Sikh nel Punjab del 1846, nel Kashmir estese il suo dominio come suo protettorato istituendo il principato del Jammu. Parte del territorio era abitato dalla popolazione indiana nord occidentale Dogra ove l’amministrazione britannica pose come governatore il Maharaja Gulab Singh che vi fondò l’ omonima dinastia di stirpe Rajput induista dei Dogra con capitale a Srinagar rimasta fino all’ indipendenza dell’ India nel 1947 dopo il regno dell’ ultimo Maharaja Hari_Singh.
Contesa con il Pakistan
Mentre una parte del Kashmir rimase nei domini pakistani dell’ Azad, contro Hari Singh era dilagata la rivolta del Poonch sostenuta dal Pakistan nella contesa del Kashmir, dopo la spartizione dell’ India britannica dal 1947 si scatenarono rivolte e violenti scontri nel Jammu dei musulmani sostenuti dal Pakistan culminati in vari massacri tra la popolazione hindu e sikh. Nello stesso 1947 il conflitto continuò con la prima guerra del Kashmir , conclusa dopo un anno, il vecchio regno entrò nell’ unione indiana divenendo lo stato del Jammu Kashmir, dopo l’ emanazione della Risoluzione 47 dall’ Onu per risolvere il conflitto delle Nazioni Unite venne riconosciuto lo sceicco Abdullah nel governo in Kashmir a capo del movimento Jammu Kashmir National Conference con il partito Jknc. Da quella prima guerra continuarono tre successivi tre conflitti con il Pakistan trascinati dall’ epoca fino al 1999, dopo quella del 1971 vennero raggiuti accordi nel trattato di Simla che tra gli altri stabilivano i confini del Kashmir, nel frattempo dopo la vittoria della rivoluzione comunista in Cina nel 1949 e l’ inizio del lungo periodo maoista nel 1955 l’esercito cinese invase per un breve periodo il territorio nord orientale del Ladakh poi lasciato mentre vi giungevano profughi tibetani. I cinesi completarono la lunga via tra la regione del Xinjiang attraverso l’ Aksai Chin all’estremità settentrionale del Kashmir e il territorio occidentale del Tibet entrando in conflitto con l’ india culminato nel 1962 con la guerra sino-indiana per il controllo del Kashmir nordoccidentale terminata con l’ occupazione cinese dell’ Aksai e nel 1965 dal Pakistan fu ceduta l’ adiacente territorio di confine lungo l’ omonima catena montuosa del Trans Karakorum nota in urdu come Shaksgam.
Separatismo e islamismo
Nello stesso periodo in Kashmir si affermò movimento musulmano del Jamaat-e-Islami che reclamava prima l’unificazione al Pakistan e poi l’ indipendenza di una stato islamico, successivamente il separatista Fronte di liberazione del Jammu Kashmir per l’ insurrezione armata contro il governo indiano sostenuta dal governo e i servizi segreti pakistani dell’ Isi che poi ha favorito e finanziato altre formazioni separatiste e terroriste islamiche ispirate da personaggi come Geelani fondatore della Jamaat-e-Islami e poi nel 2004 del più integralista Tehreek-e-Hurriyat, considerato uno dei famigerati padri fondatori della guerra santa Jihad in Kashmir. Mentre nel 1993 venne fondato il fronte politico unito nell’ alleanza dell’Hurriyat per riorganizzare e sostenere il separatismo dall’ India nel lungo conflitto del Kashmir che , dal lontano inizio negli anni trenta fino al 2019, ha provocato una devastante lista di massacri nel Jammu e Kashmir tra la popolazione civile e militari, mentre le violenze islamiche dal 1989 hanno portato al grande esodo delle comunità induiste Pandit che da sempre popolavano la regione. Negli ultimi decenni in questo territorio e il resto della regione è dilagato il terrorismo sostenuto dal Pakistan con varie formazioni islamiche indipendentiste in nome della guerra santa jihad ,ispirata dal movimento integralista del Deobandi che predica il jihadismo, come gran parte degli altri diffusi nel mondo finanziato dal governo Saudita e anch’ esso sostenuto dal Pakistan, dal 2000 si sono organizzate le formazioni del Jaish-e-Mohammed che considera il Kashmir come territorio da dove far dilagare l’ islamismo in India. Fondata nel 1986 da integralisti come altre finanziate dai sauditi, Bin Laden e, oltre ai servizi segreti pakistani, sostenuta dagli Stati Uniti, durante il conflitto con l’ Unione Sovietica in Afghanistan , dallo stesso periodo in Kashmir è attiva l’ altra feroce formazione Lashkar-e-Taiba con azioni terroristiche e violenti attacchi, alleata con la famigerata Al-Qaida fin dalla sua fondazione e con il sanguinario regime integralista afghano dei Talebani. Il partito dei santi combattenti noti come i mujaheddin di Hizbul ha rivendicato numerosi attacchi anche in India sempre sostenuti dal Pakistan che nel 1998 per una migliore organizzazione militare ne ha favorito il distacco dell’altra sanguinaria formazione di Al-Badr anch’essa legata ad Al-Qaida. Dopo la fondazione del movimento Jihad islamico Harkat nel 1984 per combattere in Afghanistan, le sue formazioni Harkat-ul-Jihad-al-Islami sono dilagate poi nei territori limitrofi dagli anni novanta attive in Kashmir come Harkat-ul-Ansar sempre dalle sue centrali pakistane. Il movimento dei mujahidin islamici Hizbul , continuando nelle sue azioni dal 1994 ha partecipato alle elezioni con la guida di Yasin Malik che ne era stato famigerato capo durante la guerriglia, mentre il criminale terrorismo islamico è continuato con le varie formazioni dai centri in Pakistan assieme ad altre formazioni integraliste per fondare un cupo califfato sul modello Isis attraverso lo sterminio di democratici, intellettuali, comunità hindù e tutti gli infedeli con l’ unica crudele legge della Shari’a che bandisce ogni minimo richiamo ad una società civile. Prima della devastante diffusione dei conflitti islamici ed il terrorismo questo territorio lo ricordo come un affascinante regione che si apriva nei vari distretti del Jammu Kashmir con le città e centri ricchi di storia, villaggi tradizionali in suggestivi ambienti ove per secoli sono transitate pacificamente le vie dei pellegrini per i santuari hindu himalayani.
Jammu
La regione sud occidentale del Jammu è distesa tra i contrafforti himalayani a nord e le pianure settentrionali ove da un centro fondato nel IX secolo si è estesa nei successivi l’omonima città di Jammu capitale invernale dell’ intera regione che nel suo centro più antico conserva quartieri, palazzi e templi , sulle sponde del fiume Tawi considerato sacro dagli hindu che separa la più moderna città dal centro storico ove sorge il maestoso palazzo del Mubarak Mandi edificato all’ inizio del XIX secolo come residenza dei marajha durante il regno in Kashmir della dinastia Dogra e sulla sponda di destra più tardi in stile francese venne costruito l’ altro palazzo reale di Amar che ospita un museo. Continuando lungo il fiume dall’ antico tempio di Mahakali sul fiume durante il regno Dogra nel XVIII secolo venne edificato il forte di Bahu divenuto centro religioso con il tempio induista Bawe Wali Mata consacrato alla dea Kali ove in autunno si celebra il Bahu Mela con le cerimonie per la grande festa religiosa del Navaratri. Poco a nord del fiume per il quartiere centrale oltre al templi e gli storici edifici di Ranbireshwar, Karbala e Peer Meetha, nel 1835 vennero edificati i sette santuari hindu del grande tempio Raghunath consacrati a Rama e Vishnu, anch’ esso nel 2002 oggetto degli attacchi terroristi islamici a Raghunath. Poco a nord ovest lungo il confine pakistano il Jammu si stende per il distretto di Poonch con i suoi storici centri, cittadine e villaggi, capitale ne è la storica città che ne prende nome come Poonch che conserva i vecchi quartieri ed edifici, da dove continuare nel territorio attraversato dalla storica via Mughul tracciata nel XVII secolo durante l’ omonimo impero indiano e recentemente riaperta da dove si pUò raggiungere il suggestivo ambiente dell’Aharbal tra colli, foreste attraversati da fiumi e cascate e l’altrettanto magnifico territorio naturalistico protetto dalla riserva di Hirpora popolata da fauna endemica. Sempre lungo il confine pakistano poco a sud si apre il distretto di Kathua dalle fertili pianure che si stendono fino al Punjab e ad est verso i contrafforti himalayani in parte attraversato dal fiume Ravi ove sulla sponda destra dal centro di Vishwasthali nel XVII secolo si è estesa la città di Basholi un tempo celebre per i sontuosi palazzi andati in rovina e per i dipinti della scuola Pahari diffusa in India a metà XVIII secolo assieme a quelli dell’ altrettanto raffinata altra scuola Kangra che qui a Basholi ha conservato le opere del suo più celebre maestro Nainsukh. Dal Kathua verso la maestosa catena dell’ Himalaya si stende il limitrofo distretto di Udhampur dal suggestivo ambiente naturale in parte attraversato dalla catena dei colli Sivalik nel territorio che fu tra i centri dell’ antica cultura paleolitica di Soan diffusa nella regione che ha lasciato vari resti. Si allunga per i rilievi coperti da foreste ove splende il lago Mansar da sempre sacro agli hindu con il tempio consacrato al divino serpente Sheshnag sulla sponda orientale così come sacro è il non distante altro lago Surinsar dalla ricca fauna endemica protetta dall’ omonima riserva. Sulle sponde del sacro fiume Devak sorge il santuario hindu con il grande tempio Sudh Mahadev tra i più antichi consacrati a Shiva dagli edifici decorati con preziose incisioni che lo raffigurano assieme a quelle di Parvati, con il sacrario del venerato tridente divino Trishul meta di pellegrinaggi ove in estate si celebra la grande festa religiosa del Sawan. Dal distretto prende nome la città di Udhampur come suo capoluogo che della sua storia Moghul tra gli altri edifici conserva il palazzo Samadhidi Raja Suchet Singh e il forte Ramnagar, poco distante nell’ omonimo villaggio si ergono i sette templi di Krimchi edificati alla fine dell’ VIII secolo consacrati a Shiva, Ganesha, Vishnu e Parvati. Dall’ Udhampur si continua per il vicino distretto di Reasi anch’esso una delle culle dell’ induismo nella regione con i suoi vari templi e santuari, oltre il vecchio forte Moghul di Bhimgarh che si erge su un colle. Nei pressi del villaggio di Karua il tempio e le rocce sacrificali di Baba Dhansar sulla scogliera affacciata nella laguna e nel villaggio di Sangar si trova il venerato santuario rupestre induista di Shivkhori consacrato a Shiva. Oltre ad altri su un sacro colle Trikuta si erge il grande tempio di Vaishno_Devi consacrato a Durga, tra i più frequenti centri di pellegrinaggio induisti, come in altri santuari indiani vi vengono celebrate le grandi feste religiose del Diwali tra ottobre e novembre e poco prima le nove notti con le cerimonie del Navaratri. Proseguendo poco a nord ovest tra le montagne e fertile vallate si attraversa l’ altro distretto di Rajouri nel territorio che continua verso sud ovest in quello di Samba e risalendo per il Jammu sudorientale il distretto di Doda nella regione più funestata dagli attacchi terroristi islamici negli ultimi anni, poco ad ovest dal 2007 se ne è separato il più vasto e meno popolato nuovo distretto di Ramban. Tra monti e fertili vallate vi si apre il l territorio del Banihal con i suoi vari centri e villaggi che diventa spettacolare quando in parte vi si stende la valle del Chenab attraversata dall’ omonimo fiume verso la catena himalayana ove si ergono le montagne del Pir Panjal da dove il Jammu si collega alla valle del Kashmir ove transitava l’ antica via Mughul attraverso l’ alto passo del Peer Gali percorsa a lungo tra i tornanti, fino all’apertura della strada per Srinagar nel 1956 che lo evitava attraverso il tunnel Jawahar e recentemente nel 2021 sotto la montagna è stato completata l’ altra lunga galleria con tunnel di Banihal.
Srinagar
Nella valle del Kashmir venne scoperto dal 1960 e scavato nei decenni successivi il vasto sito neolitico di Burzahom rivelando una gran quantità di reperti lasciti dalle comunità che l’ hanno popolato dal III al I millennio a.C., quando poi si estese il dominio del regno indiano Vakataka a metà del III secolo a.C. sulle sponde del lago Dal venne fondato il centro di Parvasenpu per volere del sovrano Pravarasena . Dall’ epoca attraverso i secoli ha seguito la storia della regione fino ad estendersi nella città di Srinagar conservandone gli storici quartieri, edifici, templi, santuari e moschee. Durante il periodo coloniale britannico divenne uno dei centri dell’ Ahmadiyya considerato un’ eresia musulmana, fondata in Punjab alla fine del XIX secolo come movimento messianico dallo studioso e mistico musulmano indiano Mirza ritenuto inviato divino Mahdi e Messia per il cristianesimo che nella sua dottrina riprende in parte la tradizione islamica di Gesù come il penultimo grande profeta, ma ritenuto sopravvissuto alla crocifissione e migrato ad oriente per morire anziano a Srinagar e sepolto nel santuario di Roza_Bal secondo la tradizione messianica. Lungo le sponde del Jhelum che lo attraversa in grand parte si stende lo Shahar-e-Khaas come è noto il più antico centro di Srinagar, tra vecchi edifici che affacciano sulle vie animate da botteghe, mercati , moschee e santuari come cuore religioso e spirituale del Kashmir, sulla sponda destra del fiume si erge la Khanqah-e-Moula edificata in una raffinata architettura di legno nel 1395, sempre lungo il fiume e nel medesimo stile si trova l’altra moschea di Aali completata nel 1471. Nel quartiere Khayam Khanyar , oltre il santuario di Dastgeer edificato all’ inizio del XIX secolo, davanti al cimitero islamico si trova il mausoleo con l’altro santuario di Roza_Bal del XVII secolo sorto sulle rovine di un antico tempio hindu ove leggenda vuole si trovava la vera tomba di Gesù, ispirata poi dall’ eresia islamica dell’Ahmadiyya. Continuando per il centro di Nowhatta si trova la grande moschea Jamia Masjid di Srinagar completata all’ inizio del XV secolo in stile indo persiano dalle ampie sale finemente decorate. Poco distante circondato da ampi giardini nel XVI secolo sempre in epoca Mughul e dal simile stile sorse il santuario di Ziyarat_Naqshband consacrato al mistico uzbeco tra i fondatori della scuola islamica Sufi con il vicino mercato del Khwaja Bazaar animato da donne nei costumi tradizionali e gli uomini con il tipico Pheran di cotone estivo e lana in inverno. La città si stende sul lago Dal ove affacciano giardini, i più vecchi edificI ed altre moschee, sulla sponda settentrionale poco fuori dal centro sorge il Dargah Sharif con il maestoso santuario di Hazratbal dalla candida moschea nell’ omonimo distretto edificato nel XVII secolo in stile Moghul che dal 1635 ospita la venerata reliquia del Moi-e-Muqqadas con i capelli del Profeta. Il suggestivo ambiente del lago Dal è quotidianamente animato dalle tradizionali imbarcazioni Shikara che collegano le sponde per abitanti e merci speso decorate e sempre con i bracieri di terracotta decorati Kanger divenute simbolo del lago e la città assieme alle case galleggiati introdotte dai primi residenti britannici come le houseboat di Srinagar dal XIX secolo. Lungo un canale affacciano i giardini di Shalimar aperti in epoca Moghul all’ inizio del XVII secolo con padiglioni nello stile dell’ epoca come i vicini e più sontuosi giardini di Nishat dalle dodici terrazze in un suggestivo ambiente attraversato da un canale che precipita in cascate.
La via dei pellegrini
Lasciata Srinagar poco ad est nel villaggio di Tulmul venne fondato il grande tempio Kheer Bhawani all’ inizio del XIX secolo su una sacra sorgente come centro dei fedeli hindu del Kashmir devoti al culto della divinità Bhavani, dagli interni decorati e frequentato da pellegrini che si concentrano nel plenilunio di maggio animando il tempio Bhawani per le cerimonie del Mela Kheer Bhawani, così come le altre grandi feste religiose annuali del Jesht Ashtami e Shukla Paksh Ashtami. Su un colle che domina la valle di Srinagar si erge il tempio hindu consacrato a Shiva di Shankaracharya fondato nel IX secolo su un più antico del II secolo a.C. dalla base ottagonale la scalinata tra due mura porta al tempio quadrato, dall’ altra parte un portale accede al sacrario circolare, quattro colonne racchiudono il venerato lingam con attorno la rappresentazione del serpente protettore. Considerato sacro anche dal buddismo come in altri templi indiani vi si tiene grande festa religiosa annuale consacrata a Shiva induista del Maha Shivaratri tra febbraio e marzo, frequentata e venerata meta dei fedeli che qui sostano prima di continuare il percorso del grande pellegrinaggio Yatra verso la sacra grotta di Amarnath. Poco ad est da Srinagar ove si allunga la catena del Zabarwan in un magnifico ambiante tra montagne e vallate si trova il parco nazionale di Dachigam popolato da una ricca fauna endemica, varie specie di uccelli e animali, oltre altre più rare come cervi del Kashmir orsi bruni e dal collare e i leopardi nevi, sempre non distante da Srinagar a nord ovest la città di Baramulla dalla lunga storia è capoluogo del territorio che ne prende nome come il distretto di Baramulla lungo il confine pakistano. In parte dominato dalla catena himalayana occidentale del Pir Panjal si stende il suggestivo territorio protetto dal santuario faunistico di Gulmarg popolato anch’esso da una ricca fauna endemica ove nei pressi tra i rilievi nella valle si trova l’ omonima città di Gulmarg che ha percorso la storia del Kashmir da quando venne fondata alla fine del XVI secolo durante l’ impero Moghul e divenuto un frequentato centro tra le suggestive montagne fino alle minacce terroristiche. A nord est si stende il limitrofo distretto di Ganderbal ove continua il suggestivo territorio tra montagne e vallate in parte attraversato dal corso del fiume Sind affluente del Jhelum che qui a nord est da Srinagar si apre nella sua storica ed omonima valle del Sind ove transitava uno degli antichi percorsi che diramavano dalla Via della Seta per l’ India settentrionale anche per la diffusione nella regione dell’ induismo e il buddismo. Nei pressi del villaggio di Naranag sulla sponda sinistra del Wangath affluente del Sind si trovano i resti dei templi di Wangath, fondati nell’ VIII secolo dalla dinastia Karkota che dominava il Kashmir durante il regno del sovrano Muktapida con i vasti complessi di edifici centrale, orientale ed occidentale nello stile tradizionale del Kashmir induista, come l’altro grande e più antico tempio consacrato alla divinità solare Surya di Martand edificato nel V secolo che si erge a Kehribal nei pressi della città di Anantnag , lasciando i suoi imponenti resti dopo le devastazioni del sultano musulmano Sikandar alla fine del XIV secolo. Poco distante da una residenza Moghul sorta sulle sorgenti termali Duru-Verinag si è estesa la cittadina di Verinag che conserva i giardini con i raffinati padiglioni in stile Moghul edificati attorno alle sorgenti nel XVII secolo, seguendo le antiche vie dei pellegrini per il distretto di Anantnag l’ itinerario attraversa parte del territorio himalayano ove si eleva l’ alto picco del Kolahoi a sud del fiume Sind, VI si allunga la valle del Kashmir, collegata a sud con il Jammu dall’ alto passo di Sinthan. Continuando per il territorio centro orientale tra le montagne e attraverso la verde valle di Betaab in un suggestivo ambiente di boschi attraversati da fiumi si giunge al villaggio di Pahalgam. Nel vicino campo di Panchtarni i pellegrini si accampano prima di iniziare per il sentiero lungo il lago Sheshnag che splende tra le montagne da dove sale verso la sacra grotta di Amarnath che si apre a quasi quattromila metri con il suo santuario rupestre di Amarnathji consacrato a Shiva, meta di uno dei quattro grandi e più sacri pellegrinaggi Yatra dell’ induismo indiano. Lo ricordo nel percorso seguito da famiglie e pellegrini d’ ogni età, assíeme a santoni Sadhu, Guru e maestri di Yoga concentrati a migliaia nel plenilunio di agosto per celebrare il culto shivaista con al centro il Lingam di ghiaccio nella grotta come la grande formazione fallica ghiacciata che ricorda ove Shiva rivelò il segreto della Salvazione alla Consorte Parvati, mentre i loro due servi si trasformarono in colombe che ancora la sorvolano durante le cerimonie come vuole la leggenda. A lungo la popolazione dei Kashmiri musulmani anche in questa regione ha convissuto con quella induista dei Pandit e i pellegrini che arrivavano dall’ India, ne ricordo gli abitanti dei villaggi che si proponevano come guide con muli e cavalli per affrontare il percorso in questo luogo di intenso misticismo, poi anch’ esso come altri funestato dai vari attacchi del terrorismo separatista islamico come il massacro di pellegrini durante lo Yatra del 2000, seguito l’ anno dopo da un’ altra strage di indifesi fedeli con l’ attentato di Shenshan nei pressi del santuario, nel 2002 l’ altro al campo base di pellegrinaggio di Nunwan, continuamente minacciati negli anni seguenti le formazioni terroriste del Lashkar-e-Taiba sostenute dal Pakistan si scatenarono in un nuovo massacro durante lo Yatra del 2017. Poco a sud est dall’ Anantnag nel territorio orientale il distretto di Kishtwar è tra i più estesi e meno popolati della regione, dalle sue sorgenti himalayane è attraversato dal fiume Chenab con i suoi affluenti che scorrono in suggestivi ambienti che tra pianure e strette gole, mentre il corso dell’altro fiume Marusuda attraversa le valli di Warwan e Marwah ove vie salgono per alti passi tra le montagne e ad ad est si apre il parco del Kishtwar tra le scogliere rocciose e boschi di montagna popolato da una ricca fauna endemica. Nel maestoso territorio himalayano sudoccidentale è stata tracciata l’ Highway 1 che sale per i tornanti e suggestivi scenari oltre l’alto passo del Zoji_La sulla vecchia via dei pellegrinaggi tra le montagne lasciando il Kashmir per il distretto di Kargil da dove continua un affascinante itinerario tra centri, templi e monasteri buddisti del Ladakh.
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