Kyber Pakhtunkhwa
La regione pakistana del Khyber Pakhtunkhwa si stende lungo l’Afghanistan sud occidentale tra le montagne fino all’estremità settentrionale del Beluchistan e ad est verso le pianure distese nella storica regione del Punjab, attraversata da una dele più antiche vie di migrazioni e commerci tra la civiltà dell’ Indo e l’Asia Centrale, ove transitava l’ antica Via della Seta con le sue diramazioni, a sud est per l’ india e dall’ estremità settentrionale attraverso il Baltistan verso la regione occidentale cinese del Xinjiang.
La via del Kyber
In parte legata alla storia del Pakistan in questa regione l’ antica via superava le montagne del Spin Ghar distese a sud della maestosa catena dell’ Hindu Kush attraverso l’ alto passo del Khyber ancora circondato dall’antico territorio tribale, con la decadenza dell’ antica civiltà dell’ Indo dal secondo millennio a.C. vi giunsero le migrazioni dei popoli Indoariani portatori della cultura Vedica dalla vicina India nord occidentale e dall’ epoca iniziò la lunga storia del Pakhtunkhwa. Fu dominio del primo impero persiano dopo la conquista Achemenide dal VI secolo a.C. divenuto parte della satrapia a più orientale, anch’ essa travolta dalla spedizione di Alessandro in Asia , assieme al limitrofo afghano parte del territorio fino alla valle dell’ Indo fu ribattezzato Arachosia come popolato da varie confederazioni tribali. Con la spartizione del vasto impero di Alessandro fu tra i territori ove fiori la grande cultura indo greca del Gandahara nella sintesi di quella ellenistica portata dai greci e l’ indiana con la diffusione del Buddismo , qui introdotto nel Puruṣapura ove ebbe inizio la storia di quella che divenne la città di Peshawar , seguendo il corso del fiume Swat poco a nord est ove sorge la città di Charsadda alla confluenza con il Kabul sono stati rinvenuti i resti della città di Pushkalavati . Vennero edificati centri, tempi e monasteri dall’architettura, decorazioni e statue nello stile della grande arte Gandahara. Hanno lasciato i loro resti risalenti ai regni indo greci della Bactria dal più antico e vasto fondato nel 256 a.C. ai successivi fino a quando entrò nei domini del grande impero Maurya nel II secolo a.C. e dopo la sua conversione al buddismo il sovrano Ashoka ne continuò la diffusione edificando altri centri, templi e monasteri. L’ impero Seleucide dalla Persia si estese ad est con gli altri regni indo ellenisti poi travolti dall’ invasione del popolo nomade degli Yuezhi dall’ India nord occidentale ove venne fondato il vasto impero Kusana all’ inizio del II secolo d.C., divenuto nuovo diffusore del buddismo nella regione con l’ imperatore Kanishka. Dopo la decadenza dell’ impero dall’ VIII secolo la regione entro nei domini del regno governato dalla dinastia induista Shahi edificando vari centri e templi consacrati alle divinità Hindu che hanno lasciato anch’ essi i loro resti. Mentre continuavano le conquiste musulmane in India, la regione rimase alla dinastia induista, l’ ultimo sovrano Jayapala riuscì a respingere l’ espansione islamica persiana della dinastia Ghaznavide fino all’ inizio del XI secolo quando anche il Pakhtunkhwa e tutti i regni induisti del Punjab vennero definitivamente conquistati dal sultano Mahmud di Ghazni e dall’ epoca l’ islamismo divenne dominante nella lunga storia del Pakistan travolgendo ogni altra antica cultura .
Il Kyber islamico
La popolazione discendente dall’ antica stirpe dei Dardi fu obbligata alla conversione, gran parte degli antichi templi induisti e buddisti con i loro monasteri vennero devastati, mentre l’ espansione islamica continuò con l’ iraniana dinastia Ghuride che dalla Persia vi estese il suo impero e nel 1186 il sultano di Ghor invase l’impero Ghaznavide, travolto anch’ esso nel secolo successivo dall’ incontenibile espansione dei Mongoli. La divisione delle conquiste mongole in vari domini, nel XIV secolo furono riuniti nel nuovo vasto impero Timuride e con la sua spartizione nei territori orientali Babur fu il capostipite della dinastia turco mongola anch’ essa islamizzata dei Moghul che dall’ inizio del XVI secolo estesero i domini sul Pakistan fiorito nei decenni successivi con l’ ascesa al trono del sovrano Akbar come di Gran Moghul. Dal regno afghano di Sadozai il sovrano Durrani, dopo aver fondato la sua dinastia si estese con il vasto impero Durrani nel 1747 e due anni dopo i Mughul lasciarono la sovranità nella regione al nuovo impero. Dal XVI secolo si diffuse il movimento sociale e religioso del Sikhismo nel Punjab e alla fine del secolo successivo la comunità dei Khalsa , fondata su tradizioni tradotte poi nella religione monoteista del Sikhismo, dall’ India nord occidentale fino al Pakistan fondò quello che poi divenne l’ impero Sikh .
Colonia britannica
Dal 1858 l’ intero territorio indiano per quasi un secolo divenne la colonia della British Raj, compreso il Pakistan dopo la prima vittoriosa guerra contro i Sikh entrato nella colonia britannica rimanendovi fino all’ indipendenza dell’ India. Dopo la prima guerra Afghana trascinata per tre anni dal 1839 fino alla sconfitta dell’ esercito coloniale, nel tentativo di conquistarlo dal Kyber i britannici furono più volte sconfitti in Aghanistan , dal 1878 per altri due anni anche se vi avanzarono si ritirarono nella seconda guerra Afghana con l’ imprendibile roccaforte tribale nel passo di Kyber. Dopo aver stabilito la linea Durand nel 1893 come confine tra l’India britannica e il territorio afghano , nel 1919 l’ Emirato dell’ Afghanistan, oltre a respingere i britannici, attaccò e invase parte della regione settentrionale pakistana nell’ ultimo conflitto Afghano, terminato poi con il trattato che ristabiliva la linea Durand con il Khyber Pakhtunkhwa rimasto alla colonia britannica i fino all’ indipendenza pakistana nel 1947.
Waziristan
Ad ovest del Pakhtunkhwa I distretti settentrionale e meridionale del Waziristan si allungano sul confine afghano popolato in gran parte dai Pashtun sunniti di stirpe Wazir che danno nome alla regione distesa tra montagne e vallate come il territorio del Waziristan settentrionale che ospita i villaggi tribali divisi in vari clan riuniti nella confederazione degli Utmanzai assieme ad altre comunità, scendendo sempre lungo il confine afghano inizia il Waziristan meridionale popolato dai clan riuniti nell’ altra confederazione tribale degli Ahmadzai legati da simile dialetto e tradizioni e parte popolato dai grandi clan della tribù Mahsud rimasta indipendente nel XIX secolo durante le varie campagne militari nella frontiera del North-West, vanamente contesa alle bellicose tribù Pashtu. Dopo la terza guerra in Afghanistan e la sconfitta degli inglesi, dal 1919 per un anno l’ esercito coloniale britannico tentò di conquistare la regione con la campagna militare in Waziristan. Riuscirono a stabilire un avamposto per un ventennio fino ad una nuova offensiva nella seconda campagna in Waziristan nel 1939 contro i nazionalisti Pashtu islamici ispirati dal capo religioso Faqir Ipi conclusa anch’essa con il predominio tribale sulla frontiera nord occidentale. Nel frattempo In tutti i territori del North West parte della popolazione si era organizzata nel movimento Khudai Khidmatgar con varie manifestazioni contro il governo coloniale duramente represse, durante le trattative per la spartizione della colonia britannica in India tra i nuovi stati indiano e pakistano nel 1947, le popolazioni riunite nel movimento nazionalista dei Pashtun chiesero l’ indipendenza del Waziristan con la risoluzione di Bannu che fu respinta. Lo steso anno venne indetto un referendum nella provincia North-West per l’ indipendenza o l’annessione all’ Afganistan anch’esso respinto e conservando la legislazione della Regulation, nel 1947 venne istituito il territorio autonomo delle aree tribali Fata di amministrazione federale compreso il Waziristan che nel 2018 è entrato nella provincia del Khyber Pakhtunkhwa.
Pashtun
Dalle incerte origini i Pashtun si sono divisi nei secoli in varie confederazioni che riunivano le antiche popolazioni di medesima stirpe, tra le tribù Rigvediche di origini indoariane e dal XV secolo a.C. si impose il popolo dei Paktha , antenati delle varie popolazioni che si trovano tra il Kyber e limitrofi territori afghani come i Bangash , diversamente dalle altre sunnite convertite poi alla sciita come i vicini Turi. Il mito islamico celebra il leggendario Abdur Rashid noto come Qais, fondatore della stirpe Pashtun, ne discende la confederazione dei Sarbani che riunisce varie tra le più antiche tribù divise in vari clan, dal vicino Afghanistan iniziarono a migrare le tribù degli Yusufzai dal XV secolo nell’ antico territorio della confederazione tribale Bettani ,assieme ai discendenti dalla locale dinastia dei Karrani , mentre altre le tribù si riunirono nella confederazione Karlani . All’ epoca dell’ impero Durrani parte della regione era popolata da una tribù del popolo Hazara nota come Hazara-i-Karlugh per discendere dalla confederazione di tribù nomadi di stirpe turca dei Karluks estesa nel territorio nord occidentale e ne prende nome la storica regione dell’ Hazara ove si trovano i loro centri e villaggi legati alle antiche tradizioni, come quelle degli Swati . Dall’ epoca hanno dominato la regione assieme alle altre riunite nel grande popolo dei Pashtun con i loro villaggi nel vasto territorio tra il Pakhtunkhwa e l’Afghanistan meridionale. Le varie tribù Pashtun, legate dalle stesse più antiche tradizioni poi islamizzate e dai vari dialetti settentrionali e meridionali della lingua Pashto, sono divise nei clan Tarbur con i capi Khan , mentre la legge è regolata dalle grandi riunioni tribali della Jirga e durante le guerre viene eletto un Mullah come capo spirituale del popolo in conflitto. L’ identità è fondata sulla cultura comunitaria con rigidi codici nelle antiche tradizioni del Pashtunwali, rimaste come le ho trovate tra il tormentato Afghanistan e il Pakistan settentrionale nei loro villaggi fortificati a volte in conflitto tra loro. I codici regolano l’indipendenza dei villaggi con la giustizia nyāw aw badál , legata alle consuetudini tribali, il groh codifica la profonda fede islamica che deve ispirare ogni comportamento, Il pat indica il rispetto e il wyāṛ l’ orgoglio mantenuto con il coraggio túra sempre legato alla lealtà wapā́ e la virilità meṛā́na che i Pashtun devono sempre dimostrare simboleggiato dal turbante. Il codice dell’ Hewā́d obbliga alla difesa del territorio e il nang dell’onore maschile per difendere la famiglia e il clan, preservando l’ onore femminile nāmús che regolano la vendetta nelle faide. La tolleranza per i visitatori nella Melmastya come codice dell’ ospitalità imponendo di dare accoglienza ed asilo con la regola della Nanawatai, che permette anche di assistere alle varie cerimonie nei villaggi, sempre accompagnate delle tradizionali danze Attan, mentre oltre ad altre lo spirito guerriero è manifestato nelle danze della spada Khattak. Dall’ antica tradizione orale della Tapa sono derivate la poesia e letteratura Pashto che poi dal XVI secolo sono state redatte nell’ omonimo alfabeto Pashto originato dalla scrittura arabo persiana, sempre dalla tradizione dei racconti poetici e i canti Tappa di origine indiana sono nati i vari generi armonici della musica Pashto. Con la più recente ancor più rigida islamizzazione, molte manifestazioni culturali sono state limitate così come i costumi, mentre le donne sono sempre più avvolte negli inquietanti Burqa e Niqāb imposti dal dilagante integralismo, gli uomini continuano ad indossare le ampie tuniche con pantaloni Partūg-Kamees tradizionali e il tipico copricapo rotondo di lana Pakol.
Pashtunistan
Storicamente le varie dinastie Pashtun dal XIV secolo al XIX hanno fondato diversi regni, principati e sultanati che ne hanno dominato i territori speso vassalli degli imperi che si sono susseguiti fino alla colonia britannica, protagonisti anche nella storia militare del North-West ove assieme il limitrofo territorio orientale afghano si stende il vasto Pashtunistan che le varie tribù considerano come il loro governato dalle leggi tradizionali. Ospita la gran parte della popolazione, ma vi è stata anche una diaspora di Pashtun migrati dal loro storico territorio nelle altre province con le comunità di Pathani nel Punjab che ne hanno adottato la cultura locale come quelli stabiliti nella limitrofa provincia come Pathani del Sindh, ma sempre legati alla rigida fede islamica, mentre sono noti come le comunità dei Pathani in India gli emigrati in varie regioni nord occidentali. Dalla sua diffusione la fede islamica in Pakistan si è imposta alla popolazione, divenendo sempre più oppressiva culminando nelle leggi per la completa Islamizzazione dello stato durante la dittatura militare di Zia-ul-Haq negli anni ottanta, applicando le più oscure leggi della Shariʿa come quella per il reato di Blasfemia, la discriminazione e la persecuzione violenta delle Religioni non islamiche ancora sopravvissute e quelle musulmane non in linea con la dottrina sunnita, oltre la conversione forzata delle ragazze in Pakistan di minoranze hindu, sikh, cristiane e tribali che ha generato la violenza sulle donne in Pakistan. Storicamente tra i primi convertiti, gran parte dei Pashtun segue l’ islamismo sunnita nell’ antica scuola Hanafi ben adattata dalla nuova islamizzazione dello stato come la regola del Nikàh rigidamente applicata nelle leggi che regolano le unioni matrimoniali combinate in Pakistan fondate su accordi tra le famiglie ove la donna non ha alcun diritto ceduta fin da bambina, praticamente comprata e pagata con il Mahr. Questa come altre imposizioni si sono integrate alle leggi tribali sempre fondate sulla fede, tra le altre Il Shigahr del matrimonio combinato nello scambio di ragazze tra le famiglie, la tradizione Vani che con la Swara prevede le ragazze adolescenti cedute in spose o serve per risarcimento nelle controversie tra famiglie simile alla diffusa pratica tribale del Baad con la cessione di ragazze alle famiglie vittime di crimini o faide, mentre per riabilitare la reputazione di una famiglia offesa è diffuso Il delitto d’ onore Karo-kari. Altre popolazioni si stirpe Pashtu si sono poi convertite all’ islamismo Sciita in una minoranza che ha il suo territorio fino alla limitrofa provincia orientale della Paktia afghana, tra le altre quelle confederate nel popolo dei Turi a lungo in conflitto con i fanatici sunniti jihadisti durante la guerra in Afghanistan contro l’ invasione sovietica, scontrandosi ed impedendo il passaggio nel loro territorio ai combattenti Mujahidin in parte reclutati tra i Pashtun sunniti armati e finanziati dagli Usa e lo stesso Pakistan. Dopo la guerra i Turi hanno continuato a combattere sul loro territorio del Kurram i combattenti Mujahidin divenuti i feroci e fanatici Talebani che ancora infestano l’ Afghanistan, dall’ epoca rifugio della sanguinaria Al Qaida e base degli altrettanto violenti i militanti islamici riuniti nelle formazioni terroriste di Haqqani, i Turi e altre tribù sciite hanno sempre combattuto le tribù Pashtun sunnite integraliste culminando nel conflitto del Kurram del 2007 e continuando negli anni seguenti.
Jihad e droga
L’espansione delle scuole coraniche Madrass che ben ricordo a Peshàwar e altre città della regione, divennero i centri per il fanatismo religioso che ha alimentato la formazione dei combattenti Mujaheddin con l’ invasione sovietica nel 1979 e il decennio di guerra in Afghanistan ove il presidente Muhammad Zia-ul-Haq ha impiegato i servizi segreti pakistani Isi che per primi hanno sostenuto le operazioni per armare gli estremisti. Oltre alle formazioni storiche originate durante il conflitto con l’ Unione Sovietica predicando la guerra santa jihad e che si finanziano con il traffico di droga, come il partito integralista Sipah-e-Sahaba fondato nel 1985 con le sue milizie impone la più tetra shari’a. Le formazioni integraliste del Pakhtunkhwa e il Waziristan, durante lo spaventoso regime dei Taliban nel vicino Afghanistan ne erano protette e sostenute, dopo gli attentati dell’ 11 settembre nel 2001 il governo ratificò con una non bene definita e generica guerra al terrorismo del Pakistan, alla fine dello stesso anno iniziò l’ invasione statunitense dell’ Afghanistan per combattere e rovesciare il regime di terrore nell’Emirato islamico dei Talebani , molti si rifugiarono nelle vicine aree tribali pakistane che assieme alle formazioni dei Pashtun integraliste nella regione dal 2004 scatenarono la guerra nel nord ovest con l’ insurrezione del Pakhtunkhwa come la guerra santa dei jiadisti uniti come i talebani pakistani del Tehrik-i-Taliban dalle sanguinarie formazioni, l’altrettanto spietato esercito islamico del Lashkar e i Soldati di Dio come si definiscono i feroci militanti del Jundallah . Nel 2006 tra il governo pakistano e le insorte tribù fu stipulato l’ accordo del Waziristan per fermare il conflitto con la concessione di una sorta di indipendenza come Emirato islamico del Waziristan divenuto una delle basi per stragi e attacchi terroristici, nel 2014 le forze armate pakistane con l’offensiva del Zarb-e-Azb cercarono di riprendere la regione, riuscendo solo a ad espellere i militi stranieri, riprendendo gli scontri con i terroristi con l’ altra offensiva chiamata operazione Radd-ul-Fasaad nel 2017. Le organizzazioni terroristiche islamiche hanno continuato i loro attacchi alleandosi con il movimento per la Legge islamica pakistano Tehreek-e-Nafaz-e-Shariat-e-Mohammadi ed altre feroci formazioni centroasiatiche legate all’ Isis-k , come quelle fondate nel 2015 da talebani afghani dello stato islamico del Khorasan e ben presto controllarono anche il grande traffico di droga assieme alla criminalità organizzata del Pakistan . Da questa regione provenivano molti militanti riuniti nell’estesa rete della potente formazione terrorista Haqqani che come altre Pashtun e Talebane si è dicata anche al grande traffico di droga , a sud verso il porto della capitale Karachi dove i carichi vengono imbarcati per proseguire sulle rotte marittime verso le coste africane meridionali per congiungersi da est alle vie africane della droga, ad est verso la vicina India e in Cina, ad ovest per il territorio iraniano sui percorsi che si incrociano sulle Vie della droga in Asia Centrale verso occidente.
Peshwar
Ove si estese la civiltà del Gandahara con la sua cultura ellenico buddista, dall’ antico centro di Puruṣapura fondato nel I secolo d.C. iniziò la lunga storia di Peshawar che nei secoli ha seguito quella della regione attraverso l’ espansione islamica medioevale, il dominio Moghul, il locale regno Durani, la colonia britannica fino all’ indipendenza del Pakistan. La città di Peshawar estesa come la si trova conserva quartieri ed edifici che ne hanno percorso i secoli, edificata nel VII secolo la storica fortezza di Bala Hisar da un colle proteggeva la città e fu estesa come residenza reale della dinastia Durrani nel XVIII secolo, poi forte della guarnigione britannica ed infine quartier generale per le formazioni paramilitari del Frontier Corps che controllano la regione del Kyber. Dal parco di Jinnah davanti la fortezza sorgeva la città vecchia fortificata , al centro si erge candida si marmi la facciata della grande moschea Mahabat Khan tra due alti minareti in stile Moghul completata nel 1670 dagli interni finemente decorati, passando per l’ animato baazar di Qissa Khwani, ove affacciano i vecchi edifici del centro, nel XVIII secolo venne edificata l’ altra grande moschea di Qasim Ali Khan sempre in stile Moghul. Per la via Kohat nell’ omonimo quartiere sorge la storica porta di Kotla con il palazzo edificato nel XVI secolo e tra i vari edifici coloniali l’ Hasting Memorial del Chowk Yadgar ove si incrociano le vie principali, poco oltre la torre dell’ orologio del Ghanta Ghar edificata nel 1900, nei pressi si apre lo storico quartiere di Sethi Mohallah con i vecchi edifici in stile centroasiatico dalle raffinate decorazioni che affacciano su cortili. Nel vicino parco Gorkhatri con i padiglioni sorti in epoca Moghul su un antico sito che ospitava un tempio buddista del VII secolo e i successivi induisti, poco fuori dalla città il sito di Shaji-ki-Dheri ove assieme ai resti di edifici e reperti buddisti sono stati rinvenuti quelli risalenti al II secolo d.C. in epoca Kushan dello stupa di Kanishka, mentre oltre a quelli Moghul ed islamici gran parte di reperti rinvenuti nei vari siti buddisti si trovano nel grande museo archeologico di Peshawar che ospita vaste esposizioni di capolavori artistici in stile ellenistico della grande civiltà Gandahara. La prima volta in questa città ho trovato l’ antica atmosfera tra vecchi quartieri e baazar frequentati dalle donne con ancora i variopinti costumi tradizionali, poi ritrovate ridotte a timorosi fantasmi avvolti in tenebrosi Burqa con il dilagare del fanatismo islamico mentre attorno si estendevano i grandi campi dei rifugiati dall’Afghanistan, i combattenti islamici Mujaheddin armati ed addestrati dai servizi segreti pakistani dell’ Isi e la Cia statunitense che vagavano minacciosi per i quartieri, mentre nelle scuole religiose coraniche Madrass della città si indottrinavano e crescevano nell’ odio quelli che sarebbero divenuti i famigerati e sanguinari Talebani afghani, qui noti come gli altrettanto feroci Tehrik-i-Taliban pakistani scatenati in attacchi terroristici e massacri negli ultimi due decenni anche in città contro ogni odiata comunità religiosa, come la sopravvissuta cristiana nella strage della chiesa di Tutti i Santi nel 2013, non risparmiando nemmeno i bambini l’ anno dopo con l’ altro massacro in una scuola di Peshawar, continuando nella loro guerra santa contro inermi fino al più recente attacco alla comunità islamica di fede sciita nella strage della loro moschea a Peshawar nel 2022
Tra montagne e vallate
Lasciando le più nefaste vicende degli ultimi decenni al giudizio della storia, in questa regione si stendono suggestivi ambienti tra montagne e vallate percorse da fiumi che sorgono dai ghiacciai ed alimentano splendidi laghi, popolati da una ricca fauna endemica su antiche vie ove sono sorti centri e villaggi. Nel più meridionale distretto del Di Khan , ove dall’ ‘Hindu Kush meridionale si allunga la catena dei monti Sulaiman all’ estremità orientale, tra le valli e gli omonimi rilievi si stende il territorio protetto dal parco nazionale dello Sheikh Badin con la consueta fauna endemica. Salendo per il territorio nord orientale del Khyber Pakhtunkhwa si stende la provincia dell’ Hazara In gran parte popolata dalle comunità di stirpe Hindkowan legati da antiche tradizioni tribali islamizzate simili a quelle Pashtun e dai dialetti della lingua Hindko. La provincia ha percorso la storia della regione fin dalla spedizione di Alessandro il Grande e divenuto dominio del principato di Amb dalla sua fondazione nel XVII secolo fino al 1840 quando entrò nella colonia britannica, poi l ’ufficiale ed avventuriero inglese di Calcutta James Abbott nel 1853 come avamposto vi fondò il centro che ne prese nome come la città di Abbottabad . In questo territorio passava l’ antica via che collegava l’ Asia centrale all’ India dell’ Uttarapath ribattezzata in epoca britannica la Grand Trunk Road che qui si incrocia il lungo e vecchio percorso del Sāhirāh qarāquram come una delle diramazioni della Via della Seta seguito dalla strada del Karakoram costruita dai cinesi e completata nel 1979 attraverso l’alto passo del Khunjerab sul confine per collegare l’estremità settentrionale del Pakistan con la regione del Xinjiang. Abbottabad la ricordo come di poco interesse fino a quando è divenuta rifugio di terroristi islamici protetti dai servizi segreti, come l’ indonesiano Umar Patek responsabile tra gli altri della strage a Bali e tra tutti qui nel 2011 è stato trovato da un commando statunitense e ucciso Bin Laden. Lasciata la città tra le montagne e vallate coperte di foreste si stende l’ omonimo distretto di Abbottabad, ove parte del suggestivo ambiente popolato da fauna endemica è protetto dal parco nazionale di Ayubia con oltre duecento specie di uccelli e diverse di mammiferi tipici della regione. Da qui l’ antica via per la Cina continua attraverso lo storico distretto di Chitral ove all’ estremità settentrionale del territorio verso la maestosa catena del Pamir si allunga il dahléz waxan , meglio noto come il corridoio di Wakhan tra le vallate dominate dalle montagne che separano il Pakistan dal Tagjikistan , ove nell’ omonimo distretto di Wakhan si allunga il lembo più settentrionale dell’ Afghanistan. Tra antichi villaggi si apre la Valle di Broghil magnificamente dominata dalle montagne ove splende il lago di Karambar oltre una trentina di altri laghi alimentati fa fiumi che scendono dai ghiacciai nel territorio protetto dal parco nazionale del Broghil, anch’ esso come gli altri popolato da una ricca fauna endemica. Continuando nel distretto lungo il fiume Kunar che scende dai ghiacciai dell’Hindu Kush, poco distante dal suo corso si apre un altro affascinante territorio protetto dal parco nazionale del Chitral ove anche qui si trovano rare specie faunistiche delle montagne. Proseguendo nel distretto nord orientale di Mansehra, ove come estremità sud occidentale himalayana si allunga la catena dell’ Himachal , si stende l’ antico territorio un tempo dominato dalla cultura induista che tra le sue memorie devastate dai musulmani ha lasciato il tempio di Shiva risalente al I secolo d.C. chiuso fin dall’espansione islamica e parzialmente restaurato nel 1998 dai sopravvissuti hindù nonostante le persecuzioni. Dall’ alto passo di Babusar che collega il Khyber Pakhtunkhwa e Gilgit nella regione più settentrionale del Baltistan, su una via scavata in tornanti sulle pareti rocciose che ricordo dal difficile transito e pericolosa attraverso grandiosi scenari, si giunge nella vasta valle di Kaghan tra foreste e praterie attraversata dal fiume Kunhar e gli affluenti che precipitano in suggestive cascate ed alimentano splendidi laghi cristallini, in un suggestivo ambiente protetto dal parco nazionale di Saiful Muluk, anch’ esso popolato da fauna endemica oltre varie specie di uccelli acquatici e migratori da dove si può raggiungere il maestoso Malika Parbat che domina la valle con la sua alta vetta. Proseguendo all’ estremità settentrionale nella valle splende il lago di Dudipatsar con i suoi riflessi blu e smeraldo tra le montagne innevate, rifugio di molte specie di uccelli acquatici, oltre la consueta fauna endemica, così come il vicino lago Lulusar circondato dalle vette ove sgorgano le sorgenti del fiume del fiume Kunhar. Dal 2003 il territorio dei due laghi è protetto dalla riserva che ne prende nome come parco nazionale di Lulusar-Dudipatsar ove, seguendo il corso del Poorbi Narr, ci si inoltra nelle zone più affascinanti del parco con il precorso del Dudipatsar. Da qui attraverso la più settentrionale provincia del Gilgit Baltistan inizia un altro itinerario sulla via del Karakorum verso la maestosa catena che sale per l’ alto passo del Khunjerab da dove termina l’ estremo lembo settentrionale pakistano per entrare nella vasta regione occidentale cinese del Xinjiang.