Narcotraffico in Messico: un impero di violenza
Ho ritrovato il Messico travolto dalle vicende che ne hanno mutata rapidamente la lunga storia fino ad essere sconvolto dal violento e devastante potere criminale dei Cartelli della droga che iniziarono la loro incontenibile ascesa con il declino delle potenti organizzazioni colombiane dominanti il grande traffico di cocaina negli anni ottanta.
Dalla fine del cartello di Medellin, con la morte del suo fondatore ed indiscusso signore della droga Pablo Escobar, la criminalità messicana che trafficava marijuana trovò il più lucroso commercio nella cocaina e dagli anni novanta per il ventennio successivo si è estesa la mappa del narcotraffico con il violento e crescente potere di quei sanguinari Càrteles , scatenando feroci conflitti tra di loro per il controllo dei territori e il predominio sulle vie del lucroso e devastante traffico di droga che ha infestato il mondo e sprofondato nella violenza questo paese. Ho raccontato l’ ascesa e il declino dei più potenti Cartelli messicani e I’ impero del signore della droga Joaquín Guzmán Loera detto El Chapo, di essi è rimasta la nefanda eredità di organizzazioni criminali ancor più violente che continuano a devastare il paese in una lacerante storia che sembra senza fine. Scontri tra bande, stragi, massacri, torture ed omicidi efferati anche su inermi cittadini, gli spietati capi di quei Narcos messicani hanno rapidamente accumulato enormi ricchezze investite anche oltre confine e nelle banche statunitensi, stravolgendo l’ economia e le istituzioni tra corruzione e complicità, fino ad una situazione ormai incontrollata nell’ infuriare della lunga guerra di droga dalla violenta storia con i suoi percorsi. Oltre che dirette e dalle varie fonti, ho trovato testimonianze e reportages nel coraggioso Blog Narco, dove giornalisti indipendenti mostrano la tragica quotidianità del narcotraffico messicano raccontando quel conflitto senza fine, violente immagini e video di scontri , attentati, omicidi, torture, mutilazioni e decapitazioni. Nella corruzione e connivenza di politici, funzionari governativi e polizia, continua una narcoguerra che ha lasciato oltre duecentomila vittime in poco più di un decennio e novantamila nel suo ultimo capitolo, coinvolgendo migliaia di inermi che nulla hanno a che fare con questa ordalia di sangue e terrore nell’ interminabile contesa per il mercato della droga, dimenticata dalla stampa, e i media ormai la raccontano solo i Narco blogs che la mostrano nella sua tragica violenza.
L’ impero della droga
Alla fine degli anni novanta il cartello del Golfo iniziò l’ascesa suo alleandosi con i dominatori territorio del Michoacàn noti come la Familia, consolidato nel decennio successivo assoldando le bande paramilitari dei feroci sicari Los Zetas che dal 2010 hanno fondato la loro violenta organizzazione seminando il terrore, accordandosi poi con il cartello dei fratelli Beltrán Leyva contro lo stesso cartello del Golfo e le altre organizzazioni. Sul confine statunitense occidentale dominava l’ organizzazione criminale di Tijuana guidata dal potente clan degli spietati fratelli Arellano Felix noto anche come Cártel Arellano Félix o Caf, intanto le formazioni dei mercenari Los Zetas si organizzarono in uno dei più potenti cartelli della droga, non solo di cocaina e droghe sintetiche, ma come gli altri cartelli contavano sulle piantagioni di oppio per produrre l’ eroina messicana. Il cartello degli Zetas divenne in breve l’ espressione più violenta del narcotraffico stragi, assassini ed efferate esecuzioni del potere narcos, dominando con il terrore. I massacri degli Zetas, spesso aiutati dalla polizia corrotta, furono solo in minima parte svelati nell’ intervista segreta El sangre da uno dei sicari in anonimato, presenti dappertutto anche nei carceri come a Piedras Negras dove hanno massacrato almeno centocinquanta detenuti avversari. L’ orgia di potere degli Zetas è continuata dopo l’altra violenta guerra con il cartello di Sinaloa nel 2012, l’ anno successivo con arresto dello Z-40, come era noto il capo Miguel Angel Treviño Morales, si scatenò una nuova guerra tra le organizzazioni dei narcos in un’ incontenibile spirale di violenza con scontri, attentati, migliaia di omicidi di rivali, ma anche giornalisti, funzionari non corruttibili , popolazione inerme ed oltre trentamila desaparecidos. Per le sanguinose guerre con i rivali e la cattura dei diversi capi fino a quella dello Z-32 Omar Treviño Morales, dal 2015 il cartello Los Zetas iniziò a perdere potere in alcuni territori dove emergevano le nuove ed altrettanto feroci organizzazioni, che continuano anch’ esse a dominare gran parte del traffico di droga internazionale anche attraverso l’ Intesa criminale con la n’drangheta calabrese. Intanto cresceva la potenza del cartello di Sinaloa, alleato con i trafficanti che presero il controllo della principale via per il mercato statunitense fondando il cartello di Juàrez, dal 2007 separato dagli alleati di Sinaloa scatenando un sanguinoso conflitto per il dominio sul territorio di Ciudad Juárez assieme alla feroce organizzazione chiamata La Línea. Il Sinaloa era guidato da Joaquin Guzmàn noto come El Chapo che divenne il narcotrafficante più ricco e ricercato al mondo, dalle alleanze di corrotti funzionari nel governo ed esercito, con le sue bande di sicari Los Negros si scontrò con il cartello Beltrán Leyva e con gli Los Zetas in una sanguinosa guerra e dopo la definitiva cattura di Guzmàn il suo impero criminale venne conteso tra altre organizzazioni. La regione di Gudalajara era dominata dal cartello di Colima, tra gli stati di Jalisco e Michoacan spadroneggiava il clan Los Valencia con il cartello Milenio, sulla frontiera occidentale statunitense quello di Tijuana dei fratelli Arellano Félix nel 2002 estese il suo dominio alleandosi con il più meridionale cartello di Oaxaca anch’ esso poi decaduto e diviso tra varie. Nel territorio di Tijuana giungono anche le rotte della droga dalla Baja California facendone una delle regioni più lucrose e, oltre al cartello di Sinaloa, è stato conteso da quello di Jalisco detto Nueva Generación, entrato violento conflitto con gli avversari Los Zetas in una guerra che ha insanguinato la frontiera settentrionale. Il feroce e spietato cartello degli Zetas ha portato la guerra dei narcotrafficanti a livelli terrificanti con migliaia di morti, torture, decapitazioni, cadaveri appesi per le strade, attentati e assassini di funzionari non corrotti tra polizia ed esercito, politici, giornalisti ed innocenti cittadini. Una strage con oltre cinquantamila vittime dal suo inizio nel 2006, continuata anche dopo l’ uccisione del loro capo Heriberto Lazcano detto El Lazca nel 2012, fino alla recente cattura del successore e altrettanto sanguinario Carlos Guizar. Venne aperto un nuovo capitolo nella spietata e devastante narcoguerra che ancora continua tra le organizzazioni criminali sempre protette dalla corruzione, la complicità di banche internazionali nel riciclaggio, trafficanti di armi e loschi affari d’ ogni genere, prima della decadenza nel loro delirio anche i criminali islamici dell’ Isis hanno investito nel traffico di droga messicano. Dalla sua elezione nel 2006 il presidente Calderòn si è impegnato militarmente contro la criminalità organizzata in una campagna di repressione sempre intrisa da corruzione e protezione da alcuni apparati governativi e di polizia. Dopo tre anni della sua guerra alla droga solo poco più di un centinaio gli arrestati tra affiliati di basso livello del cartello di Sinaloa del sempre protetto Chapo Guzmàn, a fronte degli oltre milletrecento appartenenti agli altri cartelli rivali e solo quando è venuta meno la rete di corruzione e protezione per calcoli ed intrighi politici anche lui è stato catturato ed estradato. Il conflitto è continuato dal 2012 con il successore Peña Nieto, ancora vanificata dall’ estrema violenza dei narcos, corruzione e impunità, con solo qualche processo a sentenza, mentre continua la narcoguerra che nell’ultimo decennio ha lasciato oltre duecentomila vittime nel terrore della popolazione soffocata dall’ omertà, con la sola resistenza di eroici giornalisti, attivisti, difensori dei diritti umani ed organizzazioni che accolgono il lamento dei familiari delle vittime e dei desaparecidos. Ancora nel 2013 erano ottantanove le organizzazioni criminali tra grandi cartelli e associazioni di narcotrafficanti che devastano il Messico incrementando la produzione di droghe varie, dalle piantagioni di oppio che si sono diffuse nel paese da tempo si ottiene la locale eroina aggiunta al grande traffico di marijuana e cocaina assieme alle anfetamine e le altre droghe sintetiche come il fentanil e la micidiale mistura di esse con cocaina ed eroina chimata China blanca . Dopo oltre un decennio dall’ inizio di quella guerra di droga con la sua devastante scia di violenza e terrore, il narcotraffico continua ad essere la più grande minaccia alla sicurezza nazionale messicana, ancora protetto dalla dilagante corruzione ed impunità di molti funzionari governativi e locali, polizia ed esercito.
Los Antrax, Metros e Rojos
Anche l’arresto del Chapo Joaquín Guzmán Loera non ha fermato il narcotraffico e di ciò che rimane del suo cartello di Sinaloa sembrano ancor più spietati i giovani capi narco boss, inizialmente l’ eredità è andata a Ismael Zambada García detto El Mayo, assieme a Dámaso López Núñez noto come il Licenciado poi arrestato nel 2017 ed estradato l’ anno seguente. Nel frattempo il figlio del Chapo Guzmàn Jesús Alfredo con i fratelli entrò in contrasto con Dámaso López Núñez dopo l’ arresto del padre in una lotta interna per il controllo del cartello di Sinaloa continuata fino all’ arresto del Licenciado e, quando fu catturato anche l’ altro aspirante al comando Juan Guadalupe Jacobo Regalado detto El Chepa o El J3, sono entrati nella schiera dei ricercati gli altri figli del Chapo Joaquín Guzmán e Ovidio López chiamati Los Chapitos. Quel che rimane del cartello di Sinaloa secondo la Dea continua ad esercitare il suo potere in vasti territori direttamente o con organizzazioni criminali che ne derivano, come la banda di sicari al servizio di El Mayo Ismael Zambada Garcia che nel 2008 a Culiacàn hanno fondato l’autonoma organizzazione di Los Ántrax , guidata da José Rodrigo Aréchiga Gamboa noto come El Chino, Jesús Peña o El 20 e il feroce René Velázquez Valenzuela chiamato anche El Sargento o El Talibán. Dal decaduto cartello Beltrán Leyva Fausto Isidro Meza Flores detto Chapo Isidro, che comandava i sicari di Hector Beltrán, divenne capo di quello nuovo chiamato Mazatlecos, dall’ omonima città costiera di Mazatlan nello stato del Sinaloa dove operava, dopo l’estradizione del suo storico nemico El Chapo Guzmán, ha mantenuto il controllo del traffico di droga nel territorio di Sinaloa associandosi nella distribuzione di eroina a José Luis Ruelas Torres che con la famiglia ha fondato il suo cartello di Ruelas Torres incrementando i suoi lucrosi affari criminali con la guida del Il figlio Joel Efrén Ruelas Torres nel grande traffico di eroina prodotta dai laboratori messicani per il mercato statunitense. Dal cartello del Golfo, dominante vasti territori fino al Michoacán, quando ne era capo il truce Mata amigos Osiel Cárdenas Guillén alla fine degli anni novanta, fu creata la banda di sicari Los Metros che nel decennio successivo si resero indipendenti guidati da Mario Ramirez Treviño noto come X 20 , poi catturato nel 2013. Per il dominio del traffico di droga nei territori lungo in confine texano si scontrarono con l’altra sanguinaria organizzazione criminale dei Los Rojos ,fondata nel 2011 da Jesús Nava Romero detto El Rojo, originalmente banda di sicari del potente e decaduto clan dei fratelli Beltran Leyva dove Jesús Nava Romero era il fido di Arturo Beltrán negli stati di Morelos e Guerrero, assieme ai degni compari Juan Mejía González o R-1 che poi ne prese il comando assieme a Rafael Cárdenas Vela noto come El Junior. Si imposero con il narcotraffico, estorsioni e rapimenti negli stati di di Guerrero e Morelos, tra le molte altre nefandezze il sanguinario Jesús Nava Romero fece decapitare nove militari a Chilpancingo. Scatenando la banda di sicari al suo servizio che furono parte dei sanguinari Los Pelones, come Jesús Basilio Araujo detto El Pollo responsabile di oltre cento omicidi, Los Pelones si sono poi insediati nello Yucatan terrorizzando le località turistiche di Cancun, Playa del Carmen e Tulum con estorsioni ed omicidi. Dopo l’ uccisione del Rojo Romero nel 2013 è salito al comando Zenén Nava Sánchez El Chaparro rimasto poi ucciso anche lui nel 2017, mentre nello stato di Morelos prese il potere l’ altrettanto spietato El Carrete, come è anche noto Santiago Mazarí Hernández.
Michoacán e Acapulco
Negli stati di Michoacán e Jalisco le addestrate bande paramilitari, che furono al servizio dei cartelli di Sinaloa e del Golfo, per combattere e scacciare gli Zetas da quei territori e poi alleati dei mistici e sanguinari Templarios, si sono unite per formare l’indipendente organizzazione dei Cárteles Unidos e nota anche come La Resistencia, guidata da Ramiro Pozos El Molca poi arrestato nel 2012, mentre l’ anno prima fu catturato a Michoacán l’altro capo Neri Salgado Harrison. Il capo della Familia del Michoàcan, Nazario Moreno González noto come El Màs Loco o El Chayo, ispirò la mistica e feroce organizzazione dei Cabelleros Templarios, per gli arresti ed uccisioni dei capi la Familia iniziò il suo declino e, dopo che anche El Chayo fu ucciso come il suo fido Enrique Plancart El Kike nel 2010 , quel che ne restava venne guidato guidati da José de Jesus Mendez detto El Chango. Ormai in gran parte del territorio dominato dalla Familla Michoacána si impose il violento potere dei mistici Templarios guidati da da Servando Gomez Martinez chiamato La Tuta, poi anche lui catturato nel 2015, ma anche dopo il suo arresto il traffico di droga e la violenza nel Michoacán continuano. Nella guerra che ne seguì le bande del Guerrero ad Acapulco si organizzarono nel Cártel Independiente de Acapulco o Cida fondato nel 2012 da José Alberto Quiroz Pérez, El Chilango Josè Leopoldo Buendia Dominguez e Javier Muñoz detto El Cholo. La celebre e frequentatissima località turistica di Acapulco fu in breve devastata dal traffico di droga, estorsioni, rapimenti e la lucrosa tratta di ragazzine forzate alla prostituzione, seminando il terrore dei sicari noti per lasciare le vittime mutilate e con i volti scuoiati per le vie della città. Nel 2011 furono arrestati i capi Moisés Montero Álvarez El Koreano e Benjamín Flores Reyes El Padrino, l’anno dopo gli altri e ne rimase alla guida Armando Romero Pastrana anche lui poi arrestato quattro anni dopo e gran parte degli affari criminali del cartello di Acapulco furono presi dalla fazione che si era scissa e chiamata La Barredora guidata da Eder Jair Sosa Carvajal detto El Cremas.
Barrio Azteca
Con nove nuovi cartelli ed una quarantina di bande criminali spesso i conflitto per traffico di droga nella regione, lo stato di Chihuahua è anch’ esso dominato dalla violenza, dal 2008, stabilirono il loro centro a Ciudad Juàrez ex agenti di polizia riuniti nella banda di sicari La Línea per proteggere i narcotrafficanti e al servizio dei cartelli nemici del Sinaloa, per anni protagonisti di scontri, attentati ed omicidi come organizzazione autonoma. Tra traffico di droga e altre violente attività criminali si è diffusa l’ altra potente banda del Barrio Azteca che presero il controllo del territorio di Ciudad Juárez nel 2009 scontrandosi con i rivali Mexicles, alleati dei cosìdetti Artistas Asesinos noti come la banda degli AA e affiliati del cartello di Sinaloa, iniziando nel massacro degli avversari tra i detenuti del carcere di Ciudad Juárez. Gli Azteca espansero poi il loro potere nel narcotraffico dominando il territorio di Chihuahua e oltre il confine texano in quello El Paso con scontri, attentati ed omicidi compreso l’ assassinio di tre funzionari nel consolato degli Stati Uniti di Ciudad Juàrez. Ne era a capo Arturo Gallegos Catrellòn detto El Farmero, responsabile di duemila omicidi e condannato all’ergastolo nel 2014 dopo essere catturato quattro anni prima come il suo socio Jesùs Chavèz Castillo che dopo l’arresto ha confessato almeno ottocento omicidi. Continuando le lucrose attività criminali ne rimase al comando l’altro fondatore Eduardo Ravelo detto El Tablas nel traffico di marijuana, cocaina ed eroina, oltre al riciclaggio anche nelle compiacenti banche oltre confine, estorsioni, racket vari e la consueta scia di omicidi, che rese ancor più potente il Barrio Azteca in tutto il territorio. Con all’arresto nel 2018 anche del ultimo jefe tra i fondatori El Tablas Eduardo Ravelo Rodríguez, non sembrano terminati gli affari e le attività criminali del famigerato Barrio Azteca che da Juárez controlla altre bande locali ed affiliati oltre la frontiera trafficando grandi quantità di droga nel territorio statunitense e per il mercato internazionale rendendo il cartello degli Aztecas tra i più potenti.
Los Ardillos
Lo stato del Guerrero è dominato da violente organizzazioni di narcotrafficanti, tra le più potenti anche qui quella degli Zetas che, con il suo declino nel resto del paese, è ormai considerata un’ organizzazione terrorista, mentre quel che resta del potente cartello Beltrán Leyva qui controlla una ventina di organizzazioni minori. A lungo quella del clan Los Granados nella zona di Tierra Caliente, guidata da Rubén Granados El Nene fino alla sua cattura definitiva nel 2017 e sostituito da Salvador Granados El Chava che si è legato al cartello Jalisco Nueva Generación. In parte del territorio centrale e la regione montuosa di La Montaña quella dei Los Ardillos spadroneggia violentemente da oltre un ventennio, fondata da Celso Ortega Rojas detto El Ardilla, ucciso nel 2011 dopo tre anni di detenzione , ne rimasero a capo i figli Jorge Ivan, Pedro, Bernardo, Celso, Antonio con le sorelle Juana e Lilia. Negli ultimi anni il feroce cartello Los Ardillos ha scatenato un terrore senza freno nel Guerrero con scontri, omicidi ed esecuzioni pubbliche, centri svuotati per la violenza, in zone come nel comune di Chilapa non esistono più servizi con gli abitanti che ancora non sono riusciti a fuggire sprofondati in miserabili condizioni, tutto dominato da un caotico terrore. Le comunità indigene costrette a migrazioni forzate e chi vi rimane sopravvive di misera agricoltura in estrema povertà e degrado. Coloro che osano solo protestare o che non si piegano a coltivare papaveri da oppio vengono rapiti, torturati ed uccisi lasciandoli a monito mutilati per le strade. Dal tramontato potere dei Beltrán Leyva nel Guerrero e i territori limitrofi, anche qui si è affermata la feroce e mistica organizzazione dei Templarios nata nel 2011 come Caballeros Templarios da sanguinari seguaci del cartello La Familia del Michoacán, così come quelli diffusi nel Guerrero e nel Morelos organizzati nella feroce organizzazione dei Guerreros Unidos.
Guerreros Unidos
Con la morte di Arturo Beltran Leyva nel 2009, dal suo cartello Beltran Leyva Organigaciòn o Blo sorsero autonome organizzazioni di narcotrafficanti e ben presto si affermò quella dei Guerreros Unidos nel 2011, fondata dai fratelli Mario e Sidronio Casarrubias Salgado, assieme assieme a Cleotilde Toribio Renteria chimato El Tilde, con la protezione di autorità e polizia locali, mentre ne erano affiliati il corrotto sindaco di Iguala José Luis Abarca Velázquez e la moglie Maria Pineda. Inizialmente alleati anche la banda locale dei Los Peques, l’organizzazione dei Guerreros ha terrorizzato lo stato del Guerrero e i territori limitrofi con i traffico di droga, estorsioni, omicidi e vere stragi nella complicità delle autorità, Sidronio Casarrubias Salgado detto El Chino è stato poi arrestato nel 2014 e il fratello Mario Casarrubias Salgado noto come El Sapo Guapo nel 2017. Per il dominio del territorio i Guerreros Unidos si sono scontrati con i cartelli di Familia Michoacàna e dei Caballeros Templarios, continuando i sanguinosi conflitti contro Los Rojos, guidati dal feroce Santiago Mazarí Hernández El Carrete nel controllo delle rotte per il narcotraffico. Una guerra che ha causato la strage di Iguala con il rapimento e il massacro di quarantatrè studenti dell’ omonima cittadina, provocando la reazione dei guerriglieri dell’ Ejército revolucionario popular Insurgent o Erpi contro i Guerreros Unidos. I fermenti popolari e studenteschi nella regione disturbavano il corrotto sindaco di Iguala José Luis Abarca Velázquez con la degna consorte María Pineda e per reagire alle pacifiche manifestazioni di quel periodo il sindaco Velázquez mandò la sua polizia ad attaccare tre autobus di inermi studenti uccidendone sei, venticinque feriti e quarantatrè rapiti. Poi consegnati ai Guerreros Unidos finirono torturati e trucidati in quello che è stato chiamato il massacro di Ayotzinapa dal nome della scuola dei rapiti, celebrando in quel settembre del 2014 uno dei tanti episodi nel criminale connubio tra la politica corrotta e i narcotrafficanti che viene ricordato anche come la strage di Iguala. Il rapimento finito in quella mostruosa strage degli studenti di Ayotzinapa rimane il simbolo della diffusa ed inarrestabile combinazione che ha reso questo paese una sorta di narcostato dove quotidianamente, oltre agli altri orrori, si celebra la piaga dei desaparecidos che hanno la stessa sorte di quegli studenti. Oltre al traffico di droga, estorsioni, rapimenti, tratta di donne ed ogni spregevole attività che devasta questo paese, le nuove organizzazioni criminali si sono scatenate in violenze ed omicidi di politici e sindaci che non si lasciano corrompere, come la candidata sindaco di Ahuacuotzingo Aidè Nava per la Nueva Izquierda del Partido de la Revolución Democrática o Prd nello stato del Guerrero e l’ altra sindaca di Temixco Gisela Mota , assassinata appena eletta con altre due persone nel Morelos.
La Nueva Generaciòn di narcos
Nel già devastato stato di Morelos dai cartelli del clan Beltran Leyva, la Familia Michoacàna e il più recente di Jalisco Nueva Generación o Cjng, che ha esteso il suo potere in gran parte del paese, continuano a trafficare droga dominando con il terrore le nuove organizzazioni criminali che ne derivano. Inizialmente legato al cartello di Sinaloa e poi al potente clan dei Los Valencias con il loro cartello del Milenio , era quello che divenne il cartello di Jalisco , fondato nel 2008 come Nueva Generaciòn con a capo Nemesio Oseguera Cervantes chiamato El Mencho e che è divenuto il più potente controllando ogni traffico in dieci stati. L’ incontenibile ascesa del cartello di Jalisco è iniziata con una propaganda populistica in un’indefinita solidarietà e nella promessa di liberare i territori da altre organizzazioni criminali come Los Zetas e i Caballeros Templarios che opprimevano la popolazione. Dal 2013 ha fornito aiuto ed armi alle forze popolari di Autodefensa che si erano formate come Policia Comunitaria del Michoàcani feroci Caballeros Templarios e, una volta cacciati, il sempre più potente cartello di Jalisco, meglio noto come Càrtel Jalisco Nueva Generación o Cjng ha preso il dominio dei loro territori espandendosi in altri stati lucrando con il solo traffico di droga per oltre venti miliardi di dollari. Dalla sua incontenibile ascesa il Cing è l’ unico cartello che estende il suo dominio criminale dalla frontiera statunitense a nord a quella meridionale guatemalteca , dall’ occidentale costa del Pacifico all’ intero Golfo del Messico ad est e il suo capo Nemesio Oseguera Cervantes El Mencho è il nuovo ed indiscusso re dei narcos. Responsabile delle finanze e il riciclaggio la moglie Rosalinda Valencia del clan dei Los Valencias, Martín Arzola Ortega, noto come El 53 a capo dei sicari del cartello fino alla sua catturato nel 2012, Érick Valencia Salazar detto El 85 responsabile delle spedizioni di cocaina dalla Colombia ed efedrina dall’ Asia orientale, oltre ad organizzare gli attacchi contro i rivali, arrestato nel 2015 e rilasciato due anni dopo per continuare le sue attività. Assieme al grande traffico di droga, la lista delle attività criminali del Cjng è lunga, dal traffico di armi a quello di esseri umani, tratta di donne per la prostituzione, contrabbando, racket, estorsioni, rapimenti, riciclaggio e la consueta scia di omicidi, torture che ne fanno uno dei cartelli più temibili e violenti, reclutando i sicari anche attraverso Faceboox e i social media. Oltre che con le altre droghe ha invaso il mercato statunitense del micidiale Fentanyl, diventando il più potente cartello del narcotraffico anche negli Usa, dove le autorità hanno cominciato da tempo ad intervenire adottando sanzioni per colpirne la rete finanziaria ed arrestandone gli affiliati. El Mencho aveva affidato la gestione del suo impero narcofinanziario alla moglie Rosalida che nel 2018 è stata arrestata a Guadalajara, ma il cartello Jalisco Nueva Generaciòn continua il vasto traffico di droga internazionale con le altre mafie e la n’drangheta calabrese che è la più potente per l’ esportazione messicana nel mercato europeo .
Narcotraffico e gang negli Usa
I nuovi cartelli riforniscono di droga le potenti organizzazioni criminali di latinos negli Usa, come quella dei Mexikanemi nella regione texana, dove si trovano anche varie bande unite chiamate Puro Tango , mentre in varie città e nelle carceri dominano le gang di immigrati messicani dei Tejano o Texas Syndacate. A est la gang dei Maniac Latin Disciples o Mld è nata dalla vecchia banda dei Latin Scorpions con base a Chicago dove si trova la Nation People che, assieme a quella che si definisce i discepoli di gangster ispanici o Discìpulos, è nata in conflitto con la confederazione di gang Folk e la banda di immigrati messicani nata negli anni settanta che si organizzò come La Raza che con lo spaccio di droga si è diffusa a New York dove si è scontrata con l’ altra della Gran Familia Mexicana. Originaria di Guanajuato la banda dei Vatos Locos si è diffusa nel territorio californiano espandendosi nel trafico di droga in altri stati nordamericani fino New York ed oltreoceano in quelli europei, mentre tra Tijuana e oltre il confine californiano a San Diego la banda dei Los Santos è emersa dal 2010. La Mafia messicana nota come La Eme è radicata e in tutto il territorio californiano in competizione con l’altra organizzazione di messicani statunitensi della Nuestra Familia e le bande di strada latinoamericane loro alleate che si fanno chiamare Norteños. Dalla California le gang dei Sureños si sono diffuse in Nevada ed Arizona, mentre la più vecchia banda messicana nel territorio californiano è El Monte Flores o Emf , nata alla fine degli anni quaranta e divenuta tra le più famigerate da quando hanno iniziato con lo spaccio di droga. I chicanos della californiana contea di San Bernardino hanno fondato la Ontario varrio Sur nota come Ovs, in quella di Long Beach è attiva l’ altra banda messicana dei Longos, nella vicina di San Gabriel Valley la gang degli Azusa fondata alla fine degli anni sessanta, mentre tra Culver City, Santa Monica e Venice è diffusa quella dei Culver . Dall’ omonima contea prende nome la Florence Street gang o Florencia fedele alla mafia messicana nel traffico di droga, come lo sono la Langan Heights gang o Lhg di San Diego, nel territorio della città di Pomona gli Sharkees e in quello più a nord dell’ omonima città costiera la Santa Monica gang o Smg. Nella contea e la città di Los Angeles si trova l’ Avenidas , formata da messicani immigrati come Los Conejos della Playboys 13 gang o Pbs13 attiva nel sud est della città, nel quartiere di Oakwood e il Westside di Los Angeles la banda dei Venice nota come Vx3 , mentre nell’ Eastside ha dominato a lungo la vecchia gang dei White Fence o Wf. In tutto il territorio di Los Angeles difuse le varie gang affiliate al Barrio 18 che si contende il territorio con la salvadoreña Mara Salvatrucha chiamata anche Ms-13, ben presto divenuta la più temuta e potente nel narcotraffico imponendosi con la violenza in vasti territori come l’ ormai diffusa gang Salvatrucha.
Politica e corruzione
Il settanta per cento del territorio messicano rimane nel potere del narcotraffico ed il crimine organizzato con il fallimento di quasi tutte le iniziative del governo federale a contenerlo con di gran parte degli interventi annunciati e con difficoltà attuati dalla nazionale Seguritad , mentre politici e i governatori locali che cercano solo di mantenere il potere e i propri interessi rimangono ben lontani da una vera repressione della criminalità. Sono invece considerati la vera minaccia per lo stato messicano i pacifici e giusti movimenti di sindacati, difensori dei diritti umani, insegnanti, contadini e tutti coloro che si oppongono al liberismo sfrenato tanto caro al vicino governo statunitense in un intollerabile violazione di diritti e abusi di vario genere, oltre che giornalisti non allineati e organizzazioni dei diritti umani oggetto dello spionaggio governativo. La criminalità organizzata è ormai da tempo integrata e parte del sistema politico messicano , sempre utilizzata dai governi che si sono succeduti per integrare il potere e anche con la nuova amministrazione continuano attentati ed omicidi contro politici e funzionari che non si piegano al sistema corruttivo che, assieme all’impossibilità di governare gran parte dei territori per il persistente potere delle organizzazioni criminali producono una paralisi dello stato ormai delegittimato e non in grado di imporre la sua presenza. La politica messicana si è strascicata negli ultimi decenni in conflitti di potere e corruzione con i suoi governi che hanno inseguito un’ economia liberista, sprofondando nell’ indigenza la popolazione fornendo una sorta di base sociale al narcotraffico. Alle vecchie piantagioni di marijuana nelle zone più povere del paese si sono da tempo aggiunte quelle molto più redditizie di coca per la cocaina e di oppio per l’ eroina, che alimentano il grande e lucroso narcotraffico, ma considerate dai contadini che ne sono sfruttati una sorta di resistenza all’ oppressione governativa in ampie regioni del paese, creando invece una devastante situazione di instabilità e violenza in nome della droga simile ad una guerra civile con migliaia di vittime. Nella seconda metà degli anni novanta il governo del presidente Zedillo con le sue riforme di austerità economica accentuarono ancor più i divari di classe, mentre reprimeva i movimenti popolari nel Chiapas anche con l’ istituzione di forze speciali Contrainsurgente come autonome formazioni. Usate dal successore Felipe Calderón nella sua guerra alla droga, sono divenute le organizzazioni paramilitari che costituiscono la terza generazione della criminalità messicana seminando il terrore tra la popolazione. Simili a quelle delle organizzazioni di feroci narcotrafficanti come i Templarios, sorti nel 2008 dal cartello della Familia Michoacana , hanno il loro esercito di sicari addestrati da agenti dei governi statunitense, israeliano ed egiziano nel combattimento e le tecniche spionistiche usate per i trasferimenti di droga, riciclaggio, infiltrazioni in strutture militari e governative, ma anche imprenditori ormai hanno le loro armate private di mercenari e addestrate formazioni paramilitari che impongono autorità e potere con la violenza. Ormai diverse città messicane sono considerate tra le più violente del mondo in una guerra senza fine che il Messico nasconde, il paese continua ad essere centro mondiale del narcotraffico controllato dagli eredi dei vecchi cartelli e le nuove organizzazioni criminali in sempre più lucrosi affari con le mafie internazionali, è ormai un paese senza via d’ uscita contro la criminalità ove, tra la corruzione sempre dilagante così come l’ impunità e la crescente domanda di droghe nel mercato statunitense, si celebra il fallimento anche dell’ attuale guerra contro il traffico di droga. Al contrario la criminalità messicana, oltre al grande traffico di droga che continua ad infestare il mondo, ha trovato altri lucrosi affari nella complicità con grandi aziende e multinazionali che devastano il territorio con nuovi impianti, stoccaggi e scorie in veri crimini ambientali dagli enormi profitti. Considerando come altro lucroso affare il traffico di esseri umani i trafficanti di droga contengono a loro modo l’ immigrazione negli Usa controllando e riducendo il flusso di disperati da altri paesi latinoamericani assieme al loro dominio sulle vie Usa della droga.
Trump e il Messico
Tra i territori messicano e statunitense si è disegnata una nuova mappa del narcotraffico, oltre alle vie più disparate continua l’ uso delle gallerie sotterranee note come narcotunnel che passano sotto la frontiera statunitense, su quella frontiera la criminalità organizzata ha trovato nei flussi migratori un nuovo lucroso affare con il movimento di immigrati dal centroamerica in Messico nel disperato sogno statunitense. Ormai legata ai nuovi cartelli della droga è anche la vecchia pratica del Coyotaje per il traffico di disperati migranti messicani oltre il confine statunitense affidato alla loschi e spietati trafficanti coyotes che spesso dopo essere stati pagati li lasciano nel deserto dove in gran parte muoiono. Oltre a lucrare sui migranti rapiscono anche coloro che vengono presi dalla polizia statunitense ed espulsi lasciandoli indifesi al confine chiedendone il riscatto alle famiglie rimaste negli Usa, uccidendo chi non se lo può permettere. Mentre la politica sull’ immigrazione di Trump, che si rivela sempre più il più stupido e pericoloso presidente Usa, delira su progetti e il suo assurdo muro lungo il confine che il governo messicano dovrebbe pagare, nella sua idiozia che nulla a che fare con la lotta al traffico di droga e quello di esseri umani in mano alle organizzazioni criminali, Anziché combatterle non ha saputo far altro che decretare la separazione delle famiglie di quei disperati con gli adulti detenuti e i bambini richiusi in centri da dove non si sa che destino avranno. Nel frattempo continuano le operazioni segrete e lo spionaggio della Cia per salvaguardare gli interessi statunitensi, oltre a non considerare più di tanto il violento e devastante traffico di droga, per cercare anche qui fantomatici terroristi. La situazione sembra in lenta evoluzione con l ’ elezione nel 2018 del presidente di sinistra Amlo, come è anche chiamato Andrés Manuel López Obrador, che ha dichiarato guerra alla corruzione e al devastante narcotraffico, una nuova direzione nella sicurezza nazionale e la politica sociale, oltre al problema del confine Usa nell’incontenibile flusso migratorio con la minaccia dell’ inutile muro di Trump che si somma alle idiozie del più ridicolo e pericoloso presidente a stelle e strisce della storia. Il celebrato impegno Usa contro il narcotraffico ha sempre e solo inseguito gli interessi di quel governo, ancor più con l’ amministrazione di Donald Trump, con il beneplacito del governo nel territorio messicano operano tredici agenzie Usa per la sicurezza nazionale a salvaguardare gli interessi statunitensi in questo paese nella logica dell’America First. Fin dal suo inizio l’ intervento degli Usa nel traffico di droga non ha mai coinvolto il sistema finanziario delle organizzazioni criminali limitandosi all’ invio di agenti in territorio messicano e lungo il confine solo per impedire che parte dei carichi di droga raggiunga alcune piazze di spaccio del territorio statunitense dove il consumo è causa della domanda che ha favorito il potere dei cartelli messicani.
Da quando sono stato per la prima volta in questo paese cercando di seguire itinerari nella sua storia e cultura, dalle antiche memorie delle civiltà precolombiane alle tradizioni indigene e le città coloniali, l’ ho poi ritrovato a ricercare la sua identità negli eventi che lo hanno travolto per altri drammatici itinerari sulle vie dei migranti e dei narcotraffici, ne rimane il rimpianto dei vecchi percorsi che sembrano persi e che molti in questo Messico cercano orgogliosamente di riaprire ridando linfa vitale alla sua storia.