Maharashtra
Dal Gujarat la costa occidentale sul mar Arabico si allunga a sud per il Maharashtra disteso verso l’altopiano del Deccan nel suo millenario legame tra le culture indiane settentrionale e meridionale, mentre la civiltà dell’ Indo fondava i suoi centri costieri nel Gujarat, nel tardo periodo di Harappa vi migrarono comunità nella regione ove si era estesa la cultura di Jorwe , fondando un centro sulle sponde del fiume Pravara che ha lasciato i suoi resti nel sito di Daimabad. Dopo la decadenza di quella prima cultura iniziò la lunga storia del Maharashtra, dal IV secolo a.C. al successivo entrò nel vasto impero Maurya che assieme alla tradizione induista vide la prima diffusione del buddismo, fondamento ad ovest della civiltà Gandahara e i regni indo ellenistici. Fu poi nel dominio Indo-scita dei Saka governato con le satrapie occidentali Kshatrapas e dalla regione del Deccan vi si estese il regno fondato dalla dinastia Satavahana alla fine del II secolo a.C. rimanendovi per i cinque successivi. Dalla metà del III secolo d.C. fu nel vasto impero Vakataka ove e sorsero città dalla raffinata architettura monumentale, centri culturali e religiosi, santuari induisti e buddisti, che rimangono imponenti in tutta la regione. Tra gli altri i templi scavati nella roccia delle suggestive grotte di Ajanta, capolavori dell’ arte rupestre indiana come quelli consacrati anche all’ induismo e jainismo nelle altrettanto spettacolari grotte di Ellora scavate dal VI secolo all’ inizio del successivo con il regno meridionale fondato dalla dinastia Chalukya fino al XII quando si impose il regno Devagiri della dinastia Yadava. Per tutto il lungo periodo delle successioni dinastiche furono edificati altri centri, santuari e templi dalla raffinata architettura monumentale, continuando la fioritura culturale induista e buddista, travolta poi all’inizio del XIV secolo dall’ espansione islamica con il potente Sultanato di Delhi. Nel Maharashtra meridionale e l’intero Deccan si rese indipendente il sultanato di Bahmani e dall’ inizio del XV secolo la regione costiera entrò nel sultanato del Gujarat, nel successivo con l’ arrivo dei portoghesi furono fondati centri che divennero la colonia lusitana in India , mentre le altre regioni dalla prima metà del XVI secolo furono nei vasto impero Mughul. Con la sua decadenza alla fine del XVIII secolo gran parte dei territori entrarono nella confederazione Maratha rimanendovi fino al 1818 quando venne sconfitto dalla la compagnia britannica delle Indie Orientali che poi estese il suo dominio sull’ intera India divenendo la colonia del British Raj dal 1857, governando la regione dal Gujarat al Maharashtra con la presidenza di Bombay ove come fiorente centro commerciale con il suo porto era iniziata la storia della Bombay coloniale rimanendovi fino all’ indipendenza indiana nel 194. Dall’ epoca il territorio del Gujarat e il Maharashtra ne prese nome come lo stato di Bombay fino alla sua separazione nel 1960 e la creazione del nuovo, vasto e popolato stato del Maharashtra. Dalla sua costituzione lo stato si stende su cinque grandi regioni divise in trentasei Districts amministrativi a loro volta con oltre trecentocinquanta locali Taluka che ospitano le varie città, centri, villaggi e comunità con le metropoli e le più grandi popolose città del Maharashtra che ne hanno percorso la storia conservando antichi quartieri ed edifici, templi induisti, buddisti e jainisti dalle monumentali architetture e raffinate decorazioni oltre santuari e moschee islamiche da scoprire in affascinanti itinerari. Il vasto territorio del Maharashtra ad ovest si stende lungo la costa tra lunge spiagge, insenature e lagune ove sfociano i fiumi dall’ interno e le pianure orientali dal clima tropicale che alimenta le lussureggianti foreste, a sud si stendono le pianure con i rilievi del Deccan, in parte del variegato ambiente naturale ove si trova gran parte di specie della ricca flora e fauna in India endemiche con diverse rare, è protetto da una quarantina di riserve faunistiche e parchi nazionali del Maharashtra.
Natura e parchi
Nel distretto di Wardha nord orientale parte del territorio tra le foreste popolato da fauna endemica è protetto dal parco di Bor con la riserva della tigre, continuando ad ovest nella regione settentrionale ove si apre il distretto di Amravati tra i rilievi, vallate e foreste si trova il parco nazionale di Gugamal dalla simile flora e fauna con la limitrofa riserva delle tigri di Melghat. All’ estremità nord orientale per il distretto di Gondia le foreste ospitano oltre la metà delle specie di uccelli tra stanziali e migratori, protette dal parco nazionale di Navegaon oltre alla consueta fauna regionale e nello stesso distretto fino al limitrofo di Bhandara si trova la vasta la riserva di Nagzira dall’ ancor più ricca flora e fauna. Continuando nella regione orientale del Nagpur per il distretto di Chandrapur si apre il territorio protetto dal parco nazionale di Tadoba Andhari con la sua riserva della Tigre che oltre le maestose tigri del Bengala, i leopardi indiani, orsi labiati e altre ormai rare specie, tra uccelli e mammiferi ospita la ricca e variegata fauna dell’ Andhari . Scendendo nel territorio centro meridionale attraversato dal fiume Pench, la foresta con la ricca fauna, è protetta dal parco nazionale del Pench, oltre varie specie di uccelli, cervi, leopardi e tigri e più a sud ovest la catena dei monti Ghat occidentali si allunga parallela alla costa indiana fino al Tamil Nadu dichiarata patrimonio naturalistico Unesco per la sua varietà ambientale. Da essa In Maharashtra nel distretto di Satara sud occidentale si allungano i rilievi Sahyadr per il territorio del Koyna tra vallate e foreste popolato da numerose specie della ricca Fauna endemica regionale, , protetto dall’ omonima riserva di Koyna con il suggestivo ambiente che continua per la limitrofa riserva della tigre di Sahyadri e poco a sud fino al vicino distretto di Sangli nel parco nazionale di Chandoli e nello stesso territorio si trova la riserva faunistica di Sagareshwar. Dalla vasta metropoli oltre i quartieri periferici più settentrionali di Mumbai in onore si Gandhi è stato intitolato il parco nazionale di Sanjay tra i più visitati in India, oltre per il magnifico ambiente naturale con la ricca flora e fauna del Sanjay, ove si elevano le scogliere rocciose al centro del parco si trovano i suggestivi templi buddisti nelle grotte di Kanheri scavati nella roccia dal I secolo a.C. per i successivi tra i capolavori dell’ arte rupestre e meta di pellegrinaggi.
Nagpur
Nella regione nord orientale ove scorre il fiume Nag che l’ attraversa è iniziata la storia di Nagpur dall’ antico villaggio di Fanindrapura rimasto tale fino a metà del XVIII secolo quando fu fondato il promo centro della città che dal XIX si è estesa in quella che è divenuta la vasta e popolosa metropoli di Nagpur. Oltre ad alcuni edifici i nel più antico centro con la moderna espansione ben poco è rimasto della memoria storica, mentre la tradizione religiosa continua ad esprimersi nei vari santuari e templi induisti di Nagpur edificati nei vari stili dai tradizionali ai più recenti, dal più antico e sontuoso tempio di Swaminarayan del XVIII secolo, , i più recenti Poddareshwar e lo Shree Mandir consacrato alla divinità Ganesh, oltre gli altri induisti in città e i dintorni, dalla sua fondazione nel 1956 con la sua monumentale cupola sferica si erge il grande stupa buddista di Deekshabhoomi dallo stile ispirato all’ antico e tradizionale di Sanchi.
Nashik
il nord occidentale distretto di Nashik si stende tra i rilievi che si allungano dalla catena dei Ghati occidentali, attraversato dal fiume Godavari sacro all’ induismo ove sorse l’antico centro di Trimbakeshwar esteso nella città di Trimbak e sul sacro stagno Kusavarta Kunda come uno dei dodici Jyotirlinga indiani consacrati a Shiva nel XVII secolo venne edificato il venerato tempio di Trimbakeshwar sotto il colle Brahmagiri dal suggestivo stile tradizionale con raffinate decorazioni e statue, nei pressi sempre nel tradizionale stile Vastu sul monte Neel si erge l’ altro tempio Shri Nilambika di Matamba, come venerato centro di pellegrinaggi ogni dodici anni il Trimbakeshwar è animato dalle cerimonie nella grande festa del Simhastha. Fin dalla più antica ’epoca Maurya, per tutti i regni e le dinastie successive la storia di Nashik ha percorso i secoli fino al periodo coloniale e l’ indipendenza indiana divenendo capitale del distretto ed estesa nella gande città Nashik che ne ha conservato la sua memoria negli edifici e templi. Tra gli altri i suggestivi templi buddisti mirabilmente scavati nella roccia tra il I e il III secolo d.C. nelle grotte di Trirashmi come altro grande capolavoro di arte rupestre nel Maharashtra, così come quelli più antichi nelle ventidue grotte di Bhaja risalenti al II secolo a.C. poco distanti gli altri santuari buddisti e vihara scavati nelle grotte di Bedse dal simile stile e decorazioni. Nel limitrofo più meridionale distretto di Pune, continuando un affascinante itinerario nell’ arte rupestre buddista, oltre le meno sontuose undici grotte di Patan tra il II secolo a.C. al V d.C. furono scavati gli atri templi nelle grotte di Karla dalle magnifiche decorazioni tra statue e rilievi. All’ VIII secolo risale il tempio consacrato a Shiva con i tre santuari rupestri scavati nelle grotte di Pataleshwar , lasciato il territorio sull’ altopiano tra due colli si trova l’ antico villaggio di Mangi-Tungi, sacro al jainismo con sette templi nella Mangi Giri e cinque nella Tungi Giri oltre altri scavati nelle grotte e dal 2016 vi si erge la monumentale raffigurazione di Ahimsa come la più alta statua jainista al mondo.
Marathwada
Ad est si apre la vasta regione centro orientale del Marathwada che dall’ inizio del XVIII secolo fino al 1857 quando fu nella colonia britannica, rimase nei domini del principato di Hyderabad seguendo poi la storia del Maharashtra, il suo distretto più orientale prende nome dalla grande città di Nanded fondata da un antico centro del II secolo a.C. sulla sponda settentrionale del sacro fiume Godavari , fiorita per tutto il medioevo e i secoli successivi mentre venivano edificati I templi induisti e le moschee islamiche di Nanded. Nel XVI secolo vi sostò il fondatore del Sikhismo e primo guru Nanak , all’ epoca risalgono le prime comunità convertite che qui ebbe poi la sua diffusione con il decimo guru Gobind dall’inizio del XVII secolo e la città ne divenne centro nella regione edificando i suoi santuari Gurdwara . Tra gli altri come uno dei cinque Takht del Sikhismo in India lungo la sponda del Godavari nel 1837 fu completato il monumentale santuario di Hazur Sahib consacrato al guru Gobind che si erge in candido marmo dalle cupole dorate e gli interni finemente decorati, meta di fedeli e pellegrini e sul fiume poco fuori dalla prima metà del XIV secolo si erge il forte Nandgir , lasciata la città seguendo il corso del Painganga si apre lo spettacolo del fiume che precipita nelle cascate di Sahasrakund circondate da tre templi. Continuando nell’ omonimo distretto ha condiviso con le altre della regione parte della sua storia la città di Parbhani che ne conserva quartieri edifici , templi hindù e santuari islamici, tra gli altri il mausoleo del venerato maestro Sufi Turabul Haq Dargah ove fedeli e pellegrini musulmani a febbraio celebrano la grande festa a lui consacrata del Dargah frequentata anche da seguaci delle altre religione per la sua fiera. Ad ovest dalla storica Bed prende nome il suo distretto, sorta da un più antico centro all’ inizio del XII secolo e fiorita nei successivi, estesa dal secolo scorso nella città di Beed che conserva antichi quartieri ed edific , oltre i resti delle quattro porte storiche rimaste nei quartieri orientali, tra i più antichi edificato all’ inizio del XIII secolo il tempio Kankaleshwar nel tradizionale stile medioevale Yadava al centro una laguna, riccamente decorato e con statue scolpite di divinità, nei pressi il mausoleo con il sepolcro del maestro Sufi Mansur Shah del XVIII secolo. Per i vicini colli orientali rimangono i resti del tempio Khandoba edificato nel XVIII secolo in stile Hemadpanti, con davanti le due alte torri della luce ottogonali dīpmal decorate da rilievi, nel centro storico ove si stende la cittadella Quila con i suoi edifici all’ inizio del XVII secolo risale la Jama Masjid in stile Moghul con tre grandi cupole e quattro minareti tra le più grandi moschee della città e continuando Il mausoleo del maestro Sufi Shahinshah Wali del XIV secolo. Nello stesso territorio si trova l’ altra storica città di Dharur che conserva alcuni vecchi edifici e poco ad ovest rimangono i resti del suo forte, passando per il villaggio di Sonesangavi con alcuni templi induisti, santuari islamici e la moschea, si giunge nella città di Ambajogai ove sorgono diversi templi consacrati a varie divinità induiste tra i quali si staglia con le alte cupole e le pareti gialle il venerato santuario Yogeshwari e poco a nord est i più antichi rupestri scavati nelle grotte di Shivleni. L’ itinerario nel Marathwada continua nella storica Dharashiv estesa nella città di Osmanabad che oltre a vari edifici del suo passato conserva Il santuario Dargha con il mausoleo del maestro sufista Shamsuddin Gazi dagli interni finemente decorati, da qui per il distretto di Osmanabad dal territorio che si stende verso l’altopiano del Deccan si raggiunge la città di Tuljapur estesa da un centro medioevale ove tra gli altri storici edifici e santuari dal XII secolo si erge il grande e venerato tempio di Bhavani consacrato alla dea Tulja Bhavan.
Pune
Ove si allunga ad ovest l’ altopiano del Deccan la storia di Pune è iniziata come centro medioevale alla confluenza dei fiumi Mula e Mutha, poi fiorito dal XVII secolo con il dominio dell’ impero Maratha e nei successivi fino al novecento quando si è stesa come metropoli nella grande città di Pune. Del suo passato conserva gli storici quartieri ed edifici che diramano dalla cittadella fortificata di Shaniwar sorta nel XVIII secolo dalle monumentali porte con i suoi palazzi e padiglioni tra i giardini, all’epoca e l’ inizio del secolo successivo risalgono una ventina degli altri forti di Pune edificati attorno alla città e nel suo territorio con i due più distanti di Lohagad e Visapur ad ovest. Oltre ai più antichi rimasti, dall’ epoca vennero edificati i vari e venerati templi induisti di Pune, tra gli altri alla prima metà del XVII risale il tempio consacrato alla divinità Ganapati di Kasba, su un colle consacrato alla dea Ambareshwari protettrice della città si staglia il tempio di Chaturshringi dalle candide cupole e facciate rosse, nell’ omonimo storico quartiere tra i vecchi edifici il tempio dell’ ariete di Tulshibaug, lasciata la città, tra i più antichi e recenti si trovano gli otto venerati templi Ashtavinayak consacrati alla divinità Ganesh.
Mumbai
Con i distretti divisi nei numerosi quartieri di Mumbai la città si è estesa come una vasta metropoli dall’inizio del secolo scorso sorta da un centro sull’ arcipelago delle sette isole di Bom Baim come le chiamarono i portoghesi, la più antica storia di Mumbai iniziò con comunita di pescatori che vi fondarono la città con il porto di Sopara fiorita di commerci lungo le coste del Mar Arabico sulle rotte verso regni della i regni dell’ antica Mesopotamia, le coste africane orientali e risalendo il mar Rosso con le dinastie in Egitto del nuovo regno. Dal III secolo a.C. il porto e le isole entrarono nei domini dell’ impero Maurya, con il sovrano Ashoka oltre che della cultura induista divenne un centro di quella buddista e nell’ isola di Salsette sorsero i santuari i templi scavati nella roccia che hanno lasciato gli imponenti resti nelle grotte di Kanheri capolavori dell’ antica arte rupestre indiana, così come nell’ altra isola che ne prende nome sorsero gli ancor più suggestivi templi induisti nelle grotte Elephanta . Dopo la decadenza Maurya si sono succeduti i domini degli imperi e i vari regni nell’ antica Mumbai fino al medioevo lasciando la loro memoria in alcuni quartieri ed edifici dello storico centro e dalla metà del XIV secolo, travolgendo le più antiche culture si impose il dominio islamico su Mumbai che oltre il porto si estese con nuovi quartieri, palazzi, santuari, mausolei e moschee. Nel 1508 vi giunse il navigatore portoghese De Almeida che la chiamò Bom Bahia , dopo gli scontri con il sultanato del Gujarat la città venne conquistata dalla spedizione della potente flotta portoghese in India , il condottiero lusitano fu nominato Viceré iniziando poi dal 1534 il dominio sulla ribattezzata Bom Baim, che dall’ epoca per i britannici divenne Bombay , durato fino al 1661 come centro e capitale della vasta colonia portoghese in India tra il Maharashtra meridionale lungo la costa fino all’altro fiorente porto nella città di Goa. Per le difese della città e il suo porto, oltre al forte di Mahim che ha lasciato i suoi resti, nel 1640 fu completata la fortezza con il castello di Aguada , poi ampliato durante il dominio britannico, all’ inizio del XVII secolo risale il forte di Madh, a metà del XVI venne edificata la Casa da Orta fortificata che nel secolo successivo dai britannici venne estesa nel castello di Bombay. Con i portoghesi la città divenne centro per la comunità cattolica orientale in India e vi fu fondato l’ ordina francescano che sull’ isola di Mahim nel 1534 come la più antica della città fece edificare la prima chiesa di San Miguel ricostruita più volte fino al novecento, poco dopo venne costruita la chiesa Nossa Senhora da Salvação ampliata nel 1651 e nota come la chiesa portoghese di Mumbai ricostruita il secolo scorso. Nello storico quartiere di Bandra su una più antica del XVI secolo nel 1760 fu ricostruita la chiesa poi ampliata come la basilica consacrata alla Madonna del Monte in stile neogotico. L’ espansione della potente compagnia britannica East India nel XVII secolo pose fine alla colonia portoghese e dal 1661 fu nel domino britannico di Bombay divenendone uno dei grandi centri commerciali con il suo porto protetto dal forte di Sewri edificato nel 1680 su un colle che lo domina lasciando i suoi poderosi resti, al decennio successivo risale l’altro forte Mazagon poi andato distrutto con la sua memoria che rimane tra i giardini di Mazagon . Dal più antico primo centro portoghese sorto sul meridionale colle di Malabar, dal XVII secolo i britannici costruirono vari edifici ove si trovava l’ antico serbatoio di Banganga del XII secolo e da loro ricostruito nel 1715 nei pressi del venerato santuario induista con il tempio di Walkeshwar consacrato a Shiva che si erge nel monumentale stile tradizionale. Poco distante il più recente il tempio jainista di Panalal Adishwarji completato nel 1904 , su terrazze arroccate sul colle nel 1881 furono aperti i giardini pensili di Metha con i loro padiglioni e sculture. Dall’ inizio del XIX secolo la città si estese nella grande Bombay con nuovi quartieri ed edifici, da quell’ epoca coloniale alla più recente, nella grande e variegata architettura di Mumbai si affiancano e combinano tra loro gli stili Indo saraceno, Neogotico, Vittoriano e Art Déco fino ai più moderni. Nel centrale distretto di Fort si concentrano molti edifici e palazzi sorti nel corso del secolo nel sontuoso neogotico vittoriano di Mumbai con ispirazioni del tradizionale indo saracen , dall’ inizio del successivo quelli nello stile Art Deco e l’ intero quartiere come Victorian Gothic and Art Deco è stato dichiarato patrimonio culturale Unesco di Bombay. Nel 1857 fu inaugurato il grande palazzo vittoriano che ospita l’ Università di Mumbai, per la centrale via Dadabhai Naoroji si ergono gli edifici Chhatrapati Shivaji Terminus della stazione Victoria completata nel 1887 nel monumentale stile neogotico vittoriano e il tradizionale indo islamico, dichiarata anch’essa patrimonio culturale Unesco. Nei pressi all’ inizio del XX secolo sorse l’ edificio in stile Art Deco che ospitava il più antico cinema della città Empire e dalla sua apertura nel 1907 ne furono costruiti altri fondamento della grande industria cinematografica indiana negli ultimi decenni celebrata come Bollywood che qui ha il suo centro con i vari teatri di posa e studios divenendo parte della moderna cultura di Mumbai , assieme alla musica, musei, gallerie d’arte, centri, vari eventi e le più antiche tradizioni. Per il viale Netaji Subhash Chandra si stende il lungomare della Marine Drive ove tra i più moderni ed alti edifici ne rimangono alcuni di epoca coloniale e in stile Art Deco, nel Girgaon la frequentata spiaggia di Chowpatty da dove continuano i palazzi che ospitano sedi commerciali e lussuosi alberghi per la promenade di Bandstand, proseguendo sul lungomare fino al moderno quartiere degli affari esteso negli ultimo decenni a Nariman Point. Alla fine del XIX secolo Venne completato Il molo di Wellington ove poco distante all’ inizio del successivo in stile indo islamico venne eretta la monumentale porta dell’India divenuta uno dei simboli della città sul lungomare davanti al maestoso edificio in stile indo coloniale del 1903 che ospita il lussuoso e storico albergo del Taj Mahal anch’ esso dall’ epoca uno dei sontuosi riferimenti urbani, assieme ad altri edifici funestato dal terrorismo islamico nei sanguinari attacchi di Mumbai del 2008. Dal molo partono i traghetti per un viaggio a ritroso nella storia nell’ isola di Salsette ove dalla fine del II secolo a.C. sorsero i santuari con un centinaio di templi rupestri scavati che hanno lasciato gli imponenti resti nelle grotte di Kanheri , dai più antichi e disadorni a quelli tra pilastri e grandi sale magnificamente decorati da iscrizioni, rilievi e statue come capolavori dell’ antica arte rupestre indiana. Così come poco al largo dal porto nell’ altra isola di Elephanta dal VI secolo a.C. per i successivi vi sorsero gli altri templi induisti consacrati a Shiva e altre divinità scavati nelle grotte di Elephanta alcuni resti ad est del colle di più antica origine buddista tutte le altre ad ovest affacciate sull ‘ oceano induiste con al centro il santuario consacrato a Shiva con quattro portali e sei pilastri all’ interno le sue raffigurazioni e le alte statue da dove diramano gli altri templi nella classica e monumentale architettura rupestre finemente decorati dichiarati patrimonio culturale Unesco.
Aurangabad
Nel centro settentrionale distretto di Aurangabad gran parte del territorio si stende per l’ ‘altopiano del Deccan tra i bacini dei fiumi Godavari e Tapt, nel XII secolo venne edificata la cittadella fortificata di Daulatabad a Devagiri che ha lasciato i sui resti su un colle e poco distante dal vecchio villaggio di Khaḍkī all’ inizio del XVIII secolo è iniziata la storia di Aurangabad, fiorita durante l’ Impero Mughul dopo la sua fondazione nel 1616 dal ministro del Deccan di origine etiope Malik Ambar e all’epoca risalgono i quartieri con i sontuosi palazzi, mausolei e moschee, oltre la cultura Urdu islamica fondata sulla lingua e tradizioni di quella Hyderabadi diffusa dal XVIII secolo dal Deccan con il principato di Hyderabad che dominò la regione fino all’ indipendenza indiana nel 1948. Dall’ epoca per tutto il secolo scorso si è estesa come metropoli la città di Aurangabad che tra i più antichi quartieri conserva la sua memoria storica, quando il sovrano Aurangzeb vi spostò la sua capitale imperiale Moghul fece edificare le mura con le monumentali porte di Aurangabad nel XVIII secolo e oltre la più grande ed antica del 1612 porta di Bhadkal ne rimangono tredici. Su un colle nel 1616 venne edificato il primo palazzo Naukhanda e all’ epoca risalgono i serbatoi, le condotte e l’acquedotto per il sistema idrico del Neher con i canali che ancora alimentano parchi e giardini come quelli Moghul dell’ Himayat_ da dove oltre la porta di Delhi si apre il Khiziri Talab tra la vegetazione popolata da una gran varietà di uccelli del lago Salim Ali. Oltre altri giardini nei pressi del Mahmud Darvaza sul canale alla fine del XVIII secolo sorsero gli edifici del Panchakki con il mulino, la moschea e la scuola coranica madrasa e la residenza kacheri. Per il centrale Killa Arrak al 1616 risale la più antica moschea Jama con cinque file di dieci colonne collegate da nove archi e le varie stanze sormontate dall’ elegante stile simile alla moschea Chauk completata nel 1655, sulla vasta ed animata piazza del mercato dalla sua costruzione nel 1720 affaccia la più grande moschea di Shahganj nel suo raffinato stile tardo Moghul. Oltre altri santuari, moschee, mausolei e palazzi di Aurangabad, tra i capolavori della monumentale e raffinata architettura Moghul espressa nella sua capitale ad Agra, in onore della defunta consorte l’ imperatore Aurangzeb fece edificare il mausoleo Bibi Ka Maqbara nello stile del maestoso Taj Mahal, completato dal figlio Muhammad Azam nel 1660 per il sepolcro della madre Dilras Banuì , dai giardini si erge splendidamente in marmo bianco con la venerata tomba, la moschea e i minareti dagli interni finemente decorati. Lasciato il centro per suoi distretti periferici quello di Khuldabad è antico centro del Sufismo noto come la Valle dei Santi per i grandi santuari Sufi sorti dal XIV secolo con i sepolcri dei maestri nel monumentale stile dell’ epoca, poco distante alla divinità Human è consacrato il venerato tempio induista di Bhadra Maruti meta di pellegrinaggi e continuando oltre le mura Moghul dalle sette porte si trovano gli altri edifici e mausolei reali di Khuldabad. Oltre il santuario Maqbara consacrato al maestro sufista Zainuddin, nel 1707 venne edificato il vicino grande mausoleo imperiale con il sepolcro di Aurangzeb e a nord ovest da un più antico in nel XVIII secolo fu riscostruito il santuario con il tempio di Grishneshwar nel tradizionale stile Maratha. Sempre poco fuori dalla città si trovano i dodici grandi santuari buddisti rupestri scavati nelle grotte di Aurangabad dal VI all’ VIII secolo, magnificamente decorate da incisioni, rilievi e sculture culture di divinità buddiste e della tradizione e tantrica oltre le raffigurazioni hindu di Durga e Ganesha.
Ajanta ed Ellora
Nel territorio di Aurangabad si apre l’ indimenticabile spettacolo nelle grotte di Ajanta, tra le più grandi e elevate manifestazioni dell’arte buddista e architettura sacra rupestre, i templi e monasteri di Ajanta vennero edificati dalle più antiche nel periodo Satavahana dal II secolo a.C. per i tre successivi e il periodo Vākāṭaka dal IV al VI d.C., le trenta Grotte principali più grandi contengono cinque templi caityagrh e ventiquattro monasteri Vihara splendidamente decorati da rilievi, sculture e magnifici affreschi con le storie del Buddha Gautama, ma in gran parte i dipinti Jataka raffigurano le sue altre vite precedenti e future. Dichiarate patrimonio culturale Unesco , tra le altre la prima grotta a destra contiene uno dei più maestosi monasteri del V secolo con venti colonne che circondano il cortile ove troneggia una statua dell’ Illuminato dalle pareti e il soffitto finemente affrescati, del medesimo stile la seconda grotta ancor più ricca di sculture, le altre due seguenti ospitano due grandi monasteri anch’ essi dalle suggestive decorazioni, rilievi, statue ed affreschi. La decima e tra le più antiche grotte risale a I secolo d.C. decorata con rilievi ed affreschi Jataka con il vicino tempio vihara da motivi floreali, la più recente diciassettesima grotta del VII secolo oltre alle rappresentazioni buddiste è decorata anche con lì induista della divinità Indra accompagnato dai suoi musici celesti. Lasciata la suggestione di Ajanta dalle splendide decorazioni ed affreschi, l’ itinerario continua poco distante ad ovest con un’ altro tra i grandi ed indimenticabili i capolavori dell’ arte rupestre in India per i trentaquattro monasteri e templi induisti con alcuni buddisti e Jainisti scavati dal VI secolo per i quattro successivi nelle grotte di Ellora sul colle Charanandr, per la loro ricchezza storica ed artistica anch’ essi dichiarati patrimonio culturale Unesco. Le prime dodici grotte numerate contengono i più antichi templi e monasteri a Buddisti con la più grande e decorata Vishvakarma edificati dall’ inizio del VII secolo nello stile e decorazioni simile a quello di Ajanta, all’ estremità settentrionale del sito le cinque grotte dalla trentesima ospitano templi Jain di scuola Digambara con i più antichi e decorati del X secolo Indra Sabhā, Chotta Kailasha e Jagannatha. Con la decadenza del buddismo e la nuova diffusione dell’ induismo vi fu la rifioritura dell’ arte Brahmanica espressa in parte dei templi nelle grotte di Ellora edificati nel tradizionale stile con la grande sala ipostila dall’ ingresso al santuario come nel Dhumar Lenā dell’ VIII secolo, ma tra tutti capolavoro ne è il più grande santuario Rang Maḥall del tempio Kailasa consacrato Shiva alla fine del VIII secolo e scavato in una roccia quadrangolare con la porta monumentale gopuratra tra due elefanti colossali, due pilastri e i portici, il padiglione del toro Nandi, le diverse cappelle con una consacrata alle divinità fluviali e l’alto tempio con il santuario circondato da una grande sala colonnata ove affacciano altre cinque cappelle con una consacrata a Gaṇeśa e l’altra a Pȧrvatī, tutto magnificamente decorato
Solapur e Kolhapur
Nel distretto di Solapur sud occidentale tra gli altri centri del territorio si trova la sua capitale nella città di Pandharpur , divenuta centro di pellegrinaggi induisti dal XII secolo quando vi fu edificato con il venerato tempio di Vithoba consacrato alla divinità Panduranga Vitoba ove in estate si concentrano a migliaia fedeli e pellegrini per le cerimonie della grande festa Wari di Pandharpur. Il più meridionale distretto di Kolhapur si stende verso il Karnataka ove alimentato dai suoi affluenti scorre il fiume Panchganga , sulle sue sponde da un antico centro fiorito dall’ epoca medioevale si è estesa la città di Kolhapur dall’ inizio del XVIII secolo e fino all’ indipendenza indiana nel 1947 fu capitale dell’ omonimo principato di Kolhapur. Oltre ai quartieri ed edifici nel centro storico poco ad est sulla riva del fiume Krishna rimane il più antico tempio di Kopeshwar del XII secolo con tre santuari attorno al centrale che si erge conico su statue di elefanti, le pareti esterne decorate da sculture di divinità e gli interni con le rappresentazioni di Vishnu e Shivaling. Poco distante si trova l’ altra antica città di Kumbhoj, con la sua diffusione dalla metà del XII secolo divenne uno dei grandi centri del Jainismo nel Mharashtra , per i fedeli e pellegrini con i sei templi che diramano dal grande e venerato santuario di Bahubali tra i più frequentati per il pellegrinaggio Jain del Tirtha, ove dal 1963 nella posizione del kayotsarga vi si erge l’ alta statua di Bahubali e ogni dodici anni per la tradizione jainista vi si tiene la Grande Consacrazione con le cerimonie nella festa del Gommateshwara.
Qui si allunga l’ ultima estremità del Maharashtra attraversato dal lungo itinerario tra i suggestivi ambienti naturali, la sua storia e cultura magnificamente espressa dai più antichi siti , le città, templi e mausolei da dove continuare per la storica Goa e il limitrofo Karnataka alla riscoperta dell’ altrettanto affascinante India Meridionale.