Mongolia
Dall’ estremità orientale dell’ Asia Centrale tra le steppe e gli altopiani inizia la Mongolia a sud della regione meridionale siberiana russa di Irkutsk e del lago Bajkal, circondata dalla regione settentrionale della Cina lungo i confini meridionali fino a quelli occidentali nel Xinjiang attraverso l’arido Taklamakan che si allunga nel deserto del Gobi, mentre più a sud si estende la Mongolia interna cinese del Nèi Mongol per la sua estremità orientale fino alla Manciuria .
L’Impero dei Mongoli
Gran parte della sua storia è legata alle tribù dei Mongoli che da quelle steppe partirono alla conquista del mondo medioevale quando furono riunificate dal grande Gengis Khan dall’ inizio del XIII secolo, con il suo potente ed invincibile esercito dilagò per tuti i territori limitrofi travolgendo ogni regno fondando il più vasto impero della storia Mongol Uls che in breve si estese ad est con l’ altrettanto incontenibile conquista mongola della Cina travolgendone in breve la potenza millenaria. Attraverso l’ Asia centrale ove tutte le regioni vennero travolte dall’ incontenibile conquista, sbaragliando armate, regni secolari e città, l’ invincibile esercito dei Mongoli avanzò a sud ovest conquistando quelli che furono i millenari domini dell’ antica Persia da dove dilagò nei territori tra i califfati islamici che da secoli regnavano o in gran parte del Medio oriente. Verso l’ occidente l’ espansione avanzò con l’ invasione dell’ Europa orientale, travolgendone i regni cristiani e il nipote di Gengis Khan, celebrato come il grande conquistatore Batu Khan , dopo averne sottomessa la regione nel 1238, con le sue armate passò nuovamente gli Urali per attaccare il principato di Vladimir-Suzdal devastando gran parte delle città medioevali nell’ Anello d’ Oro di Russia e più a sud ovest dal 1239 le sue orde avanzarono in quello che fu il territorio della Rus’di Kiev invadendo parte della regione che si stendeva ad est dell’Ucraina, l’anno dopo invase l’ intera regione completando la conquista con la definitiva l’ invasione mongola della Rus’. Gli altri principati divisi tra loro nel resto del territorio non riuscirono a contenere l’ ormai inarrestabile invasione della Russia, mentre gran parte delle città venivano distrutte avanzando nella terra di Novgorod. Nei territorio conquistati dal 1241 fondò il Khanato Kipchak noto come il vasto dominio dell’ Orda d’ Oro sottomettendo anche tutti i gli altri territori e principati russi come vassalli sottoposti ad ingenti tributi. Il più vasto impero della storia fondato dall’ invincibile Gengis Khan , che fu venerato come una divinità dalla sua scomparsa, venne spartito tra i figli e condottieri e dopo aver completato la conquista della Cina dei Song travolgendone la dinastia, dal 1279 per quasi un secolo si estese il dominio Yuáncháo con la dinastia Yuan fondata nel 1260 dal grande condottiero Kublai Khan. Dopo le guerre di conquista e i vari conflitti sul nuovo impero regnò la quella che fu detta la Pax Mongolica tra le diverse regioni con liberi scambi culturali e commerciali , garantendo la sicurezza dei viaggiatori d’ ogni origine e religione sull’antica Via della seta e le sue diramazioni.La regione mongola divenne libera terra di transito, attirando europei ed arabi tra missionari, mercanti e viaggiatori del medioevo per quasi due secoli, alcuni descrissero i percorsi per giungervi e le meraviglie di quel mondo, mirabilmente rappresentati ne Il Milione del grande Marco Polo. Anche l’ impero cinese mongolo iniziò la sua decandenza e nel 1368 la dinastia Yuan venne deposta da quella a cinese dei Ming, nel frattempo dopo la divisione nei vari grandi domini dell’ immenso impero, fu riunito nel nuovo vasto impero Timuride fondato dal condottiero turco mongolo Tīmūr Barlas noto in occidente come il grande Tamerlano, poi anch’ esso spartito nel secolo successivo. Sull’altipiano mongolo si impose il potente clan dei Borjigin dal XV secolo e come discendente della dinastia Yuan nel 1479 salì al trono Dayan Khan che regnò per quasi un trentennio sulla regione assieme alla sua consorte Mandukhai. Mentre era finito l’ impero Timuride e ad ovest il Khanato Kipchak dell’ Orda d’oro dal 1480 iniziava a decadere, Dayan Khan minacciò la Cina dei Ming, fino ad invaderne il territorio nel 1517, poi respinti continuarono sconfiggendo l’ imperatore Zhengde nel 1542 per conquistarne i territori nella regione occidentale del Xinjiang. Per un secolo l’ ultimo impero mongolo dominò dalla regione siberiana meridionale di Irkutsk e il lago Bajkal a nord e attraverso gli altipiani mongoli ad est oltre i monti Altai fino alla Manciuria, ereditatI dai successori i domini di Dayan Khan vennero divisi fino al 1634 , quando l’ ultimo della dinastia Yuan settentrionale Ejei Khan lasciò gran parte di quel che restava dell’ ultimo impero mongolo alla nuova dinastia mancese dei Qing. Agli ultimi discendenti di coloro che conquistarono il mondo rimasero i soli altipiani ove i Mongoli ripresero l’antica esistenza di allevatori nei villaggi nomadi e seminomadi di yurte, spostandosi con i pascoli nei loro territori dove attendono il ritorno del grande Khan, mentre altri rimasero tra le popolazioni in varie regioni dell’ Asia centrale ove. anche se in gran parte islamizzati, conservano diverse antiche tradizioni. Più ad occidente il popolo dei Kalmyk dalle steppe cinesi occidentali e la Mongolia si spostarono nel territorio del Kazakistan da dove raggiunsero ad ovest verso i confini orientali europei la regione che prese nome di Kalmykia come l’ enclave buddista lamaista mongolo più occidentale. Gran parte dei discendenti di Gengis Khan popolano il paese che ne prende nome come Mongolia, assieme alle antiche tradizioni sciamaniche e buddiste lo celebrano come eroe mitico nei vari templi e il grande mausoleo del Khan completato nel 1956 a Xinjie ove si stende lo storico altopiano dell’Ordos nella regione della Mongolia interna cinese.
Mongolia indipendente
L’ ultima dinastia Qing fondata nel 1911 venne travolto dalla rivoluzione del Xinhai ponendo fine al millenario Celeste Impero cinese, lo stesso anno contro il secolare dominio dei Quing si estese la prima rivoluzione in Mongolia ove i nobili dell’ antico e potente clan mongolo dei Khalkha per preservare l’ antico ordine sociale ispirato alla cultura e le tradizioni del buddismo tibetano in Mongolia, convinsero alla reggenza la suprema giuda spirituale Jebtsundamba Khutuktu depositario del titolo di Bogd Gegeen per instaurare una teocrazia governata dall’ ultimo nominato capo spirituale Bogd Khan fino al 1919 e ricostituito poi per tre anni dal 1921 nell’ indipendente Khanato di Bogd. Mentre dal 1917 era trionfata la grande rivoluzione in RussIa avanzando in Asia Centrale, con la costituzione della nuova repubblica in Cina fondata nel 1912 dopo la rivoluzione del XInhai, l’ istituito governo nazionalista di Beiyang con il suo esercito ìnvase il teocratico khanato Bogd nell’ occupazione della Mongolia poi sconfitto dall’ l’armata bianca russa controrivoluzionaria guidata nella regione dal barone Ungern che vi stabilì un regime provvisorio antibolscevico. Poi travolto dal 1921 dall’ intervento sovietico in Mongolia per tre anni con l’arrivo dell’ Armata Rossa sostenendo la lotta del da poco costituito Ardin Nam come partito popolare mongolo che fu protagonista della seconda rivoluzione in Mongolia del 1921. Come stato indipendente fin dalla sua fondazione entrò nella sfera dell ’Unione Sovietica in Asia Centrale e vi rimase fino alla sua dissoluzione nel 1992 come Repubblica Popolare Socialista della Mongolia, in epoca staliniana per tredici anni è stata governata da uno dei protagonisti della rivoluzione Khorloogiin Choibalsan dal 1939 verso la fine dell’Ikh Khelmegdüülelt, come venne chiamato il biennio nell’ estensione delle repressioni staliniste in Mongolia. Dall’ occidente e gran parte della comunità internazionale continuò ad essere considerata una provincia separatista della Repubblica nazionalista della Cina, mentre consolidava gli stretti legami con l’Unione Sovietica assieme alla limitrofa repubblica autonoma socialista di Tuva consolidati dai trattati di assistenza e alleanza militare nel 1936. L’anno dopo, quando l’ esercito giapponese invase la Manciuria minacciando di avanzare in Mongolia, per proteggere la linea orientale della ferrovia Transiberiana l’ Unione Sovietica intervenne fornendo assistenza alla Cina nella sua seconda guerra contro il Giappone inviando contingenti sulle frontiere sudorientali mongole e con dilagare del secondo conflitto mondiale in Asia anche la Mongolia entrò in guerra come alleata dell’ Urss fino al 1945 quando con le sue truppe contro il Giappone partecipò all’ invasione sovietica della Manciuria. Dopo la liberazione della Manciuria e il territorio della Mongolia interna cinese, alla fine del conflitto con l’ alleanza e il trattato di amicizia , nel 1945 venne riconosciuta anche dalla Cina l’autonoma sovranità dell’antico e conteso territorio dell’ Ar Mongol come Mongolia esterna , riconfermata nello stesso anno con il trionfo popolare del referendum per indipendenza riconosciuto internazionalmente. Nel frattempo come capo nella tradizionale assemblea legislativa del gran Khural mongolo, divenuta Presidium Statale della Repubblica Popolare Socialista di Mongolia, nel 1940 venne eletto il segretario del Partito popolare mongolo come primo presidente Yumjaagiin Tsedenbal governando il paese per oltre quattro decenni fino alla sua caduta nel 1984, sostenuto dall’ Urss e tanto filosovietico da richiederne invano l’annessione. Negli anni sessanta mentre si estendeva il conflitto Sino-Sovietico per i confini siberiani lungo l’ Ussuri, stipulò il trattato di amicizia e cooperazione con l’ Urss nel 1966 permettendo lo stanziamento di truppe sovietiche in Mongolia e quando la scissione tra Urss e Cina ideologica e politica si completò definitivamente, Tsedenbal si schierò con la Russia di Brežnev. Nei decenni successivi la Repubblica Popolare mongola rimase fedele alleato asiatico dell’Unione Sovietica fino alla sua dissoluzione quando nel 1990 si rese autonoma con la pacifica rivoluzione in Mongolia che legalizzò altre formazioni politiche oltre al vecchio partito popolare socialista Ardin Nam che rimase al governo fino al 1996 nella nuova costituzione democratica, per poi tornarvi nei decenni successivi con il partito democratico mongolo Ardchilsan e poi in un’ ampia coalizione assieme al nuovo partito socialdemocratico Ekh oron. Dopo le elezioni del 2012, pur essendo in maggioranza nel Parlamento con l’ Assemblea legislativa statale del Gran Khural, lo storico partito socialista dell’ Ardin Nam passò all’ opposizione dopo aver rifondato il partito rivoluzionario Khuvsgalt dei popoli mongoli, tornando al potere nel 2016, eleggendo alla presidenza del Gran Khural Miyeegombyn Enkhbold e, mentre il partito dei popoli mongoli rinunciava al termine rivoluzionario, tre anni dopo si dimise dalla carica a favore del nuovo presidente Gombojavyn Zandanshatar. Dalla sua indipendenza e nella nuova repubblica il paese continua ad essere in gran parte popolato dai discendenti degli antichi Mongoli, amministrato con la divisione in ventuno grandi province Aimag, a loro volta diviste in trecentotrentuno distretti Somon ove tra i vari villaggi e centri, si trovano una trentina delle più popolate città della Mongolia.
Montagne e laghi del nord
il territorio della Mongolia si stende tra le montagne s attraverso gli altipiani e le steppe tra fiumi e laghi fino al deserto in una suggestiva varietà ambientale, popolata da una ricca fauna , oltre insetti , pesci e rettili, centoventuno specie di mammiferi con diverse endemiche oltre cinquecento con una ventina in via di estinzione specie di uccelli che assieme ai loro ambienti naturali sono protetti nelle varie riserve e parchi nazionali della Mongolia. Nei suoi vari ambienti tra le più imponenti montagne mongole verso sud ovest si allungano dal bassopiano della Siberia sud occidentale le estremità della maestosa catena dei monti Altaj , distesa tra la regione russa che ne prende nome come repubblica russa dell’Altaj, e il territorio disteso nella più occidentale provincia mongola del Bayan-Olgii. Qui si ergono le altre vette dal maestoso massiccio del Tavan Bogd con il magnifico ambiente naturale popolato da una ricca fauna è protetto dall’ omonimo parco nazionale di Tavan Bogd ,lungo i contrafforti mongoli della catena le steppe e le foreste montane degli Altai si stendono tra i confini sud orientali ove tra le ampie vallate si trasformano nell’ omonima tundra e i versi pascoli alpini degli Altai. Tra la taiga e le foreste boreali i boschi di conifere del Trans-Baikal si allungano dall’ omonima regione russa siberiana meridionale alle steppe mongole settentrionali lungo i confini si stendono le altre foreste di conifere dei monti Sayan, dalla Siberia meridionale e il nord est mongolo si trovano le steppe della foresta di Dauriana ove poco oltre il confine russo sono protette dalla riserva naturale di Daursky e il parco nazionale di Alkhanay. Tra i numerosi fiumi della Mongolia che scorrono a nord verso il lago Bajkal o ad est unendosi a quelli che sfociano nel Pacifico, diversi sono immissari od emissari dei ventisei laghi che splendono nella regione, tra gli altri sei si trovano nell’arida depressione Nuuruudyn dei Grandi Laghi tra la steppa nell’ omonimo vasto bacino dell’ Uvs , popolato fin da epoche remote e frequentato dai nomadi splende lago che ne prende nome come Uvs nuur dal magnifico ambiente naturale e una ricca fauna dichiarato patrimonio dell’ Unesco in parte esteso nella limitrofa repubblica di Tuva oltre il confine russo.
Hovd, Arkhangai e Zavkhan
Nell’ occidentale provincia di Hovd continua la regione dei grandi laghi con i tre protetti dal parco nazionale di Har Us che prende nome dal suo più grande Khar-Us Nuur o Lago delle acque nere alimentato dal fiume Khovd Gol con al centro l’ isola Agbash che splende tra i rilievi coperti di foreste assieme al vicino lago Khar collegato da un lungo canale che scorre a sud est all’altro lago salino Dôrgôn . Verso il confine settentrionale mongolo con la regione russa di Irkutsk ad ovest dell’estremità meridionale del Bajkal splende il grande lago Khövsgöl noto anche come Hovsgol disteso in un magnifico ambiente circondato dalle montagne della catena del Khangai e ove a sud ovest si allungano i monti Tarvagatai Nuruu il territorio è protetto dall’ omonimo parco nazionale del Tarvagatai coperto da foreste anch’ esse popolate da una ricca fauna. Dai contrafforti settentrionali dei monti Khangai di stende la provincia dell’Arkhangai, ove sorgeva un antico centro commerciale e culturale con un grande monastero buddista edificato nel XVII secolo, si estesa la città di Tsetserleg che ne è divenuta capitale e conserva in parte la sua storia ,proseguendo nel suggestivo territorio dell’ Arkhangai, tra rilievi e vallate percorse da fiumi con altri antichi centri e riserve naturali, dal vulcanico monte lago Terkhiin Tsagaan e il vicino monte Khorgo il territorio è protetto dal parco nazionale Khorgo-Terkhiin con al centro il lago bianco del Terkhiin Tsagaan. Dalle suggestioni del Khovsgol tra il suo e gli altri laghi, si continua ad est per gli altri territori del Nord tra i vari siti archeologici, le praterie frequentate dai nomadi e le riserve naturali si allunga fino alle steppe e la taiga siberiana la regione di Bulgan , da dove i magnifici ambienti naturali si stendono nella limitrofa settentrionale dello Zavkhan tra vallate, dune, laghi e foreste dalla ricca fauna con i pascoli frequentati dai nomadi dominati Monti Khangai ove ha le sue sorgenti il fiume Orkhon che da qui scorre per il territorio nord orientale ricevendo vari affluenti per unirsi al Selenga che più a settentrione diventa il grande immissario del lago Baijkal nella regione siberiana russa di Irkutsk, mentre a sud il Selenga continua il suo corso nella regione centro settentrionale ove è distesa la steppa delle foreste Selenge-Orkhon .
Khentii e Tov
A nord est la catena Hentiyn] Nuruu dei monti Khentii che si allungano per le steppe a sud e la taiga a nord nei contrafforti settentrionali sgorga il fiume Menza che scorre a nord est per il territorio russo del Zabaykalsk , dal versante orientale scorre il fiume Onon anch’ esso verso la limitrofa regione siberiana, mentre da quello meridionale scorre ad est il fiume Kherlen verso la Cina. Infine sempre da quelle montagne nel territorio protetto dall’ omonima riserva del Khentii popolata da una ricca fauna endemica , si erge la sacra montagna di Burkhan Khaldun ove leggenda vuole sia nato il grande Gengis Khan e che custodisca la sua mitica tomba, qui ha origine lo storico fiume Tuul anch’ esso considerato sacro dalla tradizione mongola che attraversa la regione settentrionale assieme all’ Herlem ed Onon per le grandi foreste tra le paludi nel vasto e selvaggio territorio del Khan khentii ove tra gli altri si apre il suggestivo ambiente del Khustain Nuruu protetto dal parco nazionale di Hustai dalla ricca e varia flora, popolato da oltre quaranta specie di mammiferi e duecento di uccelli in gran parte endemiche. La centrale provincia di Tov tra i monti Khentii occidentali per le valli dei fiumi Tuul e Orkhon prende nome dallo storico territorio del in quello che è considerato il cuore della Mongolia a lungo dominato dall’ antico popolo dei Khalkha, oltre il passo Gorkhiin Dava tra le montagne si apre il parco nazionale di Gorkhi-Terelj dalle suggestive formazioni rocciose e vallate che dalle sue sorgenti è attraversato dal fiume Tuul , vi splende lago glaciale di Khagiin Khar con poco a monte le sorgenti calde di Yestii, popolato da orsi bruni e oltre duecentocinquanta specie di uccelli e continuando si trova l’altrettanto ricca riserva naturale del Gun-Galuut.
Övörkhangai
Nella provincia del Khangai meridionale Övörkhangai verso ovest nell’ omonimo distretto sull’ altopiano si trova la cittadina di Harhorin da dove , continuando poco a nord est lungo il basso corso del fiume Orkhon , nei pressi dell’altra cittadina che ne ha preso il nome, si trova il sito che conserva i resti della città medioevale di Kharkhorin , poco a sud nel 1647 venne fondato il monastero di Shankh con una ventina tra templi ed edifici che ospitavano scuole buddiste e almeno millecinquecento monaci , anch’esso devastato negli anni trenta del secolo scorso è stato restaurato negli anni novanta tornando ad essere un frequentato centro religioso. Non distante si trova ciò che rimane dell’ antica prima capitale mongola di Karakorum , fondata nel 1235 su un precedente grande accampamento dal Khan Ögödei ove sono stai rinvenuti resti di vie tra mura, edifici, e quello che doveva essere il palazzo del Khan. Poco distante sorge il più antico monastero buddista lamaista di Erdene Zuu rimasto in Mongolia, fondato nel 1585 in stile cinese poi danneggiato in un conflitto e ricostruito nel XVIII secolo con oltre sessanta tra templi tra gli stupa e gli edifici che ospitavano un migliaio di monaci. Dopo la costituzione la Repubblica Popolare di Mongola iniziò la sua rivoluzione culturale smantellando i simboli del passato con la devastazione dei monasteri e nel 1939 il primo ministro Choibalsan ordinò la distruzione del monastero Erdene Zuu come molti altri, lasciandone tre templi e alcuni stupa che con l’ intervento di Stalin nel 1949 vennero salvati e restaurati assieme all’ altro monastero di Gandan noto come Gandantegchinlen nella capitale Ulan Bator. Lasciato il sito di Karakorum poco a sud ovest, da quando fu restaurato nel 1773 dopo la sua devastazione nel secolo precedente in un conflitto si erge il monastero di Tovkhon come lo si trova con alcuni templi originari del XVII secolo a gli altri sorti nel successivo dichiarato patrimonio culturale Unesco come i non distanti siti nella storica valle di Orkhon con i monumenti del Khöshöö Tsaidam. All’inizio dell’VIII secolo vennero erette le due grandi steli di Kul Tigin con Iscrizioni in cinese e in turco arcaico che raccontano la storia del popolo Göktürk di stirpe turco mongola dalle origini fino alla fondazione del loro primo khaganato di Kok Turuk che qui aveva la sua capitale sulla sponda occidentale del fiume Orkhon. Conquistata a metà dell’ VIII secolo dal popolo Uyghur di antica stirpe turca orientale assieme agli alleati nomadi riuniti nella confederazione dei Qarluqs , sulla vecchia capitale dei Göktürk venne rifondata la nuova Karabalghasun che ha lasciato i suoi resti nel sito di Ordu-Baliq, da dove nella regione tra la metà dell’VIII secolo e il IX si estese il dominio Toquz-Oghuz del potente Khaganato Uyghur .
Ulan Bator
Oltre ai vari antichi centri nello storico territorio dell’ Ovorkhangai, l’ altopiano della regione centro settentrionale ove si apre la valle del fiume Tuul fu popolato fin dalla preistoria e poi da popolazioni di stirpe iranica riunite nella cultura di Pazyryk dal VI al III secolo a.C. che hanno lasciato i più antichi resti nella grande necropoli di Noin-Ula.Tra storia e leggenda la Foresta Nera del fiume Tuul nel XII secolo accoglieva il palazzo del potente khan Toghrul convertito al cristianesimo nestoriano e da quel centro poi scomparso nel 1639 venne fondato il mobile monastero di yurte Örgöö da dove iniziò la storia di Ulaanbaatar quando vi sorsero edifici che ospitavano migliaia di monaci e dal XVIII secolo i quartieri della città. Dopo il trattato di Kyakhta del 1727 tra l’impero russo e quello cinese della dinastia Qing divenne uno dei grandi centri mongoli di quello che fu noto come il commercio di Kyakhta tra i due imperi, divenuta una fiorente città qui fu proclamata l’ indipendenza della Mongolia dalla Cina nel 1911 come khanato di Bogd e ne divenne capitale rimanendovi per tutta la storia successiva dalla repubblica socialista Mongola legata all’ Unione Sovietica che vide la sua estensione con grandi quartieri, Nel 1961 venne completata della Transmongolica divenendo uno scalo della linea ferroviaria attraverso il paese con la sua stazione collegata da nord alla lunga Transiberiana. Con la dissoluzione dell’ Unione sovietica la pacifica rivoluzione del 1990 continuò ad essere la capitale del paese nella nuova repubblica democratica di Mongolia estesa nei suoi moderni quartieri e nota come la grande capitale Ulan Bator, ma qui continua ad essere chiamata in mongolo Ulaanbaatar. Centro e cuore pulsante della città è la vasta piazza Sukhbaatar , fino all’inizio del XX secolo gran parte era occupata dagli edifici del grande monastero Zuun Khuree con il Palazzo Giallo , residenza del supremo capo spirituale Jebtsundamba Khutughtu che con il titolo di Bogd Gegeen era a capo della gerarchia dei lama nel buddismo tibetano in Mongolia, dopo l’ indipendenza dalla dinastia Qing cinese fu Bogd Khan per tredici anni dal 1911. Poco distante dalla piazza si trovano gli edifici storici e religiosi di Ulan Bator , come i suoi centri spirituali, edificati in stile tradizionale all’ inizio del secolo scorso in epoca Quing si ergono i sei templi cinesi lamaisti di Choijin ,all’ inizio del XIX secolo risale il complesso del Gandantegchinlen che fu altro centro buddista nella città, poi chiuso e riaperto al culto nel 1944 come il grande monastero di Gandan tra gli stupa e gli altri edifici ove si staglia il Tempio d’Oro con la ricostruita la venerata alta statua di Avalokiteśvara. Mentre il resto della storia ed arte di questa città è raccontata nei vari musei di Ulan Bator, dal centro diramano i quartieri con gran parte degli edifici sorti all’epoca della Repubblica Popolare, dal palazzo governativo di Saaral Ordon del 1951 ove si trovava il vecchio Teatro dalla cupola verde al grande palazzo che ospita la Borsa della Mongolia , tra gli altri più recenti sorti negli ultimi decenni si trova il museo del Teatro mongolo inaugurato nel 1991, l’ alta Torre Blu da dove si gode la vista sulla città come dalla torre dell’ imponente e moderno grattacielo Centrale.
Fuori dal centro sulla sponda del fiume Tuul dal 2008 si erge la grande statua di Genghis Khan a cavallo, mentre i caduti mongoli e sovietici nella seconda guerra mondiale sono onorati dal memoriale di Zaisan nel quartiere meridionale di Khan Uul. Usciti a sud della capitale, ove si innalza il monte Bogd Han sacro al buddismo mongolo, nel 1733 venne fondato il grande monastero di Manzušri che dopo la devastazione in epoca staliniana ha lasciato i suoi resti poi restaurati mantenendone lo stile
Dal Sukhbaatar al Gobi
Continuando per le regioni settentrionali dell’ Est ,sempre in un suggestivo ambiente tra le vallate nel bacino attraversato del fiume Kherlen, verso i confini russo e cinese nell’ omonima provincia mongola si stende il territorio del Dornod ove dal X secolo si estese a lungo il dominio del popolo Kitai di stirpe mongola e su un altura vi fondarono un fiorente centro che ha lasciato i sui resti nel sito di Bars-Hot con una delle più antiche pagode della regione e proseguendo il magnifico ambiente è protetto nella riserva della biosfera di Daguur che per il suo ecosistema popolato da varie specie di animali ed uccelli è dichiarata patrimonio naturalistico dell’ Unesco. Scendendo a sud est nella regione mongola più orientale del Sukhbaatar si stendono le steppe ove, assieme ad altri otto minori vicini, splende lago Ganga dalle acque salate nel distretto che prende nome dal popolo nomade dei Dariganga e più ad est attraverso la Mongolia interna cinese la steppa si apre nelle vaste praterie Mancesi popolate dall’ endemica fauna e dal territorio percorso nei secoli dai nomadi per i pascoli estivi che continua in quello settentrionale cinese della Manciuria. A sud tra la Cina settentrionale e la Mongolia inizia il vasto deserto del Gobi, dai contrafforti meridionali dei monti Khangai ove poco a nord ove si allunga la catena del Gobi-Altai , dalla la valle del Thaki si apre quella che è nota come la stretta Valle dei Laghi del Gobi coperta dalla steppa. A sud est degli altipiani inizia il deserto esteso dalla regione mongola più occidentale all’ estremità dell’arido bacino di Zungaria dallo storico territorio transito di migrazioni e conquiste che occupa gran parte del limitrofo Xinjiang cinese. Verso l’ estremità sud occidentale del deserto si stendono le aride steppe dell’ altopiano di Alashan , esteso nel territorio cinese e più a sud fino allo storico altopiano del Tibet, percorso anch’ esso dalle antiche vie carovaniere. Nella provincia sud orientale di Dornogovi si stende l’ arido territorio del Dornogobi ove ai margini del deserto nel 1820 venne fondato il monastero di Khamar come centro del buddismo lamaista nella regione che ospitava cinquemila monaci tra gli oltre ottanta templi, dopo la devastazione in epoca staliniana è stato in parte restaurato come lo si trova. Continuando tra le riserve naturali e le alte dune Burdene Bulag che si inseguono nel deserto fino al suggestivo territorio centro meridionale dell’ Omnogobi ove parte del territorio è protetto dal grande parco nazionale di Gurvansaikhan tra l’altopiano e le steppe popolate da una ricca fauna endemica. Tra vallate, suggestive formazioni e alte dune si continua nella storica terra del Saikhan-Ovoo attraversata dall’ unico fiume Ongi Gol ove nel XVIII secolo sorse un centro buddista con diciassette templi, lasciando i due monasteri di Ongiin che emergono solitari dal deserto. Continuando nelle suggestioni della regione verso ovest si entra nel limitrofo territorio del Bayankhongor dall’antichissimo popolamento ove nelle grotte di Tsagaan Agui sono stati rinvenuti resti preistorici ed usate poi come santuario buddista e il territorio anch’ esso dalla lunga storia conserva altri tempi e monasteri nei vari centri e la capitale dell’ omonima provincia di Bayankhongor .
Mongoli
Lasciati gli storici centri e città, nella terra che prende nome dai Mongoli continua la tradizionale vita tra le steppe nei villaggi ed accampamenti delle tradizionali gher come chiamano le loro yurte , alcune comunità sono divenute sedentarie, altre continuano a muoversi dal vasto altopiano per le praterie con pascoli a nord verso i contrafforti degli Altaj meridionali o a sud verso quelli che si allungano dalla catena Da Hinggan, per poi tornare in estate. Si muovono con cavalli e cammelli assieme alle greggi di ovini e da essi traggono ogni cosa, dall’ dell’ abbigliamento in lana e tessuti spesso decorati e la tipica tunica colorata Deel indossata nei giorni feriali e nei giorni speciali, dall’allevamento anche i cibi e la cucina segue le antiche tradizioni nomadi stagionali con gli alimenti bianchi di latticini estivi e i grigi invernali di carni. La tradizione spirituale e comunitaria è fondata sull’antico sciamanesimo mongolo del Böö mörgöl , simile a parte delle più antiche popolazioni limitrofe della Siberia sud occidentale, ove tutto è legato alla natura e il mondo degli spiriti, oltre ad essere depositari della medicina tradizionale e i riti di guarigione, gli sciamani dirigono le cerimonie recitando formule magiche per entrare in contatto con gli spiriti accompagnati da canti e la musica sciamanica, al ritmo dei tamburi con fumi di erbe e bevande inebrianti entrano in trance per gli esoterici viaggi nel mondo degli spiriti. La tradizione spirituale è anche legata alla più antica mitologia diffusa nella regione tra le popolazioni di stirpe mongola e turca orientale, dalle varie entità poi integrata nel Tengrismo , fondato sulla divinità suprema e creatore dell’ universo Tengri emanatore di tutti gli spiriti che popolano il mondo, regnato assieme alla Madre Terra Umay. Successivamente anche lo sciamanesimo e il Tengrismo si integrò alla diffusione del buddismo in Mongolia che sulle vie carovanere iniziò a giungere fin dal XIII secolo tra gli altipiani dalla più sud orientale regione del Tibet e nei successivi fino al XVI quando si diffuse la scuola lamaista tibetana del Buddismo . Assieme al mondo degli spiriti sciamanico ed altri culti, le cerimonie buddiste mongole sono associate alla setta dei Berretti Bianchi tibetani nello sciamanesimo Giallo che persegue l’armonia religiosa comunicando con le entità benefiche, mentre quelle nefaste e gli spiriti maligni sono evocati dalle pratiche dello sciamanesimo Nero. Dall’ epoca della sua diffusione è rimasta nei secoli l’ antica tradizione religiosa e la spiritualità in Mongolia tra lo sciamanesimo integrato nel Tengrismo e il Buddismo tibetano come fondamento in gran parte della tradizionale cultura in Mongolia, assieme all’ arte e la letteratura nata all’ inizio del XIII secolo con l’ introduzione dell’alfabeto originando i diversi sistemi di scrittura Mongola del Galik , Todo biçig , Phags-pa, Zanabazar e la religiosa Soyombo. L’ antico patrimonio rimane dai quartieri popolari nelle città ai centri e villaggi delle varie etnie di stirpe mongola, tra i nomadi e seminomadi che continuano la loro secolare esistenza negli accampamenti di gher come sono chiamate le loro yurte, ove in ricordo delle gesta del venerato Gengis Khan vi si celebrano le feste del Naadam con competizioni a cavallo, tiro con l’arco e lotta tradizionali.
Dall’ antica terra dei Mongoli ove ne mantengono la cultura i discendenti, si continua ad ovest attraverso il deserto del Gobi per il limitrofo Xinjiang per riprendere i percorsi delle antiche Vie della Seta attraverso le regioni dell’ Asia-centrale o dall’ altra parte per l’ estremità orientale del territorio mongolo fino alla Manciuria, mentre a sud come altro scrigno di storia e cultura si aprono le vaste regioni della Cina dagli indimenticabili e suggestivi itinerari.