La via Dell’India
Un lungo itinerario per l’ antica via dell’ India su uno dei percorsi che diramava dalla Via della Seta attraverso il Pakistan per la regione indiana settentrionale e la valle del Gange, continuando a nord verso la valle di Kathmandu in Nepal, il mio primo viaggio in India seguito poi da molti altri, ma che rimane indimenticabile.
Punjab
Dove l’antica Via della-Seta diramava a sud attraversando le montagne dell’ Hindo Kush e l’aspro territorio del martoriato Afghanistan già dall’ epoca sconvolto da conflitti tribali e l’integralismo islamico, qui iniziava la via dell’India nella settentrionale regione del Kyber ove nella leggendaria spedizione di Alessandro aprì dal lontano occidente le vie dell’ Asia, rimasero militi ed artisti e dall’ incontro della cultura greca con la buddista sorse la civiltà Gandahara , cercandone i resti tra quelle vallate ove fiorì la città di Taxila. Ne ricordo la suggestione prima di scendere per il Punjab pakistano attraverso centri e città e passando per Lahore , si entra ove la regione si stende nel Punjab indiano con i posti di frontiera attraversata a piedi tra la gente carica di masserizie per l’avamposto indiano ove solerti militari e funzionari prendevano nota dei nuovi arrivati su vetusti libri ingialliti. La storia del Punjab risale all’ antica civiltà dell’ Indo che vi ha lasciato i resti delle prime città indiane, con la redazione dei primi Veda e i successivi testiUpanishad e Purana divenuto poi una delle fonti dell’ Induismo e qui il saggio Valmiki scrisse il poema Ramyana e le cronache narrano che vi furono respinte le armate di Alessandro nella conquista dell’ Asia. Aseguire le vicende dal periodo medievale al dominio Moghul, la colonia britannica che ne fece provincia fino alla spartizione con il Pakistan divenendo lo stato del Punjab Indiano. Dal Pakistan il tratto più occidentale della lunga via Grand Trunk che attraversa l’ India occidentale porta sulla frontiera ove viene celebra la cerimonia del confine a Wagah , quando vi arrivai per un conflitto stava chiudendo, da attraversare con la folla variopinta e vociante di locale punjabi, urdu ed hindi che s’incrociava a tornarsene nei rispettivi territori Ad ovest del confine pakistano si stende la regione di Mahja tra il distretto di Gurdaspur e la vicina Batala., dalla spartizione con il Pakistan di conflitti ce ne sono stati diversi e tornandoci ho incrociato quello del Siachen, seguiti da altri che continuano mentre la popolazione è devastata dalla povertà. Proclamata capitale Chandigarth doveva essere sito ideale nel grande progetto urbanistico di Le Corbusier ,ma qui il territorio è sferzato dal monsone che addensa d’umidità ogni cosa e la gente che ci vive, dalla cultura e condizioni di vita ben diverse da quel tentativo che s’è trascurato e sempre più s’accomuna all’ urbana povertà di tante altre città. Però anche questa Chandigarth ha il decadente fascino di monumenti , tra i magnifici giardini si va dallo Zakir Hussain al lago Sukhna ove affaccia il giardino delle sculture Rock Garden. con le geometrie del Campidoglio, l’ Alta Corte e i musei. Più sud il distretto della nobile città di Amristar, dalla sua fondazione alla fine del XV secolo centro religioso e culturale del Sikhismo che dall’ epoca accompagna la storia del Punjab , fondato sulla teologia Sikh con le regole del fondatore Guru Nanak nel sacro libro Guru_Granth. tentando un originale sincretismo con proprietà dell’ induismo, riflessioni del buddismo e poche con l’islam. Nella storia Sikh ben presto sorse l’intolleranza islamica originando una lunga serie di conflitti trascinati dal XVI secolo.,dopo i conflitti con i Moghul si estese l’ impero Sikh , all’ ascesa del colonialismo britannico iniziò a decadere, poi sconfitto e ponendo fine all’ impero che divenne la provincia del Punjab della colonia indiana rimanendovi fino al 1947 con l’ Indipendenza , proseguendo le rivendicazioni da sempre in conflitto che ancora continua. Mi sono trovato durante rivolta guidata da Bhindranwale nel giugno del 1984 occupando il tempio d’ oro di Amritsar, parevano usciti da illustrazioni di Kipling posando fieri sotto i turbanti , armati di spade kirpan e lance, accampati in quella notte con le famiglie al seguito, vegliando in canti Shabad, rimangono stampati negli scatti che ben gradivano , poi travolti dall’ attacco con l’ operazione Blue_Star travolgendone la resistenza. La ricordo anche in epoca più pacifica questa città sacra Amristar dei fieri Sikh che qui hanno il loro centro con i più importanti templi Gurdwara e suggestivi luoghi che diramano dal maestoso Tempio d’Oro , si prega tra suggestivi percorsi riflessi dagli specchi del Sheesh Mahal, al palazzo e il museo del leggendario Ranjit Singh a poco fuori il tempio Ram Tirth. Il magnifico Akal Takht Sahib sede suprema dell’autorità religiosa che fronteggia il Tempio d’Oro. Libero popolo, tutto regolato dal codice Rehat Maryada si purifica la confraternita dei Khalsa, con i simboli dei Cinque k, barbuti sotto i turbanti e inseparabili spade kirpan agitate nella danza Gatka a celebrare suggestive cerimonie nelle grandi feste Sikh, scandite dai culti tradizionali e i canti Shabad , condivisi valori nell’ universo di vita dei Sikh ad Amristar che si lascia continuando a sud ovest per lo storico territorio del Rajasthan.
Rajasthan
Dal Punjab la via dell’India scendeva attraverso lo storico territorio dell’ antico Rajasthan dalle tradizioni induiste ove dal medioevo sorsero i principati Rajput che respinsero per secoli i primi regni islamici, poi si ritirarono tra i monti Aravalli e il deserto del Thar ove alimentarono la leggenda di temibili guerrieri, imponendosi come potenti principati, conservando la cultura Rajput rimasta nei secoli a venire. Mentre dalla capitale Delhi trionfava l’Impero Moghul, edificarono le poderose fortezze del Rajasthan a proteggere fiorenti città e affascinanti centri dai favolosi palazzi dalla splendida architettura e raffinati giardini. La storia è scandita dall’aristocratico onore dei Rajput dominatori dalle antiche carovaniere nel deserto del Thar e fondatori di magnifiche città. In India poche regioni come il Rajasthan evocano leggende e miti di fantastici templi e sette misteriose, residenze principesche e intrighi di palazzo, aristocratici amori e perfidi cortigiani, scaltri funzionari coloniali e avventurieri, battute di caccia alla tigre e ostentazione di ineguagliabili ricchezze. Ha sempre esercitato gran fascino di viaggi tra splendide città e suggestivi luoghi, la cultura del Rajasthan si è imposta dall’arte che ne cesella palazzi e templi arricchiti dalla splendida pittura e il tradizionale artigianato da cercare nei baazar frequentati da antichi zingari ove risuonava la musica dei menestrelli. La via dell’ India entrava nel territorio per le carovaniere nel deserto del Thar dove sopravvivono i discendenti di antichi clan in sperduti villaggi, povere capanne che contrastano con la ricchezza dei costumi e dei gioielli tramandati per generazioni, le donne avvolte nei sari di variegato cromatismo attorno a pozzi nell’ambiente ostile del deserto e gli uomini dai grandi turbanti nel nobile portamento degli antenati che scortarono per secoli le carovane. Jaisalmer emerge dal deserto come miraggio d’una fantastica città fortificata, fondata nel medioevo divenne un centro di mercanti e viaggiatori, sorse la città di splendide residenze dalle raffinate decorazioni, portici che riparano dal sole implacabile, palazzi con terrazze e finestre finemente intarsiate, filigrane di pietra che cesellano le facciate di arenaria rossa delle case strette nei vicoli ombreggiati che si aprono improvvisi nelle piazze dai ricchi templi e gli animati i baazar. Jaisalmer che ancora svela la sua storia d’antica suggestione sulla carovaniera verso Mandawa protetta dal castello dei Marajah con i palazzi magnificamente decorati da Haveli e affrescati dalla pittura rajasthana a carezzare la vista provata dall’abbacinante luminosità del deserto. Anche Bikaner è sorta ai margini del deserto dal XVI secolo protetta dalla poderosa fortezza di Junagarh che sorge imponente in arenaria tra le mura che racchiudono i vari palazzi del Junagarh nei diversi stili in marmo e ed arenaria come sontuose residenze Mahal dalle raffinate decorazioni che splendono assieme ai vari templi Mandir consacrati a varie divinità della tradizione induista. Dalla cittadella del Junagarh diramano i quartieri con templi e palazzi dagli splendidi haveli ad incantare mercanti e viaggiatori.All’ inizio del XX secolo fu edificato il sontuoso palazzo di Lalgarh dai vari saloni e padiglioni, ne diramano antichi quartieri tra templi e palazziper poi perdersi tra colori e suoni dei mercati che attendono in gennaio la suggestiva festa dei cammelli di Bikaner. Poco a sud si va per il centro induista di Deshnoke con l inquietante tempio dei topi considerati reincarnazioni degli antenati, venerati nel Karni Mata ove si entra rigorosamente scalzi . A ritroso nella storia i resti millenari nel sito dell’antica Kalibangan lontana dalle rotte più frequenti e per lunga deviazione Il parco nazionale di Ranthambore dal magnifico ambiente, ove dal X secolo si erge la poderosa fortezza di Ranthambore , dichiarata patrimonio Unesco assieme ai cinque forti collinari del Rajasthan , come la non distante altra l’ imponente fortezza di Kumbhalgarh che ospita edifici, palazzi e nove templi. Continuando a sud si giunge nel sacro sito di Rishabhdeo , centro di pellegrinaggi per i vari santuari induisti, tra gli storici centri e città del territorio secolo la più antica Mandore lasciando imponenti resti di palazzi e templi dal monumentale e decorato stile tradizionale. Dalla cittadella di Mehrangarh con la poderosa fortezza nei suoi quartieri e gli splendidi palazzi finemente decorati si stende la città di Jodhpur dalle case nel celeste stile brahmani, coniugando la massiccia forza dei bastioni con la raffinata architettura degli splendidi palazzi finemente decorati, le antiche residenze di notabili e ricchi mercanti che gareggiavano in lusso e splendore. Tra i siti storici di Jodhpur al XIX secolo risale il monumentale mausoleo Thada con il cenotafio di Jaswant Singh, più recente i sontuoso palazzo Bhawan nella perfetta armonia del marmo bianco e arenaria, integrato alla splendida architettura di Jodhpur che riesce a trattenere la storia tra le sue mura, nei pressi lo storico centro di Osian ove tra i vari templi dall’ VIII secolo ospita il più antico jainista di Mahavira sacro anche all’ induismo. Passando per l’altra antica città di Chittorgarh , ove dal VII secolo si erge la cittadella con la possente fortezza di Chittor che racchiude palazzi e templi, adagiata su lago Pichola si giunge nella non distante Udaipur negli antichi quartieri che da secoli incantano i visitatori. Tra i vari siti storici di Udaipur, per gli animati vicoli del centro il grande tempio Jagdish del 1651 dalla svettante cupola, le pareti e gli interni decorati. Sul Pichola, il ki haveli di Bagore del XVIII secolo, sulle sponde dell’altro lago Fateh sagar il medioevale tempio di Shiva , all’ XVIII secolo risale giardino delle fanciulle Sheliyon-ki-bari, al successivo il giardino nel vasto parco del Gulab Bagh . Dal lago Fateh Sagar su un colle si erge tempio induista di Neemach e nell’ altro colle Bansdara il palazzo dei monsoni Sajjan Garh , residenza estiva reale e osservatorio astronomico . Sul colle della tigre il più recente Tirtha di Pratap e il i memoriale condottiero Pratap contro i Moghul che ha il suo altro memoriale Moti_Magri con la sua grande statua. Tra gli storici siti del lago Pichola sulla sponda orientale affaccia il palazzo reale di Udaipur del XVI secolo a sud sul lago tra i più sontuosi il recente palazzo Shiv Niwas secolo su tre piani dai vari padiglioni, su un’ isola si erge il palazzo sul lago Jag Niwàs del XVIII secolo, come lo Shiv divenuto un lussuoso albergo, su un’altra isola a sud la residenza reale Jag mandir del XVI secolo su tre piani dal vasto padiglione colonato in marmo bianco . Tra siti storici e templi attorno Udaipur, dal XV secolo si erge la poderosa a fortezza di Kumbhalgarh che ospita templi e santuari, a Nathdwara tra gli altri al XVII secolo risale il tempio Shrinathji, continuando per i santuari induisti nel tempio di Eklingji del XV secolo, da Bhadsora i più recenti templi Sanwariaji, si giunge poi al grande tempio jainista di Ranakpur dalle pareti scolpite e gli interni decorati. Per il distretto di Sirohi sud occidentale tra i monti Aravalli in un suggestivo ambiente il sacro Monte Abu con i venerati templi affacciato sulla stretta valle del lago Nakki , dal XIV secolo si erge la fortezza di Achalgarh dai vari edifici e il tempio Dashavtaar . Tra l’XI e il XVI secolo sorsero i tempi jainisti Dilwara in parte scavati nella roccia in marmo bianco finemente scolpiti e decorati consacrati ai diversi Tirthankara e dall’ epoca grande centro di pellegrinaggi jain. Oltre i maestosi dilwara jainisti , tra i suggestivi templi del Mt.Abu , si trovano GLI induisti consacrati alle diverse divinità e la suggestione del sacro Abu continua per il suo patrimonio nella foresta con la riserva del Mt. Abu . L’ itinerario prosegue per la storica città di Ajmer da un colle protetta dalla medioevale fortezza Taragarh con vari palazzi che hanno lasciato i resti, tra gli altri vari siti storici di Ajmer, la città è animata dai pellegrini islamici per il santuario Dargah Sharif di Ajmer con la moschea del XIII secolo e il sepolcro del venerato diffusore della fede Mu’in_al-Din , a primavera si anima di devoti e pellegrini per la grande festa dell’ Urs . Dai luoghi pervasi di islamico Sufismo indiano, si torna alle antiche tradizioni dell’ induismo tra i templi e i siti nella vicina città santa di Pushkar seguendo i pellegrini al santuario nel tempio di Brahma del XIV secolo dal decorato stile dell’epoca, sacra anche ai Sikh per il venerato tempio gurudwara di Singh sabha in candido marmo, pervasa di spiritualità tra i suoi templi e sacri siti regna la pace che s’anima a marzo quando si concentrano i fedeli nella grande festa dell’Holi con le varie cerimonie, tra ottobre e novembre l’alta festa nei costumi tradizionali per la suggestiva fiera dei cammelli di Pushkar. Fondata nel X secolo e capitale Rajput la citta di Amber dalla storia legata alla cittadella con la fortezza di Amer assieme alle altre cinque rajasthane patrimonio storico Unesco, si erge maestosa su un colle che affaccia sul lago Maota da dove un percorso sale a dorso di elefante per la cittadella su sei quartieri e quattro cortili dai monumentali portali con i sontuosi e decorati palazzi dalle sale reali. Collegato da un passaggio sotterraneo all’ inizio del XVIII secolo fu edificato il forte di Jaigarh sul colle Cheel ka Teela in arenaria rossa che ospita vari edifici dalle pareti scolpite affacciati sul vasto giardino dai padiglioni in stile persiano. Poco distante il terzo forte di Nahargarh , anch’ esso dai palazzi finemente decorati, dominati dal colle i giardini Kanak di Vrindavan tra fontane, padiglioni e un tempio. Poco a sud si stende la splendida Jaipur con i suoi animati quartieri, maestosi palazzi e venerati templi fondata all’ inizio del XVIII secolo da Jai Singh II, detto l’astronomo per il suo dilettarsi nella scienza del firmamento, come nuova capitale dai quartieri ordinati, tra splendidi palazzi s’ergono i templi delle divinità hindu i dal raffinato stile che culmina nel fantastico palazzo dei Venti Hawa mahal dalla facciata simile a gigantesco organo producendo un suono irreale che si diffonde leggero tra le vie della città perdendosi nella campagna. Non distante dal 1727 il monumentale palazzo reale di Jaipur tra cortili, giardini, edifici, padiglioni , diramano i vari palazzi con le residenze dei marahaja, dalla fondazione sono sorti parchi e giardini di Jaipur tra padiglioni ed edifici nei vari stili con alcuni che ospitano musei le strade e i mercati animati da suoni e colori della folla mentre emergono cammelli montati da Rajput o la sagoma pesante di un elefante. La città rosa è magnifica sintesi dello splendore dei maharaja dove hanno governato e goduto i piaceri della vita con i cortigiani la geniale magnificenza dell’osservatorio astronomico Jantar_Mantar di Jai Singh dagli avanzati strumenti di misurazione astrale yantra, forme e le linee perfette come splendide sculture, tempio enigmatico consacrato alla purezza delle forme che continua ad incantare i visitatori. Tra gli altri palazzi per la famiglia reale il settecentesco palazzo del Raj poi ampliato in stile europeo , poco fuori dalla città all’inizio del XX secolo risale il palazzo di Rambagh divenuto un lussuoso albergo, ma tra tutti Jai Singh nel lago Man fece edificare la sua residenza reale nel palazzo sull’acqua Jal Mahal su cinque piani in arenaria rosa e oltre la sua splendida architettura la suggestione del Jal splende dalle pareti dorate al tramonto.
Delhi
Dal Rajasthan ad est il territorio attraversato dal fiume Yamuna fu antico crocevia per l’ Uttar Padesh ove si apre la valle del Gange e dalla sua fondazione medioevale la storia di Delhi ha percorso quella indiana fino a divenirne la capitale che conserva la secolare memoria. Attraverso gli itinerari nella caotica nuova Delhi si va per il lungo viale Rajpath fino alla porta dell’ India_ con il memoriale ai caduti , passando per il maestoso palazzo de Parlamento in stile vittoriano e l’altro monumentale palazzo Rashtrapati che ospitava il governo coloniale a cercare la centrale e vasta piazza Connaught . A sospendere la frenesia metropolitana l’antico sito di Agraseni e gli storici edifici che vi restano come il tempio di Hanuman del XVIII secolo e il più recente consacrato alla Trimurti nel 1939 Laxminarayan, l’ osservatorio astronomico Jantar Mantar di Delhi tra i cinque edificati da Jai Singh di Jaipur nel XVII secolo. I giardini Lodhi dai vari padiglioni ove si erge la grande cupola del mausoleo gumbad di Bara del XV secolo assieme ai vicini altri di Sikandar anch’ esso della dinastia Lodi Moghul come il Shish. Proseguendo per il memoriale di Gandhi nel Raj_Ghat , si passa nella vecchia città per il più meridionale quartiere di Safdarjung a cercarne i luoghi più affascinanti. Tra i padiglioni in stile persiano nei giardini Chahar bagh Il monumentale mausoleo con il sepolcro di Humayun capolavoro dell’architettura Moghul, come il mausoleo di Isa_Khan dal simile stile l’ altro mausoleo di Afsarwala, oltre i resti del caravanserraglio arabo Serai poco fuori dal Chahar bagh il mausoleo gumbad di Nila, il monumentale mausoleo dargha di Nizamuddin , proseguendo al santuario Qutub Sahib fino alla moschea Fatehpuri . L’altra anima la si cerca anche nei vari siti religiosi di Delhi per i tempi induisti, jainisti e Sikh, tra i diversi hindu il tempio Kalkaji consacrato a Kali del XIX secolo nella periferia meridionale, in quella occidentale il tempio di Chhatarpur del 1970 dai vari santuari. I più recenti Akshardham sul fiume Yamuna nella New Delhi come il tempio Iskcon della setta Hare Krishna. Il Jainismo a Delhi è rimasto con numerosi santuari nel monumentale e decorato stile tradizionale , tra I più grandi e venerati templi jain di Delhi davanti il forte rosso dal XVII secolo si erge il Jain_Lal, nel Chandni Chowk all’ inizio del XIX secolo risale il Naya Mandir. Tra i più recenti nel meridionale quartiere di Mehrauli l’ Ahinsa Sthal consacrato nel 1980 a Mahavira , per il periferico distretto nord occidentale di Nangli Poona il tempio Jain di Vallabh Smarak. Della numerosa comunità Sikh tra i nove Gurdwara di Delhi alla fine del XVIII secolo sorse il monumentale Sis Ganj e nei pressi del parlamento della stessa epoca e stile il Rakab_Ganj. Cercando tra i vari percorsi si giunge all’ Haveli di Mirza Ghalib per poi perdersi nel vasto e storico baazar del Chandni Chowk denso di profumi e spezie, il vociare delle contrattazioni, giochi di bambini e conversazioni di adulti, cantilene di questuanti musulmani e mendicanti hindu, splendore e miseria dell’India che si confondono con i suoni delle cerimonie nei piccoli templi e richiami del muezzin. Della città più antica rimangono i resti della fortezza Tughlaqabad completata del 1321 a difesa della città assieme al forte Salimgarh e la cittadella Qala rai Pithora nella fortezza Purana. Nel distretto meridionale il vasto quartiere Mehrauli si stende su parte della storica Delhi ove fu innalzato il più alto minareto del mondo Qutb Minar , da qui Akbar completò la capitale imperiale con nuovi quartieri e la Lal Qila, celebre come Forte Rosso dalle mura poderose ed eleganti con magnifici portali per i giardini e padiglioni dai palazzi principeschi, la reggia diwan e la residenza delle udienze Diwan-i-Am collegati da lunghi portici decorati dove la corte circondava il Sultano assieme ad artisti, poeti e scienziati” Se esiste un paradiso sulla terra esso è qui “è inciso sulla pietra nel diwan di Shah Jahan e al tramonto le mura si tingono quasi irreali con il rosso dell’arenaria e sfumano le delicate decorazioni di marmo, che si ripete sulla facciata imponente della grande Jama Masjid che fronteggia in splendore Moghul la cittadella e accoglie la magica luce radente sui fedeli, pellegrini e mendicanti che sciamano sulla scalinata chiamati alla preghiera Al-Isha del Maghrib, il maestoso profilo dagli svettanti minareti splende al sole che cala attenuando i colori fino a un’enorme sagoma scura che domina il cuore di Delhi.
Fatehpur Sikri
Dalla capitale l’ itinerario continua nel limitrofo Uttar Pradesh ove l’ imperatore Akbar su un colle come nuova capitale nel 1571 fondò la cittadella di Fatehpur Sikri divenuta centro dell’ impero Moghul e tale rimase per un decennio prima di essere abbandonata e trasferita a Lahore , dall’ epoca rimasta come splendida città disabitata dalla monumentale e raffinata architettura Moghul tra palazzi, mausolei e moschee nei pressi di un lago artificiale, magnificamente distesa sui rilievi dichiarata patrimonio culturale Unesco. Salendo per la via degli elefanti s’apre nella sua magnificenza, tra gli altri palazzi il sontuoso Jodha Bai per le consorti di Akbar e vicino il Zenana che ne ospitava l’ harem, continuando il mahal di Panch . Tra le più grandi moschee indiane la sontuosa Jama Masjid in arenaria rossa e marmo bianco decorato, dall’ampio cortile con quattro maestosi portali darwaza , a sud la monumentale Buland splendidamente decorata. Nel vasto cortile dal 1581 si erge Il mausoleo di Salim Chishti con il sepolcro del venerato maestro dalle raffinate decorazioni ed incisioni. Nel suo eclettismo culturale del Din-i Ilahi rivolto ad altre religioni, Akbar fece edificare la casa delle preghiere nell’ Ibadat Khana , centro di studiosi e mistici delle varie fedi. Tra gli altri sorti durante il regno di Akbar la residenza di Birbal per il suo fedele ministro, dal palazzo con la decorata torre Hiran minar, diramano gli altri che continuano ad affascinare i visitatori .
Agra
Seguendo il corso del fiume Yamuna sulle sponde dal XVI secolo si estese la fiorente città di Agra divenendo grande centro Moghul con quartieri, palazzi , moschee ed imponenti mausolei nello stile dell’ epoca che rimangono come gli affascinati monumenti di Agra. Aperto nel XVI secolo con i suoi padiglioni il vasto giardino Bagh del Mehtab sulla sponda sinistra del Yamuna, nel successivo l’ imperatore Shāh Jahān alla morte della sua adorata consorte Mumtaz in sua eterna memoria fece edificare il maestoso Taj_Mahal completato neI 1648 come uno dei grandi capolavori dell’arte Moghul che splende di candido marmo tra i suoi minareti, edifici e giardini con il mausoleo del Taj . Giunsero artisti d’ ogni parte, marmisti ottomani, maestri calligrafi arabi e persiani, decoratori veneziani e orafi francesi per questo Sacrario d’Amore, nella sontuosa architettura del Taj Mahal con i vari edifici che diramano dal centrale con il Mausoleo Rauza-i munauwara di candido marmo su una piattaforma di granito rosa dagli archi pishtaqs e pilastri chhatris su quattro piani in simmetria con terrazze finemente decorati ove la sala inferiore ospita il sepolcro di Mumtaz con accanto quello di Shāh Jahān. Dalla Chameli Farsh sul fiume agli angoli si elevano quattro alti minareti, sul lato occidentale spicca rossa d’arenaria la moschea del Taj a contrasto dei candidi padiglioni, ad est il palazzo Mihman Khana per i visitato,. Poco distante si erge in arenaria rossa l’ imponente forte di Agra edificato XVI secolo, tra gli altri vari nel forte di Agra si trova il palazzo di Muthamman Burj, oltre l’ altro Mahal Khas, il Jahani e poco distante il più maestoso palazzo di Jahangiri. Al XVII secolo risale la moschea di Moti in arenaria rossa dagli interni in marmo bianco decorati, nei pressi dal simile stile l’ altra moschea Nagina, nel 1648 fu completata la moschea Jama nel monumentale stile in arenaria rossa con il portale in marmo bianco affacciata su un vasto cortile , dalle raffinate decorazioni all’ interno con le pareti e i soffitti dipinti di blu. Dal raffinato stile Moghulil mausoleo Bachcha con il sepolcro di I’timād-ud-Daulah sulla sponda orientale del fiume in marmo bianco intarsiato, non distante l’ altro mausoleo Chini di ka Rauza dalla facciata che splende delle piastrelle kashi smaltate. Lasciato il centro a Sikandra i giardini nel 1613 fu completato il sontuoso mausoleo di Akbar in arenaria rossa e marmo dagli interni finemente decorati, tra pilastri terrazze e padiglioni arenaria rossa decorati di marmi intarsiati. Continuando l’altro monumentale Mausoleo di Itimâd-ud-Daulâ tra quattro minareti in marmo bianco con un monumentale portale sul mausoleo piramidale, sotto un padiglione in marmo e la tomba del sovrano sotto il piano terra. Vicino il mausoleo di Mariam che ospita il sepolcro di Mariam-uz-Zamani consorte di Akbar anch’ esso in arenaria rossa dai marmi bianchi intarsiati sotto le cupole, pannelli finemente decorati tra gli archi e colonne scolpite.
Madhya Pradesh
Nella Terra di Mezzo Madhya Pradesh da nord si scende dall’Haryana giungendo ad Indore con i suoi siti, tra gli altri il tempio Khajrana del XVIII secolo, all’inizio del XX risale il santuario Jain Kanch Mandir noto come il tempio di vetro. Tra i più recenti palazzi il sontuoso Lalbagh in stile ispirato al rinascimentale europeo e in Art Deco il Manik Bagh, del 1934 il palazzo dell’ esclusivo club Yeshwant, all’ epoca altri sorsero nella cittadina di Barwaha , sulla sponda del Narmada il palazzo Kothi in stile europeo. Procedendo si trova l’antica città di Maheshwar che conserva l’ aspetto di sacro centro dai ghat animati da fedeli e pellegrini sulle sponde del sacro fiume Narmada ove sorgono gran parte dei venerati templi di Maheshwar. Nella regione sono sorte le antiche città di Vidisha con i templi di Gyaraspur, i suggestivi resti degli antichi templi induisti scavati tra le grotte tra il IV e V secolo nel sito di Udayagiri nello stile rupestre Gupta finemente scolpiti e dalle monumentali sculture di divinità .Proseguendo l’ affascinate itinerario nella regione le s città d Raisen e Bhojpur che conservano la loro storia tra quartieri siti e monumenti come Ujjain a sud ovest nel loro distretto le altre città di Dhar e Bagh fino al Raion ove si erge la fortezza di Raisen che proteggeva il centro medioevale esteso nella città di Bhopal ormai ricordata per un odioso capitalismo che ha provocato quella tragedia nota per gli orrori del disastro di Bhopal del 1984 cona migliaia dei avvelenati dalle esalazioni industriali. Continuando per il Madhya da scoprire verso il centro del territorio sorge Jabalpur che conserva la sua storia tra i vari quartieri ed edifici, verso nord est si giunge alla città di Satna dai vari edifici e templi nello storico territorio ove si trova il grande centro per pellegrinaggi induisti di Chitrakoot dai percorsi per gli animati ghat lungo il fiume Mandakini, con la vicina Bhedaghat dalle suggestive cascate tra le rocce e seguendo il fiume Narmada sull’isola Mandhata sorge Omkareshwar dai venerati templi. Si lascia a ritroso nei millenni per le grotte dipinte nel preistorico sito di Bhimbetka e ancora verso i resti imponenti e suggestivi buddisti dell’ antica di Sanchi. Fiorita in epoca Gupta come centro buddista, sul sacro colle s’ erge il grande stupa di dove diramano gli edifici tra suggestivi santuari e decorati templi, splendido patrimonio che si lascia visitare seguendo la discreta spiritualità dei pellegrini-Passando per antichi villaggi va verso la magnifica natura tra alcuni i parchi del Madhya , nella regione centrale da Bhopal il parco Van Vihar per il più meridionale distretto Narmadapuram il parco di Satpura tra le praterie dell’ altopiano Pachmarhi, a sud est si trova il parco nazionale di Bandhavgarh. Poco a sud la foresta nel vasto parco nazionale di Kanha, tra i più meridionali il territorio è protetto dal parco del Pench.. Risalendo per la regione settentrionale Gwalior difesa dal Forte che rimane assieme ai luoghi con palazzi e templi. Passando per Orchha si procede per la magnificenza di Khajuraho dai suggestivi templi induisti dal monumentale e decorato stile Nagara nella mistica atmosfera tra sacro e profano nella raffinata bellezza dei superbi templi cesellati da decorazioni e spendide sculture dai temi che celebrano il Tantra nelle pareti scolpite con rappresentazioni Kamasutra. Alla fine del X secolo risale il tempio di Brahma sul lago Sagar, a nord ovest il tempio Vamana dal simile stile e decorazioni così come poco a sud l’altro di Javari, nello stesso periodo fu fondato il tempio di Lakshmana anch’esso finemente decorato da rilievi del Kamasutra e il tempio Lalguan di Mahadeva. Per i templi settentrionali si erge il Jagadambi consacrato a Surya, tra gli altri il tempio di Varaha , oltre ai resti del tempio Yogini di Chausath . Oltre ai vari gli induisti tra i templi Jain di Khajuraho a metà del X secolo risale il più grande Parshvanatha dalle pareti finemente decorate poco dopo venne edificato il tempio di Ghantai che ha lasciato solo i resti, con i santuari decorati l’ altro tempio jain di Shantinatha.
Varanasi
Dalla suggestione di Khajuraho l’ itinerario tra storia, cultura ed arte risale tornando per l’ ultimo lembo sud orientale del Uttar pradesh attraversato dal sacro fiume Gange lungo il suo corso fin dove diventa più venerato nella suggestione dell’ antica Benares a Varanasi ove giungono le vie dei pellegrini assieme a fedeli, seguaci e fascinati da una delle sacre culle dell’ Induismo che fiorì sulle vie di commerci, ì menzionata negli antichi testi Purana, i poemi Mahabharata e Ramayana, con il sermone di Benares il Gautama Buddha vi predicò per la prima volta nel 526 a.C. e da qui irradiò la sua dottrina del Buddismo. Come città santa nella sua lunga storia Varanasi prosperò a lungo menzionata nelle cronache e descritta dal monaco viaggiatore cinese Xuanzang nel VII secolo, divenuto centro per il culto di Shiva. L’ avanzata dell’Islam ne minacciò la millenaria esistenza, sulla via dell’India e la suprema sacralità l’ha mantenuta al centro del mondo indiano, mentre invasioni, le guerre e il dominio coloniale britannico scivolavano perdendosi nella storia. Del suo passato rimangono gli antichi e maestosi templi induisti di Varanasi venerati da secoli, così come i rituali bagni nel sacro fiume gli edifici dei monumentali Ghat sul Gange . Il più celebre venne edificato alla fine del XVIII secolo come maestoso Ghat di Dashashwamedh animato al tramonto per le offerte e i riti nel suggestivo rituale dell’ Aarti . Sulla sponda occidentale erge il maestoso tempio di Kashi di Vishwanath , dalle cupole che splendono dorate tra i santuari e il vicino tempio di Annapurna del XVIII secolo , continuando lungo il fiume si trova il Ghat di Manikarnik tra i più sacri per le cerimonie funebri e le cremazioni. Poco distante all’ inizio del XIX secolo risale Il Ghat di Lalita con i sui edifici ove fu consacrato il tempio Gauri e nello stesso periodo dallo stile tradizionale nepalese il tempio di Kanthwala in legno intagliato, Vicino il venerato tempio di Vishalakshi dagli interni finemente decorati ove ad agosto si celebrano le cerimonie Kajali Tij e in autunno quelle nella grande festa del Navaratri dedicate alle nove manifestazioni di Durga che culminano nelle suggestive cerimonie rituali del Dasara con le processioni sul fiume . Sul Ghat di Sankata si trova il tempio di Sankata consacrato alla dea invocata per scongiurare i pericoli, si continua per agli altri sempre animati Ghat con i loro templi e le scalinate su fiume ove si radunano i fedeli per i bagni di purificazione, offerte e I riti funebri Antyeshti . Lasciando il corso del fiume si trova il tempio Kaal Bhairav consacrato nel XVIII secolo alla manifestazione di Shiva come il terribile Bhairava, continuando allo stesso periodo risale il tempio di Mrityunjay, consacrato alla venerata divinità della medicina Dhanvantari invocata con i rituali del Mrityunjay paath. Nei pressi dell’ Università Hindu di Banaras, in stile indo vittoriano, si erge il recente grande tempio di Vishwanath con nove santuari aperto a tutte le caste e alte religioni. Per lo storico quartiere di Bhelupur più meridionale al XVIII secolo risale il tempio di Tilbhandeshwar, consacrato a Rama nel 1964 il tempio di Tulsi, continuando a sud alla dea della forza è consacrato il tempio di Durga del XVII secolo. oltre il palazzo reale di Vijayanagaram il tempio jain di Parshvanath . Tra i più recenti santuari , per i fedeli della setta Sikh Ramdasia, nel 1965 è stato edificato il tempio Janam Asthan All’epoca medioevale e Moghul risalgono i santuari islamici e moschee di Benares , tra le varie nel 1669 in stile Moghul fu edificata la Gyanvapi nello stesso periodo sorse l’ altra monumentale moschea di Alamgir in stile indo islamico. Poco fuori dalla città vicino confluenza del Gange con il Varuna fedeli e pellegrini buddisti animano Sarnath tra i resti dei più antichi templi e monasteri assieme ai più recenti che si stendono nel venerato sito di Sarnath , dagli edifici che diramano dal grande stupa di Dhamek del V secolo. Allo stesso periodo risale l’ altro venerato stupa Chaukhandi eretto ove Buddha radunò i primi discepoli, non distante sorgeva il grande e più antico Stupa di Dharmarajika che ha lasciato pochi resti. Oltre il tempio jainista Tirth di Singhpuri del XIX secolo , nel 1931 fu completato il venerato Vihara di Mulagandhakuti ove venne eretto il capitello dei leoni di Ashoka divenuto simbolo dell’ India, come gran parte dei reperti ospitato nel museo archeologico di Sarnath , tra gli altri al V secolo d.C. di epoca Gupta risale la celebre statua del Buddha. Il Gange continua a scorrere con il suo universo di ritualità sui vari animatissimi Ghat sul fiume tra fedeli segnati sul volto con il con il Tilaka si confondono nel sistema delle caste, ma si riconoscono i Dalit intoccabili Paria. Ci si perde in quella folla di fedeli, pellegrini, medicanti, sacerdoti Brahmani, Sadhu meditanti e asceti d’ogni setta, confusi tra monaci e seguaci jainisti. Tutto vibra di offerte nelle cerimonie Puja del Ganga Aarti accompagnate dai devozionali canti Bhajan , mentre s’approntano le pire per le cremazioni dei riti funebri Antyesti . Attorno ai santoni e asceti si stringono i devoti tra la rassegnazione del Karma e l’esaltazione delle cerimonie Aarti di purificazione , mentre i Brahmin accolgono le richieste per i riti funebri con le cremazioni dell’ Antyesti accompagnati dalle cantilene e mantra tra fumi d’ incenso nel tramonto che incendia il cielo e ne riflette le lingue sull’acqua lurida e sacra. All’alba i più frequentati Ghat sul fiume si svegliano di mistico fervore nelle abluzioni e i roghi ardono per staccare l’anima dai corpi decomposti riducendoli in cenere da affidare al sacro Gange. Pellegrini e fedeli si confondono seminudi e aggruppati nell’acqua maleodorante vicino le pire che bruciano sudari inghirlandati di fiori ed essenze che non riescono a contenere il lezzo della carne bruciata. L’odore della morte si sparge implacabile, ma i più poveri che non possono permettersi legna sufficiente ad estinguere i cadaveri li osservano dilaniati e scacciano i cani randagi che razzolano tra i resti.
Nepal
Dalla santa Benares seguendo una diramazione della via dell’India per i miei itinerari ho lasciato la Valle del Gange a nord verso l’ Himalaya nepalese tra antichi siti, centri e villaggi depositari dell’ antica cultura e tradizioni del Nepal legate all’ induismo e alla diffusione del buddismo Tibetano dai templi, pagode e monasteri sorti nel variegato stile locale che si concentrano in gran parte nella valle di Kathmandu meta di secolari pellegrinaggi induisti e buddisti e seguendone i mistici percorsi ove dal più ’antico centro del II secolo a.C. con le varie dinastie regnanti si è estesa come capitale la grande città di Kathmandu .Che conserva edifici, palazzi, templi hindu e buddisti, tra i più antichi il venerato tempio Maru Satta, da dove si apre la centrale e grande piazza Durbar che ricordo sempre animata da mercati e botteghe verso gli antichi palazzi imperiali dell’ Hanuman Dhoka assieme ai venerati templi induisti edificati dal XIII al XVIII secolo. Continuando oltre ad altri si trova il tempio Taleju consacrato a Durga e da dove come un bambina dai ricchi abiti affaccia la dea vivente Kumari alla venerazione dei fedeli. All’ inizio del XIX secolo sorse il quartiere di Thapathali tra sontuosi palazzi, edifici e giardini , tra gli altri il palazzo Kaiser in stile occidentale neoclassico come i padiglioni nel limitrofo giardino dei Sogni , poco ad est sulla via reale sorse il maestoso palazzo Narayanhiti, continuando per il centro si ergeva l’ alta torre di Dharahara edificata nel 1832 e dall’ epoca divenuto uno dei simboli c della città fino alla sua distruzione nel devastante terremoto del 2015 e recentemente ricostruita. Dalla periferia nord orientale si arriva al centro sacro di Chabahil con il tempio di Ganesh e lo stupa buddista, seguendo il corso del sacro fiume Bagmati sulle sponde si celebrano le grandi cerimonie funebri hindu . Seguendo fedeli e pellegrini i sacri centri che diramano dal grande tempio di Pashupatinath esteso alla fine del XVII secolo nel classico stile di pagoda a due piani al centro vari santuari e poco ad est il più grande Guhyeshwari sacro anche ai buddisti . Nel vicino villaggio di Chobhar anch’ esso sacro ad hindu e buddisti il tempio Adinath Lokeshwar ricostruito nel XVII, non distante il Jal Binayak Continuando si erge il candido e grande stupa buddista di Boudhanath come un mandala tra cinquanta gompa tibetani ad ovest su un colle che domina la valle sorgono i maestosi templi buddisti di Swayambhunath. Per la valle di Kathmandu poco più a sud si trova l’ antica città di Kirtipur fondata nell’ XI secolo divenuto un grande centro induista che ne conserva templi, nella valle verso est la storica Bhaktapur nota come la città dei devoti per i suoi centri sacri e templi, tra gli altri il grande tempio di Nyatapola nello stile a pagoda su cinque piani. Nel vicino villaggio su un colle si erge il tempio Changu di Narayan come il più antico santuario nepalese consacrato a Vishnu nel IV secolo. Dalla piazza di Bhaktapur, diramano le vie del centro ove affacciano i suoi templi, ,per l’ altra piazza Taumadhi si erge il tempio induista di Nyatapola del XVIII secolo con una pagoda su cinque piani. Da Bhaktapur si continua a sud est ove si trova il tempio Doleshwor consacrato a Shiva e all’estremità settentrionale della valle il Vaishnavismo ha uno dei santuari nel tempio di Budhanilkantha, gran parte della valle è lo storico territorio del popolo Newar dalle comunità nei centri e villaggi legate tra loro dalle tradizioni induiste celebrate con le danze mascherate Newa. Per il territorio nord orientale uno dei centri è la storica nella città di Sankhu ove nel XVI secolo venne edificato il santuario buddista tantrico di Bajrayogini sacro anche all’induismo. Dalla valle si scende per la regione centro meridionale e l’antica città di Lumbini ove sorto su un antico santuario si trova il venerato tempio buddista di Maya Devi edificato sul luogo che per la tradizione nel VI secolo a.C. nacque Siddhārtha celebrato come Gautama l’Illuminato per poi tornare sulla Via dell’ India lungo il corso del Gange e continuare a riscoprire ogni volta questo universo, ricordando le parole di un altro viaggiatore che ha condiviso il mondo come Tiziano Terzani:
Chi ama l’India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. È sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa e indifferente. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno)