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Nuove Ebridi

All’estremo sud dell’arco vulcanico melanesiano una sessantina di isole ed isolotti si inseguono nel mare corallino per novecento chilometri, dalle più settentrionali Torres e isole Banks a Pentecoste, da Ambrym alle Matthew, sorte da antichi movimenti della terra ancora non sopiti e come montagne emerse dall’oceano si staccano imponenti all’orizzonte dei navigatori, le Nuove Ebridi.

Quando la terra trema furiosamente e i vulcani si svegliano improvvisi con baleni di fuoco nella notte che colano lava nella foresta fino al mare, gli sciamani cercano di capire cosa vogliono le divinità che li abitano per placarne la collera che si ritira lasciando rocce nere fumanti e deserti di cenere, contrasti violenti con l’intenso verde della foresta piena di vita lungo i torrenti limpidi e le lagune di intenso blu che riflette il cielo.

Vanuatu: la storia della sua scoperta

La storia delle isole Vanuatu ci racconta che la sua scoperta fu quasi errore di Pedro de Queiros, pilota portoghese della spedizione spagnola di Alvaro Mendana, che nel 1595 aveva incrociato le Salomone convincendo il re della cattolicissima Spagna ad affidargli la ricerca della mitica Terra Australis dalle leggendarie ricchezze.

De Queiros partì da Lima nel Vicereame del Perù il 10 marzo 1605 con tre navi e trecento uomini sulle rotte del Pacifico per quattordici mesi per le Salomone e continuando in acque ignote fino ad avvistare un vasto territorio che De Queiros chiamò Tierra Australia del Espiritu Santo.

Sbarcando in una splendida baia la battezzò in onore sua maestà cattolica e del papa, San Filippo e San Giacomo , Giordano il fiume che vi sfociava, mentre l’interno fu Nuova Gerusalemme. Nel suo fervore evangelico si scontrò con gli indigeni tenacemente legati alle loro tradizioni che non intendevano cambiare per abbracciare la nuova fede ad autorità, l’ equipaggio fu travolto da un’ epidemia e una parte si ammutinò al seguito del capitano de Torres che salpò con una delle navi per le Filippine nelle spagnole Indie orientali, trovando il passaggio nello Stretto che porta il suo nome tra la Nuova Guinea e l’allora incognita Australia.

Intanto De Queiros tornò nel Vicereame del Messico ad Acapulco con una difficile traversata, ma i suoi entusiasti racconti sulla scoperta non ebbero successo, cosi l’arcipelago tornò nell’oblio per centosessant’anni fino al celebre viaggio di Bougainville che ritrovò quella Terra Australis del Espiritu Santo scoprendo che era isola parte di un arcipelago, poi raggiunse le isole dell’ Aurora Maewo e Pentecoste sbarcando ad Aoba dove redasse un atto di possesso e lo fece interrare.

Con il suo secondo viaggio nel 1774, James Cook arrivò a Port Sandwich nell’ isola Malakula e ad Erromango nella baia che porta il suo nome e dove gli inglesi furono assaliti dalla popolazione ostile. Proseguendo poi per Tanna, le isole Banks e Shepherd a completare l’esplorazione dell’arcipelago che chiamò Nuove Ebridi.

Nuove Ebridi popolazione

Dopo Cook le isole furono nuovamente dimenticate e diventarono rapido scalo sulle rotte dei pirati fino a quando l’avventuriero Peter Dillon nel 1826 scoprì folti boschi di sandalo ad Erromango, molto ricercato dai mercanti inglesi per i loro scambi tra la Melanesia e la Cina dei Qing, aprendo una rotta del sandalo pur nell’avversità di queste isole descritte inospitali e popolate da selvaggi cannibali.

Nuove Ebridi e i missionari

Nel 1839 una missione della London Missionary Society fu assalita dagli indigeni appena sbarcata ad Erromango e il revrendo John William ucciso, ma i ferventi evangelizzatori proseguirono tenacemente fino a creare un missione presbiteriana e penetrare tra isole dal 1853 per il resto del secolo.

Seguirono altri missionari protestanti e cattolici e i terribili selvaggi delle Nuove Ebridi furono convertiti, salvo tribù più ostili ed isolate che ancora oggi sono tenacemente legate alle antiche tradizioni degli antenati. Come era avvenuto nel resto dell’ Oceania, ai missionari seguirono i coloni e gli indigeni più docili furono reclutati per le piantagioni delle Fiji e del Queensland nell’Australia che s’andava colonizzando.

Nel 1870 i francesi provenienti dalla vicina Nuova Caledonia vi si stabilirono e dodici anni più tardi fondarono la Compagnie Calèdonienne des Nouvelles Hèbrides per le piantagioni di cocco e producendo copra, sfruttando le isole che divennero terre senza leggi frequentate da marinai, navigatori e avventurieri senza scrupoli che sottomisero gli indigeni e si scontrarono tra loro.

Così le potenze inglese e britannica a migliaia di chilometri si accordarono per mantenere l’ordine e creare l’unica colonia in comune nelle Nuove Ebridi prima che si rendesse indipendente come Vanuatu sulla vecchia rotta del sandalo e della copra.

A Espiritu_Santo quando de Queiros vi giunse con fatica ci portò il Cristianesimo, così qui come nella capitale Port Vila gli indigeni vestiti a festa la domenica cantano i salmi nelle chiesette missionarie e ascoltano il predicatore che tuona contro i peccati, ma non hanno dimenticato gli antenati i cui spiriti aleggiano severi nei villaggi dove i clan più isolati ne venerano i crani polverosi conservati nelle capanne e le statue scolpite nel tronchi vicino ai sepolcri nascosti nella foresta ai quali chiedere aiuto e consiglio.

Gli spiriti della natura e dei defunti vengono onorati assieme alle misteriose entità mitiche e le divinità lunari e celesti,i potenti Humbat, Brakolkol e Tikitiki rappresentati dalla”Luna Crescente”, Isole Nuove Ebridisopra a tutti sta Takar il “Grande Creatore” che protegge dalle entità malefiche che si manifestano nella “Luna Calante”, ma tutte le cose, gli uomini, gli spiriti e le divinità possiedono il fluido magico del mana, misteriosa energia vitale che permea l’universo e si rivela attraverso la magia degli sciamani che soli sanno interpretarla.

Tanna è l’ isola più affascinante e selvaggia delle Vanuatu, la foresta si stende dal mare verso le vette di antichi crateri che la dominano imponenti,a oriente la costa si trasforma nell’irreale Sulphur Bay dalle acque calde fumanti nel mare alimentate dal vulcano Yasur che tuona di violente esplosioni e colonne di fumo infuocando di lapilli il cielo la notte , attorno un deserto desolato di cenere annuncia la dimora delle potenti divinità che ruggiscono quotidianamente dalle sue viscere.

Qui i missionari crearono un regno cristiano permeato di antichi miti dedicandosi alla produzione della copra, ma poi i villaggi tornarono agli antenati e ai loro culti isolandosi dalle missioni e dai bianchi, mentre attorno si scatenava la guerra nel Pacifico.

Così com’era nato quello strano Culto del Cargo in Nuova Guinea e altri remoti posti d’Oceania, forse uno di quelli che solcavano il cielo planò nella baia come un essere celeste e il suo nome Jon_Frum divenne mito di profeti e messia in capanne decorate da croci rosse ove in trance mistiche comunicano con quel Signore del Cargo che porta merci e beni, sbarcati dalle navi da carico nei porti dove i bianchi se ne appropriano sottraendole alle tribù.

6Il Culto di Jon_Frum ha il suo santuario nella Sulphur Bay in quest’ isola di Tanna che, quando sono andato a cercarlo non era tanto facile d’arrivarci, qui il vulcano Yasur fa tuonare la sua voce interpretata dai messia che hanno teso una corda a significare la “linea telefonica”con Jonh Frumm e il potente presidente degli Stati Uniti, spirito benefico che invia quei cargo carichi di ricchezze. Un giorno Lui uscirà dal cratere con un invincibile esercito a riappropiarsi delle ricchezze sottratte dai bianchi e conquistare il mondo oltre l’oceano che si perde all’orizzonte.

Galleria: Melanesia

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