Pakistan Punjab
Il territorio centro orientale del Pakistan prende nome dalla limitrofa regione indiana del Punjab con la valle attraversata dallo storico fiume che vide fiorire la più antica civiltà dell’Indo, dall’ epoca crocevia dai più orientali territori dell’Asia centrale di migrazioni, invasioni, commerci, incontro di popoli e culture con l’ India
Antico Punjab
In gran parte legata a quella del Pakistan, dopo il suo popolamento neolitico, la lunga storia del Punjab iniziò dal III millennio a.C. quando vi sorse la grande civiltà dell’ Indo che tra i vari resti in questa regione ha lasciato quelli della più antica città di Harappa fiorita dal XXVI al XIX secolo a.C. riportata alla luce nel suo sito archeologico , così come nel vicino Sindh l’ altra estesa città di Mohenjo-daro. Con la sua decadenza dal XVII secolo a.C. vi si estese la grande migrazione Indoariana dall’ India nord orientale con alcune delle varie tribù Rigveda riunite in potenti clan e dalla metà del I millennio si diffuse la cultura Vedica, portatrice della più antica tradizione induista fondata sui primi testi religiosi e mitologici dei libri Veda ove il Punjab e i limitrofi territori come terra dei Sette fumi sono chiamati Sindhavali . Dal VI secolo a.C. si imposero i domini governati dall’ aristocrazia oligarchica del Gana Rajya fondata su quelle tradizioni induiste dalle dinastie che poco dopo crearono sedici grandi regni del Mahajanapa, tra essi esteso nel Punjab venne fondato il primo regno del Gandahara centro della cultura vedica che nella tra gli altri ha lasciato i resti dell’ antica città di Taxila ove assieme all’ induismo si diffuse poi il buddismo nella regione dal VI secolo a.C. conquistata dall’ impero persiano Achemenide e come provincia orientale ne divenne la satrapia della Bactria, fino a quando il vasto impero nel 327 a.C fu travolto dalla grande spedizione di Alessandro in Asia. Dall’ epoca la tradizione fu sintetizzata nel buddismo della Bactria diffuso nei secoli successivi dal monachesimo buddista Greco, in gran parte sostenuto. dal sovrano Ashoka nel II secolo d.C. durante il dominio del suo vasto impero indiano Maurya. Nella sintesi con la cultura ellenistica creò anche modelli estetici nello stile classico greco come la grande arte Gandahara, mentre dopo la spartizione del vasto impero Alessandro venne fondato quello Seleucide esteso nella regione ove nel 256 a.C. sorse il regno ellenistico della Battriana che aveva la sua capitale nel vicino territorio afghano con la ricca e fiorente città di Balkh. Dal regno della Bactria e per tutta l’ epoca ellenistica continuò la successiva diffusione del Buddismo con le rappresentazioni artistiche fondate sulle tradizioni greche con quelle indiane nella regione del Gandahara ove sorsero altri templi e monasteri, devastati e decaduti con la conquista islamica, magnificamente scolpiti nella roccia rimasero Buddah di Bamiyan che ha affascinato i viaggiatori per secoli prima della loro distruzione con il fanatismo musulmano dei Talebani che continuano ad ammorbare l’Afghanistan, mentre pur minacciati qui rimangono i resti dell’antico centro buddista a Taxila con il suo sito archeologico dichiarato patrimonio culturale Unesco.
Sultanato islamico
Dopo l’Impero Gupta il Punjab fu nei regno indiano Pushyabhuti fondato dalla dinastia Vardhana dal VI secolo per il successivo, dal 712 cominciò l’ espansione islamica in India del califfato arabo Omayyade qui arrestata dal sovrano Harsha della dinastia Pushyabhuti , poi sostituita dalla locale dinastia Sindh induista dall’ epoca per i due secoli successivi la regione fu nel regno dei Shahis di stirpe turca in gran parte convertiti al buddismo. A metà del IX secolo il regno entrò nei domini di quello induista Shahi , poco dopo travolto anch’ esso dall’ espansione islamica del potente impero fondato dalla dinastia Ghaznavide che pose fine alla antiche tradizioni induiste e buddiste. Il Punjab rimase nell’ impero fino al 1186 quando vi si impose il regno della dinastia Ghuride di origine iraniana esteso nell’ India nord occidentale ove nel 1206 venne fondato il sultanato di Delhi ben presto divenuto il potente impero che ha dominato il vasto territorio con la sua prima dinastia Mamluk fino al 1290 edificando nuovi centri dai quartieri attorno le moschee, seguita da quella di stirpe turco afghana Khalji che riuscì in parte a respingere le prime invasioni mongole in India ed estese i domini nelle regioni meridionali. Nel 1320 iniziò la terza dinastia Tughlaq di Delhi he continuò ad estenderne i domini ove sorsero altri centri, palazzi, mausolei e moschee nella prima grande architettura Indo islamica che dall’epoca si impose in tutte le regioni indiane fino al Punjab.Il governatore di Multan Sayyid Khizr Khan nel 1441 fondò la dinastia Sayyid che governò il sultanato con quattro sovrani continuando l’ opera delle precedenti con nuovi centri fino al 1451 quando si impose l’ ultima dinastia di Lodi iniziando la decadenza del sultanato dalla fine del XV secolo.
Era Moghul
il Khan governatore di Lahore Daulat chiese invadere il Punjab entrato nei domini di Zahīr ud-Dīn che come Babur fu il fondatore e primo imperatore della nuova e potente dinastia indo islamica Mughul, dall’ inizio del XVI secolo estese il l vasto impero su gran parte dell’ India fiorito nei decenni successivi con Abū l-Fatḥ Jalāl al-dīn celebrato come Akbar Il Grande.Anche il Pakistan entrò nei domini del vasto e potente impero Moghul e nel Punjab venne estesa la splendida città fortificata di Lahore assieme a nuovi quartieri, palazzi, moschee e santuari nella monumentale e raffinata architettura Moghul divenendo una delle capitali dell’ impero. Con il suo tramonto fu nei domini del potente impero Durrani nella seconda metà del XVIII secolo nel frattempo in Punjab iniziò la storia storia del Sikhismo come movimento religioso fondato dalla comunità dei Khalsa che alla fine del secolo successivo si estese come l’ impero Sikh dalla cultura e società fondata su tradizioni induiste sintetizzate poi nella religione monoteista Sikh. Nello steso periodo la potente compagnia britannica dell’East India iniziò ad aprire centri commerciali e dal 1858 l’ intero territorio indiano divenne la colonia della British_Raj per quasi un secolo, compreso il Pakistan dopo la prima vittoriosa guerra contro i Sikh nel Punjab rimanendovi fino all’ indipendenza nel 1947 e dall’ epoca la regione seguì anche la più recente storia del Pakistan.
Cultura Punjabi
Dopo la ripartizione della colonia britannica venne istituita la vasta provincia pakistana del Punjab limitrofa all’ omonima regione indiana entrambe in gran parte popolate dai Punjabi discendenti delle antiche popolazioni di stirpe indoariana con la comune e secolare cultura Punjabi, legati da storia, tradizioni e i vari dialetti della lingua Panjabi dalla diverse forme di scrittura , mentre nella regione indiana è diffusa quella di origine Sikh del Gurmukhi dal XVI secolo, nel Punjab pakistano è usata la forma di scrittura nota come Shahmukhi dai caratteri calligrafici derivati da quelli arabo persiani. Ne sono redatti da secoli i vari testi della letteratura fondamento di quella cultura così come lo è la musica del Punjab da quella classica devozionale del Gurbani Sangeet di origine Sikh alla mistica Sufi, fino alla più diffusa musica Punjabi popolare con propri strumenti dai vari stili locali che tra le comunità accompagnano le diverse danze tradizionali in occasione di matrimoni ed altri eventi nei villaggi, oltre le grandi feste e cerimonie religiose islamiche Punjabi nelle città e santuari. Fin dalla sua diffusione nella regione le comunità dei Punjabi musulmani sono tra le più numerose che seguono la fede islamica, una stregua minoranza ancora legata all’ Induismo nel territorio meridionale, mentre sono concentrate a Lahore le ultime e perseguitate comunità cristiane del Punjab .
Rawalpindi e Islamabad
Il più settentrionale distretto di Rawalpindi si stende dall’estremità occidentale della catena Himalayana da dove ove scorre lo storico fiume Indo e verso sud si aprono vallate dalle fertili pianure attraversate dal corso del Jhelum , il distretto prende nome dal territorio ove è iniziata la storia di Rawalpindi percorrendo i secoli dal medioevo al fiorente periodo Moghul, il dominio Sikh e la colonia britannica fino all’ indipendenza pakistana. La grande città di Rawalpindi nella sua più recente e caotica estensione ha conservato parte del suo passato con le residenze dalle facciate finemente decorate del Lal Haveli sulle vie del centro storico verso i vari mercati che diramano dal grande baazar di Raja, oltre l’ altro ed animato baazar di Kabari si trova l’ unico santuario induista rimasto nel tempio di Krishna edificato alla fine del XIX secolo. A sud i quartieri sono attraversati dal canale del Lai Nullah tra vecchi edifici coloniali del presidio militare moto come il Cantonment di Rwalpindi. Poco distante da un centro tra i primi popolati nella regione è iniziata la storia Islamabad percorrendo i secoli fino all’ indipendenza nel 1947, si estese poi nella vasta area Metropolitan assieme alla vicina Rawalpindi e riprogettata con grandi quartieri dai moderni edifici nella nuova città di Islamabad come la più grande metropoli pakistana e capitale del paese. Simbolo ne è la grande moschea di Faisal completata nel 1986 nella sua moderna interpretazione di stili tradizionali come la più grande dell’Asia meridionale ed intitolata al sovrano saudita che ne ha finanziato la costruzione. Altro simbolo della moderna metropoli è monumento al Pakistan dalla forma di fiore a rappresentarne le province che si erge sui colli occidentali del parco di Shakarparian , nei pressi il palazzo in stile ispirato al Moghul che ospita museo del patrimonio tradizionale Lok Virsa. All’ estremità settentrionale della città si stende il parco nazionale di Margalla tra i colli coperti da foreste ove circondato dal suo giardino si trova il frequentato Daman-e-Koh dalla magnifica vista, sempre nel parco dai colli di Margalla scorgano i corsi d’ acqua che scorrono ad alimentare il bacino artificiale del lago Rawal popolato da varie specie di uccelli acquatici e una ricca fauna. Scendendo nel vicino nel centro di Golra Sharif si trova il venerato santuario islamico Sufi edificato nel secolo scorso i con il mausoleo di Ali Shah. Lasciata la vasta area metropolitana il distretto di Rawalpindi è disteso nell’ altopiano del Pothohar ove dal IV millennio a.C. vi si stese la grande civiltà dell’ Indo che ha dominato un vasta regione fino alla sua decadenza, ma che non ha lasciato rilevanti nel territorio poi attraversato dal l’antica via Uttarapath che collegava l’Asia centrale all’India, ove lungo un suo tratto era una necropoii svelata daI tumuli nel sito di Bhir Mound, sulla sponda orientale dell’ Indo e qui nel I millennio a.C. venne fondata Takṣaśilā meglio nota come l’ antica città di Taxila divenuta uno dei primi centri ove si diffuse il buddismo che ha lasciato i suoi resti nel sito archeologico dichiarato patrimonio culturale Unesco. Descritta come una fiorente città quando nella regione giunse la spedizione in Asia Alessandro e dall’ epoca con i regni ellenistici divenne uno dei gradi centri greco buddisti della cultura Gandahara che ha lasciato i suoi resti nel territorio tra vari stupa e monasteri, tra gli altri nei pressi dell’ omonimo villaggio lo stupa di Mankiala del II secolo d.C. Continuando per l l’altopiano all’ inzio del XVI secolo venne edificato il forte di Rawat a difesa della regione assieme alla più distante e poderosa grande fortezza di Rohtas, seguendo il corso del fiume Swan che attraversa parte del Pothohar tra i rilievi nel XV secolo venne edificato l’altro forte di Pharwala che ha lasciato anch’ esso i suoi resti come li si trovano
Multan
Nell’ omonima provincia centrale la lunga storia di Multan era da tempo iniziata quando. la spedizione di Alessandro in Asia oltre il resto del Punjab nel 325 a.C. conquistò la regione del Mallia ove sorgeva l’ antico centro induista di Mulasthana con il venerato tempio del Sole di Aditya frequentato per secoli dai pellegrini fino al X secolo quando la città entrò nei vasti domini della dinastia Qàramita araba di fede islamica sciita legata alla sabʿiyya della scuola settaria Ismailita che posero fine ai pellegrinaggi distruggendo l’ antico tempio per costruirvi una moschea. Nel 1005 anche Multan e il suo territorio venne conquistato da Mahmud di Ghazni con il suo potente impero islamico sunnita fondato dalla dinastia turco persiana Ghaznavide dal secolo successivo si estese nella grande invasione musulmana in India, la città nel 1175 venne conquistata dal sultano Muhammad di Ghor e dopo aver invaso l’ impero Ghaznavide si affermò quello della dinastia Ghuride che governò la città fino al 1320 quando venne conquistata ed entrò nei domini del Sultanato di Delhi con la sua terza dinastia Tughlaq. Multan si estese in una fiorente città, centro commerciale e culturale descritta da geografi e viaggiatori arabi che la visitarono dal medioevo fino all’ inizio del XIV secolo citata nelle cronache del grande Ibn battuta , estesa poi nei successivi quando entrò nei vasto impero Moghul e dal 1648 ne fu governatore colui che salì poi al trono come l’ imperatore Aurangzeb. Dall’ epoca nella monumentale e raffinata arte Moghul sorsero altri quartieri con palazzi, monumenti e moschee, nel 1752 Multan venne conquistata dall’ impero Durrani dai vasti domini travolto all’ inizio del XIX secolo da quello Sikh conquistando la città nel 1818 con la battaglia di Multan . Nei decenni successivi in conflitto con la potenza britannica che in città impose un governatore suscitando una rivolta repressa dopo l’ assedio di Multan nel 1849, mentre veniva con conquistato l’ intero Punjab con la definitiva vittoria nella seconda guerra Anglo Sikh , dall’ epoca parte della colonia britannica fino all’ indipendenza pakistana nel 1947 con la migrazione delle comunità Sikh e Hindu della città in India. La città di Multan estesa come la si trova nel suo antico centro conserva la sua storia dal suo splendido periodo medioevale fino al XVIII secolo oltre gli antichi palazzi , nello stile Multani sono sorte le varie moschee di Multan dalle pareti che risplendono di maioliche e gli interni riccamente decorati ,come la moschea con il mausoleo di Sawi edificata nella seconda metà del XVI secolo, completata nel 1753 e consacrata ad Ali Muhammad Khan l’ altra sontuosa moschea di Wali. A nord est del centro storico ove si trova il più recente sepolcro dello studioso sufista Kazmi nel suo omonimo mausoleo e santuario , splendono le mura decorate da piastrelle blu smaltate della moschea Shahi Eid Gah edificata all’inizio del XVIII secolo dagli interni riccamente decorati con intricati mosaici. Più d’ ogni altro edificio Il grande patrimonio storico e culturale è rappresentato dai monumentali mausolei islamici di Multan nel proprio ed inconfondibile stile sorti sulle vie che diramano dall’ antico centro dominato da un colle oltre il fiume Ravi ove si ergeva fortezza di Multan edificata nel X secolo che ospitava edifici e moschee, distrutta dalla conquista britannica rimangono i resti della cinta muraria Faseel della città vecchia. Ove si apre la porta di Pak si trova il sepolcro del maestro sufista Syed Musa con il suo piccolo mausoleo, fuori dalla porta Daulat all’ inizio del XIX secolo venne edificato il più recente mausoleo che ospita il sepolcro di Hafiz-Jamal. Poco a nord ovest dalle mura come uno dei simboli della città si erge maestoso il mausoleo di Rukn e-Alam completato nel 1324 dalle pareti finemente decorate e la grande cupola candida con il venerato sepolcro dello sceicco Rukn , tra i più sontuosi e suggestivi santuari islamici indiani frequentato da pellegrini che si per le annuali cerimonie Sufi del grande rituale dell’ Urs. Non distante splende la cupola dorata che sovrasta le mura decorate dell’ altro venerato mausoleo di Sabzwari edificato nel 1330 in onore del divulgatore islamico Shamsuddin Sabzwari e continuando poco ad a nord est si trova il santuario di Zakariya del XIII secolo dalla candida cupola e le mura decorate che ospita il sepolcro del filosofo Baha-ul-Haq, noto e venerato anche come Baha-ud-din Zakariya, tra i fondatori dell’ ordine mistico Suhrawardiyya sufista mistico che qui ha uno dei suoi centri, adiacente consacrato alla divinità induista Narasimha venne edificato il grande tempio Prahladpuri a lungo venerato dalle ultime comunità hindu della città fino alla sua devastazione nel 1992 dai musulmani lasciando i suoi resti. Sempre nei vecchi quartieri centrali si trova il mausoleo di Gardez dalle mura splendidamente ricoperte di ceramiche blu nello stile Multani e gli interni da decorazioni ayina kari tra maioliche e specchi, consacrato all’ atro venerato maestro Sufi Shah Yousuf Gardez vissuto nel XI secolo e antenato dell’ omonima famiglia che ha costruito altri storici edifici in città. Vicino il quartiere Chowk Fawara sulla centrale Abdali Road si trova Il mausoleo di Maharban edificato nel XIII secolo con il sepolcro della santa islamica Mai Maharban, poco distante si erge Il sontuoso palazzo del Ghanta Ghar con la Torre dell’Orologio edificato in stile tradizionale nel 1884 durante la colonia britannica.
Lahore
Le leggendarie origini di Lahore, nota nell’ antichità come come Nokhar , sono menzionate dal monumentale testo epico induista del Ramayana che vi racconta ove scorre l’ affluente dell’ Indo con il fiume Ravi venne fondato il centro di Lavapuri da Lava uno dei mitici figli di Rama , poi a lui dedicato venne edificato il tempio di Lava. Sulle antiche rotte commerciali il centro fiorì fin dal I secolo d.C. chiamatoLabokla dal grande studioso greco Claudio Tolomeo nella sua monumentale Geografia . Legato a tradizioni induiste, con la sua diffusione a metà del I secolo a.C. divenne un centro dell‘altra antica religione indiana del Jainismo e vi vennero edificati templi delle due fedi, nel 630 durante il suo lungo viaggio nella regione il monaco e studioso buddista cinese Xuanzang lo descrisse come un grande e fiorente centro induista e alla fine del X secolo il testo di geografia arabo persiano dell’Hudud al-‘Alam ne parla come piccola città di animati mercati e maestosi templi tra edifici cinti da mura ed essendo la più antica ed autentica descrizione all’ epoca risale la lunga storia di Lahore. Si rese indipendente con il suo principato per tutto quello che è definito il periodo induista di Lahore , mentre sorgevano nuovi quartieri, templi e palazzi poi andati perduti, dal X secolo venne cinta dalle prime mura poi estese che circondano la cittadella fortificata Shai Qila. Dopo il suo periodo induista la città ha percorso i secoli in gran parte la storia del Punjab , dall’ invasione islamica con la conquista nell’XI secolo inaugurando il primo periodo musulmano di Lahore nell’ impero Ghaznavide, dal XII secolo entrata nei domini della dinastia Ghuride poi sostituita dal 1206 dalla dinastia turca orientale Mamluk che fu la prima delle cinque che regnarono nel potente sultanato di Delhi con Lahore che fu la sua più fiorente città occidentale fino all’ ascesa del potente impero Moghul, nella prima metà del XVI secolo ne divenne la provincia Subah di Lahore estesa come la sua capitale inaugurando i due secoli del suo splendido periodo Mughul con nuovi quartieri, palazzi, monumenti , moschee e mausolei. dopo il successivo e breve dominio Sikh nella prima metà del XIX secolo, durante il periodo coloniale britannico Lahore divenne capitale del Punjab e tale rimase dal 1947 con l’ indipendenza pakistana. Dall’ epoca la città di Lahore si è estesa in una vasta metropoli ove nel suo più antico centro conserva l’ antico splendore con le sei monumentali porte della Cittadella rimaste delle tredici originali da dove dirama la città vecchia tra gli edifici e le grandi moschee di Lahore dal raffinato stile e decorazioni, così come i venerati santuari islamici Gurdwara. Tra i suoi quartieri incrociati dalle vie ove affacciano palazzi e monumenti nella cittadella di Lahore , giardini, in stile tradizionale Moghul e Sikh, oltre ad altri, i palazzi Haveli dalle facciate decorate, baazar e monumenti del suo periodo più splendido fino ai periferici e storici quartieri di Lahore ove a nord est dal centro tra terrazze, palazzi e padiglioni si stendono i monumentali giardini Shalimar anch’ essi tra i capolavori dell’ arte Moghul. Dal più antico centro diramano i quartieri che ospitano la suggestiva architettura di Lahore che ha percorso i secoli, l ‘antica città fortificata nota come la Shai Qila venne fondata nell’ XI secolo ed estesa in epoca Moghul con gli edifici del forte di Lahore dalla raffinata architettura dell’ epoca, assieme agli splendidi giardini Shalamar dichiarato patrimonio culturale Unesco. Tra gli altri edifici nel forte si trova la piccola moschea di Moti in marmo bianco e all’ angolo nord occidentale il padiglione anch’esso in marmo bianco del Sheesh Mahal completato nel 1632 noto come il palazzo degli specchi per le sue raffinate decorazioni assieme al vicino splendido padiglione Naulakha dal tetto arcuato che sormonta le mura di marmo. Nello stesso periodo venne edificata la vicina moschea di Begum Shahi nel più classico stile Moghul che ha ispirato altre sorte successivamente, fino alla più recente sempre all’ interno della cittadella che si erge come la maestosa moschea d’ oro di Sunehri completata nel 1753, dalle cupole dorate e gli alti minareti che sormontano il grande e candido edificio di marmo. Sulle mura occidentali si apre Porta di Bhati ove si allunga il baazar Hakiman nel XVII secolo fu edificata la vicina moschea di Oonchi e nei pressi circondato dal vasto cortile con le mura candide di marmi e la cupola verde si apre Il grande santuario di Data Darbar ampliato con la sua moschea nel XIX secolo come il luogo più sacro della città centro di pellegrinaggi e che si anima con quasi un milione di fedeli durante le annuali cerimonie dell’ Urs. Rimasta tra le sei storiche della cittadella si apre la porta di Delhi nel monumentale stile delle altre e adiacente si trova il palazzo in stile persiano che ospitava i bagni reali con l’ hammam di Shahi costruito nel 1635 lungo il lato meridionale della cittadella ove tra le più monumentali e riccamente decorate dell’ epoca nel 1641 fu completata la maestosa moschea di Wazir Khan . Uscendo dall’ altro monumentale e candido portale di Roshnai, adiacente alle mura ad ovest del forte si trova la grande moschea di Badshahi completata nel 1673, a lungo come la più grande al mondo circondata da un vasto cortile su una piattaforma con l’ accesso orientale per una scalinata con un sontuoso portale porta all’ edificio su due piani riccamente decorato con pannelli ed intaglia sulle facciate. Ai quattro angoli si ergono minareti quadrati con padiglioni di arenaria rossa e candide cupole di marmo, mentre agli del cortile si elevano quattro alte torri e ottagonali e altrettanti minareti minori sormontati da tre grandi cupole a bulbo di marmo bianco In un magnifico contrasto con la rossa arenaria dell’edificio centrale intarsiata di marmo con la grande sala preghiera decorata da motivi floreali Zanjira, tra i capolavori dell’ arte Moghul la splendida moschea di Badshahi è stata anch’essa dichiarata patrimonio culturale Unesco. Poco ad est apre il vasto giardino dell’ Hazuri Bagh coni i suoi edifici e padiglioni Moghul ove al centro in marmo bianco nel 1818 venne completato il raffinato baradan di Hazuri Bagh, vicino splende con piastrelle qashani blu e gialle la moschea Dai Anga dagli interni anch’ essi finemente decorati, edificata nel 1635 in onore di Zeb-un-Nisa tutrice dell’ imperatore Shah Jahan, che fuori dalle mura ha il suo sepolcro nel mausoleo di Gulabi Bagh . Poco distante dalla moschea ove nel 1606 dai Moghul fu giustiziato il guru Arjan venerato come primo martire del Sikhismo, venne edificato il tempio del Dera Sahib nello stile Gurdwara dalle mura chiare e gli interni decorati che splende con la sua cupola dorata, poco oltre il mausoleo Samadhi di Ranjit Singh completato nel 1848 in una sintesi stilistica induista, islamica e Sikh dalle mura decorate, le cupole di marmo bianco e l’alto minareto in arenaria che ospita il sepolcro di Ranjit Singh primo Maharaja dell’Impero Sikh nel Punjab .Continuando per il giardino sulla via del Re si stende il monumentale Shahdara Bagh che racchiude tra i più maestosi monumenti funebri imperiali Moghul, lungo la sponda del fiume Ravi sorge il grande mausoleo di Jahangir edificato nel 163, non distante in arenaria rossa sorge il mausoleo di Nur Jahan consorte di Jahangir che ne ospita il sepolcro, mentre al fratello è consacrato il vicino altro mausoleo di Asaf Khan completato nel 1645 dal più austero stile islamico centroasiatico circondato da un giardino persiano Charbagh, infine la decorata facciata del monumentale portale del Akbari Sarai del 1637 accede al caravanserraglio del secolo precedente che accoglieva i viaggiatori. Durante il periodo Moghul e i successivi i vari templi di Lahore induisti, giainisti e sikh rimasero come patrimonio di altre religioni anche se emarginati fino a quando i fedeli migrarono in India dopo l’ indipendenza nel 1947, dall’ epoca mai mantenuti o restaurati dalle autorità ed infine in gran pare devastati e distrutti dai musulmani nel 1992 dopo che gli hindu demolirono la moschea di Babri nella città indiana di Ayodhya . Lasciato lo splendore Moghul della vecchia città tra i parchi e giardini di Lahore arricchiti da edifici e padiglioni sulla via per Multan tra quattro torri si erge il monumentale portale di Chauburji completato nel 1646 in una stintesi tra lo stile Moghul e il più antico islamico splendidamente decorato da piastrelle e maioliche, nell’ omonimo parco si trova il più recente mausoleo di Iqbal .Edificato nel 1938 in arenaria rossa mantenendo l’ antico stile arabo afghano per essere consacrato al venerato lo studioso tra gli ispiratori del movimento indipendentista pakistano, Muhammad Iqbal , ove sorgeva la vecchia porta Bherwala andata distrutta rimangono i mercati degli animati baazar di Shah Alami che danno nome al quartiere ove nel 1917 venne edificata la moschea notturna di Shab Bhar. Con la più recente estensione della metropoli si trova periferica città satellite di Bahria ove nel 2014 è stata inaugurata come tra le più grandi del paese la moderna moschea Jamia di Lahore dallo stile vagamente ispirato quelle Moghul e turco tra quattro alti minareti con una grande cupola centrale e venti minori dalle mura decorate con piastrelle e maioliche di stile Multani, negli interni anch’ essi riccamente decorati pendono cinquanta grandi lampade persiane e i pavimenti ricoperti da tappeti turchi, uno dei piani ospita il museo islamico dalle preziose collezioni di antichi arredi ed arte islamica, oltre la biblioteca coranica.