Pueblos del New Mexico
Nel New Mexico nord occidentale rimangono resti delle popolazioni preistoriche di cacciatori e raccoglitori, seguiti dalla prime culture Puebloanos di agricoltori fino a quella degli Anasazi che qui hanno lasciato i loro più estesi siti nel Chaco Canyon e più a nord nel territorio del limitrofo Colorado tra le scogliere affacciate sul canyon dell’altro grande e suggestivo centro di Mesa Verde. Dagli Anasazi, che definiscono antenati ancestrali, discendono i nativi Pueblo del sud ovest. Vi giunse poi il grande popolo Dineh come si definiscono i Navajo di stirpe Athabaska all’ inizio del XVI secolo assieme agli Apache nel vasto territorio del sud ovest che si estende dal Colorado sud occidentale verso quello texano occidentale e dell’ Arizona, entrando in conflitto con i più antichi Pueblos come in quello limitrofo del New Mexico.
Antichi pueblos
Nella contea nord occidentale di San Juan poco distante dalla città di Farmington, si trova il vasto sito protetto dal National Monument di Aztec Ruins, nel centro fondato all’ inizio del XI secolo ed abbandonato nel XIV legato alla cultura del Chaco, rimangono i resti più imponenti della Great House occidentale con quattrocento camere collegate tra loro, allo stesso periodo risale sito di Hubbard a sud ovest delle rovine Aztec, dalle tre pareti concentriche che ospitano ventidue stanze ed un Kiva, al centro della piazza occidentale quindici sale superiori circondano la camera centrale del grande Kiva cerimoniale ricostruito. Nella stessa contea poco distante dalla città di Bloomfield, sulla higway 64 si trovano i resti dell’ antico pueblo di Salmon fondato anch’ esso alla fine dell’ XI secolo da comunità del popolo Chacoan. Al centro la Grande Casa rettangolare dalle pareti in lastre di arenaria nel classico stile Chaco con il piano terra che ospitava centocinquanta camere divise in venticinque ambienti dalle stanze collegate per famiglie e clan, diversamente dai grandi edifici del Chaco due sezioni di abitazioni si estendono a sud da ciascuna estremità posteriore con una torre al centro racchiudendo una grande piazza ove si erge un kiva cerimoniale simile a quello ricostruito nelle vicine Aztec Ruins. Tra i vari siti antichi e più recenti della contea di Cibola sull’ antico sentiero Zuni-Acomasi trova l’ Inscription Rock nel National Monument di El Morro con i resti del pueblo di A’ts’ina fondato alla fine del XIII secolo dagli edifici che ospitavano novecento stanze e varie kivas cerimoniali, alla base centinaia di petroglifi nativi e iscrizioni di esploratori e coloni giunti dopo l’ arrivo degli spagnoli nel XVI secolo che ribattezzarono il sito El Morro .
Bandelier
Tra le contee di Sandoval e Los Alamos nelle cavità della scogliera e sul fondo di un canyon si trovano i resti dell’ antico pueblo di Bandelier fiorito dal XII alla fine del XVI che ha lasciato edifici, kivas cerimoniali con una gran quantità di pittogrammi e petroglifi, protetto dal National Monument di Bandelier. Dalla datazione degli anelli nei tronchi di alberi usati per le costruzioni con il metodo dendocronologico, usato per tutti gli antichi pueblos del sud ovest, i siti risalgono ai periodi del Pueblo III tra la metà del XII secolo al XIV e il successivo che si concluse all’ inizio del XVIII secolo noto come Pueblo IV. Si stende per gran parte nel Frijoles Canyon, un tempo accessibile solo per il suggestivo percorso del Frey Trail verso il bordo del canyon che scende nella gola con numerosi case di scogliera e kiva cerimoniali nelle cavità della parete ed altre sul fondo del canyon. Sulle rocce circostanti petroglifi e dipinti rupestri tutte raggiungibili sul percorso del Main Loop che si snoda tra le rovine, un sentiero ne dirama per gli edifici scavati nella roccia della Ceremonial Cave con l’ Alcove House. Proseguendo nel canyon con il percorso sul sentiero Tyuonyi si trova l’ omonimo sito circolare di Tyuonyi che i nativi chiamavano Que-weh-nee con la vicina Long House, per un altro sentiero che sale tra scogliere del Bandelier con molti petroglifi fino alla cima della mesa, si trova Sa’ekewikwaje Owingeh chiamato poi Tsankawi fondato all’ inizio del XV secolo su un più antico centro che ospitava trecentocinquanta stanze collegate tra loro.
Camino Real e Santa Fe Trail
Tra i vari Pueblos in New Mexico diversi si incontrano sul percorso storico El Camino Real di Tierra Adentro che collegava la frontiera settentrionale alla colonia della Nueva España in Messico, altri si trovano sulla vecchia rotta di traffici e coloni della Santa Fe Trail seguita dalla New Mexico National Scenic Byway che si incrocia con la lunga storica Route 66. Sul vecchio percorso coloniale del Camino Real in New Mexico tra i rilievi dell’ omonima mesa sopravvive il pueblo di La Bajada fondato nel XVI secolo, continuando per la New Mexico State Road Nm 47 si attraversa il territorio ove nel XVIII secolo sorse la città coloniale di Albuquerque , da qui si stende la Valencia Country e ai piedi del Cerro Tomé il vecchio pueblo dall’ epoca delle missioni spagnole è divenuto il centro di pellegrinaggio indigeno di Tomè. Sull’ arido altopiano chiamato dagli spagnoli Jornada del Muerto nella Sierra Country, tra i colli ribattezzati dai coloni ispanici cerros del Perillo come sosta per le sue sorgenti , nota poi ai primi pionieri su quel percorso come Point Rocks, a lungo temuto per essere stato sempre frequentato dagli Apache. Lungo la sponda orientale del Rio Grande la cittadina di Bernalillo è al centro di un territorio ove rimangono antichi pueblos come quello protetto dallo State Monument di Coronado sulla riva occidentale del Rio Grande con le rovine del Pueblo Sempreverde di Kuaua fondato all’inizio del XIV secolo come il il più settentrionale dei dodici villaggi nella regione del popolo Tiwa, anch’ esso come altri raggiunto nel 1540 dalla lunga spedizione spagnola di Coronado, iniziando i conflitti con i nativi continuati con i successivi i colonizzatori per tutto il secolo successivo fino all’ abbandono del pueblo per quelli di Picuris, Sandia, Isleta e Taos ove sopravvivono i discendenti di stirpe Tiwa. Nel territorio che si stende a sud della città di Albuquerque si trovano diversi villaggi nativi ed antichi Pueblos come Shiewhibak fondato dai Tiwa nel XIII secolo che per la sua posizione su una striscia di terra sul Rio Grande, gli spagnoli chiamarono Isleta ove dal 1630 si rifugiarono comunità vicine per le continue incursioni degli Apache mentre i francescani guidati da Juan de Salas vi edificarono la loro missione di San Agustín. Dopo la rivolta Pueblo del 1680 per sfuggire alla repressone molti indigeni si rifugiarono tra le comunità native dell’ Arizona e quando Diego De Vargas riconquistò il territorio nel 1692 trovò la missione in rovina e il villaggio abbandonato. I Tiwa vi tornarono nel 1710 e fu ricostruita la chiesa con la missione di San Agustín che rimane come tra le più antiche del sud ovest, dal XVIII secolo al successivo Il vecchio pueblo di Isleta divenne uno dei più grandi e fiorenti della regione e dell’ epoca, oltre la chiesa, rimane il centro con gli edifici in adobe affacciati sulla piazza. Poco a sud distante il vecchio centro coloniale spagnolo di Los Lunas fondato nel 1716 dal possidente Don Felix Candelaria Los Luna, quando vi giunse la ferrovia Atchison, Topeka and Santa Fe o Atsf Railway nel 1880, fu costruito un deposito con la stazione che fece espandere il vecchio centro ed ancor più dal 1925 con l’apertura della prima storica Route 66 in New Mexico. Mentre nella cittadina rimangono i vecchi edifici dell’ epoca poco a sud sui rilievi del Cerro Tomé si trovano migliaia di petroglifi tracciati dai nativi fin dal I secolo e nei pressi l’altro centro coloniale di Tomé fondato al’inizio del XVIII secolo daTomé Domínguez de Mendoza dopo la rivolta Pueblo del 1680 sul lungo percorso del Camino Real di Tierra Adentro che collegava la provincia settentrionale del Nuevo Mexico alla colonia spagnola del Messico. Proseguendo nella Contea di Sandoval si trova il pueblo di Jemez ove sopravvivono gli ultimi indigeni di lingua Towa migrati quando nel 1830 lasciarono il loro grande pueblo originario di Pecos , poco a nord si trova l’altro pueblo di Walatowa fondato dai nativi nel XV secolo su più antichi villaggi fin dall’ epoca paleondiana e protetto dal sito storico di Jemez, nei pressi l’ altro antico sito protetto dal National Monument di Giusewa ove tra gli altri edifici si trovano i resti della chiesa francescana di San José e l’omonima missione di San José de los Jémez edificata all’inizio del XVII secolo.
Pecos
Seguendo l’ altro storico percorso del Santa Fe Trail che attraversa la regione si trova l’antico Pueblo di Cicuique protetto dall’ Historic National Park di Pecos su un ramo superiore dell’ omonimo fiume che fin da prima dell’arrivo degli spagnoli fu il più grande dei nativi Pecos che da qui dominavano i traffici tra gli agricoltori Pueblos e i cacciatori di bufali delle pianure. Il più antico centro nel sito di Pecos aveva una ventina di villaggi sorti nel XII secolo nella valle del fiume omonimo, esteso con altri nei tre secoli successivi commerciando con gli Apache e le altre tribù di cacciatori nomadi delle pianure di stirpe Pawnee e Wichita più settentrionali, entrando a volte anche in conflitto con loro come tutte le altre vicine popolazioni agricole Pueblo del sud ovest. Dai nomadi avevano prigionieri come servi, pellicce di bufalo, pietre e conchiglie che scambiavano con mais ceramiche, tessuti e turchese e nel XV secolo le popolazioni della valle si riunirono nel grande Pueblo di Pecos con villaggi raccolti dagli edifici a più piani tra ruscelli e canali che irrigavano i campi, raggiunto anch’ esso nel 1540 dalla spedizione di Coronado alla vana e lunga ricerca delle leggendarie Sette città dell’ oro di Cibola. Da un nativo delle pianure prigioniero gli spagnoli appresero di un ricco territorio a nord est pieno d’ oro chiamato Quivira e da Pecos nel 1541 partirono alla sua vana ricerca tra poveri villaggi spingendosi fino al più settentrionale Kansas. Tornati indietro gi spagnoli guidati da Francisco Vázquez de Coronado lasciarono il Pueblo di Pecos che rimase ancora isolato fino al 1598 quando il primo governatore della provincia del Nuevo Mexico Juan de Oñate giunse con coloni, mandrie e dieci missionari francescani ad impossessarsi del pueblo e convertirne la popolazione provocando la reazione dei nativi. Nel 1621 fu inviato il missionario Andrés Juárez che riuscì ad edificare la prima chiesa in adobe del Nuevo Mexico , il pueblo divenne pacifico alleato della colonia fino al 1780, quando un’ epidemia decimò la popolazione e le incursioni dei Comanche lo distrussero. Pecos e la missione furono completa decadenza ed abbandono risollevandosi dal 1821 con l’apertura del Santa Fe Trail ove transitavano cacciatori e mercanti verso l’ ovest, poi cercatori ed avventurieri dal 1848 per raggiungere le piste della corsa all’ oro in California. Durante la guerra civile nel 1862 divenne base per l’ esercito dell’Unione nella battaglia di Glorieta sull’ omonimo passo e poi come quartier generale del Forked Lightning Ranch, i pochi nativi sopravvissuti avevano da tempo lasciato il pueblo assieme ad altri di lingua Towa trasferendosi molto ad ovest verso il pueblo di Jèmez dove se ne trovano i discendenti.
Salinas
Scendendo per la centrale contea di Torrance, nei pressi della cittadina di Mountainair si trova il National monument di Salinas che ospita i resti di tre grandi villaggi fondati in epoca precolombiana dai Puebloanos della regione e dei centri sorti dopo l’arrivo degli spagnoli nel XVI secolo con le tre missioni Salinas. Il vasto sito ne protegge gli edifici della missione di San Gregorio nel vecchio villaggio Tompiro di Abo, la chiesa con i resti della missione e il pueblo fondato dai Tiguex a Quarai , quel che resta della grande missione con le chiese di San Buenaventura e San Isidro a Gran Quivira assieme all’ antico pueblo. Il territorio fu popolato fin dal I secolo dalla cultura di Mogollon e successivamente occupato dall’ espansione di quella dominante degli Anasazi e qui le tradizioni di entrambe le culture si sono sovrapposte quando vi sorsero i pueblos dei Tompiro all’ inizio del XVI secolo e gli altri discendenti del Popolo Ancestrale come anch’ essi si definiscono i nativi Tiwa. Assieme si sono adattati all’ambiente edificando i loro villaggi con nuove tradizioni in comune, poi anche qui giunsero gli spagnoli durante la spedizione di Coronado che dal 1540 per due anni sì inoltrò nei territori del sud ovest nordamericano inseguendo vanamente la leggenda delle mitiche Sette Città d’Oro di Cibola. Anche qui seguirono altre esplorazioni e nel 1598 coloni e missionari, guidati dal conquistatore del Nuevo Mexico Juan de Oñate, raggiunsero questo territorio dalla valle ricca di saline che ribattezzata Sal con gli antichi villaggi che divennero un centro coloniale dove poi sorsero le missioni di Salinas. Nell’arrogante impeto evangelico i missionari cercarono di costringere gli indigeni ad abbandonare le loro antiche tradizioni religiose, incendiando Kiva cerimoniali ed ogni cosa che consideravano idoli pagani come le le maschere rituali Kachina, ma non riuscirono a sopprimere le antiche tradizioni che ancora sopravvivono tra i discendenti. Il pueblo pù grande della Gran Quivira , fondato nella seconda metà del XIII secolo con vari villaggi collegati fiorì fino all’ inizio del XVII, dell’ epoca rimangono numerosi edifici come quello che è chiamato Tumulo 7 con duecentoventisei stanze collegate tra loro sorto su un più antico rinvenuto più tardi del Pueblo circolare. Il resto degli edifici risalgono alla successiva epoca quando vi giunsero gi spagnoli a seguito della spedizione di Antonio de Espejo 1583, quindici anni dopo anche qui arrivò l’ altra spedizione di Don Juan de Oñate chiamando il pueblo Las Humanas che dal 1598 iniziò ad accogliere coloni, con l’arrivo di Alonso de Benavides nel 1626 la missione Las Humanas di Quivira divenne una delle centrali nel vasto sistema di Misiones del Nuevo Mexico. Una parte occidentale dell’antico edificio noto come Tumulo 7 dal missionario Francisco Letrado fu utilizzato come chiesa con residenze per i frati che ne prese nome come convento di Letrado , poi trasferito nel 1631 nell’ alto grande villaggio di Shiwinna nel pueblo di Zuni. La Gran Quivira venne diretta dal francescano Francisco de Acevado dalla vicina missione di Abo, mentre qui veniva completata la chiesa di San Isidro, nel 1659 con il reggente missionario Diego de Santander venne iniziata la costruzione della più grande chiesa di San Buenaventura, ma tra un’epidemia, la siccità e le incursioni degli Apache il pueblo venne abbandonato nel 1672. Il vicino Pueblo di Quarai fu fondato nel XIV secolo dall’ omonima tribù Quarai dei Tiwa meridionali noti come Tiguex che popolavano il bacino di Salinas, chiamati Cuarac. All’ inizio del XVII secolo nativi di Quarai accolsero i missionari permettendo nel 1623 di edificarvi la chiesa di Nuestra Senora de la Purisima Concepción completata poi come la missione di Quarai. Anche qui per una lunga siccità che dal 1660 sconvolse l’ intera in regione e le continue incursioni degli ostili Apache, i nativi abbandonarono il sito nel 1675 migrando nella valle del Rio Grande, lasciando i resti dei loro antenati dove avevano edificato il Pueblo, assieme a quelli della missione spagnola. Infine nel sito di Salinas si trovano i resti dei più antichi edifici risalenti al XIV secolo nel Pueblo di Abò fondato dai Tompiro e comunità di altri nativi di stirpe e lingua Tanoan, dopo l’ arrivo degli spagnoli all’ inizio del XVII secolo i francescani vi fondarono la missione di San Gregorio con due chiese aggiungendo poi un nuovo santuario e il convento, nota anche come la missione di Abó che ha lasciato i suoi resti.
Pueblos Keres
Quando il popolo dei Keres nel XIII secolo lasciarono il loro territorio fondarono vari pueblos, sulla sponda orientale del Rio Grande sorse Kewa ribattezzato Santo Domingo nel 1598 quando vi giunsero agli spagnoli guidati da Juan de Oñate , come altri della regione si alleò con loro per arginare le incursioni dei Comanche dalle pianure e dal limitrofo territorio sud ovest dei guerrieri Apache. Nel secolo successivo sugli antichi sentieri indiani gli spagnoli tracciarono poi il tratto finale del lungo percorso Camino Real e nel 1610 il pueblo di Santo Domingo era divenuto il centro delle missioni in Nuevo Mexico dopo avervi edificata la prima chiesa tre anni prima. Anche qui l’ oppressione coloniale sugli indigeni nel 1680 vide la grande rivolta Pueblo costringendo gli spagnoli a lasciare la regione riconquistata dodici anni dopo dall’ esercito inviato dal governatore De Vargas che ristabilì la colonia e le missioni abbandonate, entrando nel territorio delle missioni di San Juan e Tewa, oltre al restauro della prima chiesa a metà del XVIII secolo il missionario Antonio Zamora ne fece edificare una nuova affiancata come le si trovano. Da Santo Domingo di Kewa, continuando nel territorio Keres, nella contea di Rio Arriba il pueblo a lungo chiamato San Juan Pablo è tornato all’antico nome nativo di Ohkay Owingeh o Luogo della gente forte, fondato nel XIII secolo nei pressi il centro fondato dai primi spagnoli come San Gabriel, poco a sud di Bernalillo nella Sandoval Country si trova il pueblo di Cochiti sulla sponda destra del Rio Grande. Il territorio era popolato da nativi di tradizioni e lingua Keres che alla fine del XIV secolo per conflitti con i vicini fondarono il villaggio di Katishtya, quando gli spagnoli lo raggiunsero lo ribattezzarono San Felipe, ove i discendenti nativi hanno mantenute le antiche tradizioni, ritualità e cerimonie che manifestano nelle danze del Green Corn a maggio seguite dalle feste di San Pedro. Nel 1605 i francescani edificarono la prima chiesa, poi distrutta e il villaggio abbandonato nella rivolta dei Pueblo del 1680, una parte degli indigeni ribelli si asserragliarono nella rocca del Cieneguilla poco a nord di Cochiti in posizione difensiva sulla mesa ove si trasferirono poi gli indigeni dopo la repressione della rivolta guidata dal generale De Vargas che nel 1693 che ne fece un centro coloniale con una chiesa che ha lasciato i suoi resti. Proseguendo sulla sponda sinistra del Rio Grande nel territorio di Bernalillo si trova il villaggio fondato come Tamaya nella seconda metà del XVI secolo e ribattezzato Santa Ana dagli spagnoli nel 1598, come negli altri villaggi fondati dai Keres anche qui i discendenti hanno mantenuto antiche tradizioni degli antenati, dell’ epoca coloniale rimane la chiesa in adobe edificata a metà del XVIII secolo con la missione di Santa Ana ed alcuni edifici. Poco distante lo State Monument di Coronado che ricorda il passaggio della lunga spedizione nel sud ovest del conquistador spagnolo dal 1540 alla vana ricerca delle leggendarie Città d’ oro di Cíbola, nei pressi i resti dell’ antico villaggio fondato nel XIV secolo nel pueblo Kuaua ed abbandonato alla fine del XVI che fu uno dei centri nella regione del popolo Tiwa. Tra gli altri antichi pueblos fondati dai nativi di stirpe e lingua di lingua keres, passando lungo la Route 66 nella valle del Rio Puerco sulla strada per Laguna, si trova l’antico centro edificato dai Ka-Waikah o Popolo dei laghi nel villaggio di Kawaika, sorto su precedenti insediamenti paleoindiani nel XIV secolo su un laghetto ribattezzato dagli spagnoli Laguna ove, dopo la rivolta Pueblo del 1680, edificarono la missione di San Jose con il convento che si trova ben conservata al centro dei villaggi Paguate, Encinal, Mesita, Seuma e Paraje che formano il Pueblo di Laguna . Nella stessa Contea di Cibola il non distante Pueblo di Acoma dalla sua prima fondazione nel XII secolo non fu mai abbandonato rimanendo il sito precolombiano di più antico popolamento in nordamerica, sorto sulla mesa in posizione difensiva contro le incursioni. era accessibile solo per una stretta scala scavata nell’arenaria e già all’arrivo degli spagnoli il grande pueblo di Acoma racchiudeva diversi villaggi sulla cima della mesa come una città sospesa nel cielo, ribattezzata dai coloni nordamericani Sky City, Acoma si erge ancora magnificamente tra i più suggestivi della regione. Quando vi giunse con la sua lunga spedizione del 1540 nella Tierra Incognida del sud ovest Francisco Vázquez de Coronado lo descrisse come uno dei più poderosi ed inaccessibile , rimase fieramente indipendente mantenendo rapporti pacifici fino a quando Juan de Oñate dal 1598 iniziò la conquista del territorio con incursioni tra i villaggi dal Pueblo di San Pablo, come aveva ribattezzato Ohkay Owingeh. Ad Acoma inviò un drappello di militari guidato dal nipote Juan de Zaldivar inizialmente ben accolto, ma le pretese dei milti provocarono la reazione dei nativi, iniziando un conflitto con vari scontri e dopo quasi un anno di assedio gli spagnoli conquistarono il pueblo sterminando gran parte della popolazione. I sopravvissuti furono trasferiti a Kewa ribattezzato Santo Domingo dopo la sua conquista, dove tutte le donne e i maschi dai dodici anni in su furono ridotti in schiavitù mentre i più piccoli affidati ai missionari. Nel 1629 come pacificazione si pensò di cristianizzare i nativi pagani iniziando ad edificare la chiesa di San Esteban con il convento divenuta la missione di San Estévan del Rey completata con la direzione del francescano Juan Ramirez nel 1640. In condizioni miserabili, preda di abusi dalle autorità coloniali e religiose, i nativi di questo ed altri villaggi della regione si sollevarono con la rivolta dei Pueblo nel 1680 fino a costringere gli spagnoli ad abbandonare il territorio. Mentre vennero attaccate le haciendas dei coloni e devastati e i centri spagnoli, qui la missione di San Estevan rimase una delle poche risparmiate e l’unica rimasta intatta così come la si trova all’estremità settentrionale della grande piazza che occupa l’estremità meridionale della cima della mesa ove sorge la Sky City di Acoma. Nella Sandoval Coutry, ove sorge la cittadina di Sandia vi era l’ antico villaggio Tuf Shur Tia fondato nel XIV secolo dai Tiwa ribattezzato dagli Pueblo di Sandia come una delle più grandi comunità della regione. Raggiunto anch’ esso nel 1540 dalla spedizione di Coronado, più tardi divenne un altro centro dalla colonizzazione sottomettendo i nativi al lavoro nelle miniere e a costruire i nuovi edifici dal 1617, come quelli della missione di San Francisco. Anche qui gli indigeni si ribellarono partecipando alla grande rivolta Pueblo, nella dura repressione Il governatore del territorio, Antonio de Otermin fece incendiare i villaggi di Sandia e come quelle di altri pueblos la gente si rifugiò tra gli Hopi e altre comunità di nativi dell’ Arizona, per tornarvi quando gli spagnoli furono scacciati dal Nuevo Mexico per dodici anni, riconquistato poi da Diego de Vargas nel 1692. Anche Sandia fu ripopolato, MA dalla metà del secolo successivo cominciarono le incursioni dei Comanche dalle praterie più settentrionali e dei guerrieri predatori Apache da sud ovest che fecero abbandonare il pueblo nel XIX secolo ove rimasero poche famiglie.
Gli Otto Pueblos settentrionali
A sud ovest della Cibola Country ove si steNde quella di Catron, ai margini della vasta regione nota come il Wilderness di Gila, nel XIII secolo comunità del popolo Mug-ee-yone , fondatore della cultura Mogollon, edificarono il loro villaggio più settentrionale sulla scogliera di arenaria che ha lasciato una quarantina di stanze in cinque cavità chiamate le Cliff Dwelling di Gila che ancora rimangono nel sito protetto dall’ omonimo National Monument di Gila Cliff, simili a quelle degli antenati dei Tewa diffuse nei limitrofi territori come nell’antico sito di Puye. Procendendo nella contea di Rio Arriba, non distante dalla città di Española, fondata nel 1598 come prima capitale del Nuevo Mexico, lungo il canyon di Santa Clara si trova l’antico villaggio rupestre di Puye Cliff sorto metà del XIII secolo con i villaggi sulle scogliere dagli edifici che ospitavano centinaia di stanze collegate tra loro e kivas cerimoniali, accessibili da ripide scale scavate nella roccia dove rimangono molti petroglifi con figure umane, animali e disegni geometrici. Il sito di Puye per una lunga siccità fu abbandonato dai discendenti nativi Tewa che a metà del XVI secolo rifondarono poco distante la loro comunità di Kha’po Owingeh come uno degli otto Pueblos settentrionali lungo il Ro Grande, ribattezzato dagli spagnoli Santa Clara. Come negli altri pueblos della regione anche qui giunsero in esplorazione nel 1541 inviati durante la lunga spedizione di Coronado e divenne più tardi centro della conquista coloniale guidata da Juan de Oñate nel 1598 come Pueblo di Santa Clara ove giunsero coloni e frati francescani che iniziarono ad edificare le missioni. Quando fu completata la conquista di Oñate nel 1601 la regione divenne la provincia più settentrionale nel Vicereame Nueva España del Messico coloniale, la prima chiesa fu edificata nel 1617 e dopo la visita del rettore francescano Alonso de Benavides divenne uno dei centri di evangelizzazione ovenel 1628 Benavides fece costruire la prima missione e anche qui suscitarono il risentimento crescente degli indigeni fino alla grande rivolta dei Pueblos nel 1680. Quando tornarono gli spagnoli nel 1692 per riconquistare la regione guidati dal governatore Vargas , i nativi di Santa Clara si allearono con quelli dell’ altro pueblo insorto di San Ildefonso arroccandosi nella vicina Mesa Negra resistendo spagnoli fino al 1696 per poi rifugiarsi nel vicino territorio degli Zuñi. Successivamente molti tornarono nel 1702, ricostruendo la comunità e vi sorse una nuova chiesa andata in rovina a metà del XVIII secolo, un’altra venne edificata dal missionario Mariano Rodríguez nel 1758, dopo essersi nuovamente spopolato nel XX secolo è risorto come tra i più grandi degli otto pueblos di lingua tewa conservando gli antichi edifici in adobe a due piani che affacciano sulle due piazze principali con due kiva cerimoniali rettangolari e la chiesa. Vicino Santa Clara gli antenati migrati a sud da altre comunità dalla valle del San Luis in Colorado nel XIII secolo fondarono il sito ove poi sorse il villaggio di Yungé Owingeh sul lato occidentale del Rio Grande ribattezzato dagli spagnoli San Gabriel e su quello occidentale venne chiamato Pueblo di San Juan l’ altro villaggio di Ohkay Owingeh . Raggiunto anch’ esso nel 1541 dalla spedizione di Francisco Vázquez de Coronado, rimase isolato per cinquanta anni fino all’arrivo dell’ altra spedizione giudata da Gaspar Castaño de Sosa nel 1591, ma come Coronado anche De Sosa non occupò il pueblo, mentre divenne altro centro dell’ espansione coloniale poco più tardi nel 1598 con la conquista del Nuevo Mexico di Juan de Oñate. Dall’ epoca rimase una fiorente missione edificata a metà del XVII secolo con la chiesa consacrata a San Juan Bautista, anche qui per l’ oppressione spagnola dilagò la rivolta Pueblo del 1680 guidata da Po’Pay o Popé che era un capo degli indigeni di Ohkay Owingeh, distruggendo la missione di San Gabriel de Yungé e la chiesa di San Juan Bautista, dell’ epoca sono rimasti pochi resti indicati da una croce e un memoriale nel sito di San Gabriel. Poco a sud nella contea Rio Arriba nel XIV secolo i puebloanos provenienti dal grande centro di Mesa Verde fondarono la comunità di P’ohwhóge Owingeh, ribattezzato dagli spagnoli Pueblo di San Ildefonso, del suo passato rimangono diversi edifici in adobe e Kivas cerimoniali con una piazza centrale ove venne edificata l’ omonima missione spagnola. Fu raggiunto nel 1591 dalla spedizione di Castaño de Sosa nel primo e violento tentativo di colonizzare la regione, nel 1595 seguì l’altra spedizione Bonilla e Humana guidata da Francisco Leyba de Bonilla e Antonio Gutierrez de Umana, che fecero del pueblo il loro centro per conquistare la regione, scontrandosi con gli indigeni di altri pueblos ne rimase in vita solo il meticcio Jusepe Gutiérrez. Tre anni dopo vi giunse la ben più ponderosa ed ufficiale spedizione guidata da Juan de Oñate alla conquista della regione , ribattezzando il grande villaggio dei Tewa San Ildelfonso , poco dopo venne trasferito ove si trova edificando la prima chiesa con un convento. Nel 1610 il missionario francescano Andrés Bautista fondò la prima missione nel pueblo che, si ribello nella grande rivolta Pueblo del 1680 con il suo capo Francisco che ne fu uno dei condottieri. Con la riconquista nel 1692 guidata dal governatore Vargas anche il pueblo di San Idelfonso fu di nuovo sottomesso, ricostruendo la chiesa e gli edifici missionari in adobe terminata nel 1711 che rimase fino al XIX secolo per essere abbandonata e costruirne una nuova. Tra gli otto Pueblos settentrionali versoi rilievi occidentali che diramano dai monti Sangre de Cristo fu fondato dai Tewa nel XIV secolo Nambé Oweenge noto come Nambe che conserva antichi edifici, non distante dalla Hidden Valley ove si trova il più piccolo degli otto Pueblos fondato nel XII secolo dagli antenati a Picuris, abbandonato dopo la rivolta del Pueblo del 1680 e ripopolato all’inizio del XVIII secolo che conserva anch’ esso antiche rovine ed edifici dell’ epoca coloniale. Lungo Il fiume Pojoaque il pueblo di P’osuwaege Owingeh dal più antico centro fondato nel VI secolo per i successivi si estese fiorendo nel XV fino all’arrivo degli spagnoli che lo chiamarono Pojoaque e all’ inizio del XVII secolo vi fondarono la prima missione di San Francisco de Pojoaque. Anch’ esso abbandonato durante la rivolta di Pueblo del 1680, per essere ripopolato all’ inizio del secolo successivo, nei pressi si trovano i resti del pueblo originale e nel villaggio il Cultural Center di Poeh dedicato alla cultura degli antichi Puebloan con l’ esposizione di reperti ed arte ospitati nell’ omonimo Museum. Anch’ esso dominato dai monti Sangre de Cristo Tetsuge Owingeh fu fondato nel XIII secolo e ribattezzato dagli spagnoli Tesuque seguendo la medesima storia dei vicini Nambe, Picuris e Pojaque, è rimasto uno dei pueblos più tradizionali della regione che conserva cultura, antiche tradizioni e cerimonie del popolo Tewa.
Pueblo Zia
Il popolo degli Zia ,come furono ribattezzati dagli spagnoli nel XVI secolo i Tsʾíiyʾamʾé di stirpe e lingua Keres orientale, giunsero ove si stende la contea di Sandoval dalla regione dei Four Corners fondando comunità agricole in villaggi con case di pietra e mattoni adobe. L’ esploratore spagnolo Antonio de Espejo durante la sua spedizione nel 1583 raggiunse il loro centro più grande Tsi’ya che chiamò Pueblo di Zia fondato nel XIII secolo su una mesa di basalto con edifici a due piani su due piazze con un kiva cerimoniale ognuna. Come in tutti gli altri pueblos della regione dopo la conquista di Juan De Oñate nel 1598, i missionari imposero la conversione ai nativi bandendo le tradizioni religiose e le cerimonie degli Zia e fecero costruire una chiesa ed un convento nel 1613. Anche gli Zia nel 1680 si ribellarono assieme ai Tewa nella grande rivolta Pueblo guidata dal capo Po’Pay noto alle cronache come Popé sconfiggendo gli spagnoli che furono scacciati fino al 1689 quando tornarono in forze guidati dal governatore Domingo Jironza Petriz de Cruzate scatenando una violenta repressione e nel pueblo di Zia la soldataglia di Cruzate sterminò parte della popolazione saccheggiando il villaggio che venne abbandonato, imponendo tre anni dopo ai nativi del capo Antonio Malacate a tornare nel Pueblo che si spopolò nel secoli successivi lasciando gli antichi edifici e la missione di Nuestra Señora de la Asunción edificata alla fine del XVII secolo.
Zuni Cibola
Nella contea di Cibola si trovano gli antichi pueblos e villaggi protetti dall’ Archaeological district di Zuni Cibola fondati in gran parte dagli antenati del popolo Shiwi meglio noto come Zuni che qui ha il suo territorio tradizionale Halona Idiwan’a ove hanno raccontato la loro storia nei petroglifi tra le rocce nella valle attraversata dall’affluente del Little Colorado che ne prende nome come Zuni , tradizionalmente sacro ove le comunità si recano in pellegrinaggio ogni quattro anni nel Kołuwalawa alla confluenza dei due fiumi. Nel XV secolo vi erano diversi villaggi lasciandone i resti nei vari siti come nel più antico Hawikku , dopo averli abbandonati nel secolo successivo per costruirne di nuovi e furono i primi trovati nel XVI secolo quando i conquistadores si avventurarono in quei territori cercando le mitiche e favolose Sette città d’ oro di Cibola. In questa regione della contea nord occidentale di McKinley a Shiwinna o A’shiwi era il loro più fiorente centro ribattezzato dagli spagnoli Pueblo di Zuni ove nei pressi rimangono i resti del villaggio della grande kiva edificato nell’ XI secolo e trovato nel 1540 durante la lspedizione di Coronado assieme agli altri pueblos vicini lungo le sponde del fiume come Hawikku fondato nel XIII secolo che ha lasciato le rovine di Hawikuh, ribattezzato Cevola dagli spagnoli che ne fecero un presidio. Come nel pueblo di Acoma iniziò la conversione forzata dei nativi quando giunse il missionario francescano Estevan de Perea che ad Hawikuh fece edificare la chiesa con la missione della Purísima Concepción nel 1629. Anche qui il duro dominio coloniale provocò la reazione degli indigeni che uccisero il missionario Francisco Letrado e nel timore della repressione si rifugiarono sulla mesa del Dowa Yalanne costruendo un nuovo pueblo in posizione difensiva resistendo per tre anni. Parte degli abitanti tornarono nel villaggio dove gli spagnoli rifondarono la missione di Hawikuh nel 1650 e il pueblo Zuni per i decenni successivi da Dowa Yalanne fu costretto a difendersi dalle incursioni degli Apache dal sud mentre resisteva ai tentativi di conversione forzata e la repressione delle antiche tradizioni, partecipando poi alla grande rivolta Pueblo del 1680 gli Zuni distrussero la missione della Purísima Concepción, lasciandone i resti assieme a quelli degli antichi edifici che per i discendenti continuano ad essere il sito ancestrale. I missionari tornarono ricostruendo la chiesa e nel 1705 la missione Nuestra Señora de Guadalupe in adobe, con l’ indipendenza del Messico nel 1821 i francescani lasciarono la missione, una trentina di anni dopo che il territorio fu annesso agli Stati uniti come New Mexico, nel 1877 gli indigeni furono confinati nell’ Indian Reservation di Zuni con al centro l’ antico pueblo. Nel frattempo dal territorio più a nord ovest dello Utah sui monti ad est del pueblo giunsero i coloni e missionari Mormoni commerciando con gli indiani che ripopolarono i villaggi della riserva ove hanno continuato le antiche tradizioni e cerimonie conservando la lingua, miti e leggende.
Pueblo Taos
Nell’ omonima contea, dalla cittadina di Taos chimata dai nativi T’óynemą o Luogo di salici rossi, poco distante si trova l’antico pueblo fondato da comunità di lingua e stirpe Tiwa come Tua-tah o Nostro villaggio diviso in due dal Rio Pueblo fiorito tra l’ XI secolo e la metà del XV che gli spagnoli chiamarono Taos . Per non essere stato mai abbandonato come gli altri rimane una delle più antiche comunità indigene nordamericane abitate che appare simile alle sue origini precolombiane, simbolo dell’antica cultura che unisce i nativi del sud ovest delle tribù e comunità Pueblo. Conserva gli antichi edifici in mattoni adobe dalle spesse mura e a più piani dai tetti in pali di legno e per secoli l’esterno è stato mantenuto intonacando con strati di fango, così come costruiti dagli antenati Tiwa settentrionali e come furono descritti dagli indigeni trovati da Hernando de Alvarado nel 1540 che guidava una ventina di soldati spagnoli qui inviati da Francisco Vasquez de Coronado per esplorare quei territori. Dopo l’ arrivo di Alvarado rimase fuori dalle rotte dei conquistadores fino al 1598 quando vi giunse la spedizione alla conquista della regione guidata da Juan de Oñate e lo stesso anno vi inviò il missionario francescano Francisco de Zamora per iniziare la forzata evangelizzazione degli indigeni come nel vicino pueblo di Picuris, divenendo la base delle future missioni negli otto grandi pueblos settentrionali. Nel 1619, nell’ antico Tua-tah ormai ribattezzato pueblo di Taos, dagli indigeni i francescani fecero edificare la prima missione di San Jeronimo con l’ omonima cappella che ha lasciato i suoi resti nel vecchio cimitero appena fuori del pueblo. Dopo essere stato nominato custode del Sant’Uffizio il frate Benavides, per la sua relazione alla corona spagnola sui centri e le missioni nella colonia del Nuevo_Mèxico, nel 1629 visitò il pueblo descrivendone la missione fiorente. Reagendo alla conversione forzata i Tiwa di Taos dopo aver distrutto la prima chiesa nel 1626, si ribellarono nuovamente nel 1639 distruggendo anche la seconda missione che fu riattivata e il governatore Trevino fece arrestare quarantasette capi spirituali condannandoli a morte per stregoneria nel 1675, ma poi liberati per assicurarsi l’alleanza dei nativi contro le incursioni degli Apache da sud. Tra essi vi era uno dei depositari delle antiche tradizioni Aka Popé noto anche come Po’pay che cinque anni dopo fu tra i condottieri della grande Rivolta Pueblo del 1680 partita da qui con l’unificazione degli altri pueblos che scacciarono gli spagnoli per dodici anni. Nel 1692 Don Diego de Vargas con la sua armata iniziò la riconquista della regione con una violenta repressione, due anni dopo riprese Taos che si ribellò nuovamente nel 1696 e Vargas riuscì a sottomettere il pueblo insorto. Nel 1706 fu ricostruita la missione di San Jeronimo che divenne anche centro di commerci e fiere indigene descritte dal vescovo Tamarón nel 1760, ormai alleati nella provincia più settentrionale del Messico coloniale spagnolo e dal 1821 anche del nuovo stato indipendente del Mexico, i nativi di Taos continuarono a mantenere le antiche tradizioni. Il pueblo fu ancora travolto da conflitti durante la guerra tra Messico ed Usa, quando i pueblos si ribellarono ai nuovi invasori che occuparono la regione e i soldati statunitensi al comando del generale Stephen W.Kearny devastò Taos sterminando parte della popolazione e distruggendo la missione lasciando i suoi resti ai margini nord ovest del villaggio. Entrato nel proclamato Territory del New Mexico dal 1850 vi venne costruita una nuova chiesa tra le mura del pueblo originale e per il resto del XIX secolo la cittadina sorta vicino all’ antico Pueblo divenne un grande centro commerciale frequentato da avventurieri e protagonisti del vecchio west come Kit Carson, mentre diversi indigeni si spostarono migrando in altri territori del New Mexico e in quelli limitrofi popolati dai nativi dell’ Arizona, continuano a mantenere l’ antica cultura, tradizioni e miti come quelli rimasti nella comunità di Taos tra i vecchi edifici così come li si trovano nel sito divenuto patrimonio Unesco. Il più recente è la chiesa di San Jeronimo del 1850 e frequentata dai nativi nel loro sincretismo tra cattolicesimo e antiche tradizioni religiose, la Hlauuma della North House è l’edificio più grande dalle porte turchesi che accedono alle botteghe, dall’ altra parte l’ Hlaukwima è considerato edificio sacro. Oltre agli altri vecchi edifici indigeni in adobe che affacciano sul piazzale e le vie centrali, Ooco fuori nel vecchio cimitero rimangono i resti della prima chiesa spagnola del XVIII secolo consacrata a San Jeronimo distrutta nel 1847. Nella cittadina di Taos che ha preso nome dall’ antico Pueblo, per secoli la storica Taos Plaza è stata il centro dei commerci indigeni e coloniali e ne rimangono le vecchie botteghe che ospitano negozi artgianali, gallerie e locali. Nei pressi Kit Carson Road, Bent Street e Ledoux Street affacciano quartieri ed edifici ottocenteschi ed ogni anno per tre giorni i nativi della regione si ritrovano per celebrare le cerimonie e le danze tradizionali del Pow Wow. Uscendo dal pueblo si trova il villaggio coloniale di Ranchos fondato dagli spagnoli nel 1725 come Las Trampas de Taos con al centro la Plaza Ranchos nello storico quartiere ove affacciano i vecchi edifici in adobe con la chiesa di Ranchos consacrata a San Francisco de Asìs che fu l’omonima missione di San Francisco. Per un decina di chilometri a nord ovest si trova il magnifico panorama dal Gorge Bridge sul Rio Grande e tornando per continuare brevemente a sud est sulla panoramica via High Road nel territorio tribale, si trovano i resti di un antico sito a Pot Creek fondato nella seconda metà del XII secolo dagli antenati dei Tiwa che nel XVI secolo si trasferirono nei pressi edificando l’altro villaggio di P’įwweltha, poi chiamato pueblo di Picuris quando nel 1591 vi giunse la spedizione spagnola guidata da Castaño de Sosa. Come gli altri fu anch’esso poi raggiunto nel 1598 daJuan de Oñate durante la conquista del territorio e anche qui vi inviò i primi missionari francescani per convertire i nativi adoperati nel 1620 alla costruzione di una cappella che divenne la chiesa di San Lorenzo con l’ omonima missione come centro di evangelizzazione per i pueblos vicin, anche qui il dominio coloniale, provocò la ribellione e il capo Tupatu di Picuris fu uno dei protagonisti che nel 1680 guidò gli indigeni di tutti i villaggi della regione nel la grande rivolta Pueblo. Chiamato anche Pikuria o luogo di coloro che dipingono, il pueblo di Picurís conserva antichi edifici tradizionali in adobe e la seicentesca chiesa di San Lorenzo al centro della grande festa consacrata al santo con le cerimonie degli indigeni che amministrano la comunità con un consiglio tribale dal vicino centro di Peñasco.
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