Qinghai
Il Qinghai si stende a nord ovest verso il Xinjiang che si allunga ad est nel Gansu, poco a sud per il territorio nord orientale del Sichuan e a sud ovest attraverso l’omonimo vasto altopiano si apre il Tibet , tra montagne che dominano gli altopiani dalle vaste praterie percorse nei secoli dai nomadi, vallate attraversate da fiumi che alimentano laghi ove sono sorti centri, città e villaggi di popolazioni che mantengono antiche tradizioni.
Alla storia e cultura del Tibet è in gran parte legata quella della storica regione dell’Amdo come era noto il Qinghai, durante la lunga età del bronzo cinese dal IX secolo a.C. vi si estese la cultura Kayue seguita dalla migrazione nella regione degli antenati del popolo Qiang poi diffuso ad est dell’ altopiano tibetano fino ai monti occidentali del Sichuan. A metà del III secolo d.C. dalla Mongolia interna vi migrarono poi tribù nomadi discendenti dall’ antico popolo proto mongolo dei Xianbei, sottomettendo le popolazioni locali nel 284 vi fondarono il regno dinastico ‘A-zha di Tuyuhun, divenuto un grande impero esteso ad ovest fino al Xinjiang e ad est allo Shaanxi unificando il vasto territorio e controllando il percorso meridionale della Via della Seta attraverso il Xinjiang e il Gansu riaprendo i commerci e gli scambi culturali tra le regioni occidentali ed orientali. A metà del VII secolo fu conquistato dall’ impero Chen Po del Tibet e ciò che restava dei mongoli del Tuyuhun nel Qinghai migrarono ad est guidati dal Khan Nuohebo mentre nell’ VIII secolo anche il Chen Po tibetano entrò nel controllo dell’ impero Tang rimanendo vassallo indipendente. Mentre come nel resto della regione anche nel Qinghai si diffondevano le scuole del buddismo tibetano , con decadenza del suo impero si divise in potentati locali e con la sconfitta dell’ ultimo regno di Kokonor dal 1070 venne conquistato dalla dinastia Song entrando definitivamente nei domini imperiali cinesi. Dopo le invasioni mongole del Tibet guidate da Möngke Khan dal 1244, fu parte del nuovo impero della dinastia mongola Yuan fondato da Kublai Khan assieme al resto della Cina e dall’ epoca per oltre un secolo fu nel dominio Yuan da territorio feudale vassallo imperiale assieme al Tibet e vi venne istituito il Xuanzheng come dipartimento ed ufficio degli affari buddisti e tibetani con il governo affidato al religioso Phagpa, che fu precettore alla corte di Kublai Khan e quinto patriarca della scuola buddista tibetana Sakya. Come primo capo spirituale e politico della provincia tibetana fondò la sua dinastia Phagmodrupa con il titolo ereditario di governatore per gli Yuan e grande autorità di amministratore Dpon-chen, il potere dei Sakya fu poi minacciato nel 1285 dalla setta Drikung del Kagyu che scatenò una rivolta trascinata per cinque anni con l’ appoggio di Duwa, all’ epoca sovrano del limitrofo potente Khanato Chagatai di Ulus ed infine repressa nel 1290. Con la decadenza della dinastia Yuan anche il potere dei Sakya fu limitato e venne rovesciato da Tai Situ Changchub di Gyaltsen a metà del XIV secolo fondando la nuova dinastia regnante tibetana che governò la regione dal 1354 all’inizio del XVII secolo con l’autorità spirituale e di potere della scuola del Lignaggio orale Kagyu , dopo la caduta della dinastia Yuan nella seconda metà del XIV secolo il successore Jamyang_Shakya dei Gyaltsen iniziò le relazioni con il nuovo impero cinese Han della dinastia Ming. Gran parte della regione dal 1640 per quasi un secolo entrò nei domini del kanato di Khoshut fondato nel XVII secolo sull’ altopiano tibetano dalla confederazione più occidentale mongola degli Oirat fino al 1724 quando fu riconquistata dall’ impero cinese con la nuova ed l’ultima dinastia Qing, dal Xinjiang allo Shaanxi le popolazioni islamiche Hui si sollevarono contro l’autorità imperiale dal 1862 con la prima rivolta del Dungan che si trascinò per quindici anni e dopo la repressione molti furono deportati dallo Shaanxi nel Gansu e Qingai ove si ribellarono nuovamente nel 1895 e repressi mentre la dinastia decadeva. Dopo la rivoluzione del Xinhai nel 1911, che pose fine al millenario Celeste Impero con la fondazione della prima repubblica in Cina, iniziarono i conflitti con i vari potentati locali che si spartirono varie regioni nell’ era dei Junfa nota come dei Signori della Guerra schierati nelle fazioni Jítuán o cricche, tra le più potenti quella Ma nel Gansu e il Qinghai prese il potere divenendo dominio del signore della guerra musulmano Ma_Qi , respingendo l’ attacco tibetano ne venne poi nominato governatore fino al 1928, passando poi il potere al fratello Ma Lin per un decennio quando fu definitivamente preso dal comandante militare e suo nipote generale Bufang con il governo nazionalista nella dittatura di Chiang Kai-shek che represse duramente i tibetani nell’ l’ ultimo dei conflitti delle lunghe rivolte Golok nella regione. Nel frattempo il Qingai rimase ai margini della lunga guerra contro il Giappone che aveva devastato gran parte del paese fino alla capitolazione nipponica nel 1945 e la successiva ripresa della guerra civile in Cina dopo lo scioglimento del Fronte Unito tra il governo nazionalista e le forze comuniste vittoriose nel 1949 proclamando la nuova repubblica popolare cinese e l’ inizio del lungo periodo della rivoluzione maoista. Sollevata dalle formazioni nazionaliste rimaste nel 1950 le popolazioni musulmane insorsero nella rivolta islamica del Kuomintang dilagata tra il Xinjiang, Gansu e il Qinghai per otto anni, per poi tornare provincia nell’ autorità del governo e rimasta isolata per decenni fino all’ apertura dopo il periodo maoista nella Cina popolare.
Popoli del Qinghai
Tra le città, centri e villaggi tra le prefetture e contee nelle divisioni amministrative del Qinghai , durante la sua lunga storia si sono insediate varie popolazioni depositarie di culture e tradizioni diverse, oltre ai cinesi Han che si sono insediati in gran parte del territorio, discendenti dai Mongoli quando invasero la regione, noti come i Tu Zo mongoli bianchi, il popolo dei Monguor dalla lunga storia, in gran parte diffuso nella regione orientale tra la nella contea autonoma di Huzhu e più ad est fino ai confini con il Gansu e nella limitrofa contea autonoma Minhe , agricoltori e ed allevatori legati da tradizioni comuni e dai vari diletti nell’ idioma Tǔzúyǔ della lingua Mongor. Originariamente fondavano la più antica tradizione religiosa e comunitaria sull’antico sciamanesimo del Böö mörgöl dalla ritualità legata al mondo degli spiriti e la natura, il Confucianesimo venne integrato dai contatti con i cinesi Han nella regione e successivamente al Taoismo divenuto religione ufficiale del Celeste impero assieme al buddismo in Cina che, tra i Monguor come altre popolazioni del Qhigai, si diffuse con le scuole lamaiste di quello Tibetano , conservando a lungo antichi culti che in parte sopravvivono in alcune comunità. In gran parte riunite il villaggi rurali ove si trovano un santuario taoista e un tempio buddista ove i monaci celebrano le più diffuse cerimonie buddiste, i sacerdoti taoisti presiedono matrimoni, funerali e altre funzioni, mentre l’antica tradizione sciamanica rimane solo per le cure degli infermi e le cerimonie nelle celebrazioni del Nadun che riunisce ogni anno le varie comunità con i costumi tradizionali, rappresentazioni e danze. La contea autonoma Xunhua orientale è il territorio dell’ islamizzato popolo di stirpe turcomanna dei Salar, discendenti dalla migrazione nel XIV secolo giunta dall’ Asia centrale tra il Gansu e Qinghai del popolo Oghuz, agricoltori e commercianti nei vari centri e villaggi dalle comunità tradizionalmente fondate su famiglie dello stesso clan e dalla lingua Salar , diversamente dalle altre popolazioni islamizzate cinesi Hui religiosamente legati all’ odine sunnita sufista del Naqshbandi. Assieme ai Salar i commercianti musulmani dell’ Asia Centrale giunti sulla Via della Seta inziarono a convertire i Kache , come sono noti i tibetani islamizzati, mentre dalla limitrofa provincia del Gansu si estendono le comunità islamiche dei Dongxiang nella contea che ne prede nome come Dongxiang e Salar ove fino alla vicina contea autonoma di Jishishan si stende il territorio del popolo di antica stirpe mongola dei Bonan divisi tra la maggioranza nusulmana e il resto buddista. Depositari della grande cultura del Tibet estesa nel Qingai, diverse prefetture autonome sono territorio di alcune popolazioni di stirpe Tibetana dalle varie comunità legate da cultura, tradizioni, costumi, religione e dialetti locali della propria lingua Amdo, alcune ancora nomadi per il vasto altopiano che si muovono con i loro accampamenti periodici dalle tradizioni simili ai Changpa del Tibet settentrionale
Xining
La valle del fiume Huang che si stende dal Gansu per l’altopiano del Qinghai è stata fin dall’antichità incontro della cultura Han cinese con quelle delle popolazioni mongole e tibetane, ove passava il percorso dell’ Hexi, noto come il corridoio del Gansu, che collegava la ramificazione dell’ antico percorso sulla Via della Seta del Nord, dal I secolo d.C. vi fu fondato un centro di carovane e commerci a lungo fiorito nei successivi percorrendo la storia del Qinghai fino a divenirne la popolosa capitale Xining estesa negli ultimi decenni in una moderna città. Tra i suoi nuovi quartieri ha conservato il suo passato con il più recente nel distretto orientale con il grande palazzo di Ma Bufang edificato per ospitare la residenza del signore della guerra governatore della provincia completato nel 1943 dai sontuosi edifici, ma a ritroso nella storia come grande centro culturale e religioso tibetano, a nord della periferia sul colle di Beishan con i suoi edifici che dominano la città si erge il tempio buddista della montagna settentrionale di Tulou con un centinaio di grotte sulla scogliera collegate da sentieri riccamente decorate da affreschi e sculture alle pareti, tra i più antichi dal III a V secolo che raffigurano leggende, miti e cerimonie buddiste. Alla base da un portale decorato si accede al tempio con la sala Lingguan, delle due grandi statue dei Buddah splendenti Lutian Jingang che si ergevano all’ingresso ne è rimasta una, continuando tra i vari edifici il più imponente ospita la sala di Wangmu consacrata alla divinizzata Xi Wangmu taoista , mentre sulla cima si erge la verde pagoda di Ningshou esagonale che domina gli altri edifici con le sale decorate di preghiera frequentate da fedeli e pellegrini. Nel distretto di Huangyuan sull’ omonima via si trova la grande moschea di Dongguan fondata nel 1380 e restaurata varie volte come la si trova conservando lo stile originale dalla cupola vede e i due minareti dagli interni decorati in stile islamico cinese, tra le più grandi nella regione cinese settentrionale, la moschea di Dongguan è sorta non distante dalla montagna del sole e della luna, come e chiamato il monte Riyue. Avvolto da antiche leggende e sacro al buddismo, per secoli transito di commerci tra i popoli Han cinese e Zang tibetani ove ad ovest scorre il fiume Daotang ricordate dal padiglione Ri del Sole e Yue della Luna ai lati del passo nella montagna. Nel limitrofo distretto di Huangzhong poco a sud ovest dalla città il villaggio di Lusar ospita il grande tempio buddista Ta’er sul monte del Loto con i suoi vari edifici e gompa bianchi sulle mura che li circondano come il venerato monastero di Kumbum fondato nel 1583 in stile tradizionale tra i più grandi e venerati monasteri tibetani, legato alla scuola Gelug con gli edifici dalle pareti affrescate e le sale riccamente decorate, dipinti, statue e arredi religiosi, tra le altre le più imponenti Dajinwa e Dajing. Il il monastero Kumbun è meta di pellegrinaggi animato dai fedeli con le loro offerte e preghiere, vi si celebrano varie cerimonie religiose, tra le altre la grande festa della preghiera Monlam annuale, ad aprile l’ esposizione di una enorme immagine del Buddha sul monte del Loto, a giugno la processione con la statua dorata del Buddha Maitreya e a settembre l’ apertura di tutte le sale animate da pellegrini e monaci, mentre si celebrano le cerimonie con le danze mistiche Changmo che richiamano i fedeli allo splendido Kumbum con i suoi tesori come depositario del buddismo tibetano. Dal 2006 è stata completata la linea ferroviaria del Qingzang che collega Xining a Lhasa come tra le più alte al mondo attraverso l’ altopiano del Qinghai fino al Tibet in un lungo percorso che prima della sua apertura lo ricordo su vecchi bus locali che arrancavano sulle vie tortuose tra le montagne e frequentati dai nomadi attraverso il vasto altopiano del Tibet ove nella regione di Xining, un tempo noto anche come Koko Nor, si stende il grande lago Qinghai.
Lago Qinghai
Assieme a quelle di stirpe tibetane dal medioevo è popolato dalle tribù alto mongole dei Koke Nuur il suggestivo ambiente circondato dalle praterie nei secolari percorsi dei nomadi con la ricca fauna endemica dichiarato grande patrimonio naturale dell’Unesco, come il più vasto lago salato cinese, tra i suoi splendidi scenari si apre magnificamente lo spettacolare Qinghai ove tra le altre che emergono dalle acque blu a nord ovest si trova l’ isola degli uccelli popolata da una gran varietà di specie endemiche migratori. Poco oltre il lago nel territorio sud orientale inizia la prefettura autonoma tibetana di Hainan tra montagne, laghi, vallate percorse da fiumi e praterie in un suggestivo ambiente che continua nella limitrofa prefettura dell’ Haidong con la contea autonoma di Xunhua Salar ove si trova la grande riserva naturale nazionale di Mengda tra le maestose montagne e vallate coperte da foreste e praterie fiorite in estate, tra i magnifici scenari e picchi dalle variegate forme splende il Lago Celeste. Poco a nord ovest inizia l’altra prefettura autonoma tibetana di Haibei ove dal lago Qinghai si stende la prateria di Jinyintan dai pascoli frequentati per secoli dai nomadi che splende fiorita di colza gialla in estate, attraversata dal fiume Haomen fino al parco forestale di Xianmi, e oltre il monte Qilian tra montagne si apre la suggestiva gola di Heihe. A sud della contea di Ledu si erge il tempio di Quatan consacrato al Buddah Gautama fondato all’ inizio della dinastia Ming nel 1392 che conserva il suo maestoso aspetto con gli edifici tra due cortili con la Porta del Tempio decorata che accede agli edifici che ospitano le sale Vajra, Qutan, Baoguang e Longguo riccamente decorate con immagini, statue e dipinti così come gli altri edifici ai lati nello stile cinese Ming tradizionale
Haixi e Huangnan
Nel territorio occidentale la prefettura mongola tibetana di Haixi fu a lungo territorio tradizionale del popolo Qiang e sugli antichi percorsi dei nomadi verso la contea di Ulan parte dell’ Haixi si stende su giacimenti di gas e potassio ove negli anni cinquanta venne fondata la città di Golmud con la stazione sulla linea ferroviaria per il Tibet e la strada che sale tra le montagne ad oltre quattromila metri per il passo di Kunlun. Da Golmud poco a nord, in un magnifico scenario dominato dalla catena dei monti Kunlun che si allunga dal Xinjiang meridionale sull’ altopiano, si raggiunge la pianura di Qarhan con una decina di piccoli laghi salati fino a quello che ne prende nome come Qarhan e continuando per la pianura al più grande che si stende nella suggestione dell’ ambiente lago di Dabusun dallo spettacolo di abbacinante di bianco che contrasta con il blu del cielo , dal nome del vicino villaggio è anche noto come il lago salato di Chaka . Continuando tra le montagne verso il Xinjiang sempre in un suggestivo territorio, si stende la grande riserva naturale di Hoh Xil in un magnifico ambiente popolato da una ricca fauna con oltre duecento specie endemiche e rare. Nell’ autonoma prefettura tibetana di Huangnan, che si stende per il territorio orientale tra magnifici scenari, centro della cultura tibetana espressa nei vari altri monasteri, gompa e templi dell’ Huangnan , si trova il più grande monastero tibetano di suore consacrate della scuola Ningma nel tempio di Aqiongnanzong fondato nell’ XI secolo , tra montagne rosse di Kanbula in un suggestivo paesaggio si trova l’ omonimo parco forestale nazionale di Kanbula popolata da animali estesa fino allo splendido lago verde di Lijiaxia. Nella prefettura si trova la contea che prende nome dalla città di Tongren ove all’inizio del XIV secolo risale la prima fondazione del tempio con il monastero di Rongwo che conserva il suo aspetto maestoso ai piedi del monte Xisha sulla sponda del fiume Longwu con il grande tempio di Rongwo fondato su tre precedenti inizialmente da monaci della scuola Sakya poi passato a quella Geluk nel 1630 e ampliato come lo sti trova con nove templi in stile tradizionale dagli interni riccamente decorati e gli edifici, tra statue, dipinti e arredi religiosi si tengono quotidiane cerimonie con i monaci in preghiera, fedeli e pellegrini che animano la suggestiva atmosfera del Rongwo.
Yushu e Golog
Nella nord occidentale la prefettura autonoma tibetana di Yushu dall’antico mercato tibetano di Gyêgumdo si è esteso il centro di Gyègu divenuto un distretto centrale della città che ha preso nome dal territorio come Yushu che oltre a vari edifici e una moschea della sua storia ha conservato alcuni templi e monasteri tra essi su un colle quello di Gyegu e poco fuori dalla città gli altri due monasteri di Thrangu e Domkar. Continuando nel territorio tra altri edifici sacri tibetani si trova il tempio di Wencheng edificato in epoca Tang come tempio buddista consacrato alla quasi mitica e divinizzata principessa Wencheng venerata dai tibetani. dalle sale decorate con al centro quella delle rappresentazioni buddiste che continuano nei rilievi scavati sulla scogliera ove si erge il tempio, celebrata anche nel passo del monte Riyue ove rimangono i resti del monastero di Tongkor. Nella contea di Huangyuan non distante da Yushu il centro di Tongkor, fondato nel 1648 come Dan Gar, si è estesa dall’ epoca la città di Chengguan che ne conserva alcuni edifici e templi tibetani, nello steso territorio rimangono I resti del gompa di Ladrolne e del sito di Rali oltre quelli del monastero Ganden Tengyeling di Tongkor, nella suggestione dell’ altopiano si trova il santuario di Gyanak-mani dal tempio con i gompa circondato dal vasto cumulo di pietre per la preghiera incise con immagini del Buddha nelle sue varie rappresentazioni, tra i più venerati dal buddismo tibetano. Continuando nel territorio del Yushu, ove la cultura buddista tibetana è conservata nei vari antichi templi e gompa, tra le montagne innevate, vallate percorse da fiumi e paludi in un ambiente suggestivo popolato da una ricca fauna, si mantengono le antiche tradizioni tibetane nei villaggi e gli accampamenti nomadi nei costumi tradizionali, cerimonie, danze e canti religiosi che culminano nella grande festa di Yushu con le corse ogni anno alla fine di luglio. Oltre la città delle montagne di Tanggulashan , ove si stende l’ ’altopiano del Qinghai sgorgano le sorgenti dei grani fiumi cinesi Giallo Yangtze, e Lanchang nel suggestivo territorio protetto dalla riserva naturale Sanjiangyuan dei Tre Fiumi tra rilievi e vallate percorse da fiumi e foreste popolate da una ricca fauna con una gran varietà di specie endemiche tibetane come il parco più vasto del Qinghai. Dal Sanjiangyuan, scendendo nella regione sud orientale si stende la prefettura autonoma tibetana di Golog , territorio tradizionale delle popolazioni riunite nella confederazione dei Golok a lungo fieramente indipendente contro i domini cinese Han e tibetano, tra le montagne innevate, vallate e foreste percorse da torrenti che alimentano laghi. Le vaste praterie frequentate dai nomadi si stendono fino agli splendidi laghi Zhaling, Eling, Donggeicuona e Xingxiuha da dove sgorgano le sorgenti del fiume Giallo e il Golog appare ancora più affascinante quando ad agosto si tengono le feste del Gesar con rappresentazioni tibetane e danze in costume, competizioni tradizionali di lotta e corse di cavalli. Dal Qinghai si stende ad est la storica regione del Sichuan con i suoi suggestivi territori dal grande patrimonio culturale, mentre a sud ovest l’itinerario continua attraverso il maestoso altopiano frequentato dai nomadi, tra le montagne e vallate lungo l’ Himalaya ove si apre il Tibet tra le antiche città, centri e villaggi tradizionali ove si ergono i più suggestivi templi e monasteri.