Storia della Siberia
Oltre il Caucaso e a nord della vasta regione che si stende in Asia centrale, l’immenso territorio della Siberia rimane il più sconfinato e affascinante della Russia orientale, dalla catena montuosa degli Urali alla sconfinate pianure percorse da fiume fino alle gelide coste artiche e l’estremo oriente russo, ove rimane la cultura e tradizioni degli antichi popoli siberiani.
Il popolamento della Siberia
Durante il lungo periodo preistorico in Siberia antiche tribù di cacciatori nomadi seguendo le migrazioni degli animali attraversarono le terre all’epoca emerse della Beringia passando nei vasti territori settentrionali dell’Alaska artica da dove iniziò il popolamento della regione più settentrionale nordamericana, mentre gli antenati dei popoli siberiani alla fine del V millennio si spinsero nei territori più orientali ove si unificarono nella neolitica cultura di Syalakh, seguita quasi due millenni più tardi dall’altra cultura siberiana orientale di Ymyyakhtakh. Nello stesso periodo durante l’età del bronzo dai territori del Caucaso settentrionale si estese nella regione siberiana occidentale l’antica cultura di Kurgan per il vasto territorio attraversato dalla lunga catena dei monti Altaj ove ha lasciato i suoi più diffusi resti a Pazyryk, antenati delle tribù nomadi Xiongnu poi unificate nel potente popolo degli Unni che dal IV secolo d.C. iniziarono la loro invasione ad occidente. Seguirono le tribù Tuba-Kizhi di stirpe mongola turca noti come Altaici poi unificate ad altre formando una delle grandi tribù degli Oirad che si spostavano dalle steppe cinesi occidentali e la Mongolia attraverso la Siberia verso ovest fino al Kazakistan, continuando a conservare parte delle antiche tradizioni religiose sciamaniche come le altre Oraid le tribù siberiane si convertirono al Buddismo diffuso nella regione con la scuola del buddismo tibetano lamaista Nang pa . Assieme alle altre popolazioni turche orientali si unirono ai Mongoli all’inizio del XIII secolo nella loro incontenibile avanzata ad occidente e la conquista dell’Asia centrale e più tardi nella regione occidentale siberiana si estese il potente Khanato Kipchak detto dell’Orda d’Oro, più tardi la regione siberiana occidentale venne conquistata da tribù turcomanne venute dal Kirghizistan che, assieme ad altre di stirpe turco tartare, nella prima metà del XV secolo fondarono il Khanato di Sibir.
La conquista russa
Nella seconda metà del XVI secolo con l’ascesa del potente granducato russo di Moscov, lo zar Ivan il terribile iniziò l’espansione ad est inviando l’esercito al comando il cosacco Ermak Timofeevič, noto alle cronache come il conquistatore dell’est Ermak che dal 1579 invase il territorio dei tartari islamizzati nel khanato di Sibir e, con quella che venne celebrata come l’epopea dei Cosacchi di Ermak nei remoti territori nord orientali, iniziò la grande conquista russa della Siberia continuata nel secolo successivo con l’arrivo di altri Kozaky e i primi coloni che si addentrarono nell’immensa regione seguendo le vie fluviali della Siberia mentre ne esploravano i territori e vi fondavano le loro comunità trovando le comunità delle antiche popolazioni siberiane. Con alcune iniziarono i commerci delle pregiate pellicce di ermellino e volpi, con altre parte del grande popolo Tunguso, diffuso tra Manciuria e la regione siberiana settentrionale, entrarono in conflitti come gli Ewenki che si scontrarono a lungo con i russi per mantenere l’indipendenza fino ad essere costretti a cedere nel 1623, così come poi venne pacificata in breve l’opposizione della popolazione mongola settentrionale dei Buriati, mentre nella penisola nord orientale che ne prende nome continuarono a resistere più a lungo le tribù dei Čukči e nell’altra lunga penisola della Kamčatka quelle dei koryak noti anche come Coriachi. Il territorio ad est degli Urali fino al fiume Yenisei nel tardo medioevo fu popolato dai Sibirlar noti come Tartari siberiani di stirpe turco mongola di medesima origine dei dei Bukharlyk che si riunirono a comunità di Uzbeki, Tajiki e Uighur, originari dell’Uzbekistan e i limitrofi territori ove si estendeva il Buxoro Xonligi medioevale del Khanato di Bukhara islamizzato. Nella seconda metà del XVII secolo l’espansione russa si spinse fino al territorio sud orientale dell’Amur attraversato dall’omonimo fiume che sfocia nel Pacifico ove nel 1651 venne edificata la fortezza cosacca di Albazin provocando i conflitti di confine ad est con la ad est con la Cina della dinastia Qing terminati nel 1689 quando tra i due imperi venne stipulato il trattato di Nerchinsk che costrinse i russi a lasciare la fortezza assieme alla colonizzazione della regione proseguendo quella nel resto della Siberia.
Il dominio zarista
Durante il regno dello zar Pietro I, assieme all’opera riformatrice e di modernizzazione, il sovrano inaugurò la grande storia russa dal 1721 fino alla fine del XVIII secolo ereditata nei successivi fino alla caduta il grande e potente impero della Rossijskaja. Oltre all’apertura di nuovi commerci internazionali, iniziò anche l’epoca del colonialismo russo nei vasti territori settentrionali nordamericani con l’apertura delle rotte commerciali che diedero inizio alla più recente storia dell’Alaska. Nel 1724 Pietro il Grande alla ricerca dell’ormai leggendario passaggio a Nord Ovest tra la Siberia e l’estremità settentrionale americana inviò la prima grande spedizione della Kamchatka affidata al comando del navigatore danese della marina imperiale Vitus Bering su una nuova rotta tra il mare e lo stretto di Bering che presero il suo nome Dal 1733 seguì quella che fu detta la lunga spedizione del Grande Nord con le esplorazioni durate un decennio e la seconda spedizione della Kamčatka nel 1742 anch’essa affidata all’ormai esperto esploratore e cartografo Bering che raggiunse l’estremità sud orientale lungo costa si allunga od ovest nell’oceano con l’arcipelago delle isole Aleutine, esplorate poi da altre spedizioni russe nei territori popolati dagli Aleut e Yupik dell’Artico. Dagli omonimi mercanti nel 1783 fu fondata la prima compagnia per il commercio delle pellicce di Shelikhov-Golikov aprendo i primi centri commerciali e all’inizio del secolo successivo con la nuova e potente compagnia Amerikanskaya si estese il traffico nel commercio di pellicce dalla Siberia sulle rotte della regione costiera in Alaska che divenne dominio russo. Nella seconda metà del XIX secolo l’impero russo dello zar Alessandro II raggiunse la massima espansione in vari territori verso l’Asia centrale dominando da ovest gran parte dell’altra vasta regione settentrionale del Caucaso, mentre più a nord est venne completata la conquista e la colonizzazione della Siberia fino al Pacifico settentrionale con l’annessione dell’isola di Sakhalin e più tardi parte del limitrofo arcipelago delle contese isole Curili venne ceduto al Giappone, mentre nel 1867 con quello che fu detto l’acquisto dell’Aljask passarono nel dominio statunitense i territori colonizzati dai russi in Alaska. Nel frattempo dal XVII secolo fino all’inizio del XX ebbe una grande migrazione di contadini ucraini Ukraintsy che fondarono le loro comunità agricole nelle regioni più fertili diffondendo il cristianesimo ortodosso russo e mentre continuava la grande espansione coloniale russa in Siberia, per collegare i territori nord orientali ed incrementarne i commerci veniva iniziata la costruzione della lunga ferrovia Transiberiana inaugurata nel 1891 e terminata poi con il percorso Transsibirskaja nel 1916 fino al porto siberiano sul Pacifico di Vladivostok.
La Siberia Sovietica
Con guerra Russo Giapponese e l’anno dopo la rivoluzione del 1905, iniziò la rapida fine della dinastia Romanov e del suo ultimo zar Nicola II che portò poi alle devastazioni della prima guerra mondiale, definitivamente travolto dalla vittoriosa rivoluzione russa nel 1917 e con lui il secolare regime zarista. Gli antibolscevichi si riunirono nel Movimento Bianco del Beloye con le loro formazioni armate confluite nella bellicosa e sanguinaria armata Belaya o Armata Bianca che per oltre quattro anni scatenarono la violenta e devastante Guerra civile sostenuta dalle potenze occidentali, disponendo anche una sua marina militare con la Belyy flot o Flotta Bianca che contava su navi da guerra dalle basi sul Mar Nero e in Siberia comandata dall’ammiraglio Aleksandr Kolčak. Sullo stesso fronte orientale operava la formazione dell’esercito Sibriskaya a difesa del governo provvisorio antibolscevico di Omsk che proclamò la repubblica autonoma antibolscevica di Sibir’ sciolta poco dopo da Kolčak, mentre fu conservato lo stato cosacco del Transbajkal che fondò il movimento bianco del Transbaikal durante la guerra civile ad est schierando i cosacchi del Baikal nella regione attorno l’omonimo lago guidati dall’Ataman Grigory Mikhaylovich Semyonov noto come Semenov .Mentre si ritirava da Omsk l’armata controrivoluzionaria dell’ammiraglio Kolčak si ritirò con quella che fu ricordata la lunga marci sul ghiaccio del Sibirskiy verso ovest fino ad essere sconfitto. All’esercito cosacco di Semenov venne a mancare il sostegno giapponese, sconfitto più volte e ritiratosi in Manciuria da dove i rimasti si rifugiarono nella provincia mongola nord orientale di Hailar, nel frattempo l’indipendente repubblica dell’Estremo Oriente Russo Chita o Dalnevostochnaya fondata nel 1920, entrò poco dopo nella Repubblica socialista federativa Sovietica russa Rsfsr . Durante l’era stalinista, con i piani quinquennali e l’industrializzazione dell’Unione Sovietica in Siberia sorsero grandi centri minerari ed industriali e l’estensione delle varie città sorte nel secolo precedente, mentre iniziava la deportazione degli oppositori e poi dei prigionieri di guerra nei campi di detenzione siberiani noti come Gulag, continuata per tutto il periodo sovietico. Con entrata nella seconda guerra mondiale dell’Urss e la lunga resistenza dell’Armata Rossa con la popolazione dopo invasione nazista della Russia nel 1941 fino alla vittoria finale, la regione siberiana divenne base di rifornimenti industriali e sostentamento della popolazione, oltre rifugio per masse di evacuati e retrovia del fronte, mentre oltre tre milioni di siberiani militarono nell’Armata Rossa con ingenti perdite e quando nel 1945 l’Urss si impegno nella guerra contro il Giappone, l’armata sovietica lo raggiunse in breve il fronte più orientale con la ferrovia Transiberiana per combattere e sovrastare quella nipponica del Kwan-Tung per la definitiva sconfitta del Giappone. Con le sue varie repubbliche la regione siberiana venne divista nel distretto federale degli Uralsky nella regione occidentale degli Urali ad est il limitrofo distretto Sibirsky e il più vasto distretto russo orientale Dalnevostochny dell’Estremo oriente. Nei vari distretti e province sorsero altri centri minerari ed industriali assieme alle varie città estese dalle precedenti e nuove per tutto il lungo periodo dell’Unione Sovietica fino alla sua dissoluzione nel 1991, mantenendo i grandi distretti federali l’immenso territorio della Siberia entrò nella nuova federazione russa, mentre gran parte delle repubbliche sovietiche del Caucaso si resero indipendenti come le altre che erano state fondate nella vasta regione dell’Asia centrale.