Siberia

Urali

Oltre il  Caucaso  nord orientale  inizia l’ immensa regione della Siberia, dalle steppe tra il Caspio e il lago d’Aral la lunga catena dei monti Urali separa il vasto territorio Zapadnaja Sibir a nord del deserto del Gobi che si stende dalla regione cinese occidentale  del Xinjiang , il vastissimo bassopiano siberiano occidentale  Zapadno  inizia ad est del  territorio  settentrionale del Kazakistan  nel vasto territorio dominato dalla maestosa catena dei monti Altaj  da dove a nord est si allunga l’ altra catena dei monti  Sajany   per regione sud orientale siberiana  fino al grande lago  Baikal  e Irkutsk. Tra l’estremità orientale europea e quella occidentale asiatica  la lunga catena dei monti  Urali segna il confine tra i due continenti e attorno ad essa ne prende nome la vasta regione  di Ural  estesa fino alle coste settentrionali che affacciano sul mar  glaciale dell’ Artico , dalla più occidentale ove al largo della penisola Yugorsky emerge l’ isola di  Vaygach  o Vajgač ,  separata dallo stretto di Kara  all’estremità nord occidentale europea  dall’ altra e più grande isola della Novaya Zemlya , mentre  dal territorio meridionale fino a sfociare nel Caspio scorre lo Yaik meglio noto come  il lungo fiume Ural. Un vasto e  suggestivo territorio che si estende tra variegati ambienti naturali in parte protetti dai più affascinanti tra i  parchi siberiani dell’ ovest  popolati dalla ricca e varia fauna endemica, oltre il confine uralico all’estremità nord occidentale ove si stende l’ arcipelago della Novaja-Zemlja sul mar glaciale  per proteggere l’ ambiente e la  fauna artica si trova  il vasto parco nazionale Rousskaïa dell’ Artika . Scendendo a sud est per il territorio occidentale  Zapadnaja ove si stendono le vaste pianure della  Sibir , le foreste all’ estremità meridionale degli Urali dal suggestivo ambiente sono protette dal parco nazionale di  Bashkiriya  popolato da fauna endemica che continua ad ovest tra i monti nell’ isolata riserva di   Shulgan-Tash e  più ad est quella vicina  entomologica di Allyn-Solok, nella sud occidentale regione Kuzbass dell’ oblast’ di Kemerovo  dove la pianura siberiana  occidentale incontra le montagne meridionali, oltre  il grande bacino minerario di  Kuzbass tra gli alti corsi dei fiumi Ob’ e Jenisej, i rilievi coperti da foreste sono protetti dal parco nazionale di Shorsky popolato da varie specie di uccelli e mammiferi diffusi nella regione.

Popoli degli Urali

Parte della regione è territorio tradizionale delle popolazioni Samoiedi  legati dalle simili origini, cultura, tradizioni e  idiomi delle lingue Uraliche , la più numerosa è quella di allevatori di renne nella tundra  dei Nenezi o Nency  dalla Baja dell’Esej a est fino alla penisola di Kanin che come altre  hanno conservato le antiche tradizioni e i culti legati allo sciamanesimo della Siberia  comune alla popolazioni di medesima stirpe nonostante la diffusione del cristianesimo ortodosso russo. Come per gran parte dei popoli siberiani  la tradizione  sciamanica con le sue cerimonie e culti è fondamento dell’antica società tra  le  comunità  di pescatori, cacciatori ed allevatori di renne, tra essi i  Nenet popolano  il distretto federale autonomo Okrug  Nenet  di  Yamalo che affaccia sula costa del mar glaciale artico, gli Yenisey Samoiedi meglio noti come Enet il territorio settentrionale  sull’ artico della vasta regione distesa nel più orientale kral  di Krasnoyarsk , ove sulla costa artica come lembo più settentrionale dell’ Eurasia  si allunga la penisola di Taymyr , da quando vi migrarono è secolare terra tradizionale  delle  tribù  del popolo  Nganasan, mentre più ad est nella pianura sud orientale siberiana si stende il territorio degli  Ostyak o Selkup , anch’ essi di stirpe Samoiede meridionale come le tribù che nel XVII secolo  migrarono tra le steppe e la taiga lungo fiumi Kan e Mana dei Kamasin  pescatori e allevatori di renne. La  più occidentale Repubblica di Komi  si stende oltre i margini più occidentali siberiani e prende nome dal popolo dei Komi o Zyryan, discendenti dalle tribù di stirpe e lingue ugrofinniche dei Permiani, noti anticamente  anche come Sirieni, riuniti in grandi famiglie nei villaggi e comunità lungo i fiumi, tradizionalmente pescatori e cacciatori  ove,  dal XVIII secolo con la colonizzazione russa, sono state introdotte l’agricoltura e l’allevamento oltre il cristianesimo ortodosso pur non abbandonando le tradizioni sciamaniche,  mentre le comunità più settentrionali dei Komi-Ižemci continuano a basare l’ esistenza sull’allevamento di renne conservando alcune diverse proprie tradizioni. Nel territorio nord orientale il popolo dei  Mansi o Muncie, come le altre popolazioni nomadi siberiane  si spostavano nei loro  accampamenti di tende Čum, discendenti dalle tribù Uraliche di cacciatori nomadi e allevatori  dalle antichissime origini neolitiche. Nell’ XI secolo i Mansi iniziarono i loro primi contatti con le popolazioni  più occidentali e dalla fine del XVII secolo  con l’avanzata del colonialismo russe furono  in parte convertiti al cristianesimo ortodosso, poi spinti nei limitrofi territori  nord orientali, ove si trovano in gran parte concentrati nel  circondario federale autonomo  siberiano occidentale Chanty-Mansi di Jugra. Anche con la diffusione del cristianesimo hanno mantenuto le antiche tradizioni animistiche sciamaniche  e la mitologia Menk tramandata nella tradizione orale, oltre la divisione tribale e i grandi clan Por che considera l’ Orso come antenato mitico e il Mos fondato dall’antenata  Kaltashch. Il popolo dei Mansi è strettamente legato per origini,  storia, lingua e tradizioni a quello vicino degli Ostiak meglio noti come Khanty diffusi  lungo il medio e basso corso del fiume Ob´ e sui margini della tundra artica fino al basso corso dello Ienissei. Di lingua finnica uralica , come altre popolazioni Samoiedi della tundra,  sono allevatori  di renne che si spostano tra i pascoli, mentre quelli più meridionali rimangono legati alla caccia nella foresta e la pesca nei fiumi,   anch’ essi dalla simile organizzazione tribale e antico universo spirituale animistico sciamanico tradotto nelle rappresentazioni e figure artistiche dei   costumi e ornamenti simbolici Khantijskie.

Il corso della storia

La lunga storia degli Urali  iniziò dal primo popolamento del territorio più meridionale nel paleolitico superiore e la cultura preistorica che ha lasciato dipinti ed incisioni rupestri nella grotta di  Kapova risalenti al XIV millennio, dal più occidentale territorio del fiume Dnepr nel V millennio vi si estesero comunità della cultura di Sredny Stog, seguita dalla tarda età del rame all’ inizio di  quella del bronzo dalla cultura di Yamnaya  fino alla metà del secondo millennio  quando nella regione si diffuse la più evoluta  cultura di Poltavka. Dai territori tra le valli del Volga e il bacino del fiume Kama da ovest vi si estese poi  la cultura di  Abashevo seguita nel vasto territorio europeo orientale a quello centroasiatico dalla cultura Sintashta che ha dominato la regione fino al XVIII secolo a.C. ed infine le varie popolazioni tribali che fiorirono nell’ età del bronzo riunite nella cultura di  Andronovo che dall’ epoca si estesero fino al IX secolo a.C. I territori centrale e settentrionale degli Urali  fin dal II millennio  furono popolate da tribù inizialmente seminomadi dalle origini e tradizioni simili dette di stirpe Proto-Uralica, lontani antenati delle varie tribù del grande popolo dei Samoiedi diffuso   in un vasto territorio dalla regione settentrionale degli Urali fino alla costa affacciata sul mar glaciale artico. Dopo le culture protostoriche uraliche vi furono  le grandi migrazioni dal sud est  con  la popolazione indoeuropea iraniana degli Sciti nomade giunta dalle steppe seguita  da quella persiana di simile stirpe dei Sarmati che dall’ epoca dominarono a lungo il vasto territorio . Per gran parte del medioevo la regione uralica meridionale  fu terra di conquiste  e migrazioni di popoli nomadi dall’ est verso quella europea, iniziate a metà del V secolo dall’ incontenibile avanzata degli  Unni dalla Siberia meridionale. Dalla fine del VI secolo  vi giunsero alcune tribù turche orientali degli Ashina , nell’VIII secolo  fu transito della potente confederazione degli altri popoli  turchi OguzOyuz nella sua avanzata verso ovest, mentre arrivavano  altre popolazioni nomadi come gli  Apar  chiamati anche Avari di  Pannonia, dalla regione centro asiatica orientale tribù di stirpe turca che si erano riunite nel dominio  di Göktürk nomadi , della medesima stirpe dei Patzinak noti alle cronache bizantine come Peceneghi dopo la loro alleanza. Da alcune di quelle migrazioni discende il  popolo di origine e stirpe turco tartarica dei  Bashkir e alla fine del IX secolo, discendenti da alcune tribù unne,  gli  Ungari orientali da qui si unirono alle altre tribù magiare per la conquista ungherese nel bacino dei  Carpazi, nello stesso periodo sempre dalle steppe centroasiatiche e siberiane migrarono tribù unite nella confederazione di altri popoli turco altaici dei kipčaki che dominarono una vasta regione  dai Monti Altaj fino ai domini della  Rus’di Kiev  medioevale ad ovest, ove da tempo erano avanzate le grandi unioni dei  popoli Slavi. Durante la loro incontenibile espansione ad ovest, dopo la conquista della Corasmia e l’ invasione dei territori centroasiatici, nel primo periodo dell’  invasione mongola della Russia iniziata nel 1237,  la regione degli Urali fu conquistata dalle orde guidate da Züchi noto anche come Jochi primogenito di Gengis Khan, fondatore del vasto khanato  Altın Urda di kipčak noto come l’ Orda d’Oro. All’ inizio del XII secolo la regione fu raggiunta da mercanti di pellicce venuti da Novgorod nella Rus’di Kiev, seguiti poi dai primi coloni e alla fine  del XVI secolo con l’ espansione del granducato di Moscovia durante il regno di Ivan il Terribile, fu inviata una spedizione attraverso gli Urali  guidata dal cosacco  Timofeevič noto alle cronache come Ermak, che dal 1579 invase il Sibirskoe khanstvo come era noto ai russi il territorio del Khanato di Sibir dei tartari islamizzati, iniziando  la grande  conquista russa della  Siberia. Con la scoperta dei vasti giacimenti minerari degli Urali nel XVI secolo, ne iniziò l’ estrazione durante il regno dello zar  Pietro I il secolo successivo assieme alla fondazione di centri minerari e villaggi, mentre a proteggere gli insediamenti nella regione vi giunsero i cosacchi di  Yaik per la colonizzazione. Continuata nel successivo  periodo della sovrana  Caterina di Russia dal regno autoritario, ma illuminato ben presto venne sconvolto da rivolte popolari iniziate nel 1772  con la sollevazione di quei  cosacchi degli Urali nella grande rivolta degli Yaitsky che ne prese il nome  e duramente repressa, l’ anno successivo per due anni dilagò  la rivolta di  Pugačëv  anch’ essa combattuta dai cosacchi  degli Urali assieme a quelli del Don e le milizie contadine, sconfitta dall’ esercito imperiale di Caterina. Dopo le guerre contro il popolo turco tartara dei Bašqorttar o Bashkir  nel loro territorio uralico che resistettero a lungo contro l’ espansione russa, nella regione  venne completata la colonizzazione e con l’ ascesa dei  Romanov nel XIX secolo sorsero i vari centri minerari, villaggi e cittadine per tutto il restante dominio zarista fino alla sua caduta e l’ inizio del lungo periodo  nell’ Unione Sovietica. Con i primi due piani quinquennali staliniani dal 1929 si estese l’estrazione mineraria in parte concentrata nel grande bacino di Kuzneckij e la nascita di numerosi centri industriali che, durante la seconda guerra mondiale con l’ apertura in Russia del Fronte orientale e l’  invasione nazista,   accolsero gran parte delle industri sovietiche e dal dopoguerra i grandi centri minerari dei bacini di  Qaraghandy e Kuzneckij, assieme alle varie industrie la  produzione di energia idroelettrica negli Urali, hanno sostenuto ed esteso l’industria pesante sovietica. Dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica la regione è rimasta nella nuova federazione russa mantenendo il distretto federale Uralsky  con i suoi ricchi giacimenti che hanno fondato la  grande industria mineraria della  Russia, ove  si concentrano miniere,  centri  e città industriali  come la regione economica degli   Urali.

Oblast’ Sverdlovsk

Nel più occidentale  distretto federale  dell’Uralsky , dai contrafforti  orientali degli Urali e la pianura siberiana occidentale  si stende l’ oblast’ di  Sverdlovsk attraversato dall’ideale frontiera tra l’ stremità orientale dell’ Europa e quella occidentale dell’ Asia, ove da un centro russo fondato nel XVI secolo si estese la città di Nizhny Tagil e all’ inizio del secolo succesivo risale l’altro centro russo nel vasto bacino dell’Ob alla confluenza dei fiumi Kamenka e Iset  divenuto la città uralica di  Kamensk fiorita sui giacimenti minerari come l’ altro centro lungo la sponda del fiume  Chusovaya fondato nel 1730   di Vasilyevsko-Shaytansky e ribattezzato nel secolo scorso come la città di  Pervouralsk. Sui contrafforti degli Urali lungo la sponda sinistra del  fiume Kakva da un altro centro minerario sorse la città di Serov e verso est la più recente fondata durante la seconda guerra mondiale per la produzione di acciaio  Novouralsk, sul fiume  Pyshma , dal villaggio che ne prese nome come Pyshminskoye  fondato nel  1660 su giacimenti di rame, a metà  del XIX secolo sorse la città di   Verkhnyaya . Non distante sul fiume Bolshoy affluente del Pyshma nello steso periodo venne fondato l’altro centro minerario di Kudelka divenuto la città di Asbest  e continuando per il territorio dell’ oblas’t , anch’ essa sorta su un più antico  centro risalente al  1734 si trova  Revda  , più a sud dominata dal monte Dumnaya  su altri ricchi giacimenti di rame nello steso periodo venne fondata quella che divenne la città di  Polevskoy. Tra  i vari centri e cittadine ed altri suggestivi altri siti  che si stendono nel vasto territorio  di Ekaterinburg , sulle sponde del fiume Tura da un centro fondato nel 1598 si è estesa la città di Verkhoturye tra le più antiche nell’ ‘oblast’ di Sverdlovsk che, diversamente dalle altre nella regione divenute centri minerari industrializzati, ha conservato il suo antico aspetto tra quartieri ed edifici come uno dei centri della cultura  cristiana ortodossa negli Urali. Tra i vari edifici religiosi  il monastero di  San Nikolay fondato nel 1604 che ospita le venerate reliquie del santo  Simeon di Verkhoturye, nei pressi il più antico monastero femminile oltre gli Urali fondato nel 1621 e  la Chiesa della SS Trinità completata nel  1712. Continuando nel patrimonio architettonico religioso  della città si trova la Chiesa della Trasfigurazione del 1821 e all’inizio del XX secolo risale la  maestosa cattedrale dell’Esaltazione della Santa Croce, Nei pressi tra gli altri edifici storici si erge su un colle sul fiume Tura la fortezza del Cremlino la Casa del Voivode, le Camere di Prikaz e  il Tesoro di Uyezd, poco distante  il villaggio di Merkushino ove tradizione vuole sgorgò la sacra sorgente quando furono rinvenuti i resti  di San Simeone nel 1692. Continuando per la regione di Perm si apre la suggestiva grotta carsica  ghiacciata di Kungur tra le più vaste  del paese, tradizione vuole che nel 1578 vi sostarono per l’ inverno i cosacchi della spedizione di Ermak nel loro lungo viaggio per la prima esplorazione e conquista Siberia, ricordati nell’adiacente  parco che ne racconta la storia. Nella provincia di Čeljabinsk, seguendo il corso del  fiume Aj vi si trova adagiata la città di  Zlatoust fondata a metà del XVIII secolo su ricchi giacimenti di ferro  come centro di fonderie e fabbriche di armi  che hanno lascito edifici del’ epoca e musei che ne mostrano la lavorazione. Tra le montagne che si allungano dal versante orientale degli Urali verso le pianure occidentali siberiane, si trova la città di Alapayevsk come altre della regione anch’essa fondata nel XVIII secolo ove nei pressi il villaggio di Nizhnyaya Sinyachikha conserva case  in legno dell’ epoca,  oltre a quartieri ed edifici che ne raccontano la storia in città si trova il museo Koptelovo di arte popolare e quello ospitato nella casa del grande musicista  Čajkovskij. Da un villaggio fondato nel 1722  sulle miniere di ferro si è estesa la città di Nizhny Tagil  divenuta uno dei  centri industriale e minerario  degli Urali ove rimangono edifici dell’ epoca Demidov, vecchie  case i mercanti e fabbriche del XIX secolo. Tra le foreste e la taiga attraversate dal fiume Serga il suggestivo territorio è protetto dal parco dei cervi di Olenyi Ruchy  ove affacciano le scogliere dalle suggestive grotte che racchiudono dipinti rupestri preistorici, continuando per l’ oblast’ si trova cittadina di Nevyansk fondata all’inizio del XVIII secolo su miniere di ferro come centro della facoltosa famiglia Demidov che conserva quartieri ed edifici del’ epoca in stile neoclassico dominati dall’ alta torre pendente Nevyanskaya completata nel 1745 con sulla destra le statue di Pietro il Grande e  il fondatore Nikita Demidov e nei pressi la chiesa  che fu uno dei centri del movimento scismatico ortodossa  Starovery  dei Vecchi Credenti. Sull’ omonimo fiume è adagiata la cittadina  di Sysert  estesa da un villaggio fondato  a metà del XVIII secolo nei pressi di stagni e boschi di conifere ove nacque lo scrittore Pavel Bazhov nella casa che ospita un museo sulla vita negli Urali del XIX secolo e verso Ekaterinburg poco a nord est la cittadina di Berezovsky fondata nel 1745 su un giacimento aurifero, dall’ epoca divenuta simbolo della più antica corsa all’ oro. Fin dal XVIII secolo cuore della regione furono i villaggi  minerai di  Uktus, Verkhniy e  Novopyshminskaya  ove venne edificata la  fortezza  Yekaterinburg  come una delle più remote dell’ impero russo  poi smantellata nel 1746, così battezzata in onore della sovrana Caterina I  durante l’ espansione siberiana dell’ impero, così come la città che sorse attorno ad essa  divenuta la grande Ekaterinburg.

Ekaterinburg

La città di Yekaterinburg o Ekaterinburg, dal centro fondato nel XVIII secolo si è estesa nei successivi come la si trova  distesa sul fiume Iset, oltre ad una decina maestosi di edifici più visitati e frequentati,  dagli storici quartieri con il loro edifici ai più moderni la città di Ekaterinburg si lascia riscoprire  con i suoi altri monumenti, chiese, palazzi, musei, parchi ed eventi nei più affascinati  luoghi della città . Iniziando dal  grande ed animato parco ove sorgeva la vecchia diga di Weir inaugurata nel novembre del 1723 considerato il mese  della fondazione di Ekaterinburg, ci si può inoltrare nel  sottosuolo ove le antiche miniere miniere di sale hanno lasciato le loro gallerie dalle pareti multicolori di minerali in un magnifico e suggestivo cromatismo. Dalla sua fondazione sono sorte le varie  cattedrali e chiese di Ekaterinburg , dalle più antiche risalenti al XVIII secolo alle più recenti tute nello stile tradizionale ortodosso russo, tra le altre  sul colle dell’ Ascensione, dove finì i suoi giorni lo zar Nicola II e la sua famiglia,   nei pressi ove sorgeva la casa Ipat’ev presunto luogo dell’ eccidio , nel 2003 venne inaugurata la cattedrale di Krovi  o chiesa del Sangue in stile tradizionale russo. Continuando per il centro  su una più antica chiesa del XVII secolo nel 1998 venne edificata  la cappella di Ekaterina consacrata a Santa Caterina  anch’ essa stile tradizionale e ove sorgeva il monastero ortodosso di  Novo-Tikhvin nel 1838 la maestosa cattedrale Nevskj in stile neoclassico. Nei pressi  dall’animata e centrale   Piazza1905 che ricorda l’ anno della prima rivoluzione russa, si erge il novecentesco palazzo del  Municipio   che affaccia  tra la via Marta  e il viale Bankovsky e dalla piazza parte il percorso pedonale  decorato da statue sulla lunga via Vaynera , continuando per  gli altri edifici del centro storico  si trova il palazzo Kachki edificato in stile neoclassico nel  1820 che ospita il  Museo di Storia di Ekaterinburg e l’ altro  palazzo in stile tra barocco e liberty dalle facciate intensamente colorate  noto come casa Sevastyanov  che ospitava le residenze degli ingegneri minerari e da qui  il centro degli affari Vysockiy con i suoi moderni edifici ove  dal belvedere dell’ omonimo  grattacielo di Vysotsky  la vista spazia per un magnifico panorama sulla città attraversata dal fiume Iset. La storia di Ekaterinburg , oltre ai quartieri vecchi e nuovi  è raccontata nei vari e diversi  musei della città,  tra gli altri lungo il fiume Iset sulla via Voevodina  affacciano i due edifici che ospitano il museo delle  Belle Arti  con le vaste collezioni di artisti russi dal XVIII al XX secolo, oltre quelle nel   museo delle Arti , le più  preziose icone  dello stesso periodo  sono conservate nel museo Nevyansk, in un grande edificio neoclassico dal 1870 si trova il  museo regionale Sverdlovsk delle tradizioni locali che, oltre a collezioni di arti popolari e reperti aecheologici ospita il  mesolitico  idolo di Shigir come la più antica scultura lignea al mondo. Come molti musei anche gran parte dei teatri della città  si trovano nel centro storico e da esso  fino alle periferie si stendono i vari e frequentati  parchi di Ekaterinburg che spesso circondano storici edifici. Uscendo dal centro  alla fine del XVIII secolo risale la maestosa villa e le residenze di  Rastorguyev-Kharitonov circondata dal suo vasto parco e poco fuori dalla città nei pressi del villaggio di Koptjakisi trova la vecchia miniera di Ganina Jama ove in un pozzo vennero depositati i resti della famiglia Romanov prima di essere spostati altrove e vi venne edificato un monastero immerso nella natura come lo si trova, più oltre verso Pervouralsk il monumento Europasia  segna il presunto confine  ove i due continenti si incontrano in Siberia e da dove continuare ad est verso la suggestiva regione che si stende da  Irkutsk e il Baikal.

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